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Autore Ordet - La parola (Danimarca, 1955) di Carl Th. Dreyer
quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 09-03-2008 16:01  
CONTIENE SPOILER
Campagna danese. I tre figli del vecchio Morten Borgen sono rimasti segnati dalla religione: Johannes si crede Gesù, Mikkel sposato con Inger e in attesa di un figlio, è onesto, ma ateo e Anders, il più giovane non può sposare la ragazza che ama,Anna, la figlia del sarto Peter, perchè appartiene ad un'altra confessione religiosa.
Il parto di Inger si rivela difficile, la donna perde il bambino e muore anch'essa, ai funerali viene anche Peter e i contrasti con i Borgen si appianano: Anna e Anders potranno sposarsi. Ma non è finita: Johannes, rinsavito, ma con la fede intatta invoca il Signore, la cognata resuscita e il marito di lei recupera la fede.

Lo confesso: per un "laicista" agnostico e miscredente come me, forse non è facile apprezzare sino in fondo questo film di Dreyer (tratto dall'omonimo testo teatrale di Kaj Munk) che ad un'analisi superficiale può apparire bigotto: indubbiamente è intriso dell'intransigente cristianesimo protestante nel quale Dreyer è cresciuto e che lo ha segnato: nemmeno i pastori protestanti si salvano dalle accuse di "fede tiepida" lanciate da Gesù/Johannes: indicativa la figura del pastore che non crede nei miracoli.
Un'austerità di temi che si riflette nelle atmosfere e nello stile essenziale del film: girato quasi tutto in interni con molti lunghi piani fissi e lente panoramiche, uno stile che ritroveremo nell' ultimo film di Dreyer: Gertrud (1964).
La sequenza finale del miracolo è particolarmente commovente nella sua semplicità ed essenzialità: molto bello, tra gli altri, il primo piano della bambina che lentamente comincia a sorridere perchè guarda la madre ritornare in vita.
Significativo comunque che il miracolo riesca solo quando Johannes smette di credersi Cristo...

Che dire..sul piano "ideologico" (termine bruttissimo e sbagliato riferito ad un'opera d'arte, lo so) credo di preferire Dies Irae, portatore di una religiosità più problematica, almeno mi è sembrato così e sopratutto Gertrud col suo inno all'amore terreno, comunque Ordet è sicuramente un film importante, complesso, da vedere per capire l'intensa religiosità, la tensione spirituale, il bisogno, l'ansia di fede che Dreyer esprime.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 09-03-2008 alle 20:24 ]

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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 13-03-2008 14:16  
dreyer era per una religiosità goethiana non certo per una metafisica,un al di là cristiano

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ines49

Reg.: 15 Mag 2004
Messaggi: 376
Da: PADOVA (PD)
Inviato: 27-03-2008 16:46  
quote:
In data 2008-03-09 16:01, quentin84 scrive:


Lo confesso: per un "laicista" agnostico e miscredente come me, forse non è facile apprezzare sino in fondo questo film di Dreyer (tratto dall'omonimo testo teatrale di Kaj Munk) che ad un'analisi superficiale può apparire bigotto: indubbiamente è intriso dell'intransigente cristianesimo protestante nel quale Dreyer è cresciuto e che lo ha segnato: nemmeno i pastori protestanti si salvano dalle accuse di "fede tiepida" lanciate da Gesù/Johannes: indicativa la figura del pastore che non crede nei miracoli.
Un'austerità di temi che si riflette nelle atmosfere e nello stile essenziale del film: girato quasi tutto in interni con molti lunghi piani fissi e lente panoramiche, uno stile che ritroveremo nell' ultimo film di Dreyer: Gertrud (1964).
La sequenza finale del miracolo è particolarmente commovente nella sua semplicità ed essenzialità: molto bello, tra gli altri, il primo piano della bambina che lentamente comincia a sorridere perchè guarda la madre ritornare in vita.
Significativo comunque che il miracolo riesca solo quando Johannes smette di credersi Cristo...

Che dire..sul piano "ideologico" (termine bruttissimo e sbagliato riferito ad un'opera d'arte, lo so) credo di preferire Dies Irae, portatore di una religiosità più problematica, almeno mi è sembrato così e sopratutto Gertrud col suo inno all'amore terreno, comunque Ordet è sicuramente un film importante, complesso, da vedere per capire l'intensa religiosità, la tensione spirituale, il bisogno, l'ansia di fede che Dreyer esprime.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 09-03-2008 alle 20:24 ]



Forse per il fatto che sono una credente (che pur tiene in alto conto la laicità) questo film mi ha impressionato molto di più del seppur meraviglioso Dies Irae.

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 27-03-2008 18:08  
in fin dei conti Ordet ha colpito molto anche me

Non vorrei che Fakuser si incazzasse e non vorrei passare per un intellettuale-snob con la puzza sotto al naso, ma personalmente trovo che ci sia più spiritualità in un solo fotogramma di questo film che in tutta la sanguinolenta Passion gibsoniana.

Lo so..ho accostato due opere inaccostabili..scusate.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 27-03-2008 alle 18:23 ]

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 28-03-2008 20:27  
il film è talmente lontano dlla mia sensibilità e appartiene ad un cinema così "altro" rispetto a quello cui sono abituato che mi è difficile dare un giudizio di valore preciso, convinto, ne voglio lodarlo a priori come di consueto si fa con tutte le opere dei grandi maestri (anche quelle immeritevoli a volte). Posso parlare di un film simile come di un passo di teatro No o come di un mosaico bizantino, modi artistici a me alieni ma dei quali non posso negare il rigore, l'essenzialità, la purezza dello stile ed infine il fascino.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 31-03-2008 02:39  
quote:
In data 2008-03-28 20:27, kagemusha scrive:
modi artistici a me alieni ma dei quali non posso negare il rigore, l'essenzialità, la purezza dello stile ed infine il fascino.



E ti pare poco... è questa l'essenza del cinema (che ti frega della storia, del testo, della "morale" che reca seco...) se ne subisci il fascino e se, parole tue, è purezza di stile? Come puoi dunque trovare a te alieno questo "modo artistico"? Forse intendevi riferirti alle valenze etico-morali, che con il tempo passano di moda (però mica sempre, in ogni caso...) al contrario dello stile, dell'estetica.

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Hegel77

Reg.: 20 Gen 2008
Messaggi: 298
Da: Roma (RM)
Inviato: 29-07-2008 22:21  
un film che scuote inconscio e conscio, ateo e credente.
un film che pone una serie infinita di dubbi: la religione rappresentata da Dreyer viene contestata proprio nella sua lontananza dall'umano, nelle sue regole autopunitive e bigotte, nei suoi rituali ipocriti ed anaffettivi.
E anche colui che ha perso la fede si ritrova a cercare nel sovrannaturale una ultima possibilità per far ritornare in vita l'amore della propria vita.
Insomma bisogna credere ai miracoli, o quanto meno pensare che la fede può smuovere le montagne, che la volontà ferrea può modificare il corso degli eventi.
Con Ordet anche il più scettico si pone il problema della spiritualità. Religiosa e non religiosa.
Messa in scena perfetta, inquadrature studiate nei minimi particolari (notate la continua presenza di croci), pochi stacchi della mdp che preferisce spostarsi lateralmente negli ambienti piuttosto che creare l'effetto campo controcampo, attori che recitano spesso guardando l'infinito.
E la sensazione è che in questo infinito Dio giochi a nascondino.

Grandissimo Dreyer
_________________
Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio

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DeadSwan

Reg.: 05 Apr 2008
Messaggi: 1478
Da: Desda (es)
Inviato: 30-07-2008 14:38  
quote:
In data 2008-07-29 22:21, Hegel77 scrive:
Messa in scena perfetta, inquadrature studiate nei minimi particolari (notate la continua presenza di croci), pochi stacchi della mdp che preferisce spostarsi lateralmente negli ambienti piuttosto che creare l'effetto campo controcampo
Grandissimo Dreyer



Come, con persino ancora piu' asciuttezza, in "Gertrud". In questi due film Dreyer va talmente all'essenziale da far sembrare al confronto persino i film piu' minimali delle rutilanti baracconate.
Ma non e' solo lo stile ad essere essenziale. Pochi sono riusciti quanto lui ad arrivare al cuore delle problematiche piu' ardue con tanta semplicita' ed economia di mezzi.

_________________
Dresda, Sassonia, Germania
Se non riesci ad uscire dal tunnel, almeno arredalo

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