Skizotrois
Reg.: 12 Nov 2007 Messaggi: 275 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 15-12-2007 11:04 |
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Marianne Faithfull è classe 1946 ma se leggete la sua biografia gli avvenimenti e le disgrazie,la lotta dalla dipendenza da eroina e cocaina, gli amori maledetti (leggendaria la sua relazione con Jagger) e gli aborti spontanei. gli arresti e i tentativi di suicidio, le canzoni e le poesie, I film (da Godard a Sofia Coppola),le discese ardite ( e qualche caduta che gli ha deformato la mandibola) e le risalite, vi rendete conto di come si possa vivere sulla propria pelle la Sympathy for the Devil. Dal 2006 combatte un'altra battaglia, quella contro il cancro, e a giudicare dalle ultime prove (acclamazione per l'interpretazione in questo film al Festival di Berlino 2007)sembra vincere anche questa.
Perchè questa premessa? perchè il film si regge soprattutto sulle sue robuste spalle, sulla sua sofferenza di persona che ha vissuto sul proprio corpo il rifiuto di una società ipocrita e bigotta, pronta a massacrarla e a condannarla.
Maggie (marianne Faithfull) è una vedova che cerca di raggranellare dei soldi per il ricovero in Australia del nipotino malato. Lo fa sfruttando il dono delle sue mani morbide molto apprezzate dai clienti di un Sexy Locale.
Il film viene condotto dignitosamente senza scadere nella retorica e nelle volgarità ma sottolineando il gran castello di segreti e bugie su cui sono costruite le nostre vite.
Da sottolineare due scene in particolare: quella dello scoppio improvviso del figlio-marito-padre che non riesce più a identificarsi in nessuno di questi ruoli e quella dell'outing di Maggie che sbatte in faccia alle signore di "buona famiglia" la realtà di uno stato di necessità che contrasta con il loro perbenismo di facciata, arido e pregiudiziale.
Ma la vendetta è un piatto che si serve freddo e Maggie avrà la sua piccola rivincita personale.
Molto vicino alle atmosfere londinesi e alle tematiche di certo cinema inglese (il modello sembra essere Segreti e Bugie di Mike Leigh), il tedesco Sam Garbarski già autore di Le Tango des Rashevski" nel 2004 sembra svolgere il suo compito in maniera diligente, approfittando anche di un'altra vecchia volpe, il gitano Miki Manojlovic che disegna il personaggio del pappone con grande misura e autoironia.
Il film non è senza difetti: certi sviluppi dell'azione (l'innamramento tra pappone e Irina Palm) sembrano un pò forzati e in alcuni punti il film si arena nelle fermetae di metropolitana e in inseguimenti dagli sviluppi prevedibili.Il regista a volte è indeciso se seguire antropologicamente i protagonisti macchina in spalla (alla dardenne per intenderci) o se frapporre una distanza tra mdp e personaggi.
Per il resto 103 minuti godibili e senza pretese di insegnamenti altissimi o contorcimenti filosofici.
Voto 6.5 |
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