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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > L'ultimo re di Scozia di Kevin McDonald   
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Autore L'ultimo re di Scozia di Kevin McDonald
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 15-02-2007 15:25  
Riporto qui quanto già scritto per Filmup:

Basato sull’omonimo romanzo di Giles Foden, “L’ultimo re di Scozia” parte dal 1971, anno di ascesa al potere di Idi Amin, per raccontare la storia di un giovane medico scozzese, Nicholas Garrigan che partito inizialmente per l’Uganda con l’intento di aiutare la povera popolazione locale, si ritrova ad essere dottore e consigliere personale del terribile dittatore africano.



Nicholas e Amin. Due uomini attratti dal potere che ai nobili propositi non riescono, o non vogliono dare seguito. Il film si basa continuamente sul confronto tra questi due personaggi(lo scozzese del titolo infatti non è Nicholas, bensì Amin) sia in quanto persone che come emblemi di ciò che rappresentano.

Il nostro punto di vista è quello di Nicholas, l’occidentale che si reca in Africa “perché vuole aiutare”. La sua superficialità è smaccata, chiara fin dall’inizio (non sa chi sia Obote, non consoce la situazione interna del paese in cui si è recato). Risulta una persona ingenua, che non si muove con cattiveria, ma che sostanzialmente non vede i problemi che lo circondano finché non vi si trova coinvolto in prima persona (ed infatti la “ribellione” scatterà nel momento in cui gli si toccherà un caro affetto, non prima). E’ l’imperialismo coloniale occidentale: tanto cieco alle esigenze dei popoli africani finché possono dargli profitti, tanto contraddittorio e severo nel momento in cui si rende conto che il rapporto creatosi non va d’accordo con la propria, “famosa” vocazione liberale. Ci si sporca le mani di sangue (Nicholas nel container), ma si fa finta di nulla finché conviene.

In Amin la contraddittorietà è più celata. E’ un uomo carismatico, che affascina chiunque gli si trovi accanto. Amin è colore, è ballo, è festa (così ci viene presentato all’inizio), ma è anche quello che tiene i mitra vicino a sé mentre la gente ne acclama il nome. Amin è l’Africa, è la bellezza e al contempo la ferocia di una terra che non è la nostra. Misterioso, non si sa mai come possa reagire ad un qualsiasi evento. Un’ambiguità resa alla perfezione dall’interpretazione di un grandioso Forest Whitaker e alle scelte del regista Kevin McDonald, che nel descriverlo indugia molto sui primi piani (quello sugli occhi ad inizio film, riassume tutto il personaggio), enfatizza sudore e tic nervosi, e quando sta in scenda da solo, a differenza di quanto accade per il medico scozzese, lo riprende camera a mano (dando instabilità all’immagine).

Finché Nicholas è vittima del suo appeal gli orrori non sono mai mostrati direttamente, ma solo evocati (o dai telegiornali o dai racconti delle spie inglesi), così come la leggenda che lo vuol cannibale: in ben due occasioni gli si fa parlare di cibo (come metafora per la sua semplicità all’inizio, e alla festa del suo insediamento), lasciando intuire che ci sia qualcosa da dire, ma senza approfondire.

Un lavoro che incede quindi per sottrazione, non dicendo mai ciò che uno spettatore con un minimo di memoria storica già dovrebbe sapere, ma mettendo in luce lo sfondo che permise ad un personaggio del genere di restare al governo fino al 1980 (e quello che seguì, sempre di Obote fino al 1986, fu analogo per ferocia).

Un film bello, scritto bene e ancor meglio girato da quel Kevin McDonald, già autore dello splendido La morte sospesa. Esterni completamente girati in Scozia e Uganda (che danno anche circolarità al racconto: si inizia con un lago scozzese, si finisce con un’inquadratura analoga di un lago ugandese)E così dopo i recenti Hotel Rwanda e Blood Diamond, Hollywood dimostra di essere sempre più interessata alla storia africana. Speriamo che non sia una coincidenza.

Qui ho inserito anche un video sul vero Amin.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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AtIpIcA

Reg.: 04 Gen 2007
Messaggi: 4177
Da: Milano (MI)
Inviato: 15-02-2007 18:51  
questo film mi ha toccata profondamente.. anzi.. impressionata direi.. perchè questa rappresentazione del cattivo celato fino all'ultimo o meglio, della malvagità ofuscata nelle sue sfacettature + crudeli, non può che lasciare il segno.
Ho apprezzato soprattutto il punto di vista documentaristico che non lascia troppo spazio a storie ricamate sopra.
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You have feet in your shoes
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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 15-02-2007 22:40  
mcdonald aveva fatto un lavoro staordinario con "la morte sospesa" appena posso vado a vederlo
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"tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio

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igiul46

Reg.: 18 Giu 2005
Messaggi: 816
Da: rende (CS)
Inviato: 16-02-2007 00:20  
non vedo l'ora di andarlo a vedere... intanto ogni giorno non riesco che ho da fare... appena posso scrivo qualcosa...

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UN ANELLO PER DOMARLI TUTTI, UN ANELLO PER TROVARLI, UN ANELLO PER GHERMIRLI E NELL'OSCURITA INCATENARLI

IL SIGNORE DEGLI ANELLI

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 16-02-2007 08:29  
Se vi dicessero che c'è un piccolo stato centrafricano il cui leader assiste a delle parate militari in cui sfila un esercito in perfetta tenuta scozzese, ci credereste? Eppure è quello che successe nel corso degli anni '70 in Uganda, sotto la feroce dittatura del tiranno Idi Awo-Ongo Ongoo, conosciuto dal mondo con il suo nome da musulmano convertito, Idi Amin, che tenne il suo giogo sul paese dal 1971 al 1978.
La passione viscerale per la Scozia, per i suoi costumi e le sue tradizioni (passione che lo spinse, per gioco, a proclamarsi ultimo vero re di Scozia, da cui il titolo) fu solo una delle tante stranezze di Amin, personaggio tutt'oggi, a quattro anni dalla sua morte, controverso, amato ancora da una parte del suo popolo perché adottò una politica autarchica, di black pride, sganciandosi dalle influenze e dai protettorati occidentali, inglesi nella fattispecie, arrivando a espellere la popolazione di origine asiatica dal proprio paese, episodio narrato nel film.
Il documentarista di successo Kevin MacDonald, si cimenta con la controversa figura di Amin per il suo primo lungometraggio di fiction, sfruttando l'abilità del candidato all'Oscar Forest Whitaker come interprete, e il pretesto narrativo del medico, scozzese per l'appunto, Nicholas Garrigan, personaggio mai esistito ma sfruttato da MacDonald per farci avvicinare al suo reale oggetto di indagine sfruttando un punto di vista terzo.
Ma tutta la pellicola ruota indiscutibilmente attorno alla figura del Presidente ugandese. Il personaggio del medico è ben costruito per far acquistare di profondità il rapporto tra Amin e lo spettatore, e contemporaneamente sfumarne i contorni.
Emerge di primo acchito il carisma dell'uomo, la travolgente vitalità. E ancor quando le prime crepe iniziano a solcare profondamente la legittimità del suo governo e l'integrità della sua figura, il regista ci lascia gongolare tra piscine e ricevimenti, mediando la ferocia e la brutalità del regime attraverso racconti, notiziari, titoli di giornali letti di sfuggita.
Il precipitare nel vortice di depravazione e abbrutimento è in un crescendo geometrico di situazioni ed episodi, che si raccolgono in una specie di giaciglio orgiastico in cui Amin giace, guardando tronfio l'occidentalissimo Gola Profonda, per poi sfogare tutto il proprio potenziale disturbante, covato sotto la pesante coltre della confezione pastello del film per quasi due ore, nella scena finale della tortura.
Fondamentale per la riuscita della pellicola, oltre la misurata e impeccabile interpretazione di Whitaker, appoggiato da una brava spalla com'è James McAvoy, è la presenza di Anthony Dod Mantle, fotografo di fiducia di Boyle e von Trier, il cui tocco è indispensabile nel dare densità e credibilità alle immagini. MacDonald, pur confezionando una buona opera, rivela tutti i limiti del caso, subendo la storia invece che guidarla, e dando un impianto registico al film tutto sommato trascurabile.
Nonostante questo limite evidente, il film funziona per la gestione accurata e puntuale di tutte le variabili in gioco, indicando che i margini di miglioramento del regista sono ampissimi.

già pubblicata qui
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 16-02-2007 19:44  
è il film che aspetto di più assieme a iwo jima,non foss'altro perchè la morte sospesa era un capolavoro sconosciuto da noi e withaker un attore eccellente forse troppo limitato dal suo fisico.
ciao!

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Nublar

Reg.: 01 Feb 2007
Messaggi: 304
Da: Piacenza (PC)
Inviato: 17-02-2007 17:03  

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SE, SE LA VERITà è CHE LA GENTE è APATICA. A NESSUNO FREGA NIENTE DI NIENTE.
<<FANCULO AI PREGIUDIZI, ALL'IGNORANZA DIFFUSA, FANCULO ALLA FALSITà E AL PERBENISMO>>

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 17-02-2007 17:43  
King Kong e il Medico



Il film inizia con un'Africa 'musical', accogliente, tutta colori, allegrezze, sesso e danze. Poi, passando attraverso i registri della commedia, del melo, dell'action movie e del dramma, tra finzione e realtà - in una mescola abbastanza omogenea, a tratti omogeneizzata - degrada verso la più oscura e 'greca' - biblica - delle tragedie. Formidabile, come sempre, Forest Whitaker, anche se a tratti ricorda Eddie Murphy. E ciò potrebbe anche starci, tanto più che il limite di certe gigionerie 'timbriche' di troppo del dittatore, riteniamo siano da attribuire anche al doppiaggio, dove quelle più propriamente espressive ed interpretative dipendono dal copione.

Il regista del memorabile (questo film lo è meno) La Morte sospesa , gira con sorprendente destrezza, spesso con effetto docufiction, con una camera a spalla penetrante e plastica, scarnificante, di passaggio, come in una ripresa documentaristica “sporca” e pertanto maggiormente efficace nel cogliere l’essenza e tralasciare i fronzoli. Quella dell’ospedale della “beneficenza” impiantato in Uganda non sembra dopotutto, sulle prime, così terribile come le realtà quotidianamente mostrate dai servizi televisivi, dai vari, inflazionati, dunque oramai inoffensivi, reportage giornalistici e/o fotografici; no, lo spettatore ne ricava un’impressione di quasi normalità, visto che tale realtà è 'dopotutto' riferita a un contesto esotico..; si chiede se siano in fondo vere le brutture sulle quali si fa tanto clamore. Fino a quando, dopo aver familiarizzato (si fa per dire) con il territorio, non si rende conto che dietro l’apparente normalità, appena turbata da una fatale, se non anche dovuta (diamine! resta pur sempre, l’Africa, una terra di conquiste…) 'inferiorità' antropologica, sociopolitica ed economica, si celano i più atroci orrori. Il “transfert” è con il giovane medico protagonista - un tutto sommato slavato James McAvoy, ma forse proprio per questo bene in parte - che vive in prima persona tale processo conoscitivo/distruttivo, forse identificativo: la “bestia” è in tutti noi, bianchi e neri, gialli e rossi, ciascuno fa la sua parte, anche chiudendo egoisticamente gli occhi di fronte all'aguzzino.

Kevin McDonald controlla con sicuro mestiere i differenti piani e tempi narrativi; la sua non è di sicuro un'Africa da cartolina. Non di quelle che si vorrebbero mandare ad amici e parenti. L’iniziale “comicità”, l’ironia e il sorriso, sono sempre a denti stretti; è un riso semicrudo che scrocchia fastidiosamente in bocca durante il masticamento. E cosi, quando lo spettatore dovrà ingoiare bocconi ben più amari e ripugnanti, al limite del trash, quantunque mostrati in rapidissime inquadrature, la digestione risulterà al fine assai lenta e faticosa.

Il film è dunque imperniato sulla controversa e irrisolta (irrisolvibile?) 'questione africana”, in un Pianeta in cui, quanto più sembrano annullarsi le distanze e i confini tra i vari Continenti e Stati, con le accellerazioni aeronautiche, il telefono, le osmosi culturali (oggi abbiamo anche l’Internet, potente mezzo della comunicazione di massa che ci permette di raggiungere virtualmente i più sperduti angoli della Terra), tanto più, all’inverso, si estranea e chiude da/in se stesso. L’Uganda del sanguinario dittatore Idi Amin è degli anni ’70, la stessa di oggi, dopo oltre trent’anni. Poco è cambiato. L'orrore cambia volto e tale resta. In Africa come nell'America del sud e in certe realtà mediorientali.

Una curiosità, una vera finezza, forse una metafora, o solo un divertissement citazionista, in ogni caso un bel colpo da maestro, è la breve sequenza in cui il faccione di Amin/Whitaker entra improvvisamente in campo, inquadrato in primissimo piano accanto ad un plastico di un moderno palazzo, tanto da ricordare, in tale effetto ottico che altera le prospettive, un King Kong che si aggira minaccioso nella città ove è stato coattamente trasferito. Peccato, però, che quella sorta di scimmione - plasmato, incattivito (anche) dalla violenza che viene da dentro, o più verosimilmente da fuori, o in un coktail di 'dentro e fuori' - finisca, ancora una volta, per far danni (solo) in casa propria...

pubblicato qui


[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 19-02-2007 alle 12:16 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 17-02-2007 20:28  
quote:
In data 2007-02-16 19:44, badlands scrive:
è il film che aspetto di più assieme a iwo jima,non foss'altro perchè la morte sospesa era un capolavoro sconosciuto da noi e withaker un attore eccellente forse troppo limitato dal suo fisico.
ciao!



Veramente la Morte sospesa fu distibuito in Italia, non come i film di Eastwood, ma circolò nelle sale, Attualmente è rintracciabilissimo in DVD, noleggiabile perfino da Blockbuser. Consigliatissima la visione.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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willis

Reg.: 13 Dic 2006
Messaggi: 119
Da: catania (CT)
Inviato: 19-02-2007 12:43  
L'ho visto ieri ed è un bellissimo film di grande spessore e avvincente allo stesso tempo che ti tiene incollato allo schermo fino all'ultimo. Grandissima l'interpretazione di forest witheker nei panni del crudele presidente dell'uganda.Non me lo aspettavo così bello andatelo a vedere...Meraviglioso.

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 19-02-2007 19:30  
quote:
In data 2007-02-17 20:28, AlZayd scrive:
quote:
In data 2007-02-16 19:44, badlands scrive:
è il film che aspetto di più assieme a iwo jima,non foss'altro perchè la morte sospesa era un capolavoro sconosciuto da noi e withaker un attore eccellente forse troppo limitato dal suo fisico.
ciao!



Veramente la Morte sospesa fu distibuito in Italia, non come i film di Eastwood, ma circolò nelle sale, Attualmente è rintracciabilissimo in DVD, noleggiabile perfino da Blockbuser. Consigliatissima la visione.




certo che si,come lo è ghost world.ma ahime,per entrambi,intendevo dire che non è certo un film che è circolato molto e che ha avuto il giusto spazio sui giornali,per quel che contano
ciao!

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 20-02-2007 02:23  
quote:
In data 2007-02-19 19:30, badlands scrive:
quote:
In data 2007-02-17 20:28, AlZayd scrive:
quote:
In data 2007-02-16 19:44, badlands scrive:
è il film che aspetto di più assieme a iwo jima,non foss'altro perchè la morte sospesa era un capolavoro sconosciuto da noi e withaker un attore eccellente forse troppo limitato dal suo fisico.
ciao!



Veramente la Morte sospesa fu distibuito in Italia, non come i film di Eastwood, ma circolò nelle sale, Attualmente è rintracciabilissimo in DVD, noleggiabile perfino da Blockbuser. Consigliatissima la visione.




certo che si,come lo è ghost world.ma ahime,per entrambi,intendevo dire che non è certo un film che è circolato molto e che ha avuto il giusto spazio sui giornali,per quel che contano
ciao!



Ed è vero. Ma si sa che l'"informazione" scodazza dietro a ciò che "conta".
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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ines49

Reg.: 15 Mag 2004
Messaggi: 376
Da: PADOVA (PD)
Inviato: 20-02-2007 23:17  
Personalmente la Morte sospesa mi ha impressionato molto meno di questo ultimo film di Mc Donald. Certo che la storia raccontanta, l'Africa, la suspence, il ritmo, i perssnaggi, hanno esercitato su di me un fascino maggiore rispetto alla pur indubbia bellezza della montagna e la dimostrazione del coraggio dell'uomo. E poi... come non ammirare la bravura di Forest Whitaker
Casualmente di questo film ne avevo sentito raccontare la storia (senza ovviamente rivelare il finale) per radio e mi aveva incuriosito. Aspettative ampiamente soddisfatte!

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 21-02-2007 00:03  
Sono due film molto diversi, anche se dello stesso regista. Io trovo di molto superiore La morte sospesa; quel film ha un sottile fascino, un mistero, una tagliente poesia e ti fa stare davvero sulle spine, in sospensione, di fronte al mistero rappresentato dalla natura selvaggia. E' musica da camera, raffinata, sotterranea, nel substrato terribile, come le dolenti arcate del quartetto per archi La Morte e la fanciulla di Schubert che sembrano scaturire dalla profondità delle viscere.
Il re di Scozia ha il mio parere positivo, ma è, come dire.., più sinfonico, a tratti "bandistico". E non lo dico in senso dispregiativo. Poi, come sempre, è una questione di preferenze.
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 21-02-2007 00:06  
quote:
In data 2007-02-20 23:17, ines49 scrive:
Certo che la storia raccontanta, l'Africa, la suspence, il ritmo, i perssnaggi, hanno esercitato su di me un fascino maggiore rispetto alla pur indubbia bellezza della montagna e la dimostrazione del coraggio dell'uomo.



E' molto di più di una dimostrazione di coraggio. Siamo nei territori della metafisica.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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