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Autore UN CHIEN ANDALOU
agentmax

Reg.: 13 Feb 2004
Messaggi: 27
Da: Inverigo (CO)
Inviato: 28-02-2004 10:21  
Ho da poco visto Un chien andalou di L. Bunuel e volevo chiedere se c'era qualcuno(magari appassionato)che poteva spiegarmelo..
grazie
_________________
Questo è,e nulla più...

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Daniel


Reg.: 14 Feb 2003
Messaggi: 4301
Da: Nuoro (NU)
Inviato: 28-02-2004 11:49  
E' una domanda da non porsi ... poichè totalmente inutile ...
_________________
::M:: cineForum

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 28-02-2004 12:16  
quote:
In data 2004-02-28 11:49, Daniel scrive:
E' una domanda da non porsi ... poichè totalmente inutile ...




Già... tanto quanto spiegare un quadro di Dalì.
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E' ok per me!

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agentmax

Reg.: 13 Feb 2004
Messaggi: 27
Da: Inverigo (CO)
Inviato: 28-02-2004 14:04  
ok grazie lo stesso
_________________
Questo è,e nulla più...

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 28-02-2004 14:19  
quote:
In data 2004-02-28 14:04, agentmax scrive:
ok grazie lo stesso




bisogna essere veramente un esperto per poterti spiegare un film surrealista
le scene sembrano susseguirsi senza un legame logico ed in più sono tutte metafore
e meglio che ti rivolgi ad un professionista
il film l'ho visto tre volte e non riesco mai a guardare la lama che taglia l'occhio (orrore)
_________________
For relaxing times make it Suntory time

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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 28-02-2004 14:26  
qualche settimana fa ne abbiamo parlato anche qui
_________________
...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere...

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 28-02-2004 17:03  
Dai..! Un argometo che è un invito a nozze. Mi prenoto per postare qualcosa in seguito, ora non posso. Rapidamente vorrei dire che il miglior modo per capire Un Chien Andalou e quello di non tenare di capire e di dimenticare che Bunuel usi "metafore" o simbolismi... Niente di più lontano dlla possibile "verità" filmica. Inltre mi fa piacere pensare che il taglio dell'occhio riesca ancora ad impressionare o disgustare qualcuno, riducendolo all'"impotenza del guardare..." (obiettivo raggiunto ... dal 1928! Segno che con tutta l'acqua passata nel frattempo sotto i ponti del cinema (acque torbide e non battesimali...), non è riuscita a corrompere lo stupefacente impatto di quell'immagine filmica tra le più geniali, devastanti ed iconoclastiche (e non meramente orrorifica), dell'intera storia della settima arte.

Film genesi di tutto il cinema trasversale", maledetto ed iconoclastico a seguire, facente parte della tilogia "surrealista" bunuelina, insieme a L'Age d'Or e a Las Hurdes-Tierra sin pan.
Per meglio (non) comprendere il film, sarebbe divertente partire dalle dichiarazioni dello stesso autore... Mi riprometto di citare.

_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 29-02-2004 00:36  

quote:
In data 2004-01-27 20:46, Andrew scrive:
L'avete visto? Io l'ho trovato a dir poco meraviglioso...E credo anche di aver trovato una sicura fonte d'ispirazione del mio regista preferito, David Linch. Ho avuto la possibilità di vederlo in videocassetta a casa di un amico che diceva di non averne capito nulla. quelle atmosfere così divaganti e oniriche, quei simboli inquietanti e rivelatori mi hanno letteralmente conquistato. Mi è risultato impossibile ricostruire la trama, coloro che nella sezione "Opinioni" ne hanno dette di tutti i colori su "Mulholland Drive" non so cosa direbbero laddove si trovassero davanti a questo capolavoro, magari lo liquiderebbero come carta igienica. Mi piacerebbe confrontarmi insieme a chiunque abbia avuto la possibilità e il piacere di vederlo per una decodificazione dei simboli (l'occhio squarciato dal rasoio come la luna squarciata dalla nuvola, la mano in putrefazione e quella in mezzo alla strada, la scatola - credo poi ripresa in M.D. dal nostro Linch - la farfalla con la sagoma dello scheletro - citata ne "Il Silenzio degli Innocenti", etc.) ed eventualmente una ricostruzione della trama. So bene che l'atteggiamento migliore dinanzi ad un simile capolavoro (che non definirei nemmeno surrealista, perché mi sembrerebbe di limitarne la grandezza iscrivendolo nelle strettoie di un genere cinematografico) è quello dello spettatore che si lascia investire dalla temperie di emozioni (Mulholland Drive docet) ma gradirei comunque sapere cosa ne pensano gli altri, che so già saranno in pochissimi...



Pochi ma buoni, Andrew...
Peccato che la discussione si disperda su due identici fronti http://www.filmup.com/forum/viewtopic.php?topic=21294&forum=25&0, ed anche qui avevo lasciato un pensiero fugace http://www.filmup.com/forum/viewtopic.php?topic=22346&forum=4&start=30&41
Beh., io scrivo qua, sperando che qualche moderatore, se possibile, riunisca i due thread.
Sono assolutamente d'accordo con te che tracci una linea di congiunzione tra l'opera di due grandi maestri come Bunuel e Lynch e per il tuo felice approccio con il cinema dell'inconscio che va guardato anche con l'occhio sinistro.., e lascia libero lo spettatore di costruirci sopra le alte e svelte cattedrali gotiche della mente, dentro le cui enormi volute l'immaginazione può liberamente spaziare in ogni direzione. Un sogno vitale di fruizione filmica che la lunga e mortifera onda del cinema industriale – quello delle certezze e dei chiari significati - ha sempre cercato di farci dimenticare. Si va sempre di più al cinema per la "storia", sempre meno per il cinema... L'immaginario filmico bunuelano, come da te giustamente ipotizzato con degli esempi concreti e verosimili, non è stato ereditato solamente dall'autore di Mullholand Drive, bensì da tutti i cineasti trasgressivi e visionari appartenenti alle generazioni avvicendatesi immediatamente dopo Un Chien Andalou e L'Age D'or.

Giustissimo l’accostamento delle “scatole”, uno dei tanti “oggetti” che rappresentarono le ossessioni ricorrenti nel cinema di Bunuel. Ricordo con ammirazione una serata “fuori Orario”, in cui E. Ghezzi fece comparire i titoli di testa di Bella di Giorno (in programma) direttamente dalle oscure profondità della scatola blu di Mulholland Drive, come in un gioco di prestigio.., in una dissolvenza in nero.

Quello di Bunuel - e di Lynch - è dunque un cinema dell'inconscio, come lo stesso regista spagnolo amava ricordare:

"Il cinema è un'arma magnifica e pericolosa se a maneggiarla è uno spirito libero. E' lo strumento migliore per esprimere il mondo dei sogni, delle emozioni, dell'istinto. Sembra sia stato inventato apposta per esprimere la vita dell'inconscio, le cui radici penetrano così profondamente nella poesia."

I significati di un Un Chien andalou sono tutti racchiusi in questo... chiarissimo concetto. Bunuel confermò che il solo "significato" che poteva apparire certo, per il pubblico e per se stesso (già che aveva sempre negato di sapere che quel film potesse contenerne), fosse una esplicito invito all'assassinio... Don Luis si ammazzava dalle ristate di fronte ai vari tentantivi di interpretazione dei critici, sudiosi e storici... In una bellissima intervista raccolta da Turent e de la Colina (due critici messicani che la riportarono nel bellissimo libro intotolato "Bunuel secondo Bunuel", fondamentale per "capire" il cinema del maestro)dichiarò: "Invece di cercare di spegarle, bisognerebbe accettarle le immagini così come si presentano. Mi ripugnano, mi commuovono, mi attirano? Così dovrebbe bastare."
Il mistero rimane.., ed è per questo che tale opera appare ancora oggi sorprendentemente fresca e riposata..,insondata ed insondabile, attuale, moderna e post-moderna.
Un Chien Andalou nacque dall'incontro dei sogni sia di Dalì sia di Bunuel, indifferentemente, in un lavoro di sguadra ispirato dalla profonda amicizia che legava i due, e va proprio detto che l'esoterismo, spiritismo e via discorrendo... non furono affatto alla base delle loro invenzioni ed ispirazioni. Smentitemi se sbaglio, ma per quel che mi risulta, da "ateo per grazia di dio" come amava definirsi, con quelle cose Bunuel non ci azzeccava nulla. Non saprei se Dalì invece si...

p.s. - lo posto anche qui, più al centro dell'attenzione, solamente per sollecitare una interessante discussione su un argomento centrale. Se ho fatto male cancellate pure il post doppione.


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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Bunuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 29-02-2004 alle 11:45 ]

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misterx76

Reg.: 12 Gen 2004
Messaggi: 2312
Da: carsoli (AQ)
Inviato: 15-04-2004 20:18  
Un chien andalou

L' ho visto ieri notte. Il mio giudizio è semplice: Geniale

Questo film anticipa i tempi, in soli 15 minuti riesce a mettere insieme tensione, erotismo il tutto unito ad un gran ritmo. Il film non segue una trama, ma come già detto da altri, è un sogno surreale messo su pellicola. Io non so chi ne sia il vero autore, se Bonuel o Dalì ed ammetto di non conoscere nessuno dei due, ma questo film, che ricordo è datato 1929, ancora oggi riesce ad incollarti allo schermo.

Mi riprometto di vedere altri film di Bunuel, perché se questo cortrometaggio di appena un quarto d'ora mi ha così sorprendentemente colpito, sono curioiso di vedere cosa è stato capace di fare il regista con film di maggiore lunghezza.

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...due volte già cadeste senza cavarne frutto, badate un 3° fulmine vi annienterà del tutto!!!

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MalloryK

Reg.: 28 Lug 2003
Messaggi: 1246
Da: Prato (PO)
Inviato: 16-04-2004 10:38  
vorrei tanto vederlo "un chien andalou"... mi dite come posso fare a trovarlo?
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Whatever it is, I'm against it!

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liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 16-04-2004 10:51  
quote:
In data 2004-04-16 10:38, MalloryK scrive:
vorrei tanto vederlo "un chien andalou"... mi dite come posso fare a trovarlo?




te lo diremmo, ma è proibito dalla legge.
_________________
...You could be the next.

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MalloryK

Reg.: 28 Lug 2003
Messaggi: 1246
Da: Prato (PO)
Inviato: 16-04-2004 11:00  
devo scaricarlo? io non ho una connessione superveloce...
_________________
Whatever it is, I'm against it!

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liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 16-04-2004 11:16  
quote:
In data 2004-04-16 11:00, MalloryK scrive:
devo scaricarlo? io non ho una connessione superveloce...




mah, se dura un quarto d'ora nn sarà così grande come file...
_________________
...You could be the next.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 16-04-2004 18:31  
quote:
In data 2004-04-15 20:18, misterx76 scrive:
Un chien andalou

L' ho visto ieri notte. Il mio giudizio è semplice: Geniale

Questo film anticipa i tempi, in soli 15 minuti riesce a mettere insieme tensione, erotismo il tutto unito ad un gran ritmo. Il film non segue una trama, ma come già detto da altri, è un sogno surreale messo su pellicola. Io non so chi ne sia il vero autore, se Bonuel o Dalì ed ammetto di non conoscere nessuno dei due, ma questo film, che ricordo è datato 1929, ancora oggi riesce ad incollarti allo schermo.

Mi riprometto di vedere altri film di Bunuel, perché se questo cortrometaggio di appena un quarto d'ora mi ha così sorprendentemente colpito, sono curioiso di vedere cosa è stato capace di fare il regista con film di maggiore lunghezza.





Bravo Misterix76! Finalmene hai scoperto il Cinema... Scherzo, naturalmente. Ora dovrai vedere

L'AGE D'OR (1930)

e sarà appena l'inizio di stupori senza fine. Entrambi i film si trovano in VHS, nelle edizioni Mondadori Video, collana il Grande Cinema. Ma, avvertiti, si vedono maluccio e costano tanto. Non ricordo se in Italia siano usciti in DVD e non ho tempo di controllare ora. Io ho delle buone copie registrate dalla TV (sempre grazie a San Enrico...)

Qui si parla dei primi due film di Bunuel, dei tre che formano la trilogia surrealista (sebbene il regista aragonese, fino alla sua ultima opera, "L'Oscuro oggetto del desiderio", mai rinuncierà a quella "filosofia" di vita); l'altro film, "LAS HURDES - Tierra sin pan", 1932, un rigorosissimo documentario iper-realista - per così dire... - è molto raro e di difficile reperibilità, ma ugualmente magnifico.

Vivi a pochi chilometri da Roma, quindi ti giro sto po' po' di programma del Filmstudio. Avrai la possibilità di vedere la trilogia bunueliana sul grande schermo!

Copio incollo il programma giuntomi via e-mail - non sapei come fare alrimenti, spero sia leggibile, chiedo venia se intaso un po' ma cedo valga la pena pubblicizzare, speciamente su questo topic, un evento straordinariamente ricco ed eccitante!
_________________
LE AVANGUARDIE CINEMATOGRAFICHE IN FRANCIA NEGLI ANNI ‘20-‘30

ROMA, FILMSTUDIO 2 - 16-29 APRILE 2004

“Se il cinema non è fatto per tradurre i sogni o tutto ciò che nella veglia è in comunicazione con il Regno dei sogni, allora il cinema non esiste.” Antonin Artaud, 1927

“Sapere come far agire le costrizioni nel bel mezzo dell’abbondanza, non è da tutti. È difficile essere ricchi. Il cinema rischia di morirne.” Fernand Léger, 1925

“Il cinema è un grande occhio aperto sulla vita, un occhio più potente del nostro che vede ciò che noi non possiamo vedere.” Germaine Dulac, 1925

“Siate eterni il più a lungo possibile.” Kurt Schwitters

Programma

Le Avanguardie Cinematografiche degli Anni Venti: dall’ Impressionismo al Visualismo e al Cinema Puro

VENERDÌ 16 APRILE



ore 17.30 e 19.05

LA SOURIANTE MADAME BEUDET di Germaine Dulac

(1922, b/n, muto, 25’)

L’INVITATION AU VOYAGE di Germaine Dulac

(1927, b/n, muto, 33’)

DISQUE 927 di Germaine Dulac

(1928, b/n, muto, 6’)

THÈMES ET VARIATIONS di Germaine Dulac

(1928, b/n, muto, 9’)

ÉTUDE CINEMATOGRAPHIQUE SUR UNE ARABESQUE di Germaine Dulac

(1929, b/n, muto, 7’)

ore 20.45 e 22.30

FIÈVRE (FEBBRE) di Louis Delluc

con Eve Francis, Gaston Modot

(1921, b/n, muto, 38’)

FAIT DIVERS di Claude Autant-Lara

con Antonin Artaud

(1923, b/n, muto, 15’)

MÉNILMONTANT di Dimitri Kirsanoff

con Nadia Sibirskaia

(1925, b/n, muto, 34’)

JEUX DE REFLETS, DE LUMIÈRE ET DE VITESSE di Henri Chomette

(1923, b/n, muto, 6’)

CINQ MINUTES DE CINEMA PUR di Henri Chomette

(1925-26, b/n, muto, 5’)

SABATO 17 APRILE



ore 17.30 e 19.15

FIÈVRE di Louis Delluc (repliche)

FAIT DIVERS di Claude Autant-Lara (repliche)

MÉNILMONTANT di Dimitri Kirsanoff (repliche)

JEUX DE REFLETS, DE LUMIÈRE ET DE VITESSE / CINQ MINUTES DE CINEMA PUR di Henri Chomette (repliche)

ore 21.00 e 22.35

LA SOURIANTE MADAME BEUDET / L’INVITATION AU VOYAGE / DISQUE 927 / THÈMES ET VARIATIONS

ÉTUDE CINEMATOGRAPHIQUE SUR UNE ARABESQUE di Germaine Dulac (repliche)

DOMENICA 18 APRILE



ore 15.45 - 18.00 - 20.15 - 22.30

LE BRASIER ARDENT di Ivan Mosjoukine

con Nathalie Lyssenko, Ivan Mosjoukine

(1923, b/n, muto, 119’)

La Dimensione Sperimentale nella Fiction

LUNEDI 19 APRILE



ore 15.00 e 17.35

LA FOLIE DU DOCTEUR TUBE di Abel Gance

con Albert Dieudonné

(1915, b/n, muto, 25’)

AU SECOURS! di Abel Gance

con Max Linder, Gina Palerme

(1923, b/n, muto, 31’)

CHARLESTON o SUR UN AIR DE CHARLESTON di Jean Renoir

con Catherine Hessling, Johnny Higgins

(1926, b/n, muto, 24’)

PARIS QUI DORT di René Clair

con Albert Prejean, Martinelli, Myla Seller

(1923, b/n, muto, 61’)

ore 20.10 e 22.40

NAPOLÉON VU PAR ABEL GANCE di Abel Gance

con Albert Dieudonné, Alexandre Koubitzky, Francine Mussey, Marite Damia, Harry Krimer, Antonin Artaud, Abel Gance, Annabella

(1927, b/n, muto, 110’)

LA PETITE MARCHANDE D’ALLUMETTES (La piccola fiammiferaia) di Jean Renoir

soggetto e sceneggiatura Jean Renoir, dall’omonimo racconto di Hans C. Andersen; con Catherine Hessling, Manuel Raabi

(1928,b/n, muto, 29’)

MARTEDI 20 APRILE



ore 15.00 e 17.35

NAPOLÉON VU PAR ABEL GANCE di Abel Gance (repliche)

LA PETITE MARCHANDE D’ALLUMETTES di Jean Renoir (repliche)

ore 20.10 e 22.40

LA FOLIE DU DOCTEUR TUBE / AU SECOURS! di Abel Gance (repliche)

FAIT DIVERS di Claude Autant-Lara (repliche)

CHARLESTON di Jean Renoir (repliche)

PARIS QUI DORT di René Clair (repliche)

MERCOLEDI 21 APRILE



ore 17.30 - 20.00 - 22.30

L’INHUMAINE (L’Inumana) di Marcel L’Herbier

sceneggiatura Marcel L’Herbier, Pierre Mac Orlan; scenografia Fernand Léger, Alberto Cavalcanti, Claude Autant-Lara, Robert Mallet Stevens

con Georgette Leblanc, Jaques Catelain, Jean Borlin

(1924, b/n, muto, 135’)

“... Eterni il più a lungo possibile:”. Dada al Cinema

GIOVEDÌ 22 APRILE



ore 17.30 e 19.05

ENTR’ACTE di René Clair; soggetto e sceneggiatura Francis Picabia

con Jean Borlin, Inge Fries, Francis Picabia, Man Ray, Marcel Duchamp, Erik Satie, Marcel Achard, Rolf de Maré

(1924, b/n, muto, 22’)

ANÉMIC CINÉMA di Marcel Duchamp, con la collaborazione di Marc Allegret

(1925, b/n, muto,7’)

LE BALLET MÉCANIQUE di Fernand Léger, con la collaborazione di Dudley Murphy

(1924, b/n, muto, 20’)

LE RETOUR À LA RAISON (Il ritorno alla ragione) di Man Ray

con Alice Kiki Prime (Kiki de Montparnasse)

(1923, b/n, muto, 4’)

EMAK BAKIA di Man Ray

con Alice Kiki Prime (Kiki de Montparnasse), Jacques Rigaut

(1927, b/n, muto, 17’)

ore 20.40 e 22.30

L’ÉTOILE DE MER (La stella marina) di Man Ray, (Liberamente ispirato all’omonimo poema di Robert Desnos)

con Alice Kiki Prime (Kiki de Montparnasse), Robert Desnos, André de La Rivière

(1929, b/n, muto, 20’)

LES MYSTÈRES DU CHÂTEAU DU DÉ (I misteri del castello del dado) di Man Ray

produzione Visconte Charles de Noailles

(1929, b/n, muto 25’)

I Cortometraggi degli Anni ’30 di Man Ray

COURSES LANDAISES (1935, b/n e col., muto, 7’)

DEUX FEMMES (1936, b/n, muto, 5’)

AUTOPORTRAIT con Man Ray e Lee Miller.

(1936, b/n, muto, 6’ 3’’)

LA GAROUPE con Adrienne, Pablo Picasso, Dora Maar, Paul Eluard, Nusch, Roland Penrose, Man Ray

(1937, colore, muto, 10’ 30”)

VENERDÌ 23 APRILE



ore 17.30 e 19.05

L’ÉTOILE DE MER / LES MYSTÈRES DU CHÂTEAU DU DÉ / 4 CORTOMETRAGGI DEGLI ANNI ’30 di Man Ray (repliche)

ore 20.40 e 22.30

ENTR’ACTE di René Clair (repliche)

ANÉMIC CINÉMA di Marcel Duchamp (repliche)

LE BALLET MÉCANIQUE di Fernand Léger (repliche)

LE RETOUR À LA RAISON / EMAK BAKIA di Man Ray (repliche)

Surrealismo E Cinema

SABATO 24 APRILE



ore 16.00 - 17.25 - 18.50

LE VOYAGE IMAGINAIRE di René Clair

con Jean Borlin, Dolly Davis, Marguerite Madys, Albert Prejean, Jim Gerald

(1926, b/n, muto, 74’)

ore 20.30 e 22.30

LA CHUTE DE LA MAISON USHER (La caduta della Casa degli Usher) di Jean Epstein

assistente alla regia Luis Buñuel; soggetto dalle novelle di Edgar Allan Poe: Il ritratto ovale e La caduta della casa degli Usher

scenografia Pierre Kefer; con Marguerite Gance, Jean Deducourt, Charles Lamy, Pierre Hot, Halma

(1928, b/n, muto, 55’)

LA COQUILLE ET LE CLERGYMAN (La conchiglia e il prete) di Germaine Dulac

soggetto Antonin Artaud

(1927; b/n, muto, 25’)

DOMENICA 25 APRILE



ore 16.00 - 17.40 - 19.30

LA CHUTE DE LA MAISON USHER di Jean Epstein (repliche)

LA COQUILLE ET LE CLERGYMAN di Germaine Dulac (repliche)

ore 21.00 e 22.30

LE VOYAGE IMAGINAIRE di René Clair (repliche)

LUNEDÌ 26 APRILE



ore 16.00 - 17.30 - 19.00

UN CHIEN ANDALOU di Luis Buñuel, soggetto e sceneggiatura Luis Buñuel e Salvador Dalì; montaggio Luis Buñuel

con Simone Mareuil, Pierre Batcheff, Jaime de Miravilles, Luis Buñuel, Salvador Dalì; produzione Luis Buñuel

(Francia, b/n, muto, 17’).

L’ÂGE D’OR di Luis Buñuel

soggetto e sceneggiatura Luis Buñuel, con la collaborazione di Salvador Dalì; assistenti alla regia Jacques B. Brunius, Claude Heyman

con Gaston Modot, Lya Lys, Caridad de Laberdesque, Max Ernst, Lionel Salem, Pierre Prévert, Artryas, Valentine Hugo, Marie-Berthe Ernst, Jacques B. Brunius, Xaume de Meravilles, Luis Buñuel; produzione Visconte Charles de Noailles

(Francia, b/n, sonoro, 60’)

ore 20.30 e 22.35

LE SANG D’UN POÈTE regia, sceneggiatura e montaggio di Jean Cocteau

scenografia Jean D’Eaubonne; musica di Georges Auric

con Elizabeth Lee Miller, Pauline Carton, Odette Thalazac Enrique Rivero, Barbette, Jean Desbordes

narratore Jean Cocteau ; produzione Visconte Charles de Noailles

(1930, b/n, sonoro, 60’)

ZÉRO DE CONDUITE (Zero in condotta) di Jean Vigo; soggetto, sceneggiatura e montaggio Jean Vigo;

fotografia Boris Kaufman; scenografie Jean Vigo, Henri Stork ; musiche Maurice Jaubert

interpreti Jean Dasté, Robert Le Flon, Delphin, Michelle Fayard

(1933, b/n, sonoro, 47’)

MARTEDÌ 27 APRILE



ore 15.15 - 17.15 - 19.15

LE SANG D’UN POÈTE di Jean Cocteau (repliche)

ZÉRO DE CONDUITE di Jean Vigo (repliche)

ore 21.15 e 22.45

UN CHIEN ANDALOU di Luis Buñuel (repliche)

L’ÂGE D’OR di Luis Buñuel (repliche)

Il Documentario e l’Animazione d’Avanguardia

MERCOLEDÌ 28 APRILE



ore 17.00 e 18.45

MOR’ VRAN (Mare di corvi) di Jean Epstein

(1928, b/n, muto, 26’)

RIEN QUE LES HEURES di Alberto Cavalcanti

con Blanche Bernis, Nina Chousvalowa, Philippe Hériat

(1926, b/n, muto,45’)

LA TOUR di René Clair

(1928, b/n, muto, 9’)

LA MARCHE DES MACHINES di Eugene Deslaw, in collaborazione con Boris Kaufman

(1928, b/n, muto,10’)

MARSEILLE VIEUX-PORT di Lászlo Moholy-Nagy

(1929, b/n, muto, 9’)

ore 20.30 e 22.30

À PROPOS DE NICE (A proposito di Nizza) di Jean Vigo

sceneggiatura, fotografia e montaggio Jean Vigo, Boris Kaufman; produzione Jean Vigo

(1930. b/n, sonoro, 37’)

TARIS OU LA NATATION o LA NATATION PAR JEAN TARIS di Jean Vigo

soggetto di Boris Kaufman; con Jean Taris

(1931, b/n, sonoro, 9’)

LAS HURDES o TIERRA SIN PAN di Luis Buñuel

sceneggiatura e montaggio Luis Buñuel; commento Pierre Unik, Luis Buñuel

(Spagna, 1932; b/n; sonoro; 27’, versione italiana)

L’IDÉE di Berthold Bartosch, musiche Arthur Honegger

(1932, b/n, sonoro, 25’)

UNE NUIT SUR LE MONT CHAUVE di Alexandre Alexéïeff

musiche omonima composizione di Mussorgski

(1933, b/n, sonoro, 9’)

GIOVEDÌ 29 APRILE



ore 16.45 e 18.45

À PROPOS DE NICE / TARIS OU LA NATATION o LA NATATION PAR JEAN TARIS di Jean Vigo (repliche)

LAS HURDES o TIERRA SIN PAN di Luis Buñuel (repliche)

L’IDÉE di Berthold Bartosch (repliche)

UNE NUIT SUR LE MONT CHAUVE di Alexandre Alexéïeff (repliche)

ore 20.45 e 22.30

RIEN QUE LES HEURES di Alberto Cavalcanti (repliche)

LA TOUR di René Clair (repliche)

LA MARCHE DES MACHINES di Eugene Deslaw (repliche)

MARSEILLE VIEUX-PORT di Lászlo Moholy-Nagy (repliche)

MOR’ VRAN di Jean Epstein (repliche)


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AlZayd

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Da: roma (RM)
Inviato: 16-04-2004 23:43  
quote:
In data 2004-04-15 20:18, misterx76 scrive:
Un chien andalou

Il film non segue una trama, ma come già detto da altri, è un sogno surreale messo su pellicola. Io non so chi ne sia il vero autore, se Bonuel o Dalì ed ammetto di non conoscere nessuno dei due, ma questo film, che ricordo è datato 1929, ancora oggi riesce ad incollarti allo schermo.




Da: “Bunuel secondo Bunuel” (libro di conversazioni con l’autore a cura di T.P. Turent e J. de la Colina, ed. ubulibri)

La migliore lettura per capire l’uomo e l’artista Bunuel. Due “identità” assolutamente complementari ed inscindibili, ma anche spesso antitetiche, l’una necessaria per comprendere meglio l’altra. Caso più unico che raro nella storia del cinema, in cui un regista costurise un film con le cose più ordinarie e quotidiane, apparentemente innocue ma dense di (non)"significati", della propria esistenza.

Domanda: Come è nato il progetto di Un Chien Andalou?

Bunuel: […] poi, a Natale, che trascorsi a Figueras con Dalì, gli suggerii di fare un film insieme. Dalì mi disse: “Questa notte ho sognato di avere la mano piena di formiche.” Ed io: “Questa notte ho sognato di tagliare un occhio a qualcuno”. In sei giorni scrivemmo il copione. Eravamo a tal punto in simbiosi che non c’era alcuna discussione. Lavoravamo accettando le prime immagini che ci venivano in mente, e scartando sistematicamente tutto quanto derivasse da cultura o educazione. Dovevano essere immagini che ci stupissero, che accettassimo entrambi senza discutere. Per esempio: la donna afferra una racchetta per difendersi dall’uomo che la vuole attaccare. Allora questi guarda intorno cercando qualcosa e (sto parlando con Dalì) “Cosa vede?”. “Una rana che vola”. “Non va bene”. Una bottiglia di cognac”. “Non va bene”. Allora io vedo due corde”. Bene, ma cosa viene dietro le corde?. L’uomo le tira e cade, perché trascina qualcosa di molto pesante”. “Ah, va bene che cada”. “attaccate alle corde ci sono due grandi zucche secche”. “Cos’altro?”.Due frati maristi”. “E poi?”. “Un cannone”. “Non va bene; deve venire una poltrona di lusso”. “No, un piano a coda”. “Benissimo, e sopra il piano un asino.. no, due asini putrefatti”. “Magnifico!”. Facevamo cioè sorgere delle immagini irrazionali senza alcuna spiegazione
[uno dei due prelati legai alla fune è lo stesso Dalì. L’uomo della scena iniziale sul balcone che fuma, osserva la luna attraversata da una nuvola e che in seguito taglia l’occhio alla donna (un occhio di testa di vacca morta e truccata…) è Bunuel in persona.]

Interrogato sui “significati” delle immagini del suo film, Bunuel risponde, beffandosi di chi tentava di interpretare: “Invece di cercare di spiegarle, bisognerebbe accettare le immagini così come si presentano. Mi ripugnano, mi commuovono, mi attirano? Così dovrebbe bastare.”

Inutile dire che Un Chien Andalou, L’Age d’or, ed in parte anche Las Hurdes, rappresentarono uno scandalo senza precedenti presso la borghesia e gli ecclesiastici dell’epoca. La prima di L’Age d’or, in particolare, scatenò le ire di squadracce para-fasciste-parrocchiali che semidistrussero la sala, incluso alcune opere di vari surrealisti ivi esposte per l’occasione. Si vede che quelle immagini, così prive di senso.., qualche significato dovevano pur averlo.., per qualcuno più che per altri, a quanto pare… Politica, cultura, società, filosofia, ideologia.., tutto questo senza usare un solo esplicito riferimento socio-politico-cultural-filosofico.., ovvero evitando le volgari e limitanti esplicazioni narrative e figurative che contagia mortalmente tantissimo cinema, (post) moderno e non, con “pretese”… (il cinema italiano in prima linea… Stop.

Infine

Domanda: Dalì intervenne nelle riprese del film?

Bunuel: No, lo girai da solo. Dalì è arrivato a dire [Dalì - sicuramente geniale ma anche stronzo, esibizionista e “franchista” - “tradì” in seguito la grande amicizia che lo legava a Bunuel, in una circostanza mediante una odiosa delazione con conseguenze molto gravi per quest’ultimo] che io gli chiedevo consigli su cosa fare ogni giorno, durante le riprese. E’ stupefacente! Dalì mi aveva chiesto di mandargli un telegramma quando avessi quasi finito. Due giorni prima glielo inviai e lui venne agli studi per vedere le riprese delle ultime scene. La penultima fu quella del piano e degli asini […] Lui preparò i due asini morti e li coprì di pece per fingere la putrefazione.

Bunuel produsse e girò il film con i soldi che gli aveva regalato sua madre. Dice Bunuel: “ Ottenni venticinquemila … Alle mie sorelle, per le nozze, ne aveva date cinquantamila, e io gliene chiesi solo la metà per fare il film. A Parigi ne spesi la metà in cabaret e cene con gli amici … con le dodicimilacinquecento pesetas rimaste mi decisi a fare il film perché sono un uomo responsabile e non volevo ingannare mia madre” … ;O)





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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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