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L'ENFANT dei fratelli Dardenne |
Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 18-12-2006 17:24 |
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L’ENFANT dei fratelli Dardenne (ladri di baguette)
Squadra vincente non si cambia. Ancora periferia belga, ancora storia di emarginati, di reietti, di dislocati, peripatetici. Ancora neo neorealismo o neo naturalismo post industriale. Fate voi. Dopo Rosetta del 1999, nuovo bis a Cannes per i fratelloni belgi nel 2005, con questa storia di due bambini in un mondo mai cresciuto, con un bambino fagotto da allevare, con un bambino da salvare dalle acque. E un pianto catartico che apre e chiude il film. Qualcuno cita l’Argent di Bresson, a me viene subito in mente Accattone e Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini. Qualcuno si offende se i due fratelloni non citano Zavattini e De Sica ma lo sguardo di Jean Pierre e Luc è meno spirituale ed ecumenico, più feroce in una rappresentazione che sfiora il documentario politico, l’indagine sociale, il vero e proprio cinema militante. Cinema che astenendosi da ogni tipo di giudizio o tribunale della Sacra Inquisizione, indirettamente rappresenta una accusa spietata verso una società che tende a divorare i più deboli, intrappolandoli in una sopravvivenza possibile solo se si scende a compromessi. Cinema in cui il significato etico segue fedelmente la rappresentazione estetica, come la macchina da presa che sembra strisciare sulla pelle dei protagonisti, registrandone ogni piccolo sussulto, ogni piccola varaiazione del respiro, ogni piccola attesa. Bruno è un padre-bambino, incapace di prendersi delle responsabilità, che vive alla giornata, racimolando Euro tra furtarelli e ricettazione. La sua vita è scandita dal trillo del telefonino, che gli segnala un affare o un pollo da spennare. Quando si trova in bolletta inseguito da veri malviventi e dodicenni ricattatori, non trova di meglio da fare che vendere il proprio neonato Jimmy. Il gesto varca il limite della decenza ma scatena tutta una serie di azioni consequenziali che portano il bambino Bruno alla meditazione sulla responsabilità delle proprie azioni. La compagna Sonia (con la quale lo vediamo inseguirsi e farsi i dispetti come bambinetti nel parco giochi) lo ripudia, lui per recuperare il bambino è costretto a perdere soldi e telefonino e si imbarca in un furto dall’esito scontato. La scena della fuga in motorino dei due bambini (quello cresciuto e quello vero) è tra le pagine più belle di tutta la filmografia dei Dardenne e la sua conclusione nell’acqua gelida ha il valore di una presa di coscienza tardiva ma che lascia un piccolo barlume di speranza. Il dodicenne con le gambe paralizzate dal freddo chiede a Bruno di non essere lasciato solo. Bruno capisce il suo ruolo di padre, salvando la vita di quel ragazzino e assumendosi le responsabilità del Grande Capo. Beve il suo calice con dignità e forse spingerà quella carrozzina senza rabbia e frustrazione, consapevole di dovere occupare uno spazio sino ad allora vacante. Minimalismo espositivo ma densità tematica (e morale) da fare venire i brividi. Fa più male questo film che mille girotondini di protesta in Piazza del Popolo o cento barricate sulla Senna. Piccolo esempio di come il Cinema non solo possa rappresentare la vita, ma, per qualche istante, possa anche regalarci l’illusione di poterla cambiare.
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TomThom
 Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 26-07-2007 10:14 |
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Una delle Palme D'Oro più oscene degli ultimi anni a Cannes...
Storia da soap delle 13:45 post tg5, condita con qualche cielo grigio e tanta disperazione, che fa tanto film d'essai, interpreti da oratorio Don Bosco e una regia piatta e monocorde. Buono giusto per qualche ragazza in crisi di coscienza post aborto con seri problemi di socializzazione (la sceneggiatura sembra stata scritta da un mentecatto).
Occasione sprecata visto il tema sociale molto profondo che viene toccato.
Profondamente irritante e dimenticabile.
_________________
" ...Non sono bruciate le foglie,
non si sono spezzati i rami...
Il giorno è terso come cristallo.
Eppur questo non basta. "
[ Questo messaggio è stato modificato da: TomThom il 26-07-2007 alle 10:15 ] |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 26-07-2007 14:07 |
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quote: In data 2007-07-26 10:14, TomThom scrive:
Una delle Palme D'Oro più oscene degli ultimi anni a Cannes...
Storia da soap delle 13:45 post tg5, condita con qualche cielo grigio e tanta disperazione, che fa tanto film d'essai, interpreti da oratorio Don Bosco e una regia piatta e monocorde. Buono giusto per qualche ragazza in crisi di coscienza post aborto con seri problemi di socializzazione (la sceneggiatura sembra stata scritta da un mentecatto).
Occasione sprecata visto il tema sociale molto profondo che viene toccato.
Profondamente irritante e dimenticabile.
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" ...Non sono bruciate le foglie,
non si sono spezzati i rami...
Il giorno è terso come cristallo.
Eppur questo non basta. "
[ Questo messaggio è stato modificato da: TomThom il 26-07-2007 alle 10:15 ]
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Uno dei post più osceni degli ultimi anni. |
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TomThom
 Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 26-07-2007 14:15 |
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Punti di vista, Schizo. La tua è una bella recensione-critica, ma non concordo su quasi nulla di quello che hai scritto, perlomeno per quello che concerne il nucleo emozionale del film.
Non dimentico che uscii dal cinema semi-disgustato.
Quindi le mie impressioni sono date dal ricordo parecchio fastidioso che mi è rimasto.
I Dardenne hanno fatto molto meglio con Il Figlio e Rosetta, ad esempio.
Ma ovviamente è solo un'opinione personale.
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 26-07-2007 15:05 |
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Forse non è il tuo genere di film.
Capisco i punti di vista differenti, ma le critiche che muovi sono dettate dal sarcasmo e sembrano solo provocatorie.
Insomma citare la soap post TG5, Don Bosco e ridurre il film a parabola abortista mi sembra un pò superficiale.
Per carità de gustibus..... |
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TomThom
 Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 26-07-2007 15:28 |
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Sì, sono stato più o meno provocatorio di proposito...di solito reagisco malamente alle delusioni. Mi aspettavo un film decisamente diverso...ma tant'è...
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quentin84
 Reg.: 20 Lug 2006 Messaggi: 3011 Da: agliana (PT)
| Inviato: 27-04-2008 16:17 |
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E' il primo film dei fratelli Dardenne che ho visto..mi è piaciuto molto, concordo con Schizobis.
Ho apprezzato lo stile secco, semidocumentaristico che i Dardenne hanno scelto per raccontare questa storia di "bambini che crescono un bambino", una storia che parla di emarginazione, di bisogno di denaro che porta anche a gesti sconsiderati, di miseria materiale e morale, di voglia di riscatto (l'amore in questo forse può aiutare) e necessità di crescere raccontata senza retorica e facili pietismi.
Solo per fare alcuni esempi, la sequenza della rabbia muta di Sonia, la fuga in motorino tra Bruno e il ragazzino e la sequenza finale sono meravigliose per sintesi narrativa ed intensità emotiva.
Spero di non fare paragoni azzardati, ma pur con tutte le differenze del caso questo film mi ha fatto tornare in mente Senza tetto nè legge di Agnes Varda che vidi qualche anno fa, per lo sguardo attento al mondo degli emarginati e lo stile essenziale.
[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 27-04-2008 alle 16:43 ] |
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Jourdain
 Reg.: 21 Set 2007 Messaggi: 179 Da: Vignate (MI)
| Inviato: 28-04-2008 18:37 |
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I volti dei due protagonisti, che sembrano due "non-attori quasi pasoliniani" e le immagini sballottate dalla strada, su uno scooter, che ricreano il degrado, presente anche negli edifici e nell'ambiente, di certe realtà periferiche, collocano questo film dei fratelli Dardenne sul confine tra fiction e documentario.
E' interessante come i registi svelino la personalità dei due protagonisti (ma anche di alcuni personaggi secondari)e smascherino in anticipo le loro intenzioni dal modo in cui si rivolgono al neonato, da come lo tengono in braccio, da come lo guardano o da come lo posano: il neonato fa emergere fisicamente le differenze d'animo e di personalità dei personaggi.
Infine una domanda suggerita dal film: chi è "l'enfant"? Il ragazzo-padre, il neonato o il mondo immaturo in cui devono vivere?
[ Questo messaggio è stato modificato da: Jourdain il 28-04-2008 alle 18:51 ] |
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