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Gli Spietati e qualcos'altro |
Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 21-03-2005 09:31 |
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Quando il cinema di frontiera viene interpretato da chi ha contribuito a formarlo, e, in un certo senso, a farlo morire, nascono film come Gli Spietati.
Film che rivelò Eastwood dietro la macchina da presa, e servì a sdoganarlo da una certa idea di interprete sotto certi aspetti monomane e monolitico, idea trasportata per osmosi all'Eastwood di dietro la macchina da presa.
The Unforgiven ha in embrione tutte le idee di senso di cinema che Eastwood ha coerentemente trasportato in due suoi ultimi, grandi film, Mystic River e Million Dollar Baby. Si muove su un terreno a lui amico, a lui congeniale, seppur ma così stravolto nei topoi e nelle forme quanto fatto da lui.
Cade la forza espressiva della categorizzazione del west, che tanta forza aveva dato a un certo tipo di cinema western, il cinema delle origini, della trasparenza. Basti pensare solamente alla diligenza di Ombre Rosse, all'esercito de Il massacro di fort Apache, per avere un'idea di quanto il west, come caratterizzazione leggendaria, aveva fatto gioco nell'immaginario filmico.
Chi, prima di Eastwood, aveva cercato di scardinare le trame diligenti di quel tipo di west, ormai logoro dopo i fasti abbaglianti degli anni '40 e primi '50, era stato quell'indimenticabile Sam Peckimpah, autore dei memorabili "Mucchio Selvaggio" o "Pat Garret e Billy the Kid", solo per citarne un paio. E proprio quest'ultimo è sintomatico di una patologia/cura che lo porta ad abbandonare il mondo dei pellerossa, che lo porta ad abbandonare finanche i suoi eroi, uno ammazzato, l'altro ormai arrivato ad incarnare, seppur con uno stile inconfondibile, l'antieroe per eccellenza.
Peckimpah, l'immenso Peckimpah, lavora e giostra ancora in un mondo rassicurante, seppur dia la spinta necessaria, e forse conclusiva, per lo scardinamento di quel mondo. Poste queste basi, a oltre dieci anni di distanza irrompe Eastwood, con un film che scavalca la nozione filmica di Peckimpah, scavalca il suo "senso" di west.
La differenza fondamentale sta nella contestualizzazione dei fatti. Il west per Eastwood è solo un pretesto (termine da non leggere nella sua accezione negativa) per raccontare una storia, la sua storia. Per Peckimpah il west è imprescindibile dai suoi lavori. Provate a mettere Billy the Kid in un contesto che non sia il suo, perderebbe tutta la potenza espressiva che mantiene sullo schermo se ben contestualizzato.
Eastwood sgancia la storia dal contesto, rendendo l'ambiente della frontiera la degna cornice di un gran quadro. Ma la demitizzazione che compie va al di là del contesto in cui si muove. Si parlava di epicità. Ecco, non c'è nulla di epico nei personaggi che il regista mette sulla scena. La loro umanità è un vissuto talmente contrastato e poco lineare che la percezione di chi si ha davvero di fronte varia in continuazione. E così scopriamo il brutale sceriffo ad avere gli occhi lucidi, e a mormorare "..mi stavo costruendo una casa..." e al mite Bill Munny scappa di assentire ad un invito di incontro all'inferno in quella che è la scena chiave, forse, di tutto il film.
Eastwood scorda il phatos, scorda le musiche incalzanti, le percussioni rimbombanti. Scorda perfino un montaggio più dinamico che, in certe occasioni, servirebbe ad aumentare l'impatto emotivo di determinate sequenze. Il regista e attore si limita a seguire con gli stacchi il naturale dipanarsi della storia, non esimendosi tuttavia dal dare un giudizio morale alle sue inquadrature. Non ci dice dove guardare, si potrebbe dire, ma ce lo consiglia caldamente.
Eccezionale a mio avviso una fotografia che sottolinea la naturalità di un mondo vasto e incontaminato come poteva essere quello del west tanto caro a Eastwood.
E sotto sotto, vien da pensare alla sporca periferia delle sponde del Mystic.
_________________ "Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate" |
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dende83
 Reg.: 26 Giu 2004 Messaggi: 235 Da: La Maddalena (SS)
| Inviato: 21-03-2005 13:48 |
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cazzo io ancora sto fil non l'ho visto
_________________ BUFFY FOREVER
Anya : Per amore del cielo Andrew! Sei qua dentro da mezzora, che cosa stai facendo?
Andrew : Intrattenimento ed erudizione.
Anya : perché non ti masturbi semplicemente come tutti? |
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Bonjo3
 Reg.: 13 Ott 2004 Messaggi: 404 Da: Lucca (LU)
| Inviato: 21-03-2005 16:25 |
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un bel topic davvero; il western ha una storia lunga quasi quanto il cinema. In tanti hanno provato a riesaminarlo e a cambiarne le regole.
Da questo punto di vista un esmpio di riconfigurazione del genere sono i tentativi di inservi le dinamiche dei film giapponesi di samurai compiuti dai magnifici sette e da un pugno di dollari.
Gli Spietati poi mi sembrò allora un ottimo film
_________________ Va un casino quest'anno! |
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LeStAtH
 Reg.: 10 Mar 2005 Messaggi: 380 Da: / (es)
| Inviato: 21-03-2005 17:06 |
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Un film davvero molto bello. Il "Western" che discende nella profondità del sensibile umano acquistando l'acre retrogusto del dramma.
Il dramma di un epoca selvaggia e icontrollabilmente meschina , il dramma di un padre vedovo che deve crescere 2 figli ed ha un dipserato bisogno di denaro, il dramma di chi sente la colpa per la morte del suo più grande amico... e di chi, giovane tra gli anziani, si rende conto che uccidere è tutt'altro che un gioco.
Togliere la vita è una cosa dura e profondamente scioccante, un lavoro brutale per soggetti SPIETATI e, aggiungo, disillusi....proprio come il film.
_________________ "e quando io abbia reciso la tua rosa, non potrò renderle la sua forza vitale...ed ella avizzirà." L. deLioncourt |
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vietcong
 Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 21-03-2005 23:05 |
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Sei molto western ultimamente, bravo.
Un primo appunto: si scrive Peckinpah, con la N.
Un secondo appunto: tu parli di rinnovamento (implicitamente anni '60) dopo i fasti western 'ingenui' degli anni quaranta e cinquanta. Ecco, l'ide che mi sono fatto io, più per letture che altro, è che già negli anni '50 il genere fosse in forte revisione, stesse cercando sponde più mature. E' noto il processo di psicologizzazione dei caratteri, apportato da un Anthony Mann nei film con James Stewart come Lo Sperone Nudo. Di questo ho visto un paio di film, su altri autori citatissimi a proposito di questa svolta come Delmer Daves e Boetticher non garantisco.. Ma l'impressione che mi sono fatto è che il genere western veramente 'classico' sia vivo diciamo dai 20 ai 40 e da lì in poi compaiono i primi anticorpi.-
Il fatto è che la nostra percezione del cambiamento è assorbita dalla questione indiana e dai film che hanno rivisto la posizione e la visione dell'indiano. Ma la maturità del genere va probabilmente retrodatata
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 22-03-2005 06:53 |
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vietcong
 Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 22-03-2005 14:54 |
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quote: In data 2005-03-22 06:53, Petrus scrive:
si, se tu mi dici questo non posso che ascoltarti. Non c'è molto studio dietro quel che ho scritto, più che altro percezioni e conoscenza del regista, tutto qua
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ma neanch'io sono un esperto. ho però questa sensazione che per capire il western classico si dovrebbe fare uno studio quantitativo, sui grossi numeri dei primordi del genere, recuperando film dimenticati e discutibili.
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gianpy77
 Reg.: 16 Nov 2004 Messaggi: 105 Da: trento (TN)
| Inviato: 22-03-2005 15:41 |
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E non solo Mann o Boetticher... regista importantissimo di questa rivoluzione (e non solo di questa del cinema western) è Arthur Penn: penso ad esempio a Furia Selvaggia con Paul Newman!
bye
gianpy
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Luke71
 Reg.: 06 Ago 2003 Messaggi: 3997 Da: pavia (PV)
| Inviato: 23-03-2005 13:44 |
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Ciao "Film che rivelò Eastwood" mi pare esagerato aveva già in precedenza girato ottimi film cito ad esempio IL CAVALIERE PALLIDO,CACCIATORE BIANCO,CUORE NERO,BIRD ed altre piccole gemme tipo GUNNY,LO STRANIERO SENZA NOME etc etc.
Film straordinario ricordo che ebbi l'esatta percezione della sua grandezza già durante la prima visione al cinema,cosa che non sempre accade.
Personaggi ben delineati,veri non gli stereotipi che occorre dire il più delle volte anche grandi registi ci hanno propinato in questo genere di pellicole.
Un Eastwood in stato di grazia anche come attore,dalla presenza sù schermo magnetica,granitica ma anche straordinariamente umana (cosa rarissima nei western).
Un carnet di attori collaudati ed estremamente in parte,a dar vita a personaggi dalle molte sfumature sospesi tra l'inferno e il paradiso dei propi pensieri,delle propie azioni.
Uno di quei film dal respiro classico ed epico,eppure allo stesso tempo assolutamente innovativo,pregno di una tecnica pressochè perfetta,di una sceneggiatura di ferro.
Insomma in una parola un capolavoro,uno dei capolavori di Clint.
Notevole per contenuti l'edizine a doppio dvd,praticamente imperdibile. |
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DottorDio
 Reg.: 12 Lug 2004 Messaggi: 7645 Da: Abbadia S.S. (SI)
| Inviato: 29-08-2005 09:13 |
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Vedendolo ieri per la prima volta all'iniziò mi sembrò lento e senza alcuno spunto interessante, mentre nella seconda ora ho cominciato a realizzare la grandezza del film e delle inquadrature e del montaggio che il buon Clint ha azzeccato in pieno.
Mi riesce difficile scrivere qualcosa in più dopo gli interventi di petrus e luke71, ma posso aggiungere senz'altro che la sequenza finale è girata da dio con un'atmosfera drammatica e dark allo stesso tempo, grazie anche a una fotografia impeccabile.
Sicuramente questa sequenza è la chiave di tutto il film, come sottolineava petrus, e non avrebbe questa carica emotiva ed espressiva senza l'apparente piattezza e distaccatezza di tutte le scene precedenti.
Un film che va guardato nel suo insieme, impossibile da analizzare scena per scena visto che è un tuttuno e proprio in questo risede la grandezza del film, il fatto di essere riusciti a raccontare una storia nella maniera più efficace possibile.
_________________ Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega
Attention: Dieu est dans cette boite comme ailleurs et partout! |
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