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Autore Ho visto La fabbrica di cioccolato!!!
Shinoz

Reg.: 20 Set 2005
Messaggi: 1
Da: CT (CT)
Inviato: 20-09-2005 17:27  
Ebbene si ho partecipato in anteprima alla visione al Warner village moderno a p.zza della Repubblica a Roma del nuovo attesissimo film di Tim Burton con il mitico di Johnny Depp. Riguardo al film, devo ammettere che il regista ha sfornato un altro piccolo gioiello di creatività e immaginazione, sebbene la storia si basi sul libro di Rohal Dhal "La fabbrica di cioccolato". Comunque sono uscito entusiasta dal cinema, il film mi ha convinto in tutti gli aspetti e poi la comicità non manca proprio. Ho passato veramente due ore straordinarie, di grande cinema grazie al genio di Tim Burton. Un consiglio: ANDATEVELO A VEDERE!!

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C'era una volta in America...che film!

[ Questo messaggio è stato modificato da: Shinoz il 20-09-2005 alle 17:30 ]

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 20-09-2005 17:54  
C'ero anche io ieri...
sul film: ottimo, ma non eccezionale.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Hellboy

Reg.: 22 Ago 2003
Messaggi: 4287
Da: Rio Bo (es)
Inviato: 20-09-2005 20:41  
quote:
In data 2005-09-20 17:54, gatsby scrive:
C'ero anche io ieri...
sul film: ottimo, ma non eccezionale.




qualcosina in piu'???
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 20-09-2005 20:46  
Dopo il delizioso Corpse Bride, questo filmetto mi è sembrato una palla quasi colossale. Per nulla entusiasta neanche di Big Fish, che il buon Burton si stia eccessivamente conformando ai voleri industrial-forzuti della Warner, la casa che ad ogni anteprima dispensa regali a iosa agli spettatori? Come ieri sera..., dove io, arrivato all'ultimo minuto,non ci ho rimediato una ceppa! Sarà per questo il mio giudizio negativo...



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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Bunuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 20-09-2005 alle 20:51 ]

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BMamba

Reg.: 17 Set 2005
Messaggi: 213
Da: milano (MI)
Inviato: 20-09-2005 23:11  
non vedo l'ora che esca al cinema,ma non avete niente altro da dire?per quanto riguarda l'interpretazione di depp?
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Tu 6 Gogo vero?
Bingo e tu devi essere Black Mamba.
La nostra reputazione ci precede.

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Marko84

Reg.: 14 Apr 2001
Messaggi: 124
Da: Torino (TO)
Inviato: 20-09-2005 23:21  
Arrivo adesso dal cinema dove l'ho visto in anteprima nazionale; ma allora a voialtri cosa hanno fatto vedere, l'ante-anteprima?
Cercherò di fare una recensione esauriente domani, adesso sono troppo stanco...
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Scusi, ma per chi mi ha preso? Per un umano?
(Matrix Revolutions)

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Marko84

Reg.: 14 Apr 2001
Messaggi: 124
Da: Torino (TO)
Inviato: 21-09-2005 12:03  
Innazitutto una breve premessa. In questa mini-recensione non leggerete frasi del tipo "Tim Burton è un genio e qui ci mostra tutti i tratti distintivi del suo cinema" oppure altre cose che si possono leggere nella recensione pubblicata su filmup da un tale che non parla neanche del film, ma di queste sue masturbazioni mentali sul cinema in generale. Io quando guardo un film, poi lo giudico per quello che è, senza aspettarmi nulla e senza pregiudizi.

Fondamentalmente, è un film per bambini e guai a chi proverà nei prossimi giorni a dire il contrario (per attirare più spettatori in sala...)! Di conseguenza, va visto sotto questo punto di vista, senza considerazioni "impegnate". Ed è proprio questo il problema di questo film: un conto è se lo guarda un bambino, che rimane estasiato per lo spettacolo di colori e le canzoncine stupide, un conto è se lo guarda uno che dal film vorrebbe una storia, dei personaggi ben pensati e una trama non scontata.
Ma questa è una favola per bambini (ricordiamo che il film è tratto da un libro) e quindi ne contiene tutti i tratti distintivi, compresi i personaggi sterotipati fino all'eccesso e una dolce distinzione tra "buoni" e "cattivi" e insegnamenti morali spiccioli disseminati un po' ovunque.
Certo, a un bambino non puoi fare la morale e i discorsoni; allora gli fai vedere che i bambini viziati, golosi, saccenti e vanagloriosi fanno una brutta fine (non è uno spoiler!), mentre il bambino equilibrato è bravo bravo bravo...
Affinché non sembri che io sia un vecchio spietato devo dire che, pur non essendo più un bambino, non mi perdo una riga dei romanzi di Harry Potter. Secondo me qui succede qualcosa di simile a ciò che succede nei film del maghetto, freddi e "sbiaditi" rispetto al pathos dei romanzi da cui sono tratti.

Ho trovato sorprendenti le ambientazioni e le elaborazioni in computer grafica: riescono perfettamente a trasportarti nel mondo magico di Wlly Wonka.

Di solito la presenza di un grande attore nel cast di un film fa sì che il grande pubblico sia più propenso a guardare il film stesso (leggevo tempo fa che al vertice della classifica degli attori che fanno questo effetto c'era Julia Roberts).
Ho paura che molta gente sia attratta da questo film per la presenza di Johnny Depp, che qui mi sembra alle prese con una grossa caduta di stile (speriamo sia solo una parentesi...) e ben lontano dai tempi d'oro di "La nona porta". Il problema è che chiunque (ripeto: qiunque) avrebbe raggiunto gli stessi risultati mostrati da Depp in questo film: fare delle espressioni facciali strane davanti alla telecamera è alla portata di tutti (non giudicherei Seann William Scott (il cui modo di recitare è tutto simpatia e facce strane) un attore formidabile...) e il grande Depp sfigura un po'. Oltretutto in questa versione "effeminata" lascia molto a desiderare...
Grandioso invece quella specie di Paolo Cevoli che fa il "nanetto multiforme".

Purtroppo non si ride neanche. Magari fa sorridere la vecchietta che dice frasi sconnesse o il bambinone crucco, ma niente di più. La scena più bella è quella in cui in una TV si vede un frammento di "Odissea nello spazio" in cui, al posto del monolite, spunta una tavoletta di cioccolato...

Un paio d'ore di sogno e spensieratezza, ma il film non entusiasma più di tanto.
Certo, è difficile togliersi dalla testa la canzoncina "Willy Wonkaaaa, Willy Wonkaaaa!"

VOTO: 6/7, non di più

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(Matrix Revolutions)

[ Questo messaggio è stato modificato da: Marko84 il 21-09-2005 alle 12:05 ]

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utopia


Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 14557
Da: Smaramaust (NA)
Inviato: 21-09-2005 14:36  
Non vedo l'ora di andarlo a vedere!!! io pero' aspetto martedi', che si pagano 3,00 alla multisala con la tessera...
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Tutto dipende da dove vuoi andare... Non importa che strada prendi!

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 21-09-2005 14:42  
questa che pubblico non è una recensione del film, ma un piccolo confronto tra il vecchio Willy Wonka e il film di Burton.
Andrà a breve online su Filmup.
(non come recensione,che c'è quella di Pierre, ma come speciale-approfondimento)
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C’era una volta (ma neanche troppi anni fa) chi il 25 Dicembre si alzava presto la mattina e correva in salone per scoprire cosa ci fosse sotto l’albero. E poi, passata l’euforia (o la delusione), legata al dono ricevuto, si sedeva sul bordo del letto con gli occhi fissi sul televisore, aspettando che su RaiUno cominciasse la favola di “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato”.
La storia la conosceva benissimo: l’aveva vista esattamente un anno prima, l’anno prima ancora e l’anno prima dell’anno prima ancora. Insomma, sempre… Eppure non poteva fare a meno di gustarsela ancora, per l’ennesima volta. E così mentre lui scartava il suo regalo, Charlie Buckett scartava quella magica tavoletta col biglietto d’oro. La sua felicità, era la stessa di quel ragazzino dall’altra parte dello schermo. In quella fabbrica “di sogni” non ci entrava solo Charlie, ma tutti i bambini che con lui si incontravano una sola, ma intensa, volta l’anno.

Quando cominciò a girare la voce che un regista fantasioso e “fanciullesco” come Tim Burton aveva voglia di riprendere quella stessa storia, le reazioni di quei (allora) bambini furono contrastanti. Ci fu chi storse il naso: “perché rifarlo se l’originale è già bellissimo?”, chi invece approvò l’idea:“Tim Burton renderà quella storia ancora più fantastica di quanto già non sia”, e a chi non gliene importò nulla ( sono i Peter Pan che si sono dimenticati della loro infanzia).
A meno che non si facesse parte di quest’ultima schiera, andare al cinema a vedere “il nuovo” sembrò un dovere per tutti. E altrettanto naturale venne fare un confronto.

Tim Burton in realtà non ha mai detto di aver fatto un sequel, ma solo un riadattamento del libro “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolata” pubblicato per la prima volta nel 1963 da Roald Dahl, autore nel 1971 anche della sceneggiatura dell’omonimo film diretto da Mel Stuart.
Seppur la traccia a grandi linee sembra essere la stessa, le differenze tra i due film sono sostanziali.

Già il cambio del titolo è indicativo. Il film di Burton è “Charlie e….” , quello di Stuart è “Willy Wonka e….”. In ambedue i casi il personaggio citato nel titolo non è il protagonista della storia, ma quello su cui la storia convergerà.
Nel primo film il centro della storia è Charlie, questo poverissimo ragazzo sempre gentile e premuroso che vede nell’inaccessibile fabbrica di cioccolato, il simbolo della speranza. La fabbrica di dolciumi è ciò che lo spinge a guardare avanti con ottimismo e determinazione, senza accasciarsi sulle sue misere condizioni. Una volta riuscito ad entrare nello stabile, Willy Wonka gli si rivela come una sorta di riequilibratore sociale: è colui che premierà il buono (Charlie) e punirà chi non si accontenta delle proprie fortune (gli altri ragazzini).
La morale è tanto semplice quanto commuovente: comportarsi per bene, mettendo l’amore immateriale davanti a qualsiasi rendiconto pratico e personale, finisce col farti sorridere la vita.

Nel secondo film, anche Burton sembra inizialmente voglia focalizzarsi su Charlie. In realtà, poi scopriamo, che è giusto un pretesto per conoscere il malessere di Willy Wonka, un uomo solo, misantropo, alienato dalla realtà, costretto ad ignorare gli affetti per realizzare i propri sogni. L’attenzione si sposta quindi ben presto sul grande pasticcere, mettendo in secondo piano la storia di Charlie e del nonno (manca infatti la sequenza dei due nella stanza delle bibite con le bollicine che fanno volare, che c’era nel primo). Burton vuole mettere in scena un film sul rapporto genitori-figli. Lo fa in maniera esplicita, parlando dell’educazione quando a cantarne sono gli ( ma forse dovremmo dire l’unico) irresistibili Umpa-Lumpa, in maniera leggermente più celata quando ci mostra con diversi flashback il rapporto di Willy Wonka col padre. Charlie diventa così la coscienza di Willy, una sorta di modello cui dover tendere. Anche in questo caso si tratta di “amore”, ma la direzione è più circoscritta all’ambito familiare.

Dopotutto, quest’ultima è una delle tematiche classiche del cinema di Burton: quella del personaggio in cerca del proprio ambiente dove poter vivere, amare e farsi amare. Che sia l’Edward mani di forbice, la Winona Ryder di Beetlejuice, il Jack Skeleton di “Nightmare before Christmas” o il grande pesce di “Big Fish”, i personaggi di Tim Burton sono irrequieti finché non trovano la propria dimensione, la propria famiglia. Ogni storia è quindi un percorso d’amore con una meta ben precisa.

Nei due lavori ricorre comunque un riferimento ad Hitchcock. Nel primo uno dei ragazzini viziati faceva una battuta sulla storia di Il delitto perfetto, in quello successivo Burton fa dello stesso ragazzino la vittima della famosa scena di Psycho nella doccia. E’ diverso invece l’uso delle musiche: in “Willy Wonka…” si presentavano ovunque e di più generi,in “Charlie….”, nonostante seguano eventi drammatici come le scomparse dei bambini, hanno sempre un ritmo allegro.

C’è senza dubbio più autorialità nel film del regista californiano, rispetto a quello (ma non per questo meno bello) di Mel Stuart. Le considerazioni sono meno natalizie, forse più profonde, e se scenderà una lacrimuccia sarà di certo più sofferta di quelle che un tempo qualcuno perdeva a iosa davanti al televisore. Basta una scena per capire la diversità di approcci tra i due film. Nel primo, quando il magnifico Gene Wilder apriva la “minuscola” porta che dava sul giardino di dolciumi, i colori erano vivaci, allegri, spensierati. Un vero sogno ad occhi aperti.
Quando invece è Johnny Depp a passare per lo stesso ingresso i colori sembrano inizialmente gli stessi: gli intensi verdi dell’erba di cioccolato, i rossi luccicanti delle mele di zucchero, la brillante cascata di cioccolato. Eppure alzando un poco lo sguardo possiamo intravedere sulle pareti quel triste blu tipico dei lavori di Burton. Un blu che rende quell’apparente gioia più che grottesca…
I finali sono ambedue conciliatori, ma se lì si finiva in “grandezza” con Charlie sull’ascensore volante felice per la prossima prosperità della sua famiglia, qui si termina con una cena nella calda catapecchia dei Buckett. Dopotutto la felicità è nelle piccole cose…

E finisce così che quel bambino ormai diventato adulto , che un tempo guardava in televisione avidamente “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato” , si troverà a gustare “il nuovo” ripensando, immancabilmente, al vecchio. E se l’emozione non sarà la stessa, è perché come i bei ricordi anche il cioccolato fondente, ha sempre un retrogusto amarognolo.


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follettina

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Da: pineto (TE)
Inviato: 21-09-2005 14:47  
gatsby..mi è venuta la pelle d'oca.. lo sto aspettando + di qualsiasi alra cosa...
mannaggia, ma nn sapevo dell'anteorima alla warner
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Luna23

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Da: Milano (MI)
Inviato: 21-09-2005 16:43  
Sono commossa...
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gatsby

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Da: Roma (RM)
Inviato: 22-09-2005 10:42  
ma per quello che ho scrito?
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follettina

Reg.: 21 Mar 2004
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Da: pineto (TE)
Inviato: 22-09-2005 21:30  
ebbene si!
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 22-09-2005 22:38  

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klaus85

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Da: marigliano (NA)
Inviato: 22-09-2005 23:33  
quote:
In data 2005-09-21 14:36, utopia scrive:
Non vedo l'ora di andarlo a vedere!!! io pero' aspetto martedi', che si pagano 3,00 alla multisala con la tessera...




quoto!
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con te non ho finito, neanche per il cazzo! ho una cura medioevale per il tuo culo!

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