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Autore L'ANNO DEL DRAGONE
Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 08-08-2006 14:40  
L’ANNO DEL DRAGONE di Michael Cimino (la solitudine di Don Chisciotte)

“Il mondo vi ha fottuto, e quindi capisco
che non ve ne può fregare un cazzo”

Dopo il clamoroso (e immeritato) insuccesso dei Cancelli del Cielo, nel 1985 esce questo film prodotto da De Laurentiis e sceneggiato a quattro mani da Oliver Stone e dallo stesso Michael Cimino.
Onestamente il film parte bene e Cimino è davvero encomiabile nel tratteggiare il clima e le feste di Chinatown con colori sfarzosi e lunghe sequenze descrittive (come quella del bianco funerale).
E il personaggio di Stanley White (un Mickey Rourke insolitamente comunicativo e problematico), per quanto ipertrofico e misantropo, al limite con il paranoico (ma tutti i personaggi dei film di Cimino sono sempre ipertrofici) funziona nella prima parte proprio in virtù di questo scontro a testa bassa con una cultura che stenta a capire e tollerare in tutte le sue manifestazioni pittorische e non. La giornalista Tracy Tsu, l’unica che seguirà Rourke in questa folle battaglia con i Mulini a vento della sua psicosi, è un altro personaggio che per due terzi va acquisendo sempre più spessore, fino a sgonfiarsi improvvisamente in un buco della sceneggiatura (la sua reazione alla scena dello stupro, completamente bypassata) e in un finale favolistico (e tirato giù di fretta, ma ho la sensazione ci sia la solita mano “autoriale” di De Laurentiis) alla Oliver Stone. Peccato perché i richiami storici sono interessanti (la costruzione della ferrovie che collegavano est e ovest sul sangue di tantissimi anonini cinesi, la Triade Cinese come la vera prima forma di Mafia, ben prima dei padrini siculi) e anche certe annotazioni sociali (le collusioni del potere e dei mass media, tema caro a Stone, i razzismi grandi e piccoli di una città apparentemente cosmopolita) arrichiscono una trama che in certi punti è anche avvincente (memorabili la scena della sparatoria al ristorante e il cambio di paesaggio Tailandese che contrasta magnificamente con quanto visto fino a quel momento).
Hitchcock dice che più cattivo è il cattivo maggiormente riuscito sarà il film: qui forse di cattivi ce ne sono troppi ed è difficile identificarsi con qualcuno. In più ci sono erroracci melodrammatici come la scena della bara aperta con cadavere esposto per i baci di rito e l’inconsistenza dei rapporti tra i vari personaggi, che sembrano muoversi solo per impulsi elettrici (e qualche sbuffo ormonale).
Unica storia credibile il rapporto tra Stenley White e la moglie, le cui liti sono ben tratteggiate e dialogate.
Cimino è un altro di quei registi che non sono riuscito a capire (un po' come Oliver Stone, perennemente in bilico tra spinte artistiche progressiste e background di base conservatore). E’ un regista che riesce a tirare fuori dal cilindro capolavori come “Il cacciatore” per poi impantanarsi in obbrobri come “Il Siciliano”. Che volta alto “Verso il sole” (un bellissimo viaggio alla ricerca del senso delle cose, con pagine filmiche da antologia) ma poi precipita nel mistero buffo di “Ore Disperate” (che minchiata! Ma può essere mai che è sempre colpa di De Laurentiis?).
Inspiegabile, davvero inspiegabile. Al limite col paranormale.

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