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WOLF CREEK - (IPER)VIOLENZA (OLTRE LA) FISICA |
NancyKid ex "CarbonKid"
 Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 26-02-2006 01:58 |
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due pensieri notturni già pubblicati sul blogghino
Wolf creek è uno di quei film rari da vedere in Italia (l’ultimo precedente prima di questo era l’Alta Tensione musiano et (shock)elettrico di Alexandre Aja), in quanto Cinema confinato e confinante sotto la targa dei b-movies, con registi sconosciuti (se non per gl’appassionati del settore) e attori ancora più anonimi. Anonimi giustamente, perché non devono incarnare nient’altro se non la propria materia epidermica di carne e sangue (talvolta, ossa), corpi simil-vaganti nel nulla – aka buco nero verso la morte o morte verso il buco nero – oblio – massacro dissacrato e dissacrante – liquido rosso e (semi)denso che schizza come fosse sperma in un film pornografico. Un genere (e non dubitiamo che il meglio risieda proprio tra quelle pellicole non distribuite) in qualche modo puro (o purificato) che sarebbe piaciuto tantissimo ai giovani turchi in quanto la regia è ben evidenziata, perché in film come Wolf creek si può effettivamente contare solamente sulla macchina da presa come mezzo espressivo (di terrore), proprio perché mancano sia i Brando che i Morricone o gli Storaro di turno. A budget bassissimo, eseguito con furore e tenore, rapido e dolorosissimo come una corsa a bullet proof cupid che senti e non senti più. Una specie di percezione dell’invisibile che si fa visibile, dello sfuggito sfuggente proprio come il killer di turno che difficilmente si manifesta sul campo con semplicità, perché cammina tra ombra e buio nascosto per e dalla macchina da presa. Un killer che in Wolf creek diventa un cowboy solitario simil- Crocodile Dundee scambiato (e in fondo: scambista) per un U.F.O (e chi ci dice che non lo è in realtà?) vagante con le sue luci accecanti. Un Wolf creek luogo e tempo di sporcizia, di degradazione e di schifo estetico – natura morta e isolata (alienata) con una sensibilità che sembra guardare direttamente i quadri di Francis Bacon per quell’attrazione per la morte e per la violenza ripresa da una macchina da presa – forse spaventata anch’essa – in oggettività che si tramuta in soggettività spia o voyeur sadico amante/odiatore dell’orrorifico.
Magnifico Greg McLean che ci restituisce un Cinema non ancora sdoganato dalla massa, confezionato come fosse un degno erede dei massacri a motosega di Hooper, un Cinema di disagi e di inequilibrio anche nei momenti di quiete, perché il male è così sensoriale in Wolf Creek, così globalizzato e globalizzante dove anche un bar diventa (soprattutto) un girone dantesco di maniaci che propongono un bel gang bang: precipitiamo nell’america di sesso e sangue. Una sorta d’inferno, che prima di ogni altra richiede purificazione (il bagno nel mare dei protagonisti prima della partenza), per poi precipitare nel misticismo, in un luogo di echi e contro-echi (un cratere enorme causato dalla caduta di una meteorite), tuffandosi infine nella gioia della scoperta che poi si scoprirà morte e dolore, di quelli fisici fatti di mutilazioni e paralisi, di stupri e carnoso dissanguamento. Noi spiamo attraverso il buco di una finestra spaccata, oppure dietro un vetro che si fa nascondiglio della paura e della sensibilità. Il male è ovunque e spara proiettili dal nulla. Lo schermo si tinge di un rosso potente che attacca la psichedelia della nostra percezione visiva et emotiva, disabituati ad un Cinema così carnalmente mistica e misticizzante, così lugubre e senza segni di una qualsiasi ironia per rompere l’illusione filmica, come una specie d’incubo incubatrice lavatrice di sensi e viaggi flashanti tra le viscerali esplorazioni meta-psichiche di questa macchina da presa che in fondo ci tortura indirettamente fuori e dentro. Potenza filmica al massimo del talento nero, b, che riesce a resuscitare e a salvare un Gesù Cristo trasfigurato in uno dei personaggi messo in croce e pronto ad essere dato in pasto ai cani: simbologia che certi potranno leggere addirittura blasfema, ma non è che una pietà che arriva per un nonsalvatore però salvato(?), nonostante sappiamo (sapevamo) che dentro è (ormai) morto e che tra 3 giorni non resusciterà. A Wolf Creek Dio non è divino. E’ come tutti gl’altri, carne da macello in putrefazione, quasi gore seppur non ci sia nessun uso tipicamente gore delle ambientazioni o delle musiche. Wolf Creek è luogo di sparizioni, di fantasmi vaganti e redentori anti-cristi che si travestono come Clint Eastwood o John Wayne, come cowboy sadici che da speranze si trasformano in condanne. E proprio come nei western appaiono in mezzo ai deserti afosi, e di sera, quando il sole cala, le loro sagome nere spariscono dal quadro, dissolvendosi, come anti-eroi di cui non si saprà più nulla in quanto cambieranno strade, nomi, luoghi e anime. Anche se sappiamo bene che cenere si nasce e cenere si muore, e la spietatezza rimane sovrimpressa tra (falsi) sorrisi e (falsi) aiuti. Proprio come nel bar iniziale del film, quasi più pericoloso del killer stesso, perché se l’assassino iconografico non è che una trasfigurazione degl’incubi filmici più tremendi, l’aura che si respirava in quel bar sapeva di un reale più minaccioso e minacciante, come nella vita di tutti i giorni, nel mondo di tutti i giorni. Wolf Creek è un viaggio nell’ab-normalità e nella carne che si fa carne (e perdio, non è Cronenberg), una visione sacrificale e sacrificante, e volenti o nolenti, un isolamento e una desertificazione del Cinema che ritorna ad essere luogo di condanna, iper-spazio o noumeno della purezza, del tutto e del nulla.
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Zhang Yimou è il teatro. Kim Ki Duk la pittura. Wong Kar Wai il videoclip.
Takashi Miike è il CINEMA.
FANTASMI E MEDICINE: http://meds.splinder.com
[ Questo messaggio è stato modificato da: NancyKid il 26-02-2006 alle 02:22 ] |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 26-02-2006 02:32 |
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Visto il film mesi fa, sono uscito dal cinema disgustato.
Non pensavo potessero esserci persone capaci di difenderlo... Nel senso che il film ha anche un suo appeal, particolarmente all'inizio, quando sei in quella fase intermedia di partenza e attesa, poi non diventa altro se non uno di quei film dallo strascisco disgustoso, soprattutto nella finta confusione della costruzioni delle immagini... nonchè nella triste semplificazione delle forze narrative. Un filmaccio di serie b, è vero, ma senza la freschezza dell'indipendenza...
Altro che sarebbe piaciuto ai giovani turchi. Affermazioni del genere, se non buttate lì dall'impeto dell'entusiasmo, che si può sempre concedere, sono a mio avviso sbagliate proprio perchè travisano gli antichi e polverosi, se non demodè, assunti di una critica che era adatta ai tempi in cui nacque e che resiste solo per un motivo: la scelta e difesa dei propri autori...
Il semplice fatto che Wolf Creek possa "contare unicamente sulla mdp" (se poi è vero...) dimostra come il film sia riuscito a metà, anzi un terzo, se non molto meno. La nouvelle vague non pressuponeva il successo del film unicamenta attraverso un mezzo, ma semmai dal suo uso differente e capace di mischiarsi con un tessuto ben più ampio e non limitato... al massimo cercava di esaltarne l'importanza... (guarda Band a part di God)
Questo per non dimenticare e travisare.
Per il resto, ammiro il tentativo di lanciarsi in un'avventura ambiziosa, ma il film non aggiunge nulla a quanto già si vedeva 30 anni fa.
E poi una cosa, nancy.... ma che minchia vuol dire tutto questo?:
quote:
incarnare la propria materia epidermica di carne e sangue (talvolta, ossa), corpi simil-vaganti nel nulla – aka buco nero verso la morte o morte verso il buco nero – oblio – massacro dissacrato e dissacrante – liquido rosso e (semi)denso che schizza come fosse sperma in un film pornografico.
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Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 26-02-2006 alle 02:33 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 26-02-2006 alle 04:29 ] |
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NancyKid ex "CarbonKid"
 Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 26-02-2006 02:49 |
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quote: In data 2006-02-26 02:32, Tristam scrive:
Visto il film mesi fa, sono uscito dal cinema disgustato.
Non pensavo potessero esserci persone capaci di difenderlo... Nel senso che il film ha anche un suo appeal, particolarmente all'inizio, quando sei in quella fase intermedia di partenza e attesa, poi non diventa altro se non uno di quei film dallo strascisco disgustoso, soprattutto nella finta confusione della costruzioni delle immagini... nonchè nella triste semplificazione delle forze narrative. Un filmaccio di serie b, è vero, ma senza la freschezza dell'indipendenza...
Altro che sarebbe piaciuto ai giovani turchi. Affermazioni del genere, se non buttate lì dall'impeto dell'entusiasmo, che si può sempre concedere, sono a mio avviso sbagliate proprio perchè travisano gli antichi e polverosi, se non demodè, assunti di una critica che era adatta ai tempi in cui nacque e che resiste solo per un motivo: la scelta e difesa dei propri autori...
Il semplice fatto che Wolf Creek possa "contare unicamente sulla mdp" (se poi è vero...) dimostra come il film sia riuscito a metà, anzi un terzo, se non molto meno. La nouvelle vague non pressuponeva il successo del film unicamenta attraverso un mezzo, ma semmai dal suo uso differente e capace di mischiarsi con un tessuto ben più ampio e non limitato... al massimo cercava di esaltarne l'importanza...
Questo per non dimenticare e travisare.
Per il resto, ammiro il tentativo di lanciarsi in un'avventura ambiziosa, ma il film non aggiunge nulla a quanto già si vedeva 30 anni fa.
E poi una cosa, nancy.... ma che minchia vuol dire tutto questo?:
quote:
incarnare la propria materia epidermica di carne e sangue (talvolta, ossa), corpi simil-vaganti nel nulla – aka buco nero verso la morte o morte verso il buco nero – oblio – massacro dissacrato e dissacrante – liquido rosso e (semi)denso che schizza come fosse sperma in un film pornografico.
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Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 26-02-2006 alle 02:33 ]
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Ahuya disgustato peccato perchè film come questi vanno abbracciato amati tenuti coccolati, come stelle che non devono essere oscurate in questa attuale mappa inter-stellare della distribuzione cinematografica avida e peccatrice, una sorta di assaggio (aperitivo - antipasto) di tutta una cinematografia nascosta come un tesoro da scoprire e amare. Sia chiaro che il film non va amato (ideologicamente) solo perchè è effettivamente un mezzo (percorso lento, si) per aprirci sponde meno note, ma davvero c'è un esso una forza sovversiva non solo della violenza mostrata, ma soprattutto di quella profusione di sensi assorbiti e assorbenti in un diluvio di attacchi persistenti alla (mia?) psiche-visiva che si fa entusiasmo e delirio delirante.
Per quanto riguarda la nouvelle vague, il mio discorso si ricollega invece al fatto che i giovani turchi spesso e volentieri amavano i b-movies, in quanto, come usavano dire: "la regia è più esplicita, più visiva". Quei b's simil-cult(perl'elite) che potendo contare su pochi mezzi, dovevano distorcere soprattutto con l'uso della macchina da presa più evidente ed evidenziata, più (o meno, dipende dal senso) sottratta. Quindi un discorso totalmente (poi, totalmente?) fuori dalla concezione Politica stessa, che come giustamente dici tu persiste per la difesa dei PROPRI autori (non degl'autori).
Per quanto riguarda il meltin-pot di pensieri più o meno dislegati, mi riferivo alla concezione (molto orrorifica) degl'attori come puri corpi da macello, in fondo senza nomi e senza facce, perchè unicamente materia grigia, carne e sangue (appunto, talvolta ossa).
bau-.
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Zhang Yimou è il teatro. Kim Ki Duk la pittura. Wong Kar Wai il videoclip.
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FANTASMI E MEDICINE: http://meds.splinder.com
[ Questo messaggio è stato modificato da: NancyKid il 26-02-2006 alle 02:58 ] |
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Deeproad
 Reg.: 08 Lug 2002 Messaggi: 25368 Da: Capocity (CA)
| Inviato: 26-02-2006 04:19 |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 26-02-2006 04:23 |
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quote: In data 2006-02-26 02:49, NancyKid scrive:
bau-.
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miao!
mai confondere il film con il contesto ditributivo di una nazione. Un film non è tanto più bello quanto è peggiore la distribuzione. Nè tanto meno, meno si vedono certi film e più sarebbero da vedere in un determinato paese (ad esempio wolf creek sarebbe meglio non vederlo mai da nessuna parte).
D'altronde chi conosce il cinema non ha mai detto grazie al cinematografo (che è di regime e improntato al bilancio in attivo). Semmai ai cineclub, all'homevideo, ormai a internet.
quote:
Sia chiaro che il film non va amato (ideologicamente) solo perchè è effettivamente un mezzo (percorso lento, si) per aprirci sponde meno note, ma davvero c'è un esso una forza sovversiva non solo della violenza mostrata, ma soprattutto di quella profusione di sensi assorbiti e assorbenti in un diluvio di attacchi persistenti alla (mia?) psiche-visiva che si fa entusiasmo e delirio delirante.
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Boh non so cosa vuoi dire, non capisco. Forse hai scritto di getto...
Penso però che un film va amato soprattutto perchè "è effettivamente un mezzo per aprirci sponde meno note"... d'altronde questa tua frase vuol dire tutto e il suo contrario. Le "sponde meno note" possono essere ogni cosa...
Inoltre (e non sono qui solo per farti le pulci, sia chiaro, ma ribatto a tue affermazioni che reputo false e fuorvianti) il fatto che la Nouvelle Vague amasse come dici i B movie solo perchè questi erano realizzati con una regia più esplicita, penso sia unicamente una tua estrapolazione.
Anche perchè non è vero che i b-movie distorcevano il film attraverso la regia perchè avevano meno soldi o non contavano su attori importanti. I primi film di Tourneur sono veri b-movie degli anni 40... dimmi dove distorceva, "il terrore corre sull'autostrada" di Ricard Quine è un b-movie, non mi pare di vedere distorsioni, se non un uso sapiente degli stessi mezzi che avrebbe utilizzato per un film di budget...
Non so, dimmi tu...
_________________
Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 26-02-2006 alle 04:26 ] |
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kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 26-02-2006 06:41 |
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wolf creek appena visto in dvd e' uan delusione colossale, uno scontatissimo road pseudo horror movie, penalizzato da attori incapaci e una trama che non si regge in piedi nello svolgimento.la pochezza di mezzi condiziona una idea dove e' piu' la solitudine dei luoghi che l'effettiva realta' della fauna umana a farci paura e darci tensione.solo l'immagine del manifesto merita nota ma un fotogramma non fa un film... |
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NancyKid ex "CarbonKid"
 Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 26-02-2006 11:58 |
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quote: In data 2006-02-26 04:23, Tristam scrive:
quote: In data 2006-02-26 02:49, NancyKid scrive:
bau-.
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miao!
mai confondere il film con il contesto ditributivo di una nazione. Un film non è tanto più bello quanto è peggiore la distribuzione. Nè tanto meno, meno si vedono certi film e più sarebbero da vedere in un determinato paese (ad esempio wolf creek sarebbe meglio non vederlo mai da nessuna parte).
D'altronde chi conosce il cinema non ha mai detto grazie al cinematografo (che è di regime e improntato al bilancio in attivo). Semmai ai cineclub, all'homevideo, ormai a internet.
quote:
Sia chiaro che il film non va amato (ideologicamente) solo perchè è effettivamente un mezzo (percorso lento, si) per aprirci sponde meno note, ma davvero c'è un esso una forza sovversiva non solo della violenza mostrata, ma soprattutto di quella profusione di sensi assorbiti e assorbenti in un diluvio di attacchi persistenti alla (mia?) psiche-visiva che si fa entusiasmo e delirio delirante.
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Boh non so cosa vuoi dire, non capisco. Forse hai scritto di getto...
Penso però che un film va amato soprattutto perchè "è effettivamente un mezzo per aprirci sponde meno note"... d'altronde questa tua frase vuol dire tutto e il suo contrario. Le "sponde meno note" possono essere ogni cosa...
Inoltre (e non sono qui solo per farti le pulci, sia chiaro, ma ribatto a tue affermazioni che reputo false e fuorvianti) il fatto che la Nouvelle Vague amasse come dici i B movie solo perchè questi erano realizzati con una regia più esplicita, penso sia unicamente una tua estrapolazione.
Anche perchè non è vero che i b-movie distorcevano il film attraverso la regia perchè avevano meno soldi o non contavano su attori importanti. I primi film di Tourneur sono veri b-movie degli anni 40... dimmi dove distorceva, "il terrore corre sull'autostrada" di Ricard Quine è un b-movie, non mi pare di vedere distorsioni, se non un uso sapiente degli stessi mezzi che avrebbe utilizzato per un film di budget...
Non so, dimmi tu...
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Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 26-02-2006 alle 04:26 ]
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No no, rinfresca perchè le interviste a Truffaut non me le sono sognate (almeno penso), e diceva par pari così - "amare b.movies" tarattatà "regia più evidenziata" tarattatà "non come autant-lara" tarattatà poi appena sgamo luogo e percezione dell'intervista (delle interviste) in questione ti so dire con più precisione.
Per quanto riguardano "le sponde meno note", mi riferivo invece alla distribuzione infame e infamatrice. Come dire, se oggi abbiamo Kim Ki Duk tra le sale italiane è anche perchè abbiamo precedentemente amato e abbracciato Kitano. Ma come ho detto questo non è di certo l'unico motivo (in quanto unicamente motivo ideologico, e non artistico) per amare Wolf Creek (anche se effettivamente si stanno aprendo sponde, vedersi anche l'uscita recente di film come quelli di Neil Marshall finalmente distribuiti).
sbarabaus
_________________ eh? |
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NancyKid ex "CarbonKid"
 Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 26-02-2006 12:00 |
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quote: In data 2006-02-26 04:23, Tristam scrive:
quote: In data 2006-02-26 02:49, NancyKid scrive:
bau-.
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miao!
mai confondere il film con il contesto ditributivo di una nazione. Un film non è tanto più bello quanto è peggiore la distribuzione.
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ah ma infatti questo non so chi l'abbia mai detto. di certo non io.
_________________ eh? |
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Valparaiso
 Reg.: 21 Lug 2007 Messaggi: 4447 Da: Napoli (es)
| Inviato: 05-10-2007 02:35 |
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Interessante horror australiano, davvero molto forte.
Siamo naturalmente sempre nella scia delle varie mutazioni di Texas Chainsaw Massacre, ma questo film riesce comunque a farsi notare per una certa efferatezza.
Il regista Greg McLean, esordiente, è molto bravo a creare sequenze di grande tensione, e a utilizzare le attese dello spettatore contro di lui. Alcune scene sono dotate di una carica fisica, viscerale, davvero spaventosa.
Il flm è stato aspramente criticato per la sua immoralità anche da critici importanti come Roger Ebert, che è arrivato a dargli addirittura 0 stelle su 4, mentre altri hanno preferito mettere in risalto l'innegabile maestria della realizzazione.
Non era evidentemente un caso che Tarantino citasse il film nel suo A prova di morte, che tra l'altro a Wolf Creek è anche in parte ispirato.
Insomma un film sicuramente da vedere per tutti gli habitué del genere horror, meno consigliabile a chi è facilmente impressionabile.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Valparaiso il 05-10-2007 alle 16:23 ] |
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GionUein
 Reg.: 20 Mag 2003 Messaggi: 4779 Da: taranto (TA)
| Inviato: 05-10-2007 09:40 |
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In effetti è davvero buono. Uno dei migliori sullo sterminato ( è proprio il caso di dire ) genere.
_________________ U N I T A C I N E F I L A |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 05-10-2007 16:13 |
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certo che nancy spara cazzate a piè sospinto...
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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Deeproad
 Reg.: 08 Lug 2002 Messaggi: 25368 Da: Capocity (CA)
| Inviato: 06-10-2007 21:14 |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 06-10-2007 23:27 |
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Da qualche parte dissi anche perchè trovavo molto interessante questo film. Più o meno sostenni che, quantunque sia vero che Wolk Creek si ispiri a Texas Chainsaw Massacre, e alla "scia" lasciata da quest'opera seminale, la quale a sua volta si ispirava alla realtà, che da allora non è affatto cambiata, la "provincia" americana ha lo stesso volto di sempre, anzi, di molto peggiorato... Non è un capolavoro, si nota più di un'ingenuità, ma ritengo sia uno dei migliori horror delle ultime stagioni.
Anche a fronte di un girato che tenta, riuscendovi, una strada espressiva abbastanza personale, e se ricorda - ma anche qui è la ricorsività del cinema, - alcuni stilemi del "dogma" che visibilmente adotta, senza abusarne, anzi con esiti a mio avviso di gran lunga superiori a quelli larsvontrieriani.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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