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Autore Red road
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 30-03-2007 10:43  
Red Road. La strada rossa. Immagine colletrice di sensazioni, di sogni, di fantasie. Il rosso del tramonto, il rosso del sangue, persino il rosso della terra battuta. Sono tanti i flash richiamati in un istante, le percezioni suscitate da un titolo del genere.
Nulla di tutto ciò. La strada identificata dal titolo è solamente una delle tante vie della più squallida delle periferie di Glagow. Eppure Red road inizia proprio da qui, dal titolo, un lungo gioco di spaesamento, di continuo mescolamento delle carte, provocando così in chi guarda un vago senso di disturbo, di disorientamento indotto. Operazione tanto più curiosa e interessante quanto più ci si accorge che a livello di script, di tessuto narrativo per come tradizionalmente lo si intende, il film è sostanzialmente piatto, monotono. Solo in un caso si sviluppa un’azione precisa, con delle precise conseguenze, e viene posta dopo un ora e mezzo di nulla apparente.
Un nulla costruito su sguardi, su sensazioni, che permeano epidermicamente la pellicola, rendendo l’apparente inconsistenza del film solamente un’impressione degna di approfondimento.
La trama è dunque, per quanto detto sinora, facilmente riassumibile: Jackie è un’operatrice di un centro di sorveglianza. Un giorno, per caso, sul monitor di una delle tante videocamere si stampa il volto di un uomo, con il quale aveva già avuto a che fare in passato e che mai si sarebbe aspettata di vedere. Inizia così un silenzioso inseguimento, a volte per strada, altre attraverso il filtro degli schermi.
Il lungometraggio di Andrea Arnold, già insignita di un Oscar per il cortometraggio ‘Wasp’, apre ad una molteplicità di temi: l’elaborazione del lutto, le relazioni sociali e lo sviluppo della tecnica, la sicurezza e la privacy. Il tutto, come già osservato, lavorando per sottrazione, costruendo un climax di tensione che poggia sulle solide ma invisibili basi del fluire di una narrazione scarna, al servizio dei personaggi e non viceversa.
Il tutto sotto la benedizione della Zentropa di Lars von Trier, che ha fatto del film il primo tassello di un più ampio, curioso, progetto. Saranno infatti tre i film girati in Scozia da tre registi diversi (il primo dei quali è stato appunto la Arnold), usufruendo dello stesso cast e degli stessi personaggi.
Red road punta l’attenzione su Jackie, donna sofferente e introversa, interpretata da una spigolosa Kate Dickie, trascurando quasi del tutto i personaggi secondari. Il film così, pur in una certa acutezza e precisione, rischia a tratti di essere ridondante, perso nel labirinto semplice delle azioni della protagonista. Probabilmente in fase di montaggio si sarebbe potuto osare un po’ di più.
Red road, che si fregia del Gran premio della Giuria di Cannes, si configura così come un film ostico, duro e affilato, non immediatamente assimilabile anche se non criptico, tutt’altro che ermetico.
Una pellicola per palati fini.

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ines49

Reg.: 15 Mag 2004
Messaggi: 376
Da: PADOVA (PD)
Inviato: 23-05-2009 01:01  

Red road, che si fregia del Gran premio della Giuria di Cannes, si configura così come un film ostico, duro e affilato, non immediatamente assimilabile anche se non criptico, tutt’altro che ermetico.
Una pellicola per palati fini.


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Certamente un film duro, crudo, doloroso da stringere il cuore. Non so se ho un palato fine ma l'ho trovato molto bello, intenso e con un finale liberatorio

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