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Autore The Women
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 12-10-2008 14:19  
Trama: Mary Haines ha un marito ricco, una villa sontuosa, una figlia adorabile, e sopratutto tre amiche con cui divide tutto. Un giorno Sylvia, una di esse, scopre, mentre fa una manicure, che Steven, il marito di Mary, ha una relazione clandestina con la procace Crystal Allen, una donna che lavora come dispensatrice di profumi. Il pettegolezzo non tarda a girare, e improvvisamente Mary si ritrova a dover gestire la sua ricca vita da ben altra prospettiva, cioè quella di moglie tradita e sulla bocca di tutti, priva di lavoro e delle capienti platinum card del marito. Tra l'altro la cosa peggiora quando viene a sapere che una delle sue amiche si comporta in modo tutt'altro che onesto ...



Commento: Torna l'ombra di Sex and the City in questa sua pallida costola supergriffata, storia di quattro donne amiche per la pelle che si coalizzano per salvaguardare una di esse, Mary (interpretata dalla fidanzatina d'America Meg Ryan, in ottima forma), contro l'attacco a suo marito (ricco e realizzato) da parte della procace Crystal Allen (una Eva Mendes bella da togliere il fiato). L'intenzione della regista Diane English (prima prova dietro la mdp, è un autrice e produttrice televisiva) era di proporre una versione propria della commedia di Clare Booth che, sul grande schermo nel 1939, Cukor, il regista delle donne, diresse con la consueta maestria.
L'aggiornamento griffato ha nuociuto parecchio alla commedia, appesantendola di cose che possono piacere sopratutto ad un pubblico femminile ma purtroppo solo in vena di frizzi e lazzi di poco conto. Il senso pieno dell'amicizia che traspariva dalla serie tv e dal film di Michael Patrick King (Satc, appunto) qui diventa una burletta, una farsa cucinata solo per presentare abiti alla moda, pettinature, borsette e locali lesbo. Con una piccola particolarità : nel film non c'è traccia di un uomo durante quasi tutta la sua durata, e l'unico uomo che vediamo sullo schermo alla fine è molto particolare. Ma andiamo con ordine : come detto la Ryan si scontra con la Mendes per il possesso di un marito che non vediamo mai, la Bening (che dice nel film di non avere bisogno di interventi facciali ma noi abbiamo molti dubbi, sono lontani i fasti di American Beauty ormai) tradisce la fiducia della Ryan provocando una lite stizzosa tra le due, la rossa Messing (protagonista dell'unica scena davvero divertente del film, quella finale) è l'amica in cinta con quattro figlie femmine ("Non è assicurata? E'il quinto figlio, glielo dovete regalare!") che da consigli placidi di pace, Jada Pinkett Smith (presente in Matrix capitolo 2 e 3) è l'amica lesbica che fa tendenza. Un calderone di femminilità senza alcuna base felicemente creativa nel costruirlo, oltretutto immerso in momenti patetici da latte alle ginocchia che fa sprofondare nell'apatia lo spettatore, con la figlia comprensiva e dolce del personaggio della Ryan a creare altri inutili minuti sullo schermo. Una trama di poco conto come poche, una regia scolastica che privilegia i marchi piuttosto che gli sguardi, imbrigliando il film (partito nei primissimi minuti anche in maniera frizzante con gli occhiali/gps identifica falsi) in pastoie deprimenti, evidenziando in maniera decisa e impietosa le pecche di cui è composto, con questa tutela ad oltranza banalotta del "All women, only women".
La Ryan dopo la virata di In the cut (ormai vecchia di anni) continua a fare le solite particine senza spessore alcuno, il bello è che si trova anche a voler civettuosamente gareggiare senza nessuna speranza in una gara di baby doll con la Mendes. L'unico personaggio di qualche spessore risulta essere quello della madre di Mary, Candice Bergen, che dice delle frasi di buon impatto ("Se vai via, gli darai una maxi dose di amante e gli farai capire quanto gli manca la moglie") e risolleva un attimo il catafascio completo, piattume condito dalla presenza di una svedese come governante, da Carrie Fisher, la principessa Leia di Star Wars, che fa la cacciatrice di gossip per una rivista femminile, e da un inutile presenza alla "Mariagiovanna" di Bettle Midler.
Difficile davvero trovare qualche appiglio per consigliarlo, magari alle signore in voglia di dover comprare qualche borsetta costosa e firmata, di vedere qualche bel vestito e delle pettinature alla moda. Di uomini da ammirare, sempre per il gentil sesso, non ve ne è nemmeno mezzo come si diceva.
In definitiva un film fisicamente privo della componente maschile povero di inventiva e noioso nello svolgimento, con delle interpreti che hanno un buon curriculum e una gradevole presenza, ma che vengono completamente trascinate nel baratro da una regia incompetente e di uno sviluppo noioso e troppo costruito sulle banalità, vuotato di ogni forza narrativa. Emotivamente, se dovessimo parlare della forza dell'amicizia, questo film è la perfetta dimostrazione dello svuotamento di un sentimento al cinema. Mai come stavolta, si può dire che sotto il vestito non c'è nulla.

pubblicata su cine zone
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