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Reg.: 04 Feb 2004 Messaggi: 6807 Da: Cesena (FO)
| Inviato: 04-02-2006 15:36 |
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Hans
Film che chiude la personalissima trilogia di Louis Nero sulla tematica del linguaggio cinematografico e che , a dire del regista , riprende e mescola insieme le tecnine utilizzate nei precedenti lavori ( Golem e Pianosequenza ).
A questo proposito mi sento di citare il pianosequenza iniziale con protagonista Franco Nero ed il suo monologo ben interpretato.
Trama
Hans è un lungometraggio che trae ispirazione dall’incontro tra il teatro dell’assurdo di Adamov e le teorie freudiane sull’isteria.
Hans Schabe, il protagonista, è un individuo altamente disturbato: la paranoia che ne ha preso in ostaggio l’anima è il motore del film. Dall’infanzia alla morte. La tematica particolarmente delicata, la possibilità di vivere e conoscere tutto dall’interno di Hans toccano e mettono alla prova la sensibilità dello spettatore. Nessuna terza persona che racconta, nessun occhio esterno che interpreta. Solo Hans e le sue visioni in stato di allucinazione.
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Dopo una prima visione...
In questo Lungometraggio il tema principale non è la pazzia in senso stretto ma viene presentato , scavando appena sotto le immagini , una rappresentazione di alcuni aspetti della nostra società.
Il film è allucinante: viviamo il malessere di Hans in prima persona , anche noi siamo "pazzi".
La società , in questo lungometraggio , è uno stivale ( o anche una prigione ) che schiaccia lo scarafaggio Hans e che schiaccia anche tutti noi ( Hans Schabe ,il nome del protagonista. Shabe in tedesco significa scarafaggio ), per questo Hans sarà quasi costantemente ripreso con un grandangolo dall'alto verso il basso.
Ne scaturiscono poi una serie di situazioni e simbologie che portano alla luce un pensiero che va contro la società così costituita e contro il suo modo di pensare standardizzato.Queste idee e pensieri spuntano a volte più nitidi , altre volte più offuscati.
Nero (Regista) sperimenta tecniche di linguaggio insolite riuscendo contemporaneamente ad esprimere i suoi pensieri , senza troppa fatica.
Interessante e ben riuscita la scelta di far interpretare i ruoli di Freud e Jung(omaggio a questi grandi del passato) a persone affette dalla sindrome di down, ponendo in quei ruoli proprio ciò che la società identifica come "diverso".
Inoltre troviamo diverse citazioni , o omaggi , o semplici scopiazzature di diversi autori.
In Primis si nota un omaggio a Lynch , nella scena dell'uomo in rosso e in quella della strada con le linee gialle e sembra che ci sia una certa influenza "cronenberghiana" ( passatemi il termine ) oltre ai già citati riferimenti espliciti a Freud e Jung.
In conclusione , Nero sviluppa un modo di far cinema interessante nella visione d'insieme e apprezzabile.
GLi Interessati devono sapere che il suo nuovo progetto ( altra trilogia ) si occuperà di metacinema , come rivela lui stesso.
Aspetto commenti al film di persone preparate; curioso di sapere il vostro punto di vista su questo film , su questo giovane regista , sul suo modo di far cinema "anti-commerciale" , coraggioso e sperimentale ( se vogliamo... ) e sul suo sistema di produzione con il quale gestisce e autoproduce tutti i suoi lavori.
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