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Autore "L'ultima missione"
martalari

Reg.: 11 Mag 2006
Messaggi: 460
Da: roma (RM)
Inviato: 17-04-2008 01:56  

"L'ultima missione" un grande Daniel Auteuil !!!!







"volevo essere un poliziotto sin da bambino. Leggevo tanta letteratura gialla,,ho fatto un concorso e sono entrato in polizia, ma poi stando a contatto con la violenza non solo dei criminali ma anche dello stesso ambiente (della Polizia), mi sono allontanato...."

Quando la vita è un film......è il caso di Olivier Marchal ex poliziotto poi regista che ha entusiasmato la critica di tutto il mondo con il film "36" e che è tornato con un nuovo giallo-poliziesco-noir (Polar) "L'ultima missione" come quella di un poliziotto Interpretato magistralmente da Daniel Auteuil che dopo una tragedia passa le giornate a bere non riuscendo a fare, come dovrebbe, il poliziotto, ma quando scopre che all'interno della polizia c'è qualcosa che non va, decide di investigare segretamente..."


Da una parte un poliziotto della omicidi realmente esistito che viene allontanato e affidato senza pistola all'ufficio denunce, ma che decide comunque di continuare la sua battaglia, dall'altra una famiglia rovinata da un serial killer che sta per uscire dal carcere nonostante l'ergastolo (anche questo è accaduto). Tanti tasselli, misteri, che pian piano vengono svelati nel noir "L'ultima missione"


La prima ora è bellissima, pian piano conosciamo tutti i personaggi e scopriamo il perchè del loro comportamento (per il regista la fisicità delpersonaggio è tutto, Daniel è poi modesto e disponibilissimo sul set), poi c'è' qualche leggera sbavatura, qualche scena di troppo, qualche forzatura, ma il film è comunque imperdibile e crudissimo, all'inizio sembra un "Seven" d'autore



Oggi conferenza tenutasi all'interno dell'Ambasciata di Francia che gentilmente ha ospitato la proiezione, il regista, le due attrici e la stampa italiana


Il regista ha rivelato di esser stato spinto a girare il film per due motivi : per mettere in luce una vicenda realmente accaduta negli anni '80 "ma non poi così distante dal mondo di oggi fatto di violenza e confusione" e per per rendere omaggio alle famiglie delle vittime uccise dal serial killer, "in Francia sui giornali si tende a parlare sempre dei criminali ma mai delle vittime"


Un film che vanta una fotografia e una regia pazzesca che fanno del film una pellicola, come tante altre francesi di respiro internazionale, si è parlato di un Remake di "36" americano e Robert De Niro ne ha comprato i diritti con (forse) Clooney protagonista ma per adesso - rivela il regista - sono solo voci


Il film arriva in un periodo che anni fa era totalmente arido, si vedevano solo "saldi di stagione", film che dovevano uscire perché finanziati dallo Stato alcune volte veri scandali o per garantire diritti di uscita, ora sono tantissimi i film imperdibili, nel fine settimana per esempio "il matrimonio è un'affare di famiglia" è IMPERDIBILE sull'onda di Juno e Little Sunshine, per chi ama Kevin Spacey è imperdibile "21", per chi giovanissimo ama la danza gradirà "Step Up 2", per chi ama Natalie Portman e Scarlett Johansson "L'altra donna del re" e per chi ama i film di fantascienza non potrà che impazzire per "Iron Man" e siamo solo all'inizio

Un periodo molto buono che ha spostato e quasi annullato la fine della stagione.... i buoni film non finiscono più ad aprile e a Maggio anzi....


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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 19-04-2008 10:32  
Trama: Louis Schneider è un poliziotto alcoolizzato, completamente perso nei suoi amari ricordi della famiglia distrutta anni addietro, che non riesce a darsi pace, il cui unico scopo per cui non chiudere la vita è trovare un terribile serial killer di donne, orrendamente stuprate e poi strangolate. Cane sciolto agisce senza l'apporto dei suoi colleghi in cui non si riconosce. Quando l'indagine sembra giunta a un punto morto succede che una geniale intuizione può condurlo alla soluzione del caso, ma nel contempo dalla prigione sta per uscire grazie a un indulto un criminale da lui arrestato anni prima ...


olivia bonamy e auteuil

Commento: L'ultima missione è l'ideale terzo capitolo di una trilogia che comprende Gangsters (inedito da noi) e l'ottimo "36.Quai des Orfevres" (sempre con presente Auteuil, quella volta al fianco di Depardieu). Il regista ex poliziotto Olivier Marchal costruisce un noir film che si può benissimo vedere a se stante, cruento, sporco e disperato, sullo sfondo di una Marsiglia piovosa e oscura dove sembra che la luce non debba mai penetrare e il sole non esista, tanto che è intriso di sfiducia verso la vita, il futuro e gli sforzi per migliorare la società, quasi che le cellule eversive che la compongono come quella del killer siano una componente essenziale e una conseguenza del marcio esistente. Il bravo Daniel Auteuil è Louis Schneider, poliziotto con barba incolta, alcoolizzato e senza nessuna speranza di uscire dal tunnel in cui è finito per la disperazione di aver perso i suoi cari ed avere la moglie in statosemivegetativo. L'unica sua ragione di vita è quella di catturare, aiutato da pochi e osteggiato da molti, un killer senza pietà che uccide in maniera atroce donne di varia estrazione sociale.
Nel contempo un altro serial killer, ormai anziano e malato e apparentemente redento, da lui catturato anni prima, sta per uscire di galera grazie ad un indulto, causando la disperazione di Justine, una ragazza in cinta sopravvissuta al massacro della sua famiglia. Le strade dei due si congiungono e si intersecano, segni di disperazione che cercano amalgama per ricondurre una vita, una strada da riprendere e ricercare a destinazione come quella dell'autobus che Schneider dirotta per tornare a casa, fermato da chi dovrebbe per primo capirlo e aiutarlo. Un film incredibile questo, le scene sono di una crudezza impressionante, le persone sono sempre inquadrate come mai sincere e pieni di chiaroscuri, non possiamo fidarci di nessuno, gli ambienti in cui si muovono non sono mai confortevoli (i palazzi della polizia sono disadorni e spogli, come le camere d'alberghi) e le linee di decisione che si prendono portano sempre al concetto che non essendoci un potere centrale che ci difende a dovere (anzi, oltretutto ampiamente corrotto) debba prevalere la linea della giustizia fai da te che esegue il cittadino di propria volontà. Un messaggio come si vede pericoloso, ma anche mostrato ed eseguito per la disperazione e non per scelta, ma in un finale a dir poco strepitoso (vita, morte, lotta e silenzio interotto solo da rumori sordi) Marchal ci dona anche un messaggio preciso di speranza, distruggere a tabula rasa per poter ricostruire dopo la tempesta una nuova vita.
La ricostruzione tra l'altro è precisa e completa, si vede benissimo quanto il regista sia introdotto nell'argomento, abbia vissuto una esperienza tragica sulla sua pelle in gioventù e ha incontrato veri familiari di vittime, non abbiamo esitazione a definire questo film (il titolo originale, MR 73 indica la Magnum protagonista del finale) un riuscitissimo thriller noir, che con la presenza dell'anziano killer esistenzialista ci può ricordare il dottor Lecter del Silenzio degli innocenti. Le musiche sono coinvolgenti e in piena armonia con il film, mentre nel cast molto efficaci sono la moglie del regista stesso, Catherine, nella parte della collega, e Olivia Bonamy, che fa Justine.
In definitiva un gran bel film noir, coinvolgente, che possiamo consigliare a tutti, l'importante è avere un po'di stomaco forte per le scene, giustamente e doverosamente forti per aderenza alla realtà, con un grande protagonista che conferma la sua bravura, dai messaggi chiari e forti realizzato senza nessuna accondiscendenza verso doveri occulti di produzione che necessita facile richiamo, rendendo il lavoro sincero ed onesto nella sua perfetta atmosfera di estremo disperato.

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 28-09-2008 16:35  
mmmmm.... devo essere onesto: mi aspettavo di più. Non che non mi piacuto, ma devo rifletterci su.
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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 28-09-2008 23:25  
“Dio mi ha tradito e io lo punirò”. Inizia subito con il piede sull’acceleratore Olivier Marchal. Stacco. Atmosfera struggente e consumata, come quella bronzea voce di Cohen che riecheggia in sottofondo. Primo piano sul pesante volto di Daniel Auteuil, barba incolta, occhiali da sole, ma non pacchiani, sobri e démodè. Affascinante: sigaretta infilata tra le dita, camminata guidata dall’alcol. Stacco. Fin qui è così: volutamente criptico e spiazzante. E si, perché non sappiamo chi è e cosa fa il protagonista, ma capiamo subito che non è un classico personaggio da thriller, buono, caduto in basso, redento e riportato sugli allori. Auteuil è forse il miglior attore vivente; è uno che si barcamena tra commedie e noir come fossero la stessa identica cosa. E’ a suo agio, sempre ed ovunque, anche in questa pellicola dal sapore transfrontaliero. Già 36 Quai des ofreves (insieme a Gangsters) aveva aperto la strada ad un trend nuovo (?) che recupera in parte le atmosfere noir, ma vira decisamente in ambientazioni thrilleriane, alla Seven. In realtà è tutto un trabocchetto, un’ illusione registica che distoglie lo sguardo dalla vera natura drammatica dell’opera. Un’analisi psicologica (quasi psicanalitica) della vita del protagonista, segnata da nefasti eventi che, in fin dei conti, non hanno poi nulla di particolarmente eccezionale. Niente romanzo, sembrerebbe dirci Marchal, ma “solo” l’apparenza della finzione dello script. Anche la fotografia entra nel vorticoso gioco dell’inganno; costruita su toni insaturi, tendenti al grigio e verde sporco, come fossimo avvolti da una foschia densa e opprimente. I soliti fantasmi del passato, non troppo lontano, sono presenti in una veste nuova che si tinge di critica sociale e morale a tutto il sistema, poliziesco e non. Un episodio (quasi) autobiografico, che ha spinto lo stesso Marchal a lasciare a suo tempo la polizia, tuona con denuncie ben precise ma mai stucchevoli, perché confezionate ad arte, con grande mestiere in un corredo polveroso e fastidioso, che sdegna con grande capacità critica. Non a caso Dio è un, o forse Il, bersaglio. Ipocriti! Urla con le immagini il regista. Il messaggio ci accarezza, ci culla e, seppur consapevoli della truffa, ci lasciamo andare, felici di rimanere incantati da un grandissimo attore diretto da un altrettanto superbo regista. Dio ha tradito e Dio sarà punito.
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 29-09-2008 07:43  
a me non piacque quasi per nulla
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 29-09-2008 09:11  
quote:
In data 2008-09-29 07:43, gatsby scrive:
a me non piacque quasi per nulla



e allora fottiti!

a parte gli scherzi, come ho precedentemente scritto, alla prima prima visione non mi è sembrato particolarmente valido, ma ragionandoci su ho creduto opportuno esaltare le doti migliori del film e cioè il suo essere ingannevole. Il fatto che ci siano corpi legati e sfigurati, che venga mostrato un parto vero, che il sangue zampilli come in un horror, mi ha fatto riflettere su questo voler camuffare una pellicola dal taglio sicuramente drammatico-psicologico (anche se sono contro questo tipo di classificazioni, ma mi serve per dare l'idea) in una dal sapore trhiller/horror. Auteuil vale poi mezzo film.
Per il resto sono d'accordo sull'eccessivo barocchismo, a volte ciclico... e qui ha ragione Mereghetti.

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