kubrickfan
Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 22-03-2008 13:27 |
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Trama: Una madre con tre figli deve per lavoro recarsi in un altro paese, andando ad abitare in una grossa villa immersa nella campagna. Una sera uno dei figli maschi trova un libro misterioso in un baule, incuriosito lo apre, senza curarsi degli avvertimenti, scatenando la rinascita di una antica leggenda, che vuole che villa Spiderwick sia abitata da creature fantastiche. I tre fratelli avranno il loro bel daffare per tenere a bada coloro che vogliono impossessarsi dei segreti del libro e per risolvere alcuni misteri che erano stati lasciati in sospeso ...
Commento: Continua la moda, a quanto pare molto remunerativa, di trasporre romanzi oppure libri illustrati (anche minori) al cinema. Stavolta la scelta è caduta su Le cronache di Spiderwick (notare il titolo al contrario adottato al cinema) scritta da Holly Black ed illustrata da Tony Di Terlizzi. Saga composta da 5 libri, narra le avventure di tre fratelli (due gemelli maschi e una sorella) che vengono a contatto con i misteri di villa Spiderwick, dove il vecchio tenutario aveva scoperto la presenza di un mondo fantastico ed, ovviamente, anche del suo lato oscuro, affidando la chiave di tutto ad un libro che non si può distruggere con il fuoco. Tornato alla luce il libro, ovviamente buoni e cattivi tornano a fronteggiarsi.
Diretto da Mark Waters (specializzato in commediole giovanilistiche, per esmpio con Lindsay Lohan in Mean Girls e Quel pazzo venerdì), il film è virato tutto all'ottica del ragionamento che "I bambini soltanto possono comprendere l'irreale" mentre agli adulti questa cosa viene non naturale e solo toccandola con mano (con l'ovvia eccezione del solito studioso che è avanti in quanto a grandangolo mentale, come Arthur Spiderwick, interpretato dal bravo David Strathairn, attore culto di George Clooney che lo ha diretto in Good Night and Good Luck). Come se fossero delle astrazioni piacevoli della nostra mente ed incubi preburali vengono miscelati tutti gli elementi del mondo fantasy resi ad agio della grande massa da Peter Jackson con la sua saga degli anelli, dove però la vicenda perde ogni valore di avventura "around" e si confina in una sorta di limbo/giardino, specchiando i confini dell'ingresso e dell'uscita in maniera riflettente, non facendoci più ben capire chi è in stato di assedio o prigionia. Di fatto introdurre pesantemente l'elemento ragazzi nel film (qui Freddie Highmore, lo stesso di La fabbrica di cioccolato e di La musica nel cuore, fa due parti, quelle dei gemelli Jared e Simon Grace) porta ovviamente a una sorta di conglobazione del possibile esserci in un futuro da eroi da parte dei giovani spettatori (ai quali è fondamentalmente rivolto) ma per gli spettatori meno verdi di età la cosa alla lunga risulta anche abbastanza fastidiosa, in quanto certe volte per renderceli troppo simpatici ce li fanno diventare troppo teneri e insopportabili nella loro genuina purezza (che belli i tempi delle vecchie pesti tutta azione dei Goonies), come le arti della saccente e spadaccina sorella (Sarah Bolger), oppure rendendo i personaggi di fantasia (nell'originale doppiati da Nick Nolte, che fa Mulgarath, oppure Martin Short che fa il bifacciale Thimbletack/Boggart, diventato in italiano Giangoccetto, personaggio che per le caratteristiche ricorda chi ha un tesoro da difendere come lui come il tolkeniano Gollum) privi di spessore e di grande impatto, pur se le connotazioni effettistiche nel rappresentarli sono medio/buone, ma purtroppo troppo debitorie della influenza Disney nel dargli del vero carisma (molte volte ripenserete a Taron e la pentola magica, chiedendoci anche perchè uno dei servi di Mulgarath è vestito proprio da pirata). L'azione non manca, le creature non tardano ad arrivare dopo l'imprudenza che scatena la lotta, ma il tutto tra ingurgitate di miele e gli occhioni sbarrati della madre incredula (Marie Louise Parker, appena vista in Jesse James con Brad Pitt) e strane armi a base di sale e pomodoro, rischia di diventare monotono proprio per il suo incedere non propriamente originale e le sue filosofie di belligeranza tra le parti affrontate senza quel pizzico di cattiveria che servirebbe anche in un film per ragazzi.
C'è grande attenzione anche a far calare l'atmosfera in logiche di visione dove la tecnologia è minima, si vede solo un pc dove la mamma inesperta lavora in ufficio mentre i ragazzi sono brevemente nel paese per incontrare Lucinda (Joan Plowright), e niente cellulari e diavolerie elettroniche, proprio per incontrare e sottolineare semplicità di composizione delle arti magiche (circoli di protezione e affini).
In definitiva un divertimento colorato e innocuo per i piccoli spettatori, un po' meno per i più grandi per la troppa tenerezza di fondo e poca originalità di composizione, dai buoni effetti speciali non ridondanti nella costruzione delle creature, che si vede leggera senza peso sia nel trascorrerla ma anche nel ricordarsela. Il periodo di uscita italiano è quello giusto, quello di Pasqua, per l'ennesima cineversione di un romanzo fantasy per ragazzi corretta e dignitosa.
_________________ non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
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