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Autore Intrigo a Berlino
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 28-02-2007 21:26  
Un giocattolo. Di quelli belli alla vista e al tatto, dal sapore antico. Un giocattolo in legno, finemente cesellato, da vetrina più che da uso quotidiano.
Questo è Intrigo a Berlino, (The Good German), nuova fatica di Steven Soderbergh, che rispettando il suo consueto operare si diverte a mettere in scena un perfettamente orchestrato esercizio di stile tecnico/artistico.
Gorge Clooney si muove in un bianco e nero nitido, in cui tutto, per stessa ammissione del regista, è stato girato con i mezzi tecnici degli anni ’40: “Nulla di quel che è stato fatto non si sarebbe potuto fare all’epoca”. Risalta dunque il contrasto percettivo nell’accostare divi della Hollywood odierna (oltre allo stesso Clooney, la bellezza eterea di Cate Blanchett e lo sparagnino Tobey Maguire) a una fattura realizzativa che è in tutto simile a quella delle pellicole di cinquanta anni fa.
Si parte così con dei titoli di testa accademici e con musica ridondante, seguendo poi un bianco e nero d’antan che mescola sapientemente filmati d’epoca, cinegiornali e ricostruzioni scenografiche.
Il tutto fotografato magistralmente, e ancor più magistralmente diretto; campi e controcampi, gli spazi scenici, i singoli dolly misurati al millimetro. Tutto denota una cura amorevole e una passione smisurata per il proprio lavoro.
Soderbergh passa con sobrietà dal citare Citizen Kane a Il terzo uomo, arrivando a ricostruire sfacciatamente il finale di Casablanca, scegliendo le stesse pose plastiche degli attori e ricostruendo una scenografia del tutto simile.
E’ seguendo queste coordinate che ci si orienta in quella che è una spy story dal sapore classico, ma dall’intreccio assolutamente moderno. L’avvilupparsi di trame e sottotrame, il rincorrersi di spiegazioni che si rivelano errate o parziali, sono proprio l’incongruenza maggiore del film rispetto le orme che si cerca di percorrere. L’intreccio, per risultare avvincente, deve seguire una serie elevata di svolte e snodi narrativi, ai quali la cinematografia alla quale il regista si richiama sopperiva con la creazione di un climax ad alta tensione attraverso l’abile incrocio di poche sequenze e qualche movimento di macchina.
Azzardiamo che, proposto ad un pubblico da cineclub del secondo dopoguerra, sarebbe risultato, se non incomprensibile, per lo meno molto indigesto.
Siamo infatti di fronte ad una spy-story che sfrutta il periodo immediatamente successivo alla firma della resa della Germania nazista per giocare, intorno a Postdam, con i contrasti tra americani, russi, e battitori liberi, in un clima in cui l’afflato di liberazione si vede compresso da una minacciosa cappa di tensione tra i due blocchi. Sceneggiatura ben congegnata, che perde però di smalto afflosciandosi nell’ultimo quarto d’ora, e che muore quasi con rassegnazione su una citazione (quella, già citata, di Casablanca) che appare molto fine a sé stessa.
Il film tenta di includere tutte le problematiche emerse dalla guerra: la colpa collettiva, il complesso del sopravvissuto, la contrapposizione tra diritto statale e diritto positivo, la velata critica della “storia fatta dai vincitori”. Proprio la compresenza di tutte le tematiche che un intero popolo non ha ancora oggi finito di somatizzare, concentrate in meno di due ore di film, riducono la profondità dell’intera pellicola, restituendo ancora una volta quella sensazione di divertissement di classe che da questa traspare.
Il solito Soderbergh, dunque, particolarmente ispirato ma che non riesce a scrollarsi di dosso l’impressione che più che altro con il cinema giochi, e che dunque giochi con il proprio pubblico.

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 04-03-2007 09:52  
Intrigo a Berlino
The Good German---- ...alla fine della Seconda Guerra Mondiale le potenze mondiali si radunano per decidere il destino della Germania Nazista sconfitta. Ma oltre che decidere la divisione di beni e territori c'è molto altro che rimane nascosto e di cui non si parla. Una affascinante Dark Lady sembra tenere le fila di tutto per scopi oscuri...dopo i primi omicidi che sembrano a scopo di lucro si capisce che ...

Osservazioni : Solo un regista disaffrancato da ogni problema di riscontro al botteghino e tanta capacità creativa come l'intelligente Steven Soderbergh, coadiuvato da un regista/attore che non ha per nulla timore di mettersi in gioco come Clooney, poteva proporre questa bellissima pellicola nostalgia, autentico omaggio sentito e pensato verso “Casablanca”(sin dal manifesto, provate a confrontarli), cinema che sembra fuori dal tempo. Immergendosi nella visione di questa pellicola sembra di essere in un film fatto in quegli anni e non in un film con lo stile tipico dell'epoca. Un grande bianco e nero esalta infatti atmosfere, musiche, inquadrature e addirittura stilemi dei gialli-noir anni 40-50 (incredibili le inquadrature con lo schermo che scorre sul fondo con inquadratura dentro l'autovettura ferma in studio tipiche del tempo andato)con venature di spy-story di cui il capolavoro sopracitato è stato e sarà per sempre l'emblema incontrastato.
La storia tra l'altro, contrariamente ad altri lavori di Soderbergh che possono risultare criptici od ostici al grande pubblico(inutile ricordare lo sperimentalistico”Full frontal”), scorre via benissimo,e
se è vero che il lavoro si concentra soprattutto sul visivo, non c'è nulla che possa impedire una fruizione appassionante, intrigante e di grande effetto con alcune cognizioni espresse di grande pregio della situazione post bellica.
Tra l'altro anche il non esperto o che non ha mai visto”Casablanca” non addita ad ingenue o superate certe scene ma ne riconosce lo spirito omaggiante, riconoscendo lo sforzo tutt'altro che facile di riproporre con qualità.
Nel reparto attori, oltre a un convincente Clooney,(che sappiamo benissimo interpretare solo parti in cui crede veramente), abbiamo un Toby”Spiderman”Mc Guire che abbandona i panni del bravo ragazzo per interpretare un violento e avido sfruttatore,(stupendo il dialogo tra lui e il diversamente abile iniziale), prova convincente che quando a dirigere c'è un indipendente(forse l'indipendente per antonomasia di oggi oltre a Lynch)anche gli attori si liberano di alcune pastoie sia iconografiche che recitative, come del resto la stupenda Blanchett(orrendamente doppiata,anno veramente nero per i doppiaggi questo...)disegna lucidamente un ritratto di Dark Lady affascinante, tenebroso e di grande rimando alle sue illustrissime colleghe del passato(oltre che la gentile figura di Ingrid Bergman del titolo rimando, la splendida Marlene Dietrich).
Grande lavoro in tutti i settori, di composizione e recitazione, per un film fuori dal tempo che di prepotenza vuole farci capire che le basi di quanto ora vediamo non perdono assolutamente di impatto riproposte con questa intensità, invogliandoci a noleggiare vecchi classici oppure ad abituare il nostro occhio moderno alle cognizioni fondanti.
Un pasto prelibato per i cinefili, ma un buonissimo film anche per lo spettatore occasionale che uscirà dalla sala soddisfatto da questa pellicola, intensa, coinvolgente che offre anche degli spunti su quanto in fondo gli orrori della guerra non erano volontà solo dei cattivi.
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Janet13
ex "vinegar"


Reg.: 23 Ott 2005
Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 06-03-2007 15:48  
E' vero, le immagini sono bellissime, la tecnica stile anni '40 è magistrale, ma il film in sè non mi ha convinto.

George Clooney e Cate Blanchett li ho trovati ottimi, soprattutto lei, che realmente appare come una intrigante dell'epoca, mentre Tobey McGuire non riesco a vederlo lontano dal personaggio di Spiderman.

Cio' che mi ha fatto storcere il naso è l'incongruenza del linguaggio. Troppo moderno, violento e volgare. Che io non sia un'esperta non è un mistero, ma delle pellicole dell'epoca che ho visto da nessuna parte ho sentito una violenza non solo delle parole ma anche delle espressioni e dalla gestualità.
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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 06-03-2007 16:56  
è(ra) il codice Heyes bellezza
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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 06-03-2007 19:06  
vedi questo film e vedi l'uomo che non c'era,e capisci subito perchè i cohen sono geniali e soderbergh un povero ragazzo con forte complesso di inferiorità.daltronde già col bianco e nero aveva regalato un film inutile come incubi e misteri(o delitti?boh,comunque quello su kafka).
ciao!

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Janet13
ex "vinegar"


Reg.: 23 Ott 2005
Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 07-03-2007 20:13  
quote:
In data 2007-03-06 16:56, Petrus scrive:
è(ra) il codice Heyes bellezza




Data la mia enorme ignoranza ho dovuto cercare un po' in giro e ora so di che si tratta.
Si, è il codice Heyes, ma per essere comuque fedele a quegli schemi, Soderbergh arebbe dovuto attenersi anche al linguaggio censurato. Comunque badlands è da quotare:

quote:
In data 2007-03-06 19:06, badlands scrive:
vedi questo film e vedi l'uomo che non c'era,e capisci subito perchè i cohen sono geniali e soderbergh un povero ragazzo con forte complesso di inferiorità.
ciao!



e ad esempio la scena esilarante con la Johansson nella macchina, per quanto possa avere un richiamo al sesso non la si avverte così pesante e forzata come quelle di Intrigo a Berlino.
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Silvyy87

Reg.: 14 Mag 2005
Messaggi: 1941
Da: ehm (es)
Inviato: 08-03-2007 14:01  
Buon film in bianco e nero da vedere in lingue originale, la voce di Cate Blanchett è veramente fantastica e Clooney è fascinoso e bravo come al solito, per non parlare di Tobey che si distacca dal bravo ragazzo dalla faccia pulita, per calarsi nei panni di un sociopatico bastardissimo Lo consiglio
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Infinita letizia della mente immacolata

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