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Grbavica - orso d'oro Berlino 2006 |
Petrus
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 27-10-2006 19:06 |
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Insignito del prestigioso Orso d’Oro come miglior film al Festival di Berlino, sbarca sugli schermi italiani l’opera prima della regista bosniaca Jasmila Zbanic, Grbavica – Il segreto di Esma.
Il titolo riassume la doppia valenza del film. La prima descrittiva – Grbavica è infatti il nome di un quartiere di Sarajevo – , una descrizione non superficialmente topografica, ma che parte dal tessuto urbano per andare a scavare in profondità nelle crepe morali ed etiche provocate dal recente conflitto balcanico. La seconda personale: Esma nasconde un segreto orribile, non tanto agli occhi di chi le sta attorno, quanto a quelli impulsivi e innocenti della propria figlia. Un segreto che è frutto della “personalizzazione”di quel sentimento più ampio di cui il titolo originale si fa latore.
La Sarajevo in cui si muovono le due protagoniste, Esma, la mamma, e Sara, la figlia, è una città variopinta, multiforme, in bilico tra quarant’anni di egualitarismo comunista, il rifiorire d’importanza della religione musulmana, le piaghe anche architettoniche create dalle bombe, e il rinascere di un modus vivendi che strizza l’occhio all’occidente dei frizzi e dei lazzi, in barba ad un profondissimo senso di appartenenza alla propria cultura e alla propria terra che è il vero collante della società bosniaca. E’ di tutto questo che parla il film della Zbanic, e di altro ancora.
“Sarajevo mia amata”, cantano i ragazzini appena quattordicenni nel pullmann che parte per la gita, canzone sorprendentemente profonda e impegnativa per un coro e per un contesto simili. Esma lavora in un locale da bulli&pupe dal significativo nome di “Club Amerika”. Il luogo dei primi appuntamenti e dei primi amori di Sara è una casa abbandonata, recintata dal nastro ormai scolorito della polizia. Le panoramiche della città hanno sempre, come primo elemento visibile, la strana immagine di una moschea innevata, con il sottofondo cadenzato della preghiera che si eleva dai minareti.
Questa simbologia, questa sottotraccia scenografica che è elemento imprescindibile e costitutivo nella struttura del film, accoglie e sottolinea la storia personale di una donna che porta tangibilmente su di sé le piaghe della guerra, pur a distanza di anni. Lo fa in modo sommesso, silenzioso, ma accoratamente doloroso e malinconico. Un fardello che la renderà “invalida civile” nell’animo per sempre, ma senza medaglie e senza clamori, nell’impossibilità, persino, di essere compatita. La Zbanic sceglie, a differenza, per esempio, del roboante Kusturica, un registro semplice, neorealista, per raccontare ciò che le sta a cuore della propria terra, per palesare, attraverso il dipanarsi di una storia, le tante storie di atrocità e paure che ancora oggi affliggono il cuore e la vita di tanti suoi compatrioti.
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gatsby
![](/forum/images/star_modx.gif) Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 27-10-2006 19:10 |
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Petrus
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 27-10-2006 19:25 |
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gatsby
![](/forum/images/star_modx.gif) Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 27-10-2006 19:27 |
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