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Autore Bride Wars - La mia migliore nemica
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 22-02-2009 20:35  
Trama: New York. Liv ed Emma da sempre hanno un sogno:sposarsi nel sontuoso Plaza con una che fa la madrina dell'altra. Liv è un avvocato deciso e dal carattere privo di particolari emozioni, non piange mai e gli piace dominare la situazione a suo piacimento, Emma, insegnante, ha un carattere più mite ma un corpo decisamente più filiforme dell'amica (che ha tendenza a cibarsi di ogni dolciume che trova), vive in maniera più modesta il suo amore e la sua vita. Amiche per la pelle, condividono con gioia tutto, corse nel parco, emozioni, storie e anche finti sposalizi giovanili. Quando dovranno condividere anche lo stesso luogo e lo stesso giorno del grande e sospirato momento, rompendo un sogno incantato per tutte e due, l'idillio si spezza e comincia una terribile sequela di dispetti e cattiverie l'una verso l'altra senza esclusione di colpi, con lo scopo di rovinare il matrimonio alla inaspettata nemica.

Recensione: Per Anne Hathaway è un momento magico, dopo il Diavolo veste Prada che l'ha portata al successo e fatta notare, dopo la nomination all'Oscar per Rachel sta per sposarsi, ora arriva per lei una commedia tutta al femminile (gli uomini sono solo pallidissimi non protagonisti) che ricorda e riprende le atmosfere griffate e francobollate dal serial tv Sex and the city (inevitabile quando si parla di certe cose femminili a New York), ma anche una rivisitazione, non riuscita, dell'ottimo Il matrimonio del mio migliore amico con Julia Roberts. Qui le rivali sono due ex amiche per la pelle che vivono con un grande sogno da quando sono ragazzine:sposarsi sontuosamente al Plaza, locale in della Grande Mela. Liv (la biondissima Hudson) è un avvocato rampante che decide, comanda e domina la situazione, Emma (Hathaway) è un insegnante filiforme, modesta nel vivere e dalle grandi capacità di ballo. Le due condividono tutto quanto possono, corrono insieme a Central Park programmando le cose da fare. Un giorno ricevono, più o meno nello stesso momento, il sospirato anello di fidanzamento, e si fiondano da una consulente di fama organizzatrice di matrimoni (Candice Bergen, sempre deliziosa ed affascinante nella sua splendida maturità, ma ormai relegata stile Robert Duvall solo a particine di contorno senza peso) per organizzare il matrimonio ai massimi livelli.
Ma per un errore della segretaria, le date dell'evento vengono scompaginate, e Liv ed Emma si trovano a dover dividere il loro gran momento assieme, date e luogo sono perfettamente uguali costringendole o a non scegliere una delle due il Plaza, oppure a celebrare la cerimonia doppia. Dividendo così invitati, sogno e protagonismo, una cosa inaccettabile : da questo momento in poi le due entrano in lotta con dispetti e reazioni senza freno.
Commedia garbata e priva di linguaggio sguaiato (niente nudi, purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, e niente parolacce) la Guerra delle spose (lasciamo perdere il titolo italico) vive la sua corta esistenza (82 minuti) reggendosi sulla bellezza e la simpatia delle protagoniste, perdendo completamente l'attenzione verso una trama decente e dei colpi di scena che non siano prevedibili e telefonati.
Belle e realizzate, desiderate e con incastonato un sogno, le donne di New York vivono le giornate dipendendo dal maschio solo perchè con esso possono celebrare gli eventi e non tanto perchè debbano condividerli, i fidanzati (belli anche loro ovviamente) sono solo delle pallide comparse nella scena della loro vita quando si tratta di decidere qualcosa d'importante. Devono dare un anello, devono dare il loro sperma, devono fare in modo che la loro sposa non sfiguri di fronte all'altra. Non sono intenzionate le loro donne a dover essere seconde in qualche cosa, finchè ad un certo punto devono domandarsi se valga la pena di vivere con un uomo che il loro protagonismo ha portato a non considerare, altro che un veicolo e non una guida.
La stanca morale del film sta tutta qui:in fondo il sogno vero non è quello che luccica ma quello che poi dura, vivere male quaranta anni per avere un giorno indimenticabil e non ha davvero senso. La Hudson e la Hathaway se le danno di santa ragione nel film, a colpi di capelli fatti diventare blu e pelle virata in arancione, ma il giochetto dopo qualche schermaglia si spegne, campeggia la noia in mezzo a frasi fatte, situazioni scontate e addii al nubilato con i soliti spogliarelli (senza contare le grida e i risolini, o le frasi come "Dopotutto era solo il mio primo matrimonio!" dice un amica disillusa alle contendenti). Tra l'altro purtroppo il corollario di amiche è caratterizzato poco o niente (la figura della damigella d'onore beona o quello del collega gay che si presta al gioco sono davvero invalidanti di attenzione), non abbiamo neppure l'appiglio di dire che in fondo si segnala questa o l'altra come simpatia. Sono commedie dallo spunto simpatico ma dalla realizzazione blanda, Gary Winick dopo la pausa animale di Tela di Carlotta riprende temi di 30 anni in un secondo, con la Garner, dove la partenza del sogno è uguale (la giovinezza) ma il cambiamento e l'arrivo molto più graduale.
Sbagliano i produttori se pensano che ormai per attirare il pubblico femminile basti solo elaborare una trama qualsiasi dove tra oggetti firmati ci siano delle donne, belle e quindi invidiate, che vogliono emergere a tutti i costi, senza badare alla consistenza di quanto girato, vicende monotonamente relegate alle mode che nulla di diretto hanno con il cinema ma più con le riviste, vicende che altre cose hanno ormai sviscerato completamente. La scarsa fantasia purtroppo porta a questi risultati, ci siamo ormai rassegnati ma vorremmo che se si deve ripercorre e ricalcare lo si faccia almeno decentemente.
In definitiva un film monotono e senza mordente, che lascerà l'amaro in bocca per la sua scontata pochezza (bivi e direzioni li indovinate già dal cartellone), dalle grandi firme ma anche dalla molta noia. Chi vuole un prodotto davvero monocorde non abbia tema di vederlo, chi spera che due attrici belle e simpatiche (una pure apprezzabilmen te brava, lasciamo a voi il compito di capire quale) possano risollevare il film confidi in loro, tutto il resto è deja-vu di basso interesse.

pubblicata su Cine Zone
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