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A serious man dei fratelli Coen |
gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 22-10-2009 07:59 |
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TomThom
 Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 08-12-2009 11:06 |
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bunch311
 Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 09-12-2009 20:14 |
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il film totale dei coen
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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Tenenbaum
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 09-12-2009 21:06 |
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di più
è un'integrale infinito
_________________ For relaxing times make it Suntory time |
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Tenenbaum
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 09-12-2009 21:07 |
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quote: In data 2009-10-22 07:59, gatsby scrive:
antifilm
| basta la parola
_________________ For relaxing times make it Suntory time |
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DeNiros
 Reg.: 29 Giu 2009 Messaggi: 24 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 14-12-2009 17:58 |
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Un film molto molto molto compatto e pieno di particolari che secondo il mio parere danno il senso a tutta l'opera. Assolutamente diverso dai precedenti lavori dei Coen come Arizona Junior, Burn after reading, The Big Lebowski, Fratello dove sei? ecc ecc. Peccato che questo film può essere capito al 100% solamente da un pubblico ebraico. Da noi può essere travisato come film "intellettuale" quando invece non conosciamo semplicemente la religione e il mondo ebraico.
_________________ Vengono fuori gli animali piu' strani, la notte: puttane, sfruttatori, mendicanti, drogati, spacciatori di droga, ladri, scippatori. Un giorno o l'altro verra' un altro diluvio universale e ripulira' le strade una volta per sempre. |
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dejan88
 Reg.: 03 Feb 2010 Messaggi: 1 Da: asti (AT)
| Inviato: 04-02-2010 00:33 |
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Ma fatemi il piacere....è il film più brutto, noioso, in certi momenti quasi irritante...sono sicuramente i registi più sopravvalutati in circolazione.... |
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DeadSwan
 Reg.: 05 Apr 2008 Messaggi: 1478 Da: Desda (es)
| Inviato: 27-02-2011 23:31 |
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Visto ieri sera.
In quest'opera i Coen sembrano prendere il loro sguardo beffardo e disincantato, le loro vicende quasi metafisicamente prive di senso, i loro personaggi grotteschi, le mille sfaccettature dell'imbecillità umana, e dargli un ulteriore giro di vite. Il risultato è un film così freddo, coerente nel suo scopo di mostrare l'assurdo (e quindi narrativamente incoerente, per forza di cose), così puro Coen da sembrare, quasi, un'altra cosa. Ma non inganniamoci: qui non hanno inventato o reinventato nulla, hanno "solo" depurato i film precedenti da tutto quello che li rendeva, ognuno a modo suo, diverso. Se in quasi ogni film c'era la rappresentazione di un microcosmo tanto funzionante in sé stesso quanto inconcepibile e insensato se visto da fuori, bisogna dire che lo sguardo da fuori spesso c'era, facendo esplodere l'assurdo sottostante (Barton Fink, il drugo catapultato nel mondo dell'altro Lebowski...); oppure c'era la possibilità di diventare un altro, uscire dal cerchio del nonsense, attenuando il pessimismo di fondo (vedi "Fratello dove sei?", "Arizona junior", l'ultimo "True Grit" in un certo senso...). Persino ne "L'uomo che non c'era", forse l'antecedente più prossimo di questo film, il protagonista è talmente chiuso in sé da costituire un microcosmo all'interno dell'ambiente (e quindi paradossalmente da esserne "fuori"). Persino nel cupissimo "No country for old men" c'è un qualcosa piombato dall'esterno, pure se lì ha un volto negativo.
Qui non c'è nessun fuori. Qui il particolare circolo degli imbecilli scelto a rappresentare l'umanità (una comunità ebrea a cavallo tra anni '60 e '70) è vista con i suoi stessi occhi. Il protagonista Leonard Gopnick non è un Barton Fink, non è un Lebowski, non è un Ed Crane, è pur nella sua abulia e mancanza di coraggio un membro della comunità. Il suo disorientamento, che a metà del film sembra raggiungere gli stessi livelli da incubo di "Barton Fink", in realtà è motivato da problemi nati all'interno di un gioco di cui capisce e accetta le regole, nonostante le apparenze. E' sconfitto ma sa cosa lo sta sconfiggendo e avrebbe potuto predirlo dal primo istante. Ed infatti quando la sconfitta pare scongiurata, quando la vita si rimette a passo (magari scivolando su un orbitale morale più basso), nulla è cambiato.
E questo è il punto. In questo film nulla accade. Nulla di sostanziale (non sto dicendo semplicemente che è un film privo da azione, ci sono film in cui la mancanza di azione è un avvenimento di portata immensa). L'assurdo non esplode mai, perché non c'è luogo dove farlo esplodere. Ho passato gran parte del film aspettando una "svolta" che facesse saltare le tensioni nascoste in quella comunità, e non mi è stata data (alla fine la marea come è salita è ridiscesa, e il finale aperto è solo l'inizio di un altro ciclo di marea); giustamente, a posteriori, perché date le premesse nulla poteva esplodere.
Ma per questo un film così rigoroso e coerente nei suoi presupposti viene a mancare del "non so che" che rendeva speciali gli altri film dei Coen. E' troppo coeniano per essere vero. Capisco, condivido, apprezzo la sua struttura: non poteva essere altro che quel che è. Ma non riesco ad amarlo. Ciò non toglie che sia diabolicamente interessante.
Esaltazione personale per il rabbino che cita "Somebody to love".
_________________ Dresda, Sassonia, Germania
Se non riesci ad uscire dal tunnel, almeno arredalo |
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badlands
 Reg.: 01 Mag 2002 Messaggi: 14498 Da: urbania (PS)
| Inviato: 01-07-2011 21:51 |
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non è un film semplice,ballonzola tra l'ottimo e il mediocre più volte.la storia è quasi angosciante e fastidiosissima,ma viene forse narrata in modo fin troppo coeniana,e con attori fin troppo aderenti ai ruoli grotteschi.non so dare un giudizio netto,magari fra qualche giorno,o magari no
ciao! |
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