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Autore Riflessi di paura
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 07-10-2008 21:19  
Trama: New York. Ben Carson è davvero nei guai : un anno prima ha ucciso involontariamente un agente in borghese, traumatizzato si è rifugiato nell'alcool e ha perso di conseguenza la moglie che ha chiesto il divorzio. Disperato e senza speranza, trova un lavoro in un grande magazzino come custode. Il luogo che deve controllare ha una storia molto particolare : è ora abbandonato ed in rovina per via di un incendio provocato apparentemente da un folle. Compito che sembrerebbe di tutto riposo, ma invece per il fatto di svolgerlo, Ben si trova contro un nemico terribile ed inaspettato che ha come obbiettivo lo sterminio della famiglia dell'ex poliziotto (l'ex moglie e i due figli). Sembrerebbe una battaglia persa in partenza vista la potenza dell'avversario, ma quando un uomo non vuole sprofondare per la seconda volta nel baratro trova energie inaspettate.



Commento: Alexandre Aja per questo suo film ha a disposizione Kiefer Sutherland (libero per un po' di tempo dalla serie cult 24, sospesa per ora a causa di scioperi dopo la sesta serie, che l'ha assorbito e allontanato dal cinema negli ultimi anni), un attore spigoloso e adatto per le parti d'azione come questa. Riprendendo un film sudcoreano del 2003 intitolato Geoul sokeuro - Into The Mirror, Aja ci racconta di un uomo disperato (lo stesso Kiefer Sutherland, che qui recita praticamente come il Jack Bauer di 24, oltretutto ci sono dei contatti con un coordinatore che sembrano in piccolo quelli del CTU) di nome Ben Carson, che ha perso la famiglia ed il lavoro per un errore tragico, ha provocato la morte di un collega, che lo ha portato all'alcoolismo. Passato un anno cerca di ricostruire la sua vita accettando un lavoro in un grande magazzino fatiscente, abbandonato perchè distrutto da un incendio, provocato da un folle apparentemente per ragino incomprensibili. Carson purtroppo scopre una cosa terribile : dentro agli enormi specchi appesi alle pareti annerite esiste una terribile maledizione, degli esseri spiritici imprigionati nel loro interno chiedono una cosa incomprensibile all'uomo, pena l'uccisione da parte degli spiriti della famiglia di lui se non soddisfa la richiesta.
Ben deve muoversi : il tempo per scoprire cosa significa l'iscrizione che appare sugli specchi sta scadendo e lui brancola nel buio.
Dopo l'interessante Alta Tensione e aver nobilitato con un ottimo remake il film di Craven dei tempi che furono Le colline hanno gli occhi, il regista francese rimane nel suo genere preferito, l'horror, anche se qui il sangue non scorre a fiumi e gli effetti gore (che comunque ci sono, presente un ottima scarnificazione facciale e dei corpi orrendamente bruciati) sono limitati. La tendenza di questo film è il paranormale, con l'ipotesi che dietro gli specchi possa vivere in modo contrario e riflesso degli spiriti che hanno un conto in sospeso con l'aldiquà, e attraverso i riflessi (da qui il titolo italiano, che in definitiva, ndr - continuate pure a leggere, la recensione finisce più avanti - non sporca troppo quello orginale, Mirrors cioè Specchi) scatenano le loro forze.
Eccezionale la sigla d'apertura con la città di New York che si riflette, come davvero d'atmosfera è il grande magazzino dagli interni completamente inceneriti, denso di statue che si stagliano minacciose e quegli specchi che provocano angoscia.
Il regista qui deve dedicarsi all'atmosfera opprimente, e la riesce a rendere davvero bene nonostante all'inizio ci sia qualche lungaggine di troppo per far capire lo stato del povero Carson e alcune cose siano un po'patetiche (la famiglia, il rapporto del bimbo con il padre).
Purtroppo, da estimatori di Aja non vorremmo dirlo ma è così, la spiegazione del mistero e la risoluzione della difficile lotta con i riflessi è davvero banale, siamo di fronte alla classica soluzione forzata e alla catarsi finale dove tutto si completa con cose ultra abusate, meno male che c'è un piccolo sottofinalino che diminuisce la delusione per la chiusura decisamente povera (con Alta Tensione, finale copiato da un altro recente horror, Aja seppe fare ben altro). Di solito abbiamo sempre maledetto queste doppie chiusure che normalmente non sanno di nulla, sorprendentemente qui invece avviene il contrario.
Il tipo di regia è quello a cui l'autore ci ha abituati, accellerazione d'immagine, camera che ruota intorno ai protagonisti, flashback con fotografia sporca e sgranata, senso del disorientamento e dell'impotenza accentuati senza usare primi piani sui volti.
Pollice verso e assolutamente negativo per Sutherland che fa Carson Come Bauer, monocorde, inespressivo e privo di fascino. Il personaggio del serial era adatto per questo tipo di recitazione dura, qua no. Paula Patton, bella attrice dalla pelle d'ebano, risulta del tutto fuori parte, le sue corde sono nella commedia e non qui, una scelta decisamente infelice, invece molto curiosa la presenza della biondissima Amy Smart che fa la sorella di Ben (se avete visto Crank la ricorderete per essere la fidanzata di Jason Statham).
In definitiva un ennesimo remake horror-orientale di fattura buona ma di profilo assolutamente nella norma, ottimo nelle scenografie e nei (rari) effetti sanguinolenti, affossato da recitazioni anonime e non calzanti per il tipo di film, che risente pesantemente di un finale del tutto opaco privo di fascino. Gli spaventi sono rarefatti tanto quanto le minacciose immagini che vediamo riflesse, adeguando la visione a una blanda soddisfazione pre o post pizza di poco conto pure per i fan del genere. Aja dimostra di avere dei numeri ma stavolta il contatore dell'Alta tensione è rimasto spento, Sutherland sembra aver smarrito la possibilità di riciclarsi in parti diverse rispetto a quella dell'agente Bauer.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 08-10-2008 15:13  
'Riflessioni' sugli specchi

Oggetti che rimandano l’immagine esteriore che il soggetto riflesso coglie in modo diretto e speculare. Ma questo film osa di più, sulla carta, o per meglio dire cerca di spingere oltre la scontata simbologia del doppio, deformando e amplificando il dato apparente.
I “suoi” specchi riflettono il “sé”, celano la dimensione “altra”, aliena, invisibile, non riconosciuta, in quanto mostruosa, dalla coscienza vigile e che tuttavia alberga nascostamente nel profondo della psiche, dell’”es”, nell’”occhio che guarda” quella sorta di “fuoricampo” ambiguo, fatto di “riflessi” sparsi che lo spettatore dovrà ricomporre in un proprio quadro mentale, non solo attraverso l’immagine.

E’ lo schermo cinematografico, la sua “filosofia”, specchio dinamico e duplice del visibile e dell’invisibile, del doppio piano simmetrico e speculare del sogno e della veglia, del reale e dell’irreale...


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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 2533
Da: Genova (GE)
Inviato: 08-10-2008 17:06  
quote:
In data 2008-10-08 15:13, AlZayd scrive:
'Riflessioni' sugli specchi

Oggetti che rimandano l’immagine esteriore che il soggetto riflesso coglie in modo diretto e speculare. Ma questo film osa di più, sulla carta, o per meglio dire cerca di spingere oltre la scontata simbologia del doppio, deformando e amplificando il dato apparente.
I “suoi” specchi riflettono il “sé”, celano la dimensione “altra”, aliena, invisibile, non riconosciuta, in quanto mostruosa, dalla coscienza vigile e che tuttavia alberga nascostamente nel profondo della psiche, dell’”es”, nell’”occhio che guarda” quella sorta di “fuoricampo” ambiguo, fatto di “riflessi” sparsi che lo spettatore dovrà ricomporre in un proprio quadro mentale, non solo attraverso l’immagine.

E’ lo schermo cinematografico, la sua “filosofia”, specchio dinamico e duplice del visibile e dell’invisibile, del doppio piano simmetrico e speculare del sogno e della veglia, del reale e dell’irreale...


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Non ho affatto visto il film in questione, ma proprio in questi giorni sto scrivendo di concetti ed argomenti simili sul Cape fear di Scorsese, ancor più legato alla dimensione del rifleso come "ricordo", vago o certo, saldo od etereo, trasparente o denso. E come ricerca dei fantasmi che tormentano la psiche di personaggi.
Concetto ripreso timidamente da Zemeckis nel suo Le verità nascoste, decisamente però, non una delle sue migliori opere e certamente, anche in questo senso, non all'altezza del film di Scorsese.
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E' meglio essere belli che essere buoni. Ma è meglio essere buoni che essere brutti.

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Small982

Reg.: 15 Mar 2007
Messaggi: 185
Da: fano (PS)
Inviato: 13-10-2008 15:11  
Aja conferma le sue qualità, ma il film non può lasciare soddisfati. Speravo meglio, molto meglio

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Riflessi di paura

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 13-10-2008 15:31  
Questo, a differenza di The Mist, non mi è piaciuto affatto.
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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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