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Autore Gertrud (Danimarca, 1964) di Carl Th. Dreyer
quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 27-02-2008 20:50  
L'ex cantante lirica Gertrud decide di lasciare il marito Gustav che pensa solo alla sua carriera politica, un uomo freddo e arido.
Gertrud si lega a Hernstrad, un pianista che però si rivela un libertino incapace di amare sinceramente una donna.
Gertrud rifiuta anche la corte di Gabriel, uno scrittore con cui in passato aveva avuto una storia e che aveva lasciato perchè lui aveva scritto che "l'amore della donna e il lavoro dell'uomo sono nemici". Gertrud decide di scappare a Parigi dove vive un suo amico e studiare alla Sorbona.
Anni dopo, ormai invecchiata e sola, sarà proprio a questo amico (che è sempre rimasto tale) che Gertrud dichiarerà di credere ancora nel primato dell'amore terreno ("l'amore è tutto") nonostante le sofferenze che porta.

Non è corretto dire che questo film (l'ultimo di Dreyer) mi sia piaciuto: mi ha stupito, non avevo mai visto un dramma psicologico che celebra la potenza dell'amore con uno stile di regia così rigoroso, pudico, sobrio (che Bresson e Bergman devono aver ammirato molto), apparentemente "freddo" e distaccato, la mdp fissa impassibile i personaggi (molti i piani sequenza) che mantengono quasi sempre un'espressione imperturbabile nonostante i tormenti interiori che li scuotono e questo conferisce alla recitazione un effetto straniante che rende ancora più forti i momenti di emozione come le lacrime trattenute di Gabriel o l'urlo di Gustav contro Gertrud poco prima che lei lo lasci per sempre per andare a Parigi.

Inquadrature ispirate a una rigorosa, quasi geometrica (così mi è sembrato), organizzazione degli elementi profilmici (attori, scenografie...) che rimandano direttamente alle relazioni tra i personaggi: ad esempio, fin dall'inizio, Gertrud e Gustav nelle scene insieme si trovano sempre distanti, non si toccano mai o quasi mai, mi pare (spero di non sbagliare) che si guardino molto poco negli occhi...come del resto succede con Gabriel e con tutti gli uomini che finiscono per deludere Gertrud e il suo assoluto desiderio d'amore.
Ho letto che quando uscì, la critica disse che il film era "teatro filmato", è facile cadere nell'equivoco visto che è girato quasi sempre in interni e i dialoghi hanno un grande peso (del resto il film è ispirato ad un testo teatrale di Hjalmar Soderberg), ma io credo che Dreyer abbia posizionato e mosso la mdp nello spazio in maniera perfetta, controllatissima facendo uso del piano sequenza e, credo, della profondità di campo; mi ha molto colpito il dialogo tra Gabriel e Gertrud dove di lei vediamo solo il riflesso nello specchio...

Insomma un film certamente non facile, ma che non somiglia a nient'altro abbia visto prima...continuerò a rifletterci.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 28-02-2008 alle 00:42 ]

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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 01-03-2008 14:04  
quote:
In data 2008-02-27 20:50, quentin84 scrive:
L'ex cantante lirica Gertrud decide di lasciare il marito Gustav che pensa solo alla sua carriera politica, un uomo freddo e arido.
Gertrud si lega a Hernstrad, un pianista che però si rivela un libertino incapace di amare sinceramente una donna.
Gertrud rifiuta anche la corte di Gabriel, uno scrittore con cui in passato aveva avuto una storia e che aveva lasciato perchè lui aveva scritto che "l'amore della donna e il lavoro dell'uomo sono nemici". Gertrud decide di scappare a Parigi dove vive un suo amico e studiare alla Sorbona.
Anni dopo, ormai invecchiata e sola, sarà proprio a questo amico (che è sempre rimasto tale) che Gertrud dichiarerà di credere ancora nel primato dell'amore terreno ("l'amore è tutto") nonostante le sofferenze che porta.

Non è corretto dire che questo film (l'ultimo di Dreyer) mi sia piaciuto: mi ha stupito, non avevo mai visto un dramma psicologico che celebra la potenza dell'amore con uno stile di regia così rigoroso, pudico, sobrio (che Bresson e Bergman devono aver ammirato molto), apparentemente "freddo" e distaccato, la mdp fissa impassibile i personaggi (molti i piani sequenza) che mantengono quasi sempre un'espressione imperturbabile nonostante i tormenti interiori che li scuotono e questo conferisce alla recitazione un effetto straniante che rende ancora più forti i momenti di emozione come le lacrime trattenute di Gabriel o l'urlo di Gustav contro Gertrud poco prima che lei lo lasci per sempre per andare a Parigi.

Inquadrature ispirate a una rigorosa, quasi geometrica (così mi è sembrato), organizzazione degli elementi profilmici (attori, scenografie...) che rimandano direttamente alle relazioni tra i personaggi: ad esempio, fin dall'inizio, Gertrud e Gustav nelle scene insieme si trovano sempre distanti, non si toccano mai o quasi mai, mi pare (spero di non sbagliare) che si guardino molto poco negli occhi...come del resto succede con Gabriel e con tutti gli uomini che finiscono per deludere Gertrud e il suo assoluto desiderio d'amore.
Ho letto che quando uscì, la critica disse che il film era "teatro filmato", è facile cadere nell'equivoco visto che è girato quasi sempre in interni e i dialoghi hanno un grande peso (del resto il film è ispirato ad un testo teatrale di Hjalmar Soderberg), ma io credo che Dreyer abbia posizionato e mosso la mdp nello spazio in maniera perfetta, controllatissima facendo uso del piano sequenza e, credo, della profondità di campo; mi ha molto colpito il dialogo tra Gabriel e Gertrud dove di lei vediamo solo il riflesso nello specchio...

Insomma un film certamente non facile, ma che non somiglia a nient'altro abbia visto prima...continuerò a rifletterci.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 28-02-2008 alle 00:42 ]

ti consiglio Ordet di Dreyer ma anche Dies Irae e ovviamente Vampyres

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Hegel77

Reg.: 20 Gen 2008
Messaggi: 298
Da: Roma (RM)
Inviato: 01-03-2008 14:07  
Ordet è il mio film preferito
_________________
Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 01-03-2008 17:55  
quote:
In data 2008-03-01 14:04, bunch311 scrive:

ti consiglio Ordet di Dreyer ma anche Dies Irae e ovviamente Vampyres

Dies Irae e Vampyr li ho visti diverso tempo fa: Dies Irae mi piacque moltissimo..Vampyr non sono sicuro di averlo compreso a fondo, forse dovrei rivederlo.
Ordet non l'ho visto, ma rimedierò.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 01-03-2008 alle 17:56 ]

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