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Water Horse - la leggenda degli abissi |
kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 15-03-2008 12:01 |
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Trama: La leggenda del mostro di LochNess vista attraverso gli occhi di un bambino, nell'incantevole scenario del lago durante la seconda guerra mondiale, dove una strana ed affettuosa amicizia nasce e si sviluppa in maniera davvero inconsueta. Riusciranno le dimensioni, e le difficoltà della tragica congiuntura planetaria del tempo, a non influire sul rapporto tra il gigante acquatico e il bambino?
Commento: Tratto dal libro di Dick King-Smith, autore di Babe, maialino coraggioso. Di solito è difficile nella produzione cinematografica moderna riuscire a coniugare un film divertente per le famiglie e nello stesso tempo dargli un plusvalore di interesse anche per i grandi che si sentono quasi solo degli accompagnatori della prole. Come successo nei due Babe, anche questo Water-Horse riesce nell'impresa, e se vogliamo anche molto meglio, senza essere melenso oppure scontato. Come ogni bella storia che si rispetti, partiamo dai giorni nostri dove un anziano del luogo racconta l'incantevole storia di una amicizia inconsueta ad una coppia di scettici ragazzi/turisti (nelle interruzioni del flash/back i due hanno le espressioni incantate di coloro che ascoltavano il racconto di Rose nel Titanic di Cameron), evento successo durante la seconda guerra mondiale sulle rive del lago di Lochness. Angus (interpretato dal bravo Alex Ethel, il protagonista di Millions) trova un uovo gigantesco, che presto si schiude e apre alla vita un esemplare tenero ed affettuoso di un mammifero non ben identificabile. Il cucciolo però cresce presto a dismisura e la loro tenera amicizia sembra doversi incrinare ben presto. In più la diffidenza degli uomini e dei soldati rischia di provocare un disastro irreparabile.
Davvero un plauso a Jay Russell (Squadra 49, altro film flash-back, e Il mio cane skip, che dimostra la sua adeguatezza a narrare storie di tenere compagnie) che ha saputo ricreare l'atmosfera storica del momento senza inquinare la bellezza e l'integrità del paesaggio da favola (uno dei soldati lo ammira e il suo capitano gli dice che purtroppo non sono lì per quello, ricordando che l'evento c'è ed è presente, pur senza mai vedere un nazista per tutto il film), donandoci dei rapporti multistrato (mamma/figlio, bambino/essere marino, inserviente/famiglia) di grande spessore e tenerezza. Nel procedere delle storie di solito gli effetti speciali prendono la parte del leone e sovraespongono la loro presenza, qua (pur essendo di eccellente fattura, la calvalcata sottolacustre è davvero emozionante per come è fatta) invece arricchiscono i dettami, sottolineano gli stati d'animo, ampliano gli orizzonti di visione. Inutile dire che la parte più tenera è quella dell'inizio, con l'incontro e la successiva conoscenza del cucciolo, intervallata dal disturbatore di turno, l'arcigno cane Bulldog del cuoco che non vede di buon occhio il nuovo strano arrivato (nei trailer poi vedete l'incontro tra Churchill il cane, e Crusoe, questo il nome del mostro marino, ormai grande, ma che nel film finito curiosamente non è uguale), con il continuo spostarsi per non far capire ai grandi che c'è qualcosa in casa che potrebebro non capire e prendere per il verso sbagliato. La seconda fase, quella del forzato esilio nel lago (le dimensioni contano) è quella della consapevolezza e della fine dell'innocenza, con l'incontro scontro con la realtà più grande di una inossidabile amicizia.
Il ricordo del padre è l'insegnamento migliore per il piccolo Angus, a cui vengono a mancare i riferimenti fisici ma mai quelli spirituali, tenendo il capanno in ordine e impedendo a Crusoe di mangiare le scarpe (parafrasi del cammino futuro da compiere sicuro con tale eredità di consiglio), ma nel contempo senza erigere barriere a priori, con coloro che giocoforza arrivano nella sua vita, come il tenero inserviente che pare conquistare il cuore della sua mamma e che poi sarà il nuovo amico umano.
Tutto perfetto, calibrato, divertente, umano e senza sbavature, e da notare che anche se l'originalità di base manca, questa è una storia già scritta e modificata dallo scrittore (come non pensare alla megacitazione di Flipper e di E.t.?), nulla viene davvero ricondotto nella memoria ma quanto più ben esposto senza eccedere nelle tentazioni di esagerare per stupirci, visto che l'intento è invece emozionarci.
Piccolo difetto ad essere pignoli l'orgoglio scozzese che fa dire al regista che il paesino disperso ha comunque avuto 20 uomini-eroi morti, ha fatto la sua parte di gloria nella guerra, oppure quello di presentare il milite come educato e compunto in tutti i suoi reparti, compreso l'arcigno cuoco, ma sono dettagli del tutto trascurabili e per nulla incidenti nell'economia del film che punta a ben altro.
Perfetta la scelta degli attori, madre coraggio de Le ceneri di Angela, Emily Watson fa la genitrice ormai sola che protegge ciò che gli rimane fino all'eccesso con determinata tenerezza, riempiendo la recitazione di sguardi pudici quanto semplici, Ben Chaplin (ha lavorato nientepopodimeno che con Malick in "The new World") si inserisce nella famiglia senza voler interrompere o predominare, accogliendo con curiosa sicurezza l'ingombrante nuovo arrivo (al contrario degli altri che fanno fatica ad accettare il diverso), David Morrissey (Basic Istinct 2) fa l'ufficiale deciso di buone maniere e convinto di avere a disposizione il miglior esercito del mondo, e davvero un piacere vedere nelle vesti del narratore Brian Cox (che fu Hannibal Lecter in Manhunter - Frammenti di un omicidio di Michael Mann).
In definitiva un film davvero valido, dalla validissima ambientazione visivo/storica, colmo di cose davvero buone, intrattenimento non solo adeguato ma performante per le aspettative di tutta la famiglia, senza mai perdere di tono. Una bella favola per sognare ed emozionarsi mantenendo i canoni della realtà e mai entrando in quelli della innocua e vacua fantasia fine a se stessa, accontentando grandi e piccini.
_________________ non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT |
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placid ex "eminem"
 Reg.: 21 Apr 2001 Messaggi: 2994 Da: Vicenza (VI)
| Inviato: 26-04-2008 01:43 |
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Concordo, un film davvero valido, che riesce a funzionare anche senza rivoluzionare o filosofeggiare.
Anche a dispetto del fatto che non lo aspettassi di buon occhio, è riuscito a sorprendermi positivamente. Promosso. |
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