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Autore Feel the Noise - a tutto volume
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 15-06-2008 10:38  
Trama: il giovane Rob è davvero nei guai, si è inimicato i giovani piccoli boss che frequentano la discoteca dove lui esegue i suoi pezzi hip-hop. Costretto a fuggire da New York, lascia la madre, si rifugia a Portorico dal padre divorziatosi e che si è creato una nuova vita ed ha avuto un altro figlio. La conoscenza con il fratellastro si rivela preziosa: anche lui è appassionato di musica e sta componendo un sound personale.
Sembra che la fortuna stia per girare, dato che Rob incontra anche l'avvenente ballerina CyCy e un produttore vuole incidere un disco con i loro pezzi, ma il ritorno a New York segna anche quello del suo passato che lo rincorre ...



Commento: Jennifer Lopez aveva davvero bisogno di elargire un grande omaggio per la sua Portorico quando ha deciso di co-produrre questo scialbo filmetto a sfondo musicale senza pretese particolari, facendo anche un veloce cammeo ad una parata con tanto di bandiere del suo paese. La fisiologia filmica non si discosta molto dalle solite produzioni di genere, qui lo scenario è più sporco (neanche troppo comunque), non c'è la scontata coppia interraziale lui/lei composto da un bianco/a e un nero/a, il ballo è solo un veloce sottofondo (anche se i movimenti sono sensuali e decisamente piccanti) e tutto si concentra sulla musica di produzione all black ispanica (gli unici bianchi puri presenti sono il produttore dagli intenti troppo scontati e la bionda cantante). La trama vede un giovane che vive a New York con la madre divorziata costretto a rifugiarsi
a Portorico dal padre (risposatosi e con un altro figlio avuto dal nuovo rapporto) per via di controversie di bande. Amante dell'Hip Hop incontra un sound diverso che il fratellastro gli propone, il ReggaeTon. Affascinato da questo tipo di genere decide di eseguire delle basi, che vengono accettate da un produttore conosciuto grazie ad una avvenente ballerina che diventa la sua fidanzata. Tornato a New York per incidere il disco scopre che il suo sound rischia di essere totalmente modificato per renderla commerciale, la sua ragazza incontra il lato oscuro e scontato del successo e le bande che gli avevano sparato vogliono chiudere i conti. Per fortuna che l'anima di Portorico vive dappertutto e gli può ridare fiducia con un caldo abbraccio anche nella grande mela.
Quello che manca a film tanto banali come questi a cui basterebbe della benzina davvero minima per poter soddisfare le poche e innocue pretese di un pubblico già di base convinto di quanto può chiedere, è il minimo di credibilità scenica, che di solito sopravvive (come nel recente caso di Step Up 2) solo nei balli corali e nelle coreografie. Qui i balli servono solo per muovere gli ormoni (corpi praticamente che si strusciano addosso con minigonne da capogiro per le ballerine), il protagonista è un disadattato infelice di una vita anonima, riceve una scarica di pallettoni, si rifugia senza nessun trauma particolare in una casa dalle pareti color pesca dove viene accettato subito con il sorriso (e sappiamo che non potrà mai essere così, in quanto comunque fondamentalmente un intruso sopratutto per la nuova compagna del padre) dalla amorevole matrigna e dal fratellastro comprensivo, difende l'onore anche a Portorico dal bulletto di quartiere che guarda caso è l'ex della sua ragazza di ora, maestra di ballo per ricchi giovanissima e carina
Il bello è che essendo di New York sembra che non sappia che nel mondo della musica non accettare compromessi quando si parla di soldi è deleterio, muovendosi sconsolato per questo a ciondoloni con le mani in tasca dei pantaloni a vita bassa. La scena dell'anello rubato è il sintomo di non voler accettare la nuova relazione del padre, ma dopo nel clima di buonismo generale (vedrete una delle risse più all'acqua di rose mai esistite, del tono “Diamoci due pugni perchè dobbiamo e poi amici come prima, non è colpa nostra se stavamo pulendo la pistola e ci sono partiti senza volerlo 15 colpi verso di te”) del finale tutto si disperde in un tripudio di bandiere portoricane.
Le madri vittime collaterali degli sbagli dei figli sono il fulcro del discorso, e viene sottolineato come ad esse non deve mai mancare l'amore, mentre i padri portano avanti un discorso musicale che si è trapiantato nei figli e che al momento giusto riesplode a dare coesione.
Il tutto recitato malissimo, in un proseguio soporifero come pochi delle cose scontate che abbiamo raccontato e con regia di Alejandro Chomski anonima e senza piglio.
L'apparizione dei rapper come Voltio (evidentemente amici della Lopez) vivacizza un po'la scena ma è davvero poca cosa. Probabilmente bisogna davvero amare molto il genere per poter essere minimamente soddisfatti, ma le musiche sono davvero poche e non permettono neppure un cine-ascolto se le immagini non ci soddisfano. Il tutto per dirci Portorico buono, New York cattiva.
Una piccola curiosità: in alcuni pezzi c'è la traduzione italiana nel doppiaggio e i sottotitoli in inglese, sintomo dell'incuria dei distributori.
In definitiva un film poverissimo che cerca di onorare la musica che viene da dentro
che è trapiantata nelle classi più sfortunate, ma lo fa malissimo in una cornice blanda, cercando di mostrare il più possibile l'elogio a Portorico senza preoccuparsi di dare forza alle sue immagini e al suo suono nel minimo sindacale. Jennifer Lopez è un disastro come attrice, una frana come produttrice artistica e anche come cantante a volte lascia a desiderare : nulla da obbiettare, davvero un artista multiforme, anche se possiamo concedergli l'onere del tentativo. Basta che non ci provi oltre visti gli scarsi risultati.

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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