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Autore Sacrificio, di Andrej Tarkovskij
TomThom

Reg.: 07 Giu 2007
Messaggi: 2099
Da: Mogliano Veneto (TV)
Inviato: 18-07-2007 10:31  
" IN PRINCIPIO ERA IL VERBO...PERCHE', PAPA' ? "

A posteriori, adesso, il giorno dopo la visione di questo film testamento, mi rendo conto che dovrei rivedere ogni film di Tarkovskij almeno una decina di volte ciascuno, per riuscire a penetrare solo minimamente l'essenza della sua poetica e la somma spiritualità che permea ogni sua opera.

SACRIFICIO mi ha lasciato una sensazione di tremenda speranza anche se è una parabola di Vangelo tragica e gonfia di totale sfiducia nella razza umana, per certi versi, per i colpi che ha inferto alla natura e a sè stessa.
Ma allo stesso tempo è un'elegia smisurata della fede nell'uomo per il suo essere centro di vita, irradiazione di eterna luce e punto nevralgico della voglia di cambiare, di migliorare, al di là degli errori e della pochezza (o grandezza?) dei nostri mezzi.

La dedica finale del regista russo al figlio è esemplificativa: " Questo film è dedicato a mio figlio, con speranza e fiducia. "

Una sorta di passaggio del testimone, la consegna del fardello del peso dell'umanità a noi che stiamo qui e vediamo morire il mondo là fuori e l'universo che abbiamo dentro, senza far nulla per salvarlo, e per salvarci.

La speranza e la fiducia...Chissà se davvero siamo in grado di recuperare ciò che è andato perduto, la purezza della natura, l'incanto dei sentimenti e lo stupore di fronte a quello che Dio ha creato.

Tarkovskij affida al figlio e a noi per induzione un messaggio di stima: non tutto è irrecuperabile, se lo vogliamo possiamo fare qualcosa. Ma dobbiamo farlo, "... Basta con tutto questo parlare...dobbiamo fare, fare, fare... "

SACRIFICIO è l'ultimo film di Andrej Tarkovskij.
Film testamento, dicevo, e mai testamento sarebbe potuto essere stato più compiuto e denso di lasciti.

Sulle note della Passione Secondo Matteo di Johann Sebastian Bach e su un particolare de L'Adorazione Dei Magi di Leonardo Da Vinci si apre il film.

Appare pian piano un alberello rinsecchito che un anziano signore, Alexander, e il figlioletto, stanno piantando e sistemando nel terreno.

"...C'era una volta, molto tempo fa, il priore di un Monastero -si chiama Pamve- conficcò allo stesso modo un albero secco nella roccia e ordinò a un suo discepolo, il monaco Ioann Kolov, gli ordinò dunque di annaffiare ogni giorno quel l'albero finché non fosse tornato in vita.
E per molti anni, ogni giorno, alla mattina, Ioann riempiva un secchio d'acqua e si metteva in cammino. Per portare sulla montagna il secchio d'acqua ci voleva va tutto il giorno, dalla alba al tramonto. Ogni mattina Ioann si incamminava verso la montagna col suo secchio d'acqua, annaffiava quel tronco senza vita e la sera, già col buio, rientrava al monastero.
E questo per tre anni interi.
Finché un bel giorno andò come sempre sulla montagna e cosa vide?
Il suo albero tutto ricoperto di fiori!... ".

Così racconta Alexander al suo " ometto ", senza voce a causa di un'operazione alle tonsille.

Alexander festeggia il suo compleanno proprio quel giorno, la vita gli appare ogni giorno sempre più difficile e zeppa di disillusioni, ed egli si crogiola in monologhi e disquisizioni esistenziali coadiuvato da un altro personaggio assai particolare, Otto, il postino del piccolo villaggio svedese dove abitano.

Otto legge Nietzsche ed è spaventato dal dipinto di Leonardo, L'Adorazione Dei Magi appunto, al quale preferisce Piero Della Francesca e la sua opera, per la sua composta calma formale, lontana dalla passione leonardesca.

Il piccolo figlio pare ormai essere il solo motivo di orgoglio e di felicità per lo stanco Alexander, studioso di filosofia ed estetica ormai in pensione.

" ...Non avere paura, ometto mio. La morte non esiste. Esiste solo la paura della morte. Se noi tutti potessimo cancellare questa paura della morte tutto sarebbe diverso... ".
In mezzo all'erba Alexander si lascia andare a questa e ad altre profonde riflessioni in compagnia dell'adorato figlioletto. La natura, l'Amore, la morte...
Tematiche sempre centrali nella poetica tarkovskijana.

Alexander rientra a casa. Otto il postino è ospite, insieme a Victor, il medico di famiglia.
Otto intrattiene una vivace conversazione attorno ad una carta geografica del '700, suo regalo, con la moglie di Alexander e gli altri astanti.

Nel frattempo l'anziano studioso si è assentato, ma al suo ritorno trova davanti alla televisione tutti gli ospiti attoniti e senza parole. Hanno annunciato la guerra nucleare...
Adelaide, la moglie di Alexander, cade nel panico e le viene somministrato un calmante.
Tutto viene avvolto da una cappa di oscurità, da un timore di morte incombente.

Alexander smarrito, si lascia consigliare da Otto e ascolta il suo "folle" proposito. Esiste solo una soluzione per riportare tutto alla situazione iniziale: egli dovrà congiungersi con Maria, la domestica della famiglia, dotata di poteri speciali secondo il postino, una specie di strega fattucchiera, ma nell'accezione più positiva del termine.

Alexander si lascia andare ad un'invocazione appassionata al Padre Nostro, al quale chiede grazia e comprensione, aiuto e forza. Non solo per sè, ma per l'intera razza umana. In cambio del ritorno alla normalità, allo stato iniziale delle cose, egli è disposto a sacrificare ogni cosa, anche il figlioletto amato, la sua famiglia.
L'Uomo ha sempre combattuto contro la Natura e per riuscire a recuperare tutto Alexander deve compiere il sacrificio, deve riappacificarsi con la Natura stessa, al prezzo della propria sanità mentale, che perderà definitivamente.

Alexander e Maria giacciono insieme. E come per incanto, il miracolo si compie. Tutto ritorna ad essere com'era.

Ma Alexander deve compiere il suo sacrificio.
Accatasta le sedie e indossando un kimono orientale dà fuoco alla sua casa, sedendosi fuori ad assistere alla scena e poi tentando la fuga, senza successo, ormai preda della sua follia.
" ...Il simbolo dello Yin-Yang tragico preludio del razionalismo occidentale, la prospettiva geometrica di Leonardo, che fa la sua comparsa nello schizzo delle scale dell’ Adorazione dei Magi, costituisce una erronea epifania del divino e l’inizio della “deviazione” della cultura occidentale, che ha avuto origine proprio a partire da Leonardo. Il “Sacrificio” è così il modo per ristabilire l’equilibrio tra i due principi, Yin e Yang, che governano l’ordine delle cose e l’Universo intero. " (cit. G.Massetti).

Il piccolo figlioletto di Alexander nel frattempo è sulla riva del fiume, e cammina incessantemente con un secchio d'acqua, per dissetare e far crescere l'alberello rinsecchito.

Tutti vogliono qualcosa, tutti cercano la verità... " In principio era il Verbo, perché papà?... "

Con queste uniche parole il piccolo bambino e l'albero si ergono come baluardi della fede, della speranza, non tanto in Dio, ma soprattutto nell'Uomo e nella sua infinita sete di sopravvivenza.
E tutto ritorna, circolare, così come era iniziato. Di padre in figlio, da ramo secco a nuova gemma. E la vita continua.
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TomThom

Reg.: 07 Giu 2007
Messaggi: 2099
Da: Mogliano Veneto (TV)
Inviato: 18-07-2007 19:03  
...Posto qui il mio quesito: dalle mie parti il libro "Scolpire Il Tempo" di Tarkovskji è fuori catalogo...

Si trova ancora in giro o è pura utopia?

Thanks...
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 18-07-2007 23:22  
quote:
In data 2007-07-18 19:03, TomThom scrive:
...Posto qui il mio quesito: dalle mie parti il libro "Scolpire Il Tempo" di Tarkovskji è fuori catalogo...

Si trova ancora in giro o è pura utopia?

Thanks...




Anche dalle mie parti (che sono la capitale, non so se mi spiego... ) era fuori catalogo, ma ci ho avuto un culo superlativo nel rintracciare, alla fine dello scorso inverno, l'ultima copia esistente in una libreria che tratta esclusivamente letteratura cinematografica.

Però.., dammi retta.., con questa opprimente afa estiva, co sta callara in collo, dicevano li antichi.., che te devo da dì, io me me leggerei topolino!

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TomThom

Reg.: 07 Giu 2007
Messaggi: 2099
Da: Mogliano Veneto (TV)
Inviato: 19-07-2007 08:23  
Paperino, per carità!...

A Topolino metterei una grossa macina da mulino al collo e due zavorre attaccate alle orecchie, godrei tantissimo nel vederlo sparire tra i flutti di un mare inquinato da Macchianera...Lo odio.

Per quanto riguarda la calura, non ti posso dar torto...Però il Tarkj è un uomo per tutte le stagioni...Setaccerò e...spererò.
Grazie
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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 23-07-2007 00:41  
quote:
In data 2007-07-18 23:22, AlZayd scrive:
quote:
In data 2007-07-18 19:03, TomThom scrive:
...Posto qui il mio quesito: dalle mie parti il libro "Scolpire Il Tempo" di Tarkovskji è fuori catalogo...

Si trova ancora in giro o è pura utopia?

Thanks...




Anche dalle mie parti (che sono la capitale, non so se mi spiego... ) era fuori catalogo, ma ci ho avuto un culo superlativo nel rintracciare, alla fine dello scorso inverno, l'ultima copia esistente in una libreria che tratta esclusivamente letteratura cinematografica.

Però.., dammi retta.., con questa opprimente afa estiva, co sta callara in collo, dicevano li antichi.., che te devo da dì, io me me leggerei topolino!

in che libreria vai

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TomThom

Reg.: 07 Giu 2007
Messaggi: 2099
Da: Mogliano Veneto (TV)
Inviato: 31-07-2007 17:34  
Trovato! In una piccola libreria di Mestre...e ce n'erano pure altre due copie!!
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