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Autore TRE PUNTO SEI
amosgitai

Reg.: 25 Ago 2003
Messaggi: 17
Da: Roma (RM)
Inviato: 16-10-2007 01:10  
TRAMA
Torino, San Salvario, quartiere multietnico trasformato dal traffico dell’eroina e degli extracomunitari in una polveriera pronta ad esplodere. Salvo, poliziotto infiltrato corrotto, e Dante, delinquente soprannominato il Nero, sono amici di infanzia che portano avanti i loro affari insieme fino a quando l'amore per la stessa donna li separa per sempre. Nanà era la donna di Dante ma decide di lasciarlo e di sposare Salvo. Dante lascia la sua vita e fugge lontano per dimenticarla. Passano dieci anni e Salvo decide di ritornare.

RECENSIONE
“Tre punto sei” è la formula dell’eroina, droga creata nei laboratori della Bayer, per sostituire la morfina perché creava dipendenza. Complimenti, come afferma la voce fuori campo all’inizio del film. Una scena iniziale fantastica (che si ritroverà anche al termine del film) vede un uomo in giacca camminare frastornato sulla spiaggia piena di bagnanti ed in sottofondo una musica rock triste e disperata, davvero toccante. Non un film sulla droga, ma questa però ne controlla tutti gli avvenimenti: traffici, vendette e vite annichilite. Personaggi di una società sconfitta: un poliziotto infiltrato corrotto e un malvivente che ritorna per farsi vendetta. Sprofondati in un passato che non è possibile dimenticare e certi di non avere alcuna opportunità di salvezza né redenzione. Due amici che hanno in comune anche la stessa donna, una tossica senza speranza e che alla fine respinge entrambi per un dose. Una trama classica che trova una perfetta collocazione nel quartiere degradato di una città industriale, fatta di capannoni abbandonati magistralmente fotografati da Gian Enrico Bianchi. Attori all'altezza della situazione: da evidenziare Marco Giallini, una faccia segnata dalla vita, già interprete di altri noir italiani come "L'odore della notte" ed "Almost blue". L'esordiente Rondolino confeziona un bel film che guarda ai classici americani e francesi (chiari i riferimenti a Melville). Apprezzabile progetto non solo per l'intento, ma per la sua messa in opera con dialoghi mai ripetitivi, alcune scene in salsa pulp e flashback che tanto ricordano i film di Truffaut. E un finale arido caratteristico dei b-movie di un tempo. Un bel noir, lontano dal cinema italiano troppo immerso in commedie natalizie e drammi esistenziali.

VOTO: 7,5
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