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Autore Lezioni di cioccolato
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 26-11-2007 01:06  
Trama: Mattia è un imprenditore senza scrupoli che non si tira indietro pur di concludere affari costruendo case di lusso a basso costo. Un giorno un operaio egiziano non in regola si fa male e viene ingessato. Per sfuggire alla denuncia alle autorità Mattia vuole convincerlo a prendere dei soldi, ma il manovale rinuncia in cambio del fatto che il cinico padrone diventi fintamente egiziano e gli faccia vincere un concorso per mastri cioccolatai a cui doveva partecipare lui. Costretto dal ricatto per non finire in prigione, Mattia conoscerà inaspettatamente un nuovo modo di vivere le cose e delle persone davvero particolari. Ma più pasticcione che pasticcere riuscirà a far reggere l'inganno fino al giorno dell'esame?

Commento: il sapore e il gusto del cioccolato sono sempre state delle cose che hanno solleticato la fantasia degli artisti, il cioccolatino lo scarti dall'involucro e poi ne assapori prima il guscio più duro e poi il ripieno che è molle e delicato, un po' quando una bella donna si spoglia e poi si concede. Di fatto il regista Claudio Cupellini (aveva realizzato precedentemente solo un episodio del film a sfondo calcistico 4-4-2) non lesina a trasmettere questo concetto, solo che lo ribalta sulla esistenza del cinico Mattia (Luca Argentero, ex del Grande Fratello tv), che per salvarsi dalla denuncia di un operaio egiziano che si è fatto male lavorando in nero per lui e senza le necessarie protezioni (interpretato in mnaiera divertentissima dall'eclettico Hassan Shapi, tutto mossette ed espressioni particolarmente accentuate), deve spogliarsi del suo carico di superbia, della sua arcigna sopravvalutazione di se stesso e sopratutto degli abiti firmati, il telefonino ultimo grido e la vettura di lusso. Ed ecco così che l'insapore e spregevole uomo d'affari sporchi si addolcisce, viene lavorato dagli eventi per mostrare lati nuovi e migliori. L'incontro con Cecilia (Violante Placido, in una parte di ragazza complessata da dei traumi passati e che come da tradizione non ci fa mancare un bel nudo artistico parziale) diventa poi la molla per risolvere i propri problemi in maniera radicale, in quanto grazie a lei e Kamal non si vuole più tornare al punto d'origine.
Vengono a contatto e confrontati mondi e stili diversi, Europa e Africa si trovano e si mischiano, i pregidiuzi vengono messi alla berlina in maniera non macchiettistica oppure solo per essere politically correct. Notiamo come l'incontro con un fioraio pakistano avviene con grande dignità di spiegazioni di modi e fatti della sua terra d'origine, Kamal ha una dignità propria imparagonabile alle costrizioni delle sue condizioni lavorative, mentre gli europei sono molto più basilari e sciatti, come il personaggio di Luigi (Francesco Pannofino, strepitoso doppiatore, riconoscerete prima la sua voce di lui) sempre alla ricerca dell'alcool e delle donne, oppure quella degli altri studenti della scuola di cioccolato (i laboratori della Perugina, il film è ambientato totalmente in Umbria) che vedono il corso come una sola occasione per mettersi in mostra ed ereditare le aziende dolciarie dei padri.
Il dualismo tra Mattia e Kamal diventa alla fine un fondersi progressivo, dove man mano che passa il tempo la grande tempra morale dell'egiziano esce alla grande a migliorare come un grande ripieno in osmosi lo squallido esistenziale dell'italiano che lo tiranneggiava.
Argentero come attore non è certo un grande interprete, anzi, si notano parecchie indecisioni e delle sbavature, ma sente parecchio il personaggio, portando con la sua buona volontà una recitazione come si diceva non precisa ma spontanea. La figlia di Michele Placido si muove invece molto più sicura, e anche in questa parte brillante si rivela decisiva per far cambiare le sorti della bilancia del gradimento, con una femme di bell'aspetto nevrotica e schizzata che passa da stati umorali agli antipodi in un batter d'occhio. Chiude il cerchio degli interpreti principali Neri Marcorè in una versione lungo capelluta, che fa il maestro cioccolataio dalle grandi massime che vanno in controtendenza ai sistemi edili di Mattia/Kamal.
il ritmo del film è molto frizzante, le situazioni si intersecano senza sosta e la sceneggiatura mai blanda. La simpatia di Hassan Shapi straripante ed efficace contribuisce a marcare i momenti del film nelle variazioni di situazione in maniera ottima. Stupiscono sopratutto i dialoghi, sempre calibrati, mai sguaiati, in un compendio preciso delle situazioni presentate.
In definitiva una commedia italiana davvero di buon gusto, dolce e con il giusto sapore retroamarognolo, che ha come ciliegina al suo interno un finale non scontato e dei sani valori di racconto. Da premiare senza problemi per una serata all'insegna del divertimento intelligente. Il messaggio dentro il cioccolatino è assolutamente valido.

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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gioiae

Reg.: 29 Nov 2007
Messaggi: 8
Da: milano (MI)
Inviato: 29-11-2007 16:08  
Io l'ho visto e non e' male... niente di impegnativo ma ...

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 16-03-2008 18:52  
Frizzante. Un aggettivo che definisce un intero film? Si, si può. Accade quando non c'è presunzione nel fare il proprio lavoro, quando non si ha il complesso di inferiorità tipico di molti millantatori di arte. Già, in Lezioni di cioccolato c'è arte? Forse si, nessuno può dirlo e sinceramente il problema non è poi di così grande rilevanza per il semplice fatto che quando decidiamo di vedere un film, ci piace essere soddisfatti al fatidico e didascalico “the end”, a prescindere da altisonanti e prosopopeiche qualificazioni cinematografiche.
In questo film c'è soddisfazione. E' vero che non siamo di fronte ad una complessa messinscena, non c'è sicuramente quella varietà di letture che una certa cinematografia impone, non c'è neanche la presenza ingombrante di attori blasonati che necessiterebbero di un contorno formale e contenutistico di ben altra portata. Questo è vero. C'è anche da rilevare come l'intero film sia un enorme product placement finanziato dalla Perugina e potrebbe compiersi l'errore di considerarlo un costoso giocattolo pubblicitario. Ma anche qui siamo fuoristrada.
Claudio Cupellini trova al suo capezzale diversi attori e diversi aspiranti tali, visto che Argentero non può, ancora, definirsi appartenente alla stessa categoria di Giannini, Brando o Chaplin (tanto per citarne alcuni) e la stessa Placido non riesce a convincere e a dare credibilità ai suoi personaggi, compensando il tutto con una straordinaria bellezza che intorpidisce anche il più attento spirito critico. Il reduce del grande fratello riesce comunque a definire il personaggio che interpreta in maniera molto spontanea, da esordiente, soprattutto con dei siparietti comici coinvolgenti, che vanno quasi sempre a segno, mentre il suo lato oscuro è poco approfondito, incollato in maniera posticcia nei primi venti minuti, tanto per fornire un puerile background caratteriale.
Siamo di fronte ad una commedia onesta, simpatica e sicuramente riuscita che non annoia mai e che strappa diversi sorrisi allo spettatore anche grazie alla vivacissima presenza del manovale egiziano (Hassani Shapi). Quando un film italiano funziona non c'è da tirarsi indietro e sminuirne il contenuto popolaresco.
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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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