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Autore Smokin' Aces
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 21-07-2007 07:42  
Trama: Buddy "Aces" Israel ha deciso di rinnegare la propria organizzazione malavitosa e di vuotare il sacco all'FBI. Viene messo sotto protezione in un albergo di lusso, in attesa che venga interrogato e sveli tutti i retroscena del potere dei suoi ex padrini, allietato da prostitute e trattamento principesco, ma la taglia di un milione di dollari che il boss Primo Sparazza ha messo su di lui scatena un numero elevato di pretendenti decisi a tutto pur di averla ...

Commento: Il regista Joe Carnahan (Narc, analisi di un delitto del 2002) inscena un carrozzone concentrico di situazioni roboanti radunando killer spietati ma altrettanto improbabili. L'idea del bottino da prendere radunando una quantità industriale di killer e spietati rappresentanti dell'underground malavitoso non è nuova (ricordiamo Pistole sporche con Christopher Lambert), e oltretutto volendo infarcire il film di chiacchere e discorsi paradossali bisogna avere una cifra stilistica ben diversa da quello dell'onesto Carnahan (qualcuno ha detto Tarantino ?). Il debolissimo plot di base, che permette di esagerare in ogni senso la misura di ogni scontro a fuoco o all'arma bianca o anticonvenionale (come quelle usate dai tre nazikiller fumati e fuori di cranio) viene arricchito ed elaborato in maniera decisamente poco interessante ed intelligente, accumulando cadaveri, belle donne assassine e togliendo di scena i protagonisti in una gara ad eliminazione che molte volte ha del grottesco e del surreale. La polizia qui è la carne da macello compressa tra le due fazioni, il comunicatore della lotta e la miccia per inscenare i duelli. Ben Affleck (vincitore della Coppa Volpi a Venezia per Hollywoodland) ci fa da narratore e anfitrione all'inizio del film presentando i vari gruppi che poi dopo esploderanno la loro voglia di fuoco, in modo da capire oltre agli stili di combattimento anche le varie inclinazioni di cattiveria e sadismo. Il film è un carosello ubriacante di botti, spari e distruzione plurima intervallato solo da ragionamenti poco lucidi e discorsi da esaltati, che usa l'albergo e sopratutto i suoi ascensori per poter alzare il tasso di adrenalina ai limiti massimi consentiti, infischiandosene a volte della logica (ci sono situazioni davvero paradossali, come quella del bambino esaltato del kung Fu e della nonna che accudisce un uomo privo di tre dita sanguinanti senza chiamare la polizia) e autocompiacendosi con trovate a dir poco folli e originali (la bocca di Affleck che parla con il paradiso). Un po' Guy Ritchie nella costruzione del film (The Snatch è sicuramente un ispiratore per gli sceneggiatori) e un po' Tony Scott nello stile registico (accellerazioni dell'immagine, fotografia sporca e botti a iosa), questo Smokin' Aces ha un cast di tutto rispetto (se non nel valore almeno nella fama degli attori), con il già citato Ben Aflleck, poi Ray Liotta (visto anche come produttore in Doppia ipotesi per un delitto) Andy Garcia (The lost City) e vediamo anche il debutto cinematografico della cantante soul Alicia Keys che fa la parte di una avvenente killer, recitando con naturalezza un ruolo dopotutto non certo variegato e difficile da interpretare. La palma di miglior interprete del film (e che ha la parte più difficile e variegata) va a Jeremy Piven (visto anche in Scary movie 3) che con i suoi sguardi allucinati, i suoi ticchi da maniaco depressivo influenzato da droghe, rende ottimamente un personaggio dubbioso, enigmatico e senza nessun confine per il proprio profitto. Come un illusionista (quello che Buddy Israel è nel film) ci fa vedere i lati di un carattere del tutto privo di morale e di umanità, nascondendo benissimo le vere ansie che lo regolano e che lo fanno poi crollare nel momento più importante. In definitiva un film che cerca di colpire di parola e di pistola, riuscendo però ad essere in fondo solo un innocuo roboante distruttivo giocattolone privo di vera fantasia e colorata inventiva, con una lunga spiegazione finale che non fa certo gridare al grande colpo di scena, diventando un buon passatempo distensivo per chi cerca emozioni rumorose e quintali di azione e spari di ogni tipo (catalogabile in fondo per il suo stile inverosimile verso la commedia noir più che il poliziesco) per sfuggire alla calura di luglio senza troppe pretese. Di fatto accumulando personaggi e proiettili senza una vera anima ma solo mettendo in bocca frasi esistenziali a killer fuori di testa, oppure visivamente affascinanti, non può uscire il prodotto innovativo ma solo l'imitatore.

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 22-07-2007 10:51  
Strano il destino di questo Smokin' Aces, programmato questa primavera dalla Universal, poi improvvisamente ritirato per venir immesso sul mercato oggi, nel calderone estivo, in maniera altrettanto sorprendente.
Un tira e molla incomprensibile, dato che la pellicola è ottimamente confezionata e presenta un cast di tutto rispetto, motivazioni, queste, che per il mercato sono molto importanti, se non fondamentali.
A noi capitò di vedere il film qualche mese fa, e l'idea di una distribuzione unicamente in dvd ci faceva inorridire. Le ragioni di uno spostamento del film nel bel mezzo del periodo estivo ci rimane tutt'ora ignoto.
Intendiamoci: Smokin' Aces non è un capolavoro, ma è una pellicola di tutto rispetto, che manifesta un gusto sfrenato per l'azione pura, dai risvolti grezzamente tarantiniani, pur non disdegnando una certa cura nella confezione e nella gestione dell'immagine. Il tutto contestualizzato in uno script dal gusto vagamente scorsesiano.
Buddy Aces Israel è infatti il front-man di una organizzazione di stampo mafioso, che ha ormai concluso i propri giorni felici dato che sono in parecchi a volergli fare la pelle. Si ritrova infatti rinchiuso in un luogo ignoto (ma tale lo rimarrà per poco), protetto a strettissimo giro di posta dalla polizia, che se lo coccola in quanto testimone chiave del processo.
Il fulcro al quale tutte le vicende mirano, la stanza d'albergo in cui Aces aspetta di essere prelevato, diventa anche traino di tutto il film, che si aggrega e disaggrega di volta in volta a seconda della vicinanza/lontananza al luogo e al personaggio chiave.
La tela che così Joe Carnahan intesse, è fitta e complessivamente solida, seppur presenti a momenti qualche cedevolezza, che potremmo quasi definire fisiologica alla luce dell'enorme quantità di carne al fuoco messa nel piatto.
Il registro è veloce e scanzonato, e riesce a far calare nel ruolo di involontari mattatori dell'humor attori tutti d'un pezzo come Ray Liotta ed Andy Garcia. Ad arricchire un già nutrito cast, troviamo Ben Affleck e Alicia Keys.
Smokin Aces è un mescolio di diversi generi e di diverse impronte autoriali, non perfettamente amalgamati fra loro, ma che comunque compongono un quadro armonico e ben strutturato, dando vita ad un film di genere piacevole e coeso, cosa non banale con i tempi che corrono.

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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 18-08-2007 15:12  
Quello che salta subito agli occhi è il montaggio. Confuso e velocissimo, non spiega e non articola gli avvenimenti: il fatto di norma avviene interamente nell’inquadratura, come nelle vignette nei fumetti, e non attraverso le inquadrature (per esempio, la vendetta del cacciatore di taglie superstite). Altre volte invece il montaggio crea l’azione “per forza propria”, come nei cambi di inquadratura della sparatoria in ascensore (serie di “pose” molto simili dello stesso spazio, montate a stacco, con cambio coincidente con l’esplodere dei proiettili). Buono anche l’uso del montaggio alternato nella presentazione del killer trasformista, e, in funzione paradossale, nella sequenza dello stesso personaggio nella suite (in contemporanea ad altre azioni di durata molto maggiore). Abbondano gli split screen ed altri accorgimenti molto vistosi.
Segue a ruota la sceneggiatura, corale, con proliferazione di personaggi (tutti bizzarri e sbozzati rapidamente). La loro quasi ininterrotta produzione è possibile in quanto il film è costituito quasi esclusivamente da una successione di azioni rapide e violente e la caratterizzazione dei personaggi e l’inquadramento della vicenda sono fatti succintamente attraverso i dialoghi (talvolta uno stesso racconto “migra” fra diverse coppie di interlocutori). Qualche sottotrama eccedente (la sostituzione del capomafia), qualche ingenuità.
Regia dalla frontalità assente, obliquità dello sguardo che trionfa nel “gruppo alessandrino” dei Tremors (quando escono malconci dal ristorante). Esterni falsi (in blue screen), carrello indietro “a scoprire” che passa fra le gambe del torturato appeso al contrario (ancora un espediente fumettistico sulla linea Snyder – Miller ). Le inquadrature più lunghe rappresentano un’eccezione e sono spesso realizzate con un carrello laterale a seguire il personaggio (assalto dei tremors al ristorante, camminata dei poliziotti lungo il nastro “don’t cross”). Colori estremamente luminosi (con prevalenza di rosso, giallo e nero) e molto contrastati – non sfumati - rendono leggibile l’inquadratura anche se breve o brevissima.
Niente di notevole nel comparto attori: Affleck muore presto e recita al suo meglio quando il killer burlone, dopo avergli sparato, muove i lineamenti del suo viso con le mani, inscenando un dialogo paradossale che si conclude con la sua stessa assoluzione.
Riassuntivamente, uno stile (ed una sceneggiatura) molto adatto ad un fumetto (per la condensazione nell’immagine fissa, incorniciata dalla inquadratura-vignetta e per la mole del “raccontato”, nettamente prevalente sul “mostrato”) e che deprime invece un poco le potenzialità espressive del linguaggio cinematografico, dando allo spettatore fasi di vera e propria claustrofobia.
Se sia tamarro o visionario lo deciderà poi lo spettatore a seconda del suo gusto.


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"Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?"

[ Questo messaggio è stato modificato da: ermejofico il 18-08-2007 alle 15:37 ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: ermejofico il 20-08-2007 alle 17:55 ]

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