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Amore, bugie & calcetto |
kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 06-04-2008 19:30 |
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Trama: Per un gruppo di sette amici legati tra loro per diversi motivi (parentela, amicizia o lavoro) il calcetto amatoriale a 5 è l'unico modo per scaricare le ansie e le tensioni della settimana. Quando al più anziano di loro viene diagnosticato di non poter più doparsi, in quanto a rischio infarto, per aumentare le prestazioni sessuali e quelle sportive, la squadra sembra cadere nello sconforto e pare non poter più arrivare al traguardo di vincere il campionato per giocare una partita con vecchie glorie del calcio come premio. Ma i pensieri sono anche ben altri, perchè la vita sembra voler riservare a tutti dure prove diverse da quelle della legge del fare goal ...
Commento: Luca Lucini (dopo aver diretto il prenditutto teen 3 mt sopra il cielo e L'uomo perfetto, ambedue con Scamarcio protagonista) migliora le proprie prestazioni con una commedia a sfondo pallonaro amatoriale sceneggiata da Fabio Bonifacci. Di fatto questo Amore bugie & calcetto,l'abc della vita moderna, (parafrasando il titolo di Sesso,bugie e videotape del 1989) racconta di 7 amici che vivono delle vite contrastate, chi, come Piero (Andrea de Rosa, interprete brizziano di Notte prima degli esami) si ritrova con la fidanzata in cinta di un figlio non suo ma di Adam, il portiere della squadra, altri come Lele (Filippo Nigro) è in profonda crisi con la moglie (Claudia Pandolfi) per la difficile gestione dei due figli e per la mancanza di sesso, oppure come Vittorio (Bisio) che deve fronteggiare la calata di un gruppo di francesi (fortuita coincidenza del ricordo della vicenda Alitalia di questi tempi) che vorrebbe acquistare la sua azienda di macchinette per il caffè (che sponsorizza la squadra di calcetto) a prezzo di saldo. Tra l'altro Vittorio è un sessuomane indisciplinato che si dopa per giocare, divorziato (l'ex moglie è la Finocchiaro), prende viagra per stare con una ragazza di 30 anni più giovane di lui, per cui i problemi dell'azienda e del calcetto passano in secondo piano dato che rischia un infarto. Il calcetto è l’unica valvola di sfogo per tutti, che si ritrovano sul campo da gioco per scaricare la tensione e per poter ritrovarsi assieme a gioire nonostante tutti i problemi incrociati e paralleli che hanno.
Una commedia dolce amara che Lucini dirige con mano felice, raggranellando sullo sfondo del campo da gioco pulsioni e tensioni della vita moderna disparate, utilizzando la voce narrante del Mina (il giornalistico Battiston, al cinema in questi giorni accanto a Mastandrea in Non pensarci) durante le partite, per raccontare gli effetti di quanto succede fuori che diminuiscono o aumentano le prestazioni, molto più del doping che uno di essi utilizza. Sette uomini che corrono dietro a un pallone per cercare una risposta nella vita, una panacea di soluzione dei problemi valida alla fine solo sperare di dimenticare almeno per un breve periodo.
Le vicende comunque sono mostrate ottimamente, Bisio è bravo a fare il cinquantenne che non ha morale, a catalizzare l’attenzione, e vista la grande rosa di problemi mostrati (il divorzio, la paternità non voluta, la famiglia) si poteva cadere nel facile, il patetico o il consolatorio vacuo. Invece senza calare di ritmo si alternano bene (buono il lavoro di struttura in questo senso) le partite alle vicende, non si danno risposte universali ma giuste speranze, come si fa tra compagni di squadra che si danno coraggio nei momenti difficili. La Pandolfi fa davvero un bel personaggio, quello della mamma in crisi di identità, che mette controvoglia vestiti sadomaso che la stringono in una sorta di privazione della spontaneità (“accidenti a questi lacci!“) e cerca in tutti i modi di riprendere il rapporto con il marito senza mai voler affondare come hanno fatto gli altri uomini o donne sposati del film, mentre la Finocchiaro è godibilissima nelle sue espressioni sarcastiche e nelle sue parole taglienti al poco serio ex marito Bisio. In pratica non si sorride per divertimento, ma è piacevole vedere le situazioni paradossali di questi calciatori in preda a una crisi di nervi che sembrano ingarbugliarsi sempre più, in una commedia agrodolce che non si perde in parolacce, in nudi gratuiti e in situazioni placebo abusate per portare a termine il compitino da svolgere, divertendo ma al contempo facendoci pensare in un ottica credibile, possibile e aderente alla realtà. Chi dopotutto non va a calcetto (come a tennis o pallacanestro) per cercare di giocare un campionato diverso da quello della vita, dove si possono avere nuove chances di vittoria che possono dare un impulso dove serve veramente e dove non si può e non si deve perdere.
Lucidamente il mondo di questi uomini è il nostro possibile mondo, gonfiato magari perché siamo al cinema e dobbiamo anche aggiungere elementi che magari non sono poi tantio consueti nella vita, buona o cattiva di tutti i giorni, ma il film è pieno di belle frasi (“Dov’è la crisi? Cerchi un posto per le vacanze ed è tutto pieno!”) al vetriolo che vogliono anche essere le nostre chiacchiere dopo partitella o del bar dove discutiamo, facendoci sentire il film gustosamente nostro e non solo monotonamente nostro delle cose della routine, perché si sa che la vita di tutti i giorni raccontata come è sarebbe l’inutile visione di immagini che non sono interessanti da rivedere.
E ha ragione il Mina quando si appare magari brevemente nella dura partita della vita, dando il colpo duro, decisivo che cambia il risultato dell’esistenza facendoci sentire grandi anche se per poco.
Corriamo, corriamo, per tutto il giorno dietro alle cose da fare, l’importante è che alla fine degli sforzi abbiamo i risultati che cercavamo, superando i problemi e i dispiaceri alternandoli e dolcificandoli con le gioie, come i bicchieri dei due coniugi alla fine riuniti dicono che una squadra coesa è talmente forte da raggiungere ogni obbiettivo, e quando si sfalda e si perde la fiducia tanto vale arrendersi.
In definitiva un film a base pallonara che sfocia intelligentemente nel sociale, raccontandoci i problemi di un nucleo di persone più o meno qualunque tutti diversi, buon ritratto della vita moderna che non si ferma mai piena di logorii.
Si sorride ma sopratutto si riflette, senza patetici incontri di immagini vacue per lo spettatore, dote non comune del cinema italiano di questi tempi, che sa raccontare decentemente una storia, finalmente senza doverci mettere per forza inutili iperbole di situazioni.
Partecipano in cammei diverse vecchie glorie del calcio italiano, come Schillaci e Tacconi.
_________________ non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT |
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Small982
 Reg.: 15 Mar 2007 Messaggi: 185 Da: fano (PS)
| Inviato: 09-04-2008 10:28 |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 09-04-2008 10:51 |
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Deeproad
 Reg.: 08 Lug 2002 Messaggi: 25368 Da: Capocity (CA)
| Inviato: 04-01-2009 19:25 |
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quote: In data 2009-01-04 15:15, Tristam scrive:
Ah comunque volevo dire che ho visto:
Nessuna Verità, meno interessante di altri suoi, anche se la prima ora è buonissima
e
Amore, bugie e calcetto di Lucini
qualcuno lo ha visto? ho un bisogno impellente di parlarne. Presto!
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Io, se ti interessa, l'ho visto. Nulla di che, a parte il personaggio del tizio grassottello e barbuto che non ricordo come si chiama. Bel personaggio, per via dell'aura malinconica che lo avvolge, ma in definitiva il film si risolve comunque all'italiana: emozioni facili e poco interessanti. Tu che ci hai visto?
_________________ Le opinioni espresse da questo utente non riflettono necessariamente la loro immagine allo specchio. |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 04-01-2009 23:19 |
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Voleva essere il tipo grassottello e barbuto.
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 05-01-2009 02:09 |
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Emozioni facili e poco interessanti all'italiana, puoi dirlo ad uno straniero che non conosce il cinema italiano copntemporaneo... non a me.
Per il resto ho avuto la chiara impressione che il film riassumusse nei personaggi chiavi del film le componenti basilari che compongono la realizzazione del film.
Lo sceneggiatore (colui che imbastisce una stora), I due attori protagonisti (che tengono in piedi il tema centrale), Il produttore (che ha i soldi e sovvenzione la squadra) etc etc e che gli incroci e le bugie e i vari tradimenti fossero null'altro che un modo edulcorato di mettere in scena le dinamiche che attraversono la realizzazione di un film.
non è per nulla un caso che bisio ad un certo punto dica: la distribuzione controlla la produzione.
Detto questo non è che il film debba essere bello per questo.
Ma mi è sembrato che Lucini volesse proprio nascondere all'interno della sua storia un'allegoria delle dinamiche del cinema italiano. E questo mi ha interessato.
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 05-01-2009 02:11 |
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quote: In data 2009-01-04 23:19, Marienbad scrive:
Voleva essere il tipo grassottello e barbuto.
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tra tutti è il personaggio che vorrei diventare.
colui che racconta e mistifica ciò che è successo e che deve succdere e che interviene una volta sola per tirare una mina.
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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Deeproad
 Reg.: 08 Lug 2002 Messaggi: 25368 Da: Capocity (CA)
| Inviato: 05-01-2009 09:21 |
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Deeproad
 Reg.: 08 Lug 2002 Messaggi: 25368 Da: Capocity (CA)
| Inviato: 05-01-2009 09:27 |
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badlands
 Reg.: 01 Mag 2002 Messaggi: 14498 Da: urbania (PS)
| Inviato: 16-11-2009 20:30 |
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sicuramente non è nulla di troppo profondo,ma l'ho trovato abbastanza attuale,credibile,spesso divertente,senza eccessive prtese ma neppure banale.insomma mi è piaciuto,e il personaggio di battiston è di certo la cosa migliore del film,anche grazie a sto grande attore
ciao! |
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