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Autore RED EYE di Wes Craven
Marco82

Reg.: 02 Nov 2003
Messaggi: 924
Da: Lodi (LO)
Inviato: 31-10-2005 18:32  
Prima di recarmi al cinema avevo sentito parlare parecchio male di questo film. “Wes Craven non è più quello di una volta” “anche lui fa parte dei grandi di una volta che oggi non riescono più a girare film decenti” e così via.
Quindi, con un po’ di timore addosso, mi sono recato al cinema. E sono felicissimo di poter affermare che ho fatto bene a farlo, visto che tutte le accuse rivolte a questo film a mio parere sono infondate.
Il film non si può definire un “capolavoro”, visto che questo aggettivo si dovrebbe dare solo a quei film che oltre ad unire un’ottima tecnica registica riesce anche a far “pensare” alla fine dello stesso. Questo Red Eye sicuramente non fa pensare a nulla, ma intrattiene per tutta la sua durata come pochi film riescono a fare ultimamente, e (stranamente) senza dover ricorrere a un budget elevatissimo per creare diversivi che (ri)accendono l’attenzione degli spettatori di tanto in tanto.
Il film si candida a essere un Thriller psicologico, mirando ai protagonisti e alle loro vicissitudini piuttosto che a grandi scene d’azione e inseguimenti vari (anche se in piccola parte non mancano).
Per riuscire in un’impresa come questa bisogna avere innanzi tutto degli attori che reggano bene la loro parte: in questo caso sia Rachel McAdams sia Cillian Murphy sono decisamente credibili nei loro personaggi. La prima, Rachel McAdams, riesce ad apparire “donna in carriera” quando serve e “donna spaventata e in pericolo” quando invece c’è bisogno di una figura meno brillante e più drammatica. Dall’altro lato Cillian Murphy è ragionevolmente freddo per essere un criminale abituato a grandi imprese, quindi anche lui risulta credibilissimo nella sua veste di killer.
Una volta appurato che gli attori ci sono, non rimane che guardare alla regia e montaggio, che sono anch’essi di buon livello.
Per tutta la prima parte del film si respira un’aria di tensione, accentuata da molteplici piccoli avvenimenti che inducono lo spettatore a stare sempre “all’erta” tenendo così il ritmo elevato. I due arcigni vecchietti dell’hotel quindi sono solo i primi inconvenienti che capiteranno più o meno direttamente alla nostra protagonista, che vediamo raggiungere di corsa l’aeroporto laddove poi succederà il fattaccio. Molti altri saranno gli elementi che faranno intuire allo spettatore che “c’è qualcosa che non va”: il volo cancellato, l’uomo che perde la pazienza mentre fa la fila, lo scontro con la signora del caffè e infine la scoperta della cicatrice sul petto di Lisa, piccolo mistero che sarà risolto più avanti ma che contribuisce ad aumentare la curiosità sul personaggio.
Si arriva così direttamente alle scene girate sull’aereo; il volo durerà poco ma sarà più volte disturbato a causa del maltempo che contribuirà a rendere il meno lineare possibile la narrazione. E’ qui infatti che il meglio della regia viene portata alla luce: di film girati “ad alta quota” se ne sono visti già molti, sia al cinema che in televisione. Il rischio di crearne uno uguale quindi c’è ed è anche bello grosso, ma Wes Craven forte dei suoi anni passati dietro alla macchina da presa riesce molto bene a rendere tutte queste scene uniche e abbastanza inquietanti tanto da far dimenticare tutti i film precedentemente visti sullo stesso genere.
Craven cerca (e ci riesce) infatti di non cadere nei soliti cliché di queste situazioni: il “cattivo” di turno non si risparmierà certo una testata (!!) in fronte per zittire la povera Lisa che, in preda al panico, stava minacciando di far saltare il suo piano non assecondando in una sua richiesta. Molto bello anche il dialogo sulla “moralità femminile” e la “razionalità maschile”, quasi una presa in giro a quei interminabili dialoghi di botta e risposta che si vengono a formare nelle “normali” situazioni come queste.
Quando si avverte la necessità di dover spezzare queste situazioni Craven cambia location con l’unica utilizzabile all’interno di un aereo: il bagno. E’ qui che il regista si (ci) diverte nel mostrare la sua bravura nell’utilizzo della mdp: il pianto di Lisa prima e l’ingresso di Jack dopo ci fanno ben capire quanto uno spazio stretto in cui girare non è certo un limite per un regista del livello di Craven. Tutto il litigio dei due protagonisti viene gestito in maniera assai efficace: inquadrature dall’alto e a livello del terreno unite a un montaggio frenetico rendono lo scontro molto “dinamico”, tanto che vederli tornare ai loro posti mette quasi una sensazione di “calma dopo la tempesta”.
Contrariamente a quanto letto altrove la seconda parte del film (quella in cui l’aereo finalmente atterra) non delude affatto: con uno stratagemma molto poco “raffinato” (una biro infilzata nella gola!!) Lisa riesce a liberarsi del suo sgradevole compagno di viaggio per correre ad avvisare suo padre e la sicurezza del suo hotel. Anche tutta questa parte viene gestita in maniera unica: quando Lisa vedrà il killer davanti alla sua casa non ci penserà due volte ad investirlo (e ancora: !!) distruggendo in un colpo solo macchina, ingresso e porta (con tanto di vetri che vanno in frantumi ovunque).
Una rapida chiamata per salvare la vita del presidente (non mi ricordo assolutamente che carica ricoprisse) e ci si avvicina al lieto fine, fermato immediatamente però dall’arrivo di un Jack ormai totalmente accecato dalla rabbia, il cui unico scopo ora è vendicarsi di chi gli ha mandato tutto il suo progetto in fumo. Segue un altro scontro fra i due attori, anche se questa volta l’esito sarà diverso: il “cattivo” viene bloccato e (probabilmente) ucciso davanti a una Lisa che, fortunatamente, rinuncia alla classica battuta da “ho vinto io!!” sul corpo agonizzante di Jack.
Insomma, di scene valide ce ne sono più di una in questo Red Eye, che pur proponendosi “solo” come film di intrattenimento, riesce a far trascorrere tutto il tempo della sua durata in maniera piacevole regalando di tanto in tanto qualche bella scena ricca di tensione.
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"1..2..3..4..5..e 6...sei...numero perfetto..."
"ma non era 3, il numero perfetto?"
"sì, ma io ho sei colpi quì dentro..."

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 31-10-2005 18:40  
ma si...tutto sommato hai ragione.

La sceneggiatura è banalotta però Craven dimostra di non essersi rincoglionito.
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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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Marco82

Reg.: 02 Nov 2003
Messaggi: 924
Da: Lodi (LO)
Inviato: 31-10-2005 22:13  
quote:
In data 2005-10-31 18:40, oronzocana scrive:
ma si...tutto sommato hai ragione.


grazie e poi rachel mcadams

cmq, giusto per completezza, riporto quì una cosa detta da Craven durate l'intervista di FilmUp approposito del titolo del film, visto che qualcuno non ha capito da dove sia saltato fuori:
Perchè "Red eye" quando in realtà gli occhi del protagonista sono azzurri?
Wes Craven: Il titolo è specifico del mondo americano, è difficilmente esportabile. I "red eye" sono quei manager che lavorano a New York che decidono di fare i pendolari in aereo con la città dove risiedono. Il nomignolo si riferisce agli occhi rossi che gli vengono a causa della perdita di sonno.
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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 01-11-2005 00:29  
Ragazzi non scherziamo eh.
Questo film è assolutamente una merda.
Mai riso così tanto in vita mia (la scena del razzo che parte è una delle più divertenti della storia del Cinema).

Una recensione non mia con la quale mi trovo d'accordo anima e cuore è questa:
http://www.positifcinema.com/redeye.htm

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-11-2005 02:06  
La mia opinione tutt'altro che entusiastica, ma più "prudente" (sono stato pagato... )

http://f4fake.splinder.com/post/6065722

Nello stesso blog c'è anche un estratto dell'intervista a Craven.

anche qui http://www.cinemaplus.it/leggi-recensione.asp?id=1520




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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-11-2005 02:10  
[quote]In data 2005-11-01 00:29, NancyKid scrive:
(la scena del razzo che parte è una delle più divertenti della storia del Cinema).

Davvero.., ottimo esempio di comicità involontaria.
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NancyKid
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Reg.: 04 Feb 2003
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Da: PR (PR)
Inviato: 01-11-2005 02:11  
[quote]In data 2005-11-01 02:10, AlZayd scrive:
quote:
In data 2005-11-01 00:29, NancyKid scrive:
(la scena del razzo che parte è una delle più divertenti della storia del Cinema).

Davvero.., ottimo esempio di comicità involontaria.




E' una commistione tra Fantozzi e i Zucker.

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eh?

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 01-11-2005 02:13  
Mi ha ricordato i razzetti che sparavo da ragazzino a Capodanno! fiiiiiiiiiiii Buh!!!!
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NancyKid
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Reg.: 04 Feb 2003
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Da: PR (PR)
Inviato: 01-11-2005 02:17  
quote:
In data 2005-11-01 02:13, AlZayd scrive:
Mi ha ricordato i razzetti che sparavo da ragazzino a Capodanno! fiiiiiiiiiiii Buh!!!!




buhahuauhauhaahu.
a me ha ricordato il lancio dello shuttle in Le voyage dans la lune.
Solo che l'opera di Meliès è stata realizzata più di 100 anni fa.

_________________
E sapevo che in te e nella tua vita dovevo far parte,
perchè sei venuta in questo momento,
in cui la ricerca di un vero amore da vivere
stava diventando tutto e la fine di tutto..

[ Questo messaggio è stato modificato da: NancyKid il 01-11-2005 alle 02:18 ]

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alessio984

Reg.: 10 Mar 2004
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Da: Napoli (NA)
Inviato: 01-11-2005 02:22  
si vabbè ma cosa c'entra......

è un thriller d'autore che genera tensione secondo me in maniera impeccabile. Craven sa il fatto suo.

Che poi alcune situazioni siano state esasperate è un altro discorso...

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 01-11-2005 02:24  
ma se Craven fa schifo!
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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alessio984

Reg.: 10 Mar 2004
Messaggi: 6302
Da: Napoli (NA)
Inviato: 01-11-2005 02:26  
quote:
In data 2005-11-01 02:24, sandrix81 scrive:
ma se Craven fa schifo!


la tua è una questione privata legata esclusivamente a Scream

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
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Da: camerino (MC)
Inviato: 01-11-2005 09:02  
quote:
In data 2005-11-01 00:29, NancyKid scrive:
Ragazzi non scherziamo eh.
Questo film è assolutamente una merda.
Mai riso così tanto in vita mia (la scena del razzo che parte è una delle più divertenti della storia del Cinema).

Una recensione non mia con la quale mi trovo d'accordo anima e cuore è questa:
http://www.positifcinema.com/redeye.htm



si..si...i momenti di comicità involontaria sono anche più di uno, però(ripeto)il Boein come location funziona e Craven dimostra di saperci ancora fare(un pò). Poi, dopo (ri)c'è Scream "4", ma ci sono momenti più che validi.


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mulaky

Reg.: 09 Lug 2002
Messaggi: 32104
Da: Catania (CT)
Inviato: 01-11-2005 09:08  
ma quindi vado a vederlo? avrei una mezza ideuzza
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What you fear in the night in the day comes to call anyway

Well darling if the shit came out then, I suppose that the shit went in

(A.D.)

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 01-11-2005 10:11  
quote:
In data 2005-11-01 09:02, oronzocana scrive:
quote:
In data 2005-11-01 00:29, NancyKid scrive:
Ragazzi non scherziamo eh.
Questo film è assolutamente una merda.
Mai riso così tanto in vita mia (la scena del razzo che parte è una delle più divertenti della storia del Cinema).

Una recensione non mia con la quale mi trovo d'accordo anima e cuore è questa:
http://www.positifcinema.com/redeye.htm



si..si...i momenti di comicità involontaria sono anche più di uno, però(ripeto)il Boein come location funziona e Craven dimostra di saperci ancora fare(un pò). Poi, dopo (ri)c'è Scream "4", ma ci sono momenti più che validi.




Sono d'accordo, e in quanto a tensione trovo sia uno degli esempi maggiori da Open Water a oggi. Snervante e compatto, trattasi di un film in fin dei conti riuscito, non avendo ormai più grosse pretese in Wes Craven ormai quasi nessuno.
_________________
La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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