kubrickfan
Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 05-12-2007 13:26 |
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Trama: Rick Evans è un ragazzo di 11 anni cresciuto senza ne padre ne madre che ha un gigantesco talento naturale per la musica. Ogni suono di strada viene letto e trasformato in armonia. Deciso a trovare i suoi veri genitori (che non ne conoscono neppure l'esistenza, in quanto il padre e la madre, entrambi musicisti, per vari motivi o lo credono morto oppure non sanno che è nato) scappa dall'istituto che lo ospita per recarsi in città. Purtroppo il suo talento viene scoperto dal "Mago", un sedicente personaggio di strada vestito country che ha scopi di lucro precisi nei suoi confronti che gli darà un nuovo nome, August Rush ...
Commento: Kirsten Sheridan (più sceneggiatrice che regista pura, ha scritto In America-Il sogno che non c'era del 2004) dirige questo filmetto a sfondo artistico musicale in maniera vuota e anonima come poche. La trama parte dall'assunto che da un amore talmente intenso (anche se di una sola notte) tra due musicisti puri, non possa non scaturire un grande risultato genetico improntato sulla loro passione (della serie anche se non nasce nell'ambiente e non viene toccato dall'habitat circostante l'illuminazione comunque esiste). E così su un romantico terrazzo allietato da una musica di strada celestiale, Lyla Novacek (una Keri Russell dalla faccia pulita come non mai e grande musicista di strumento classico, presente in Mission impossible 3) si concede all'estroverso cantante rocker melodioso di una band Jonathan Rhys-Meyers (apatico con poco impegno e lì solo per mostrare la sua apssione per la musica, che ricordiamo invece per la grande parte in Match Point di Woody Allen), poi dopo la notte d'amore sublime le strade si dividono con la stessa magia (che grande amore, tanto forte e indissolubile da non permettere un nuovo incontro contro il mondo crudele e cattivo) peccato che il seme nato sotto le stelle venga fatto perdere da una bussola davvero maligna.
(e tra l'altro lei non trova il modo di contattare un rocker di una band in vista per avvisarlo almeno che sta ospitando il suo primogenito). La fiera del pacchiano continua con l'incontro del bimbo disperso ormai undicenne (tralasciando il come e chi ha corrotto l'ospedale per occultare alla madre il piccolo) che parla al suo tutore di istituto nero di buon cuore (Terrence Howard, fresco protagonista de Il buio nell'anima). Ma la musica repressa troppo ora va liberata e le strade della città sono pronte per l'arrivo di una nuova star. Inutile dire che se già la prima mezz'ora è sconfortante, piena di nullità ultramielose, il resto è ben peggio. Il piccolo Rick/August (interpretato dal volonteroso ed incolpevole Freddie Highmore, visto in Arthur e il popolo dei Minimei) viene contattato dal"Mago" (Robin Williams) che non è altri che una versione country moderna del Fagin di Oliver Twist con tanto di corte dei miracoli e piccoli vagabondi accoliti, stavolta non ladruncoli ma musicisti in erba, che vivono in un teatro abbandonato. Williams cerca di tratteggiare il personaggio di un bastardo duro e senza cuore, ma la pochezza della trama confina il suo buon esempio in un angolo accucciato, troppo interpretativo di un personaggio flaccido per un film tanto stucchevole. Si arriva a certi punti dove ci si chiede se il ragazzo invece di essere ispirato sia stordito ( ha 11 anni ma non ne fa una logica di cosa nella vita) tanto si mette nei guai senza senso alcuno per provocare la lacrimuccia facile. L'odissea minoritaria di questo genio musicale in erba ha picchi di follia davvero inconsueti, irrispettosi per lo spettatore, quando si eseguono note celestiali suonando la chitarra come se fosse un bongo, si trova la comunità dei neri e sa pure suonare l'organo in chiesa, mentre i due genitori si riconvertono alla musica dopo 10 anni ispirati dall'onda lunga melodiosa del figlio che suona (vedere per credere).
Si salvano almeno le musiche (classiche e non) che ogni tanto si odono nel film, in un film con la musica nel cuore era almeno il minimo, ma anche queste vengono rovinate dalla pessima ambientazione e dall'inutile inserimento delle azioni dei protagonisti in cerca di una scialuppa di salvataggio e dell'ultimo ciak. E così tra una corsa in metropolitana, accadimenti davvero poco credibili nelle meccaniche, si arriva stancamente al finale utile solo per alzarsi dalla poltorna del cinema e chiudere questa poco edificante esperienza.
Un lavoro davvero povero sotto tutti i punti di vista, registicamente privo di qualunque invenzione, che per piacere deve trovare dall'altra parte un ricettore dal cuore zucchero caramelloso cosparso. Gli altri si astengano senza nessun problema.
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