Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 04-07-2006 13:10 |
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SALVATORE GIULIANO di Francesco Rosi 1962 (ovvero chi ha ammazzato compare Turiddu?)
Film che ha fatto epoca e ha fondato un genere, quello del film storico documentaristico.
Lo sguardo di Rosi è lucido e pragmatico e la sua Mdp assume un chiaro significato sociologico e antropologico. Tra flashback e richiami all’attualità (tra l’omicidio di Turiddu e il processo a Pisciotta) il film si dilata nei tempi lunghi delle attese e della calura estiva siciliana, e in certi punti si arena (soprattutto nella prima parte) indugiando un po’ più a lungo su primi piani, su donne in nero isterico, su fischi di richiamo e scacciapensieri notturni e soprattutto sulle scene melodrammatiche materne sul cadavere del figlio Salvatore Giuliano. Dall’effetto stagnante della prima parte si decolla sulla strage di Portella della Ginestra girata con l’occhio distante del cronista di guerra e soprattutto sulla scena del processo condotta dal grande istrione Salvo Randone, che fa emergere tutto il letame della nostra Sicilietta, tra accordi tra Mafia e Carabinieri e tradimenti (e cadaveri) eccellenti, tra omertà indecenti e caffè corretti (alla Sindona). Insomma un quadro amaro e senza possibilità di redenzione, dove la giustizia è scientificamente manipolata dai poteri forti. Grandissima fotografia di De Venanzio. Ai tempi successo di pubblico e (solita) censura dei poteri forti che cercarono in tutti i modi di ostacolare il film. A rivederlo oggi nel suo complesso è rigoroso ma in certi tratti pachidermico. Rimane però intatto il suo alto tono etico e la sua coraggiosa denuncia sociale. Insieme a Mani sulla Città uno dei film di Rosi più ispirati.
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