philipcat
 Reg.: 08 Feb 2004 Messaggi: 1372 Da: Roma (RM)
| Inviato: 19-09-2004 22:50 |
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La famiglia Makmalbaf č una factory a dir poco invadente.
Dopo il patriarca Mohsen, guru indiscusso della cinematografia iraniana, autore fra l'altro dell'eccellente Kandahar, si cimentano dietro la macchina da presa la figlia Samira che gira il suo primo film a diciotto anni e il secondo, "Lavagne", a venti.
Sua sorella Hana,ora sedicenne, a otto anni gira un corto che viene presentato a Locarno.
Il fratello Maysam č a sua volta regista e produttore, fra l'altro ha girato un documentario sul making of Lavagne.
E adesso la signora Makmalbaf, seconda moglie (viene il sospetto che la prima sia stata scartata per cinefilia carente) ha portato a Venezia questo "Stray dogs", opera seconda.
Che dire, č una pellicola rispettabile, a tratti suggestiva. Ha il merito di trattare un argomento di forte attualitą, la disperante odissea di due bambini soli, infreddoliti e affamati in mezzo alle macerie di una Kabul occupata e degradata. L'omaggio al neorealismo italiano č fin troppo ingombrante e sembra accendere troppi espliciti faretti su un parallelo stilistico e lessicale. La sceneggiatura fa l'occhiolino o l'occhiolone a Zavattini, leziositą e retorica escluse. Bambina strepitosa e commovente, con un filo di eccessiva consapevolezza da parte della regia. I feroci combattimenti fra cani, aizzati dall'ottuso sadismo di ignoranti ragazzini sono il momento migliore, dove emerge un taglio documentaristico che rimpiangiamo nel resto del film.
Ah, ho letto che anche il delizioso cagnolino salvato dai due piccoli protagonisti č il pet di casa Makmalbaf.
Una nuova stella?
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