mario54
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 20 Mar 2002 Messaggi: 8838 Da: nichelino (TO)
| Inviato: 28-02-2005 10:57 |
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Il termine “morbosità” serve a chiarire meglio come detto vocabolo può essere altresì saldamente congiunto al tema della Censura cinematografica, ma anche sopratutto aderente al romanzo:
“Un tram che si chiama desiderio”di Tennessee Williams. Questa stessa penetrante morbosità da Williams espressa, è stata al tempo <<rodata bene, bene>> in teatro, primo di palesarsi sul grande schermo americano. Tanto per chiarire a fondo il concetto in questione, il sottotitolo della presente Tesi di ricerca da me esposta, avrebbe potuto intitolarsi anche:
“Uno sguardo <<Morboso>> dietro la Censura ”. – Critica a parte, è chiaro a chiunque che proprio quel “morboso” se aggiunto, si potrebbe manifestare alquanto calzante!
Tra l’altro, nell’osservanza diretta di cose o persone, o semplicemente più in generale, una delle cause principali della morbosità umana, è data da un’alterazione percettiva delle proprie sensazioni istintive. Di proposito, questa detta anomalia psichica in ambito cinematografico, specie in passato, prendeva origine proprio mediante la stessa censura del cinema. La stessa censura a volte la richiama strumentalizzandola a dismisura, velando più del dovuto anche alla curiosità umana più congenita, vale a dire naturale, sia dal punto di vista verbale, e sia a quella concettuale d’immagine. Invece, in veste propriamente psicologica, la (morbosità) umana si presenta in generale come: un attributo dato da un eccesso alterato delle proprie sensazioni passionali. Alla fin fine, ipocrisia a parte, alcune persone hanno di certo modo di percepire in determinate circostanze della loro vita.
Tra l’altro, e anche noto che: una minima morbosità di carattere istintivo, non rappresenta certamente per il genere umano, una grave deformazione psichica che lo conduca a forza dal proprio analista di turno!
_________________ Vivien Leigh - Non voglio realismo, voglio magia! |
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