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MY OWN PRIVATE IDAHO |
Verme87
Reg.: 01 Set 2006 Messaggi: 2564 Da: catanzaro (CZ)
| Inviato: 13-11-2006 11:18 |
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Regia:
Gus Van sant
Cast:
River Phoenix--keanu Reeves--James Russo--William Richert--Rodney Harvey
Trama:
Mike Waters, un giovane quasi sempre in preda a convulsioni da astinenza a causa del continuo abuso di droga, cui ricorre anche perché malato di narcolessia, vaga lungo le strade di Portland, nell'Oregon, alla ricerca della madre che lo ha abbandonato da piccolo, di cui sono pieni i suoi sogni e le sue allucinazioni. Gli unici a soccorrerlo e a dimostrargli a modo loro una qualche solidarietà sono altri drogati e sbandati che Mike va incontrando nei suoi precari rifugi. Fra loro Scott Favor, un ragazzo proveniente da una famiglia-bene, il cui padre, sindaco della città, prima lo cerca affannosamente tramite la polizia, poi, al primo tentativo di rientro, non sa far altro che ricoprirlo di rimbrotti e ingiurie. Il ragazzo torna quindi alla strada e alla scuola di teppismo di cui la strada è l'habitat privilegiato, diventando amico di Mike che si innamora di lui. Ma quando, sulle tracce del vaghi ricordi di Mike, pervengono a un cascinale in degrado, nel quale l'ipotetica madre avrebbe ultimamente prestato servizio, vi incontrano l'avvenente Carmela. Scott se ne innamora e parte con lei senza una parola per Mike, che continua da solo il suo vagabondaggio, procurandosi di che sopravvivere e continuare a drogarsi mediante squallide prestazioni con omosessuali. Rientrato negli Stati Uniti, Scott trova che il padre è morto. Ritorna quindi nella casa paterna per reclamare la propria eredità, voltando le spalle agli amici della sua precedente avventura, per riadeguarsi, con Carmela, al mondo bene dal quale era fuggito per velleitaria protesta.
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Verme87
Reg.: 01 Set 2006 Messaggi: 2564 Da: catanzaro (CZ)
| Inviato: 13-11-2006 11:23 |
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che dire...una storia ricca di significati...che mostra quanto l'affetto di un genitore può essere decisivo nella vita di un figlio...i casi sono diversi...mike è stato abbandonato da piccolo...Scott si sente oppresso da suo parde, un uomo molto potente...!
Due ragazzi allo sbando che fanno di tutto per vivere...interpretati benissimo da River Phoenix e Keanu Reeves...!
Davvero un bel film..consiglio a tutti di guardarlo...!
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EricDraven
Reg.: 02 Lug 2005 Messaggi: 22547 Da: genova (GE)
| Inviato: 13-11-2006 14:09 |
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Che dire, la mia firma docet.
Questo è un progetto che Van Sant teneva nella sua mente da molto tempo: unire i testi dell'Enrico IV di Shakespeare alla vita di strada di ragazzi senza casa.
Il film migliore di River Phoenix (secondo posto "Stand by me")
Il film migliore di Keanu Reeves (al secondo posto ce ne sono tanti altri, come ad esempio "Point break" e i primi due "Matrix")
Il film migliore di Gus Van Sant (secondo posto Elephant)
Premi:
1995 : 100 I Film in Video Fondamentali [Sight and Sound]
1993 : 100 I Migliori Film Contemporanei [Guardian]
1991 : Miglior attore Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia River Phoenix
Una pietra miliare.
_________________ Da triste, apro il water
IO E LE DROGHE |
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Verme87
Reg.: 01 Set 2006 Messaggi: 2564 Da: catanzaro (CZ)
| Inviato: 13-11-2006 14:17 |
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sììììì è davvero un capolavoro...
P.S. non sono d'accordo su Keanu Reeves(cioè è molto più bravo in "avvocato del diavolo o Constantine) e su Gus Van Sant(preferisco Will Hunting al posto di elephant)
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siamo buoni a nulla ma capaci di tutto
[ Questo messaggio è stato modificato da: Verme87 il 13-11-2006 alle 14:22 ] |
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Schizobis
Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 01-08-2007 13:24 |
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BELLI E DANNATI (My Own Private Idaho) di Gus van Sant 1991
ON THE ROAD TO PERDITION
Gus van Sant è un regista liminale, sempre al margine, in perenne equilibrio tra le concessioni allo star system hollywoodiano e le sperimentazioni di certo cinema indipendente. Questa contraddizione è palesemente espressa nella sua opera cult My Own Private Idaho (che segue Mala Noche e il più fortunato Drugstore Cowboy), una rivisitazione della gioventù bruciata di Portland, ben rappresentata dai due marchettari, River Phoenix e Kenau Reeves, che vendono il loro corpo e allo stesso tempo sono rispettivamente alla ricerca di una figura materna e paterna. Certo se non ci fosse il precedente di John Ford, il film potrebbe anche essere intitolato The Searchers e in certi passaggi narrativi l’opera assomiglia più ad un western on the road piuttosto che a uno spaccato di neorealismo urbano. Da una parte il narcolettico, inquieto, autolesionista, dannato, romantico River Phoenix in una delle più incredibili performance d’attore che si siano viste sullo schermo (premiato a Venezia con la Coppa Volpi come miglior attore protagonista, chissà quale altre parti ci avrebbe potuto regalare questo moderno James Dean). Dall’altra il pragmatico, forte, determinato, spietato, cinico Kenau Reeves che dopo avere assaggiato le strade degli abissi infernali torna al suo Paradiso ereditato geneticamente. Il film funziona in questo progressivo divergere delle due strade: sembra proprio che uno su nutra delle debolezze dell’altro per farsi forza, che proprio la dichiarazione d’amore davanti al falò (una delle scene più intense del film che sembra preannunciare i Segreti di Brokeback Mountain) sia la scintilla che separa definitivamente i due ragazzi. Mentre River assume le sembianze dell’angelo perduto (alla Wong Kar Wai) e non fa altro che auto implodere nei suoi giganteschi vuoti affettivi, nelle sue fughe narcolettiche da una realtà insostenibile, Scott acquista sempre più forza e consapevolezza dei suoi mezzi, manipola la realtà a suo uso e consumo, si inserisce nel sistema dopo averne capito meccanismi e debolezze,uccidendo padre naturale e spirituale (Bob-Falstaff). Van Sant si nutre di innumerevoli fonti letterarie e cinefile: Jack Kerouac ma soprattutto Shakespeare; le figure di Scott e di Bob sono ritagliate dall’Enrico IV (e certi monologhi richiamano proprio l’impianto drammaturgico shakespeariano), Nick Ray e il suo Gioventù Bruciata, John Ford e il suo Rio Bravo ma anche David Lynch e il suo Wild at Heart. Per non parlare del finale che è una citazione diretta di Easy Rider, con questo movimento dal basso verso l’alto della mdp che guarda gli eventi da un piano superiore, quasi a volerne prendere le distanze. La grande prestazione dei due attori protagonisti riesce a coprire certi punti deboli del film, individuabili soprattutto nella insistenza di certe sottolineature melodrammatiche (il rapporto madre figlio estremizzato nel ricordo, certi quadretti familiari iperstilizzati) e della inutilità della parte italiana (che non aggiunge o toglie nulla alla economia del racconto). Ottima mano del regista che decide di fare evaporare la temperatura delle scene di sesso con geniali fermi immagine e stupendi piano sequenza (quello dell’entrata dall’alto nel porno shop) e dolly mobilissimi (la scena del funerale di Bob) che contrastano con la fissità e la compostezza di altre scene (il funerale del padre di Scott). Nuvole in fuga a sottolineare il trascorrere del tempo esteriore e interiore. Ma River regredisce nel bozzolo di seta del suo piccolo mondo di “ragazzo di vita”e il suo sonno si nutrirà di frammenti di una infanzia perduta. Quell’angelo caduto per strada ha camminato su milioni di strade ma si ritrova da solo nell’unica che riconosce come propria, privata. Un deja vù che ha il sapore amaro di un viaggio senza più scopo.
Un Paradiso perduto che adesso ha le grottesche trasparenze di una faccia di cazzo.
_________________ True love waits... |
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