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Autore Rendition
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 31-10-2007 09:31  
Un giovane analista della Cia si trova proiettato sul campo, alle prese con il difficile interrogatorio di un presunto terrorista. La moglie di quest'ultimo, disperata, cerca di risalirne disperatamente le tracce, coinvolgendo nella storia un Senatore degli Stati Uniti. La vicenda si intreccia con quella di un giovane egiziano, diviso tra la passione politico-religiosa e l’amore per la propria ragazza. Due storie parallele che si incrociano in modo del tutto imprevisto.
Rendintion è un film a tesi. E la tesi è quella che siamo in guerra, una guerra sottile e nascosta, nella quale non ci sono né buoni né cattivi, ma tutti - chi più chi meno - sono in torto e utilizzano mezzi non solo illeciti, ma disumani. Due storie parallele, che riflettono e rispecchiano entrambi i campi del contendere, si intrecciano Da una parte un giovane analista della Cia si trova a dover interrogare un presunto terrorista - che viene torturato dai servizi segreti egiziani - al quale non è stato garantito nessuno dei diritti fondamentali. Dall’altra un giovane studente di una madrasa è diviso tra l’amore per la sua donna e la passione politico-religiosa, che lo porta ad abbracciare una causa impedendogli di vivere fino in fondo una quieta vita familiare.
Alcuni banali elementi descrittivi di quella che è la realtà odierna rintracciabile tra le righe di qualunque quotidiano sono il pretesto per una storia che parte da lontano e perde di mordente andando avanti. L’intreccio è solo un pretesto per parlare di diritti umani, per ricollegarsi alle zone d’ombra della guerra in corso, scandagliandone un po’ didascalicamente gli errori e le storture.
La pellicola ha la pretesa di non prendere posizione, di rimanere equidistante tra i due campi, ma è evidente che tutto lo script si struttura come un atto di accusa più che come un’analisi imparziale.
Regia sufficiente e poco più, aspetti tecnico-recitativi curati quanto basta per dare un senso alla partecipazione di Gyllenhall e della Witherspoon. Il film non decolla mai, e a poco serve rimescolare le carte sul finale e offrire una chiave di lettura che vede intrecciarsi due differenti piani temporali: la mancanza di suspance e la linearità di comprensione globale depotenziano totalmente l’ultimo coup de theatre, che riesce solamente a generare un po’ di confusione e poco più. Il film di Gavin Hood ricorda un po’ Crash di Haggis, e Babeldi Inarritu, ma si colloca decisamente al di sotto del livello di entrambi, risultandone una copia sbiadita.


già pubblicata qui
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 02-03-2008 18:53  
Trama: La "extraordinary rendition" è la cosidetta presa in consegna speciale illegale di un cittadino Usa sospettato di terrorismo e deportato in un carcere segreto dove sotto tortura viene costretto a parlare.
E' quello che capita a uno stimato e ricco cittadino musulmano padre di famiglia e sposato con una donna americana, apparentemente inchiodato senza scampo da delle telefonate ricevute da un riconosciuto terrorista internazionale.
Disperatamente la moglie chiede aiuto per la sua liberazione credendo ciecamente nella onestà del marito, ma le sue invocazioni sembrane essere solo delle grida inutili verso i palazzi del potere. Intanto i terroristi islamici stanno elaborando un piano che prevede l'eliminazione fisica del crudele capo della polizia locale mediorientale, brutale torturatore al servizio degli Usa, se non che sua figlia ...



Commento: Si può torturare un uomo fino a farlo confessare a forza? Questo Rendition-detenzione illegale prende spunto dal fatto vero che si possa per motivi di collegamento terroristico deportare e segregare per interrogarlo in odi più o meno leciti, sicuramente non mostrati, qualunque collaborazionista. Motivazioni e misure straordinarie, ovviamente post 11/09, che il governo Americano ha varato per rendere ancora più sicura e stabile una situazione diffiicle da gestire. Per quando riguarda la trama del film, il prigioniero è un cittadino Musulmano Americano di origini egizie affezionato padre di famiglia, Anwar El-Ibrahimi, (l'attore Omar Wetwally, bravo a sottoporsi a scene crude e violente), che delle telefonate inchiodano come collaborazionista (lui è un chimico e potrebbe aver agevolato la preparazione delle bombe per i kamikaze). Brutalizzato sotto gli occhi impotenti di un osservatore della Cia (Jake Gyllenhall, uno dei due cowboy gay di Brokeback Mountain), da un capo della polizia egizia cinico e torturatore, ha l'unica speranza di avere la moglie determinata a liberarlo (una strepitosa Reese Witherspoon, ormai matura attrice, dopo el prime innocue prove, che recita con il pancione e in maniera convincente) che si muove contro tutto e tutti nei palazzi del potere. Altra protagonista di questo bello e interessante film è Meryl Streep (deputata cinica a servizio della Cia dai sorrisi perfidi ed ironici, sempre molto sicura di se stessa).
Gavin Hood (il regista di Il mio nome è Totsi, premio oscar come miglior film straniero nel 2005) dirige una pellicola asciutta, priva di sbavature inutili che ci racconta di come è facile cadere nel tranello della grande retata per credere di compiere il più possibile opera di prevenzione contro il terrorismo, come dice la Streep nella sua frase emblematica "Meglio avere 7000 persone tranquille anche se ne paga una innocente", facendo una difesa di massa contro i diritti del singolo. Certo un ragionamento che nella salvaguardia di massa non fa una grinza, il problema viene quando qualcuno dei forse innocenti e creduti sicuri colpevoli sei tu, oppure un parente o un amico stretto di famiglia. La scelta e le decisioni del paese a quel punto non sono molto chiare. Altro figlio dell'11/09, abbiamo anche un aereo che sembra voler cozzare in volo contro la famosa stele della pace, ad icona e dimostrazione del riferimento.
Le difficoltà di agire con vera logica di ragionamento sparando nel mucchio, vengono elaborate con le scene in luoghi chiusi, bui (la prigione di tortura), dove le indagini sembrano sempre ad un punto fermo, mentre il marciume dei grandi poteri viene nascosto da palazzi luminosi e perfettamente scintillanti solo di facciata, dove la povera moglie disperata si muove come se fosse nel deserto.
Hollywood e il cinema in generale, da tempo non hanno più paura di parlare, e questa nuova polla di vergogna sommersa viene messa alla berlina tanto quanto l'arrogante comportamento del capo della polizia locale mediorientale dai metodi brutali, che si ritrova il calderone del fanatismo che porta al suicidio per la guerra santa, ma anche la figlia coinvolta che per amore non connota più le ragioni del giusto.
Ragioni di Stato, sentimenti, etica, una visione dei musulmani estremisti ma anche quella dei sani ed onesti, sono mostrate nel film, raggiungendo una vitalità particolare nel momento dei confronti personali tra i personaggi.
Non ci sono mai veri sorrisi lungo il cammino, ma solo ironiche frasi a dimostrazione del giusto come risposta, o terribili silenzi dopo domande che fanno una grande immensa paura.
Si cita Shakespears per difendere il concetto di umanità, si brutalizza il verbo con violenza ("Tu picchia tua moglie ogni giorno, tu non lo sai perchè lo fai ma lei si") per difendere la estorsione della presunta colpevolezza, ma alla fine i danni e le conseguenze di un atto di vigliaccheria fatto per la logica di una difesa della massa hanno conseguenze solo di umiliazione e non di risoluzione comunque, dove i mezzi non giustificano il fine.
Interessante vedere come i terroristi kamikaze sono manovrati da una mano crudele e molto più assassina della loro ("sono solo ragazzi" dice piangente una madre affranta che ha perso il figlio, che non è compiaciuta del gesto del figlio come la logica della follia da fanatismo potrebbe suggerire) sono il corollario di una storia sporca e dannata dove gli Usa si misurano con la loro recente difficile storia priva di eroismi e di grandi imprese che lavano la ferita da trasmettere al tempo futuro.
Non potranno mai giore le perosne coinvolte in tali fatti, non solo perchè non potranno dirlo a nessuno, perchè non danno relae soluzione, mentre anche i musulmani onesti dovranno vivere con il coltello fra i denti senza mai trovare serenità di comportamento anche nel nuovo status di emigrati riconosciuti.
Strepitosa la Whiterspoon, ottima la Streep (autentica ombra sulla vicenda e grande burattinaia di impatto) bravo Gyllenhall nei suoi sguardi persi, ma davvero valida la sezione mediorientale del film con le loro paure incarnate da un asino con il suo carico caduto che blocca la strada.
In definitiva un ottimo film di denuncia, asciutto e coinvolgente, con delle interpretazioni valide che soddisfa qualunque serata diversa da quelle di un innocuo intrattenimento, per parlare di uno degli aspetti sommersi delle conseguenze della tragedia che ha cambiato il volto del decennio.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 02-03-2008 19:48  
'sto film è pessimo
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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