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Studio 54 |
ea1987
 Reg.: 17 Dic 2003 Messaggi: 419 Da: settala (MI)
| Inviato: 03-09-2004 13:03 |
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Purtroppo ieri sera ero mezzo abbiocato quindi non ho potuto seguirlo come avrei potuto anche se ho compreso la trama non riuscirei a farne un degno commento.qualcuno di voi vuole farlo?! |
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utopia

 Reg.: 29 Mag 2004 Messaggi: 14557 Da: Smaramaust (NA)
| Inviato: 20-07-2006 13:38 |
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Allora, proprio nessuno ha visto questo film? Io ne ho una copia ma è un mese che non riesco a vederlo (causa esami posso dedicarmi al cine solo a tarda sera dopo lo studio e ce ne sono così tanti, prima di questo, che devo ancora vedere!), o meglio ne ho visti solo 20 minuti.
[chiedo venia per l'edit]
[ Questo messaggio è stato modificato da: utopia il 01-10-2006 alle 16:53 ] |
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Janet13 ex "vinegar"

 Reg.: 23 Ott 2005 Messaggi: 15804 Da: Cagliari (CA)
| Inviato: 20-07-2006 15:15 |
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Seyia4
 Reg.: 15 Mag 2006 Messaggi: 130 Da: gtyu (es)
| Inviato: 20-07-2006 20:44 |
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Un bel film sicuramente per chi ama il genere; descrive la storia e il successo di un tipico locale disco degli anni 70. Ma non è un film per tutti i palati, nel senso che non interesserà a chi non piace o non è nemmeno semplicemente curioso di conoscere cosa avviene in ambienti di questo tipo. Molto bravi gli attori.
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roccomedia
 Reg.: 15 Lug 2005 Messaggi: 3829 Da: Bergamo (BG)
| Inviato: 20-07-2006 20:47 |
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Non è un gran film ma ricostruisce bene le atmosfere del locale che ha modificato, insieme al "Paradise Garage" (meno esclusivo dello "Studio 54"), la storia del costume giovanile amplificando il fenomeno del Gossip.
Se "Saturday Night Fever" guardava alla "Disco-Music per tutti", quale occasione di riscatto delle classi marginali; "Studio 54" ne rappresenta il volto esclusivo, l'occasione più unica che rara per la gente comune di condividere gli spazi con i VIP (anche se, come anche il film mostra, quest'opportunità è più fittizia che reale, in quanto i VIP occupavano spazi esclusivi e appartati). |
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utopia

 Reg.: 29 Mag 2004 Messaggi: 14557 Da: Smaramaust (NA)
| Inviato: 20-07-2006 21:58 |
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Nei primi 20 minuti che ho avuto modo di vedere sono rimasta sopresa dalla trasformazione di Myers... per me quello era AUSTIN POWERS, è difficile vederlo in un ruolo più... 'serio'
_________________ Tutto dipende da dove vuoi andare... Non importa che strada prendi!
Happiness only real when shared. |
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leonessa
 Reg.: 09 Ago 2002 Messaggi: 5315 Da: Abbiategrasso (MI)
| Inviato: 22-07-2006 08:25 |
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Lo ammetto: ero andata a vederlo perchè ero nel mio trip per Ryan Philippe e poi ho sempre adorato Neve Campbell.
E poi il film mi ispirava: atmosfere 80's e il mitico Studio 54 come protagonista, per "vedere" ciò che la nostra generazione ha letto solo sui giornali.
L'intento poteva essere quello di trarre un film di costume e allo stesso tempo di denuncia: il glamour e la droga, i personaggii famosi e il sesso promiscuo... Peccato che il film non sia riuscito a rendere l'atmosfera interessante ma addirittura il film risulta moooolto soporifero!
1bix8
_________________ I'm impossible to forget but hard to remember |
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utopia

 Reg.: 29 Mag 2004 Messaggi: 14557 Da: Smaramaust (NA)
| Inviato: 01-10-2006 16:43 |
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Dunque, dunque, dunque... eccomi finalmente a scrivere qualcosa su 'Studio 54'.
Per chi non lo sapesse, studio 54 era una discoteca molto in voga negli anni '70 newyorkesi; essa sorgeva al posto di uno studio televisivo (ex teatro a sua volta) al 254 di West 54th Street, da cui il nome.
Il film si incentra sugli anni della gestione di Steve Rubell, un uomo di origini tutt'altro che 'importanti', che aveva l'abitudine di piazzarsi all'ingresso del suddetto locale e decidere personalmente chi fare entrare o meno fra la gran massa di persone che si accalcavano lì fuori. I criteri di tale scelta erano ben poco razionali: Rubell sceglieva i suoi clienti in base a come si fossero vestiti , ai loro volti, o semplicemente per una prima impressione.
La pellicola, girata negli USA nel 1998, ha come regista e scenografo Mark Christopher e vede nel ruolo di Rubell un insolito Mike Myers: abituata a vederlo nei panni dello strampalato agente Austin Powers, non sembra vero che possa essere in grado di interpretare una parte così delicata! Eh sì, perchè Rubell è in realtà un uomo frustrato, al quale ad un certo punto sfugge il controllo di un mondo venuto fuori dal nulla dalle sue stesse mani... un mondo fatto di luci, delle ultime hits della disco music, di costumi sfarzosi e camerieri pronti ad assecondare i desideri dei clienti che riguardassero non solo l'alcool ma anche il sesso e la droga. Lo Studio 54 era molto in voga poichè anche un comune cittadino si poteva ritrovare a ballare al fianco delle celebrità, che erano solite frequentare il locale: ecco Andy Warhol, Silvester Stallone, Calvin Klein varcare l'ingresso con i flash puntati contro misti agli sguardi estasiati dei sognatori di turno, che più di ogni altra cosa ogni sera agognavano a varcare al loro volta quella soglia che divideva il mondo reale da un mondo di cui tutti parlavano ed in cui tutti volevano essere. Tra questi sognatori c'è Shane, interpretato da un discreto Ryan Philippe (che sembra non aver capito bene il personaggio da interpretare). Shane è un giovane ragazzo del Jersey desideroso di abbandonare la mediocre e monotona vita di periferia e soprattutto di non avere un futuro precario come il presente vissuto da suo padre. Dal fisico perfetto e dai boccoli d'oro, Shane riesce a persuadere un paio di amici a recarsi allo Studio 54 per tentare di accedervi. Non solo riuscirà nell'impresa, ma diverrà uno dei preferiti di Rubell e di tutto il Jet Set che solitamente frequenta il locale; non a caso gli propongono un servizio fotografico in cui viene presentato come 'Shane 54'. Si farà anche due amici (una coppia sposata in cui la moglie è Salma Hayek) con i quali però sarà difficile tenere stretti i rapporti a causa della competizione e della gelosia. Ben presto Shane si accorge che quel mondo fatato su cui erano perennemente puntati i riflettori, quella sorta di Wonderland in cui lui si sentiva una sorta di prescelto non può e non potrà mai divenire un punto di riferimento saldo della sua vita: inizia a drogarsi, a darsi a tutte le clienti che lo richiedano, a montarsi un pò troppo la testa; ma soprattutto fa l'errore di innamorarsi. Egli non è altro che un burattino nelle mani di Rubell e del cliente di turno, un automa che deve eseguire ordini, nulla di più, nulla di meno. E quando decide di ribellarsi a quest'etichetta, inconsciamente sa che ciò vuol dire piantare in asso tutto quello che aveva sempre sognato, tutta l'opulenza che ne aveva tratto, tutta la falsa felicità che aveva vissuto.
Allora, su Myers nulla da dire perchè si è ben calato nella parte del gestore insoddisfatto ed isterico quale è stato Rubell, ed è riuscito sapientemente nell'opera grazie anche ad un ottimo lavoro di mimica e di espressioni facciali. Philippe, invece, se da un lato è riuscito ad inquadrare l'apparente personalità del ruolo assegnatogli, ovvero quella del bel bambolotto che tenta con caparbietà di arrampicarsi socialmente, da un altro sembra un pò troppo confinato in questo ruolo e non riesce ad uscirne quando necessario; forse qualche giorno in più di ripasso del copione non gli avrebbe fatto male o forse, cosa che maggiormente credo, non è riuscito ben a capire il personaggio che gli è stato assegnato e si è fermato ad un'interpretazione fin troppo superficiale. Questo è il motivo fondamentale che non mi ha fatto apprezzare appieno la pellicola e mi ha abbastanza delusa durante la visione... Tuttavia, ho potuto provare ad entrare anche io un locale le cui fondamenta erano date dalla disco music, le cui pareti erano imbrattate di luci psichedeliche e la cui perenne aria di festa trascinava anche il peggiore dei ballerini a centro pista quale è stato lo Studio 54.
[ Questo messaggio è stato modificato da: utopia il 01-10-2006 alle 16:49 ] |
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