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I segni del male |
kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 07-04-2007 10:31 |
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I SEGNI DEL MALE
Trama: Katherine Winter, una cristiana missionaria che ha perso la fede, sta dedicando la sua esistenza alla scoperta dei falsi miracoli estrapolando da fatti inconsueti spiegazioni scientifiche. Giunta con un collega in una zona forestale deve capire quale può essere la spiegazione per cui un fiume si è riempito di sangue umano, la prima delle coincidenze che ricordano le bibliche piaghe d'Egitto...
Commento: Le grandi star di Hollywood prima o poi si cimentano tutte nel genere horror-thriller, ricordiamo l’esempio illustrissimo di Bette Davis in “Piano piano dolce Carlotta”, quello molto meno illustre di Demi Moore in “Half Life” e quelli attinenti con il film di cui si parla nella presente recensione,di Gregory Peck ne “Il presagio”, oppure di Mia Farrow in “Rosemary’s baby” .
Hilary Swank accettando di partecipare a questa versione moderna delle piaghe d’Egitto di biblica memoria, probabilmente ha voluto che la trama fosse fatta con una certa misura e senza cadute di tono, evitando l’inutile ridondante presenza di orpelli di sceneggiatura che molte volte affossano film di questo tipo ( personaggi macchietta come il veggente saputello, svolte di trama senza particolare giustificazione, effettoni che stordiscono lo spettatore per fargli tralasciare la mancanza di sostanza di quanto sta seguendo, oppure il ragazzo hi-tech che con mezzi tecnologici batte il male atavico ), concentrando lo scritto su un lavoro di lenta progressione che affascina e nello stesso tempo angoscia.
Davvero notevole in effetti l’alone di paura che si crea, con quelle continue e progressive scoperte della verità e dell’entità del pericolo che circonda i due protagonisti ricercatori del college.
La popolazione che interagisce durante la storia con Katryn ( la Swank ) non è un miscuglio di personaggi eterogeneo e digrignante che ogni momento avvisa del pericolo costante, come si poteva facilmente fare, alzando il dito tremante, ma quanto più una comunità normale terrorizzata, che cerca la salvezza con le proprie forze dato che dall’esterno sembra che abbiano mandato solo due impotenti ricercatori. Non vi sono presenti armi per quasi tutto il film, la protagonista non è Lara Croft per cui non aspettatevi acrobazie o botti ad ogni svolta ( non imbraccia poi mai un arma da fuoco ), la successione delle piaghe è molto morbida e senza particolare esagerazione ( tranne che per le cavallette, scena davvero potente a livello di movimento accompagnata da una musica perfettamente idonea) , donando al tutto un giusto senso di equilibrio e di angoscia.
Quello che stupisce in una trama dopotutto abbastanza banale nella sua concezione di base, è il lavoro che viene fatto per dare sempre il senso del pericolo come se ogni passo fatto potrebbe essere l’ultimo, con una progressione a piccoli passi che la salita sulla scala ( la scena migliore del film a mio parere, con quel vento e quei rumori che disorientano il pericolo uniti a una inquadratura azzeccata provocando la stasi della sicurezza ) sostiene e dimostra.
Molto bella iconograficamente la foresta dell’inizio con quel fiume rosso che la attraversa, come altrettanto belli sono dei flash-back del passato con quei colori flou e tutti virati al chiaro, in un lavoro fotografico degno di nota soprattutto nelle sue sezioni agresti.
Stephen Hopkins ( "Under Suspicion" e " Lost in space " ) dirige con mano ferma e ponderata, mentre va una menzione di bravura alla bimba di "La fabbrica della cioccolato"e di "Un ponte per Therabithia", Anna Sophia Robb,( che qui conferma delle poliedriche capacità di base alternando la recitazione in maniera parallela di generi facendo ben sperare per il suo futuro di attrice), mentre Stephen Rea fa la parte del prete stile esorcista che fortunatamente appare pochissimo ( un personaggio simile ormai è consunto e ben pochi o nessuno sono Max Von Sydom ) e solo in veste di necessario oracolo più ad uso degli spettatori che per il film, mentre Idris Elba è il compagno nero possente e rassicurante che ha non ha mai perso la fede in Dio pur cercando la verità scientifica.
In definitiva un prodotto ben confezionato, privo delle solite superficiali banalità situazionali tipiche di questi film, ma penalizzato purtroppo da una trama che non passerà certo agli annali per punte di originalità.
Si vede, si gusta e si esce senza amaro in bocca, anche se ben pochi saranno frementi nell’attesa di aspettare l’edizione in dvd per riscoprirlo limitando la propria valenza ai 110 minuti della proiezione. Di questi tempi e per questi prodotti, visti anche i recenti sconquassi eseguiti con l’Omen del nuovo millenio, non è poco.
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QUENTIN TARANTINO PROJECT |
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Frankiefan

 Reg.: 11 Mar 2004 Messaggi: 364 Da: Savona (SV)
| Inviato: 12-04-2007 22:17 |
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Finalmente dopo un anno ieri sera è ricominciata la consuetudine che mi portava ogni mercoledì o quasi a vedere un horror in compagnia del mitico Ale, fido compare esperto di cultura cinematografica orrorifica, soprattutto se misconosciuta o italiana.
Ieri è toccato a I Segni del Male (The Reaping) pellicola di cui ho sentito parlare malissimo e che invece, a parer mio, non era peggiore di tante altre. Certo, la trama è banalotta e debitrice di mille altri film di genere: in una cittadina della Louisiana chiamata Haven, nientemeno, accadono strani fenomeni identici alle sette piaghe che colpirono l'Egitto. La probabile causa di tutto ciò è una dodicenne, e per evitare che la piccola venga linciata dai cittadini inferociti viene chiamata una studiosa (Hilary Swank) esperta a smascherare quelli che la gente comune considera miracoli. Peccato che la donna, di fronte all'evidenza, dovrà ricredersi...
La pellicola è veramente ben curata, arricchita dalla presenza di ottimi interpreti. La bambina in particolare è molto inquietante, carismatica ed espressiva. Come atmosfere horror, la parte migliore è quella iniziale e centrale, tutta imperniata sul dispiegarsi delle piaghe più "sottili" e sulle visioni della protagonista, che lascia lo spettatore incerto su cosa aspettarsi davvero, e su quale sia la verità. Il finale, pur se molto interessante dal punto di vista narrativo e pregno di colpi di scena <tranne uno un pò telefonato> è rovinato dagli effetti speciali che, seppur egregi, tolgono al film quella patina "grezza" che ogni horror dovrebbe avere. In pratica si percepisce un gran dispiego di mezzi e molta, molta freddezza, in un'operazione prettamente commerciale, che ha un pò il sapore di Film Evento, anche a causa del gran battage pubblicitario. Le sette piaghe vengono rese splendidamente, il fiume di sangue è impressionante e anche il fuoco divino è da pelle d'oca. La pellicola gode inoltre di un'ottima fotografia.
Infinite le citazioni da film che presentavano più o meno le stesse tematiche: l'atmosfera generale del film ricorda molto Stigmate , sia per la carismatica interprete femminile che per la leggera inquietudine che pervade tutta la pellicola. Omen e L'Esorcista vengono richiamati alla mente dalla figura del prete che avverte la protagonista del guaio in cui sta per andarsi a cacciare; inoltre, è interessante notare come la maggior parte dei film a sfondo satanista cominci con un prologo ambientato in un paese sottosviluppato... Forse che la disperazione e la povertà richiamano il diavolo? Io credevo che Satana preferisse le città viziose... Altra fonte di citazione è lo splendido Rosmary's Baby.
Se dovessi dare un giudizio complessivo sul film in questione direi che la pellicola è sufficiente. Ben diretta e ben recitata, mantiene alta la tensione fino alla fine, quando la trama si dipana e rischia di cadere nel ridicolo involontario. Tuttavia gli effetti speciali eccelsi dimostrano almeno la cura con la quale il film è stato confezionato. Certo, non è un horror forte, e nemmeno innovativo, però fa trascorrere piacevolmente un paio d'ore. In pratica è come trovarsi di fronte un episodio allungato di XFiles o Supernatural: godibile ma non indimenticabile.
Curiosità: esilarante uno dei molti cartelli che si vedono fuori dalle chiese della bigottissima Heaven. "Our god is a good God... but don't push it". Ovvero: "Il nostro Dio è un Dio buono ma.. non mettetelo alla prova". Col senno di poi direi che il cartello non è stato affatto letto dai probi cittadini...
Già pubblicato qui
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