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Mr.Magorium e la bottega delle meraviglie |
kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 26-01-2008 13:52 |
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Trama: Mr.Magorium è il proprietario e gestore di un incredibile negozio di giocattoli, dove i balocchi prendono vita e un grande libro soddisfa i desideri di adulti e piccini incantati. Ma un giorno Magorium sente che è arrivato il momento di di re addio a questo mondo perchè il suo momento è arrivato, segnato da un paio di scarpe consunte. Improvvisamente, capito questo, la bottega delle meraviglie stessa cade in una terribile depressione e comincia a morire con lui segnando di nero le proprie pareti. Riusciranno la dolce assistente Mallory, da sempre al suo fianco, e il piccolo Eric, aiutati da un premuroso contabile, a ridare la gioia perduta alla fantasia e alla meraviglia ?
Commento: Il grandissimo Dustin Hoffman ritorna al cinema con questa favola a capitoli (intervallata nelle sequenze da dei cartelloni disegnati con dei titoli), leggero e dolcissimo sprazzo di gioco e gioia in mezzo al cinema fracassone, tragico e sempre alla ricerca di emozioni forti, e mai cinema puramente zuccheroso e dolce senza chiedersi tanto il perchè. Di fatto questa favola del negozio che ha una sua vita propria fornendo colorati giocattoli in quantità e che sfiorisce con l'abbandono del suo proprietario, potrebbe tranquillamente avere delle radici nei Grimm o negli Andersen, se non fosse che manca completamente di ogni elemento tragico nel suo svolgersi. Non c'è traccia, neppure minimamente, in questo lavoro diretto da Zach Elm, di un cattivo, di un elemento negativo oppure contrariamente sarcastico, tutto è appianato verso una totale conclamazione del bene e della gioia, dove si sorride e si gioca. E' questo un bene? Oppure un valore negativo? Di fatto la bottega delle meraviglie è un inno, per quanto placido e tranquillo, alla gioia e alla vita e non alla fine di essa. Come Magorium dice non conta il momento che muori, ma come hai vissuto prima e quanto hai dato al mondo. Si cerca di essere ricordati con la gioia e con il sorriso, altrimenti è meglio di non essere ricordati neppure se dobbiamo rimanere con il pianto e la tristezza. Il messaggio, decisamente c'è, il fascino un po' meno, troppo annacquato dalla mancanza di variazioni di trama, sapendo subito dall'inizio che tutto dipenderà da come e quando il segreto di un inanimato pezzo di legno verrà portato allo scoperto. Di fatto comunque è un film troppo legato al gusto personale rispetto ai meriti oggettivi per poter dare un indirizzo di come potrà essere apprezzato, ai più teneri di cuore strapperà una lacrimuccia, pieno com'è di tante scene carine e dolci (la stanza planetaria, il piccolo cocciuto assistente, i giocattoli retrò) ma a coloro che vogliono anche qualche seppure piccolo sprazzo di toni alzati e amplificati farà storcere il naso. Vedendolo viene alla mente anche l'ormai antidiluviano Toys con Robin Williams, contrariamente simile in quanto il protagonista era un Peter Pan cresciuto ma aveva una sua trama movimentata, qua invece il personaggio centrale è un consapevole adulto che vive di cose strane e vocaboli strampalati alla ricerca di eredi, e non di sopravvivenza per se ma per il suo amato negozio (precisiamo che gli effetti dei movimenti dei giocattoli non sono nulla di che ma funzionali alla storia).
Si vedono nel film anche la fine delle illusioni ma si riparte con le didascalie ogni volta a ricordarci il nuovo inizio, riallacciando storia e trama a quanto detto prima sull'importanza del centro della vita e non della fine, dove anche l'eccentrico personaggio baffuto (collaboratore di Magorium) che ha vissuto sempre nel seminterrato a fabbricare libri magici dovrà cercare all'esterno nuovi orizzonti. Bella l'iconizzazione iniziale dell'idea del negozio con il cappello a 3 metri d'altezza che il bimbo prende con un salto, sinonimo di stupore e possibilità che le leggi fiscihe sono superate da quelle della fantasia se ci si crede veramente.
Hoffmann, pur in una parte poco impegnativa per la sua immensa caratura, tratteggia un personaggio che trova nella fine un senso perfetto di racconto dell'arco della vita, con un sorriso e senza nessuna amarezza, appoggiando le sue scarpe vecchie a quelle nuove della sua assistente (una Natalie Portman qua dolcissima e tremebonda di fronte al compito di ridare gioia al negozio, ex-bimba di Leon e principessa Agmidala di Guerre Stellari). Fa da contorno .Jason Bateman (Smokin'Aces) nella parte del contabile di modi garbati e infaticabile lavoratore, che rappresenta il sistema che deve controllare ciò che non può essere fisicamente contabilizzato a dovere (il negozio vivente e la fantasia).
In definitiva un film tenero a tenuta stagna, senza la minima contaminazione oscura se non quella della paura del futuro senza un personaggio perno, zuccheroso e oltranzista nella sua trama dolce, che piacerà immensamente agli animi più portati a commuoversi, che farà invece storcere il naso al grande pubblico che lo eviterà in massa in cerca di emozioni meno vere ma più potenti visivamente, bimbi compresi perchè con temi troppo adulti e nullo d'avventura.
Personalmente dico che è bello anche sognare con una rara favola, per quanto monodirezionale d'intenti, estraniamoci dal mondo per 90 minuti e crediamo che un negozio possa essere la simbiosi della nostra vita, da vivere con gioia dall'apertura alla chiusura, senza rimpianti ma serena accettazione. E' un utopia impossibile, ma è bello sapere che potrebbe esserci anche questa variabile nel cammino della nostra esistenza
_________________ non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT |
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Nuvola87
 Reg.: 18 Mag 2007 Messaggi: 578 Da: Torino (TO)
| Inviato: 28-01-2008 21:08 |
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Film dolcissimo che narra tre vicende che si incrociano tra di loro: quella dell'insicura e tenera Molly (Natalie Portman) che suona il piano fin da bambina e non riesce a trovare le ultime note per la sua composizione, quella del bambino timido tornato prima dal campeggio che non riesce ad avere amici e socializza con il "mutante", apparentemente imbalsamato, anche se in realtà si rivela un bonaccione. Al vertice di tutto Mr. Magorium, interpretato da un Dustin Offman attempato, ma in formissima: lui è il Mago, appunto, che fa divertire i bambini con la sua magnifica bottega. La prima parte del film è carina, scorre velocemente e trasmette anche dei messaggi profondi, come l'avere fiducia in sè stessi, il lasciarsi andare e "non rimanere troppo intrappolati nel mondo freddo e macchinoso degli adulti"... Ho apprezzato in particolare il momento in cui Mr. Magorium, prima di "andarsene", cita un verso di Shakespeare ("muore" è questo il capolavoro della letteratura), accostamento colto e azzeccato che ci rivela quanto sia lacerante il distacco e la perdita di qualcuno che ci sta vicino e quanto si soffra a lasciare "quello che c'è stato prima". La seconda parte l'ho trovata più accelerata, soprattutto dopo che Molly inizia a capire come funziona il cubo. Il finale l'ho trovato molto affrettato e la fine abbastanza prevedibile, ma nel complesso lo reputo un buon film, o meglio, una favola che ci fa sognare e voglia di ritornare bambini per due ore.
_________________ La vera felicità non dipende da fattori esterni. |
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placid ex "eminem"
 Reg.: 21 Apr 2001 Messaggi: 2994 Da: Vicenza (VI)
| Inviato: 26-04-2008 01:48 |
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Il miele talvolta trabocca troppo o troppo facilmente, il finale a mio modo di vedere è sin troppo sbrigativo, comunque ne apprezzo molto le simbologie, per quanto prevedibili. |
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