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Autore Il Volto dell'Orrore
13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 08-01-2004 14:59  
Le pale di un ventilatore come le eliche di un elicottero. Un suono ritmato, ripetitivo, insinuante. Un suono che si innalza sopra la giungla selvaggia, territorio di Charlie, zona di pericolo e perdizione. Elicotteri come cavalli alati moderni, pronti ad un attacco travolgente, che utilizzano il napalm come fuoco purificatore della guerra, quasi fossero draghi di redenzione.
E sotto di loro un territorio ostile, di un verde accecante e opprimente; un luogo dove le contraddizioni americane si scontrano con la determinazione alla sopravvivenza dei vietcong. Soltanto una legge può valere là sotto: la legge della giungla. Il più forte deve schiacchiare il più debole tramite la massima libertà, senza morale, senza pietà, per mezzo delle peggiori efferatezze. Questo Kurtz lo sa bene: "voi li sterminate, per poi offrire loro i cerotti… e chiamate me assassino?". Kurtz. Una sagoma nella penombra, un cuore di tenebra, un volto segnato dall' "orrore", un orrore che non è stato lui a creare, ma che la sua ferocia ha reso puro, genuino, onesto nella sua totale follia. "L'orrore della guerra ha un volto, dobbiamo farci amico l'orrore…". Già, diventare parte dell'orrore stesso, senza alcun metodo, scegliendo la strada, percorrendola, fino al cuore della pazzia. Sono i padroni della guerra ad aver indicato la via, ai soldati non resta che seguirla; ma se uno di questi decide di non scendere a compromessi, di sfruttare il male per raggiungere la desiderata vittoria, viene chiamato assassino e condannato a morte. Questi sono gli americani. Questa è la loro maggiore contraddizione, il vero motivo per cui hanno perso la guerra nel Vietnam.
Willard non è che lo strumento, l'occhio, il mezzo di comprensione. Lui ci fa da guida lungo l'arteria che nasce da Kurtz, quel fiume corroso dal fumo, silenzioso, poi tonante. Il capitano segue la strada, la stessa che il colonnello ha percorso prima di lui, ma sceglie il fiume, un "cavo elettrico" che si snoda in mezzo alla guerra e ha come terminale la follia totale. Willard non prende decisioni, aspetta gli eventi. Non sceglie, ma lascia che sia…
Tutto è già scritto, tutto è gia storia e Coppola lo sa. Lo mostra. Ci convince. Siamo più che mai memori dell'abominio, ci siamo dentro ma non possiamo più uscirne: è una strada senza sbocco, senza redenzione. La "divinità" di Kurtz non è che un simbolo, un presa di posizione "estrema", ma la luce vitale si attenua per poi scomparire proprio là, nella penombra del volto di Kurtz, nell'orrore…

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 08-01-2004 15:10  
quote:
In data 2004-01-08 14:59, 13Abyss scrive:
Le pale di un ventilatore come le eliche di un elicottero. Un suono ritmato, ripetitivo, insinuante. Un suono che si innalza sopra la giungla selvaggia, territorio di Charlie, zona di pericolo e perdizione. Elicotteri come cavalli alati moderni, pronti ad un attacco travolgente, che utilizzano il napalm come fuoco purificatore della guerra, quasi fossero draghi di redenzione.
E sotto di loro un territorio ostile, di un verde accecante e opprimente; un luogo dove le contraddizioni americane si scontrano con la determinazione alla sopravvivenza dei vietcong. Soltanto una legge può valere là sotto: la legge della giungla. Il più forte deve schiacchiare il più debole tramite la massima libertà, senza morale, senza pietà, per mezzo delle peggiori efferatezze. Questo Kurtz lo sa bene: "voi li sterminate, per poi offrire loro i cerotti… e chiamate me assassino?". Kurtz. Una sagoma nella penombra, un cuore di tenebra, un volto segnato dall' "orrore", un orrore che non è stato lui a creare, ma che la sua ferocia ha reso puro, genuino, onesto nella sua totale follia. "L'orrore della guerra ha un volto, dobbiamo farci amico l'orrore…". Già, diventare parte dell'orrore stesso, senza alcun metodo, scegliendo la strada, percorrendola, fino al cuore della pazzia. Sono i padroni della guerra ad aver indicato la via, ai soldati non resta che seguirla; ma se uno di questi decide di non scendere a compromessi, di sfruttare il male per raggiungere la desiderata vittoria, viene chiamato assassino e condannato a morte. Questi sono gli americani. Questa è la loro maggiore contraddizione, il vero motivo per cui hanno perso la guerra nel Vietnam.
Willard non è che lo strumento, l'occhio, il mezzo di comprensione. Lui ci fa da guida lungo l'arteria che nasce da Kurtz, quel fiume corroso dal fumo, silenzioso, poi tonante. Il capitano segue la strada, la stessa che il colonnello ha percorso prima di lui, ma sceglie il fiume, un "cavo elettrico" che si snoda in mezzo alla guerra e ha come terminale la follia totale. Willard non prende decisioni, aspetta gli eventi. Non sceglie, ma lascia che sia…
Tutto è già scritto, tutto è gia storia e Coppola lo sa. Lo mostra. Ci convince. Siamo più che mai memori dell'abominio, ci siamo dentro ma non possiamo più uscirne: è una strada senza sbocco, senza redenzione. La "divinità" di Kurtz non è che un simbolo, un presa di posizione "estrema", ma la luce vitale si attenua per poi scomparire proprio là, nella penombra del volto di Kurtz, nell'orrore…


Come Conrad intese,attraverso la figura del mercante Kurtz,tratteggiare un fulgido quanto terribile simbolo dello stupro colonialista,sugli uomini e sulla natura,che violentata si ribella,così Coppola ha trasfigurato in tempi e luoghi diversi,ma con lo stesso spirito,questo personaggio,facendolo assurgere a vittima(prima che carnefice)del malato sistema di valori e assurde convenienze nel quale si trovava a vivere.
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 08-01-2004 19:28  
I punti in comune tra le due figure di Kurtz sono molteplici e sicuramente non prevalicabili: se togliamo l'ambientazione della storia, quel che ne rimane è un'unica personalità, un'unica identità.
Seguire la parabola di Kurtz, estraniandola da qualsiasi contesto, significa osservare un'anima avida delle emozioni più selvagge, esterna a qualsiasi schematismo o legge umana, assetata di fama e di gloria, a tratti perfino onnipotente...
Ma per ogni lato esagitato e distruttore c'è un rovescio della medaglia: Kurtz subisce un abbattimento morale causato dal suo stesso nichilismo, un estraniamento temporale (basti pensare alla sua figura assunta a divinità dagli indigeni senza cultura) e un evidente isolamento mentale che lo porteranno alla propria distruzione.
"Sganciate le bombe. Sterminateli tutti.". Non è un invito, un ordine, un'idea, ma soltanto una constatazione, l'estrema presa di posizione. Oltre c'è il nulla.

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 08-01-2004 19:40  
quote:
In data 2004-01-08 19:28, 13Abyss scrive:
I punti in comune tra le due figure di Kurtz sono molteplici e sicuramente non prevalicabili: se togliamo l'ambientazione della storia, quel che ne rimane è un'unica personalità, un'unica identità.
Seguire la parabola di Kurtz, estraniandola da qualsiasi contesto, significa osservare un'anima avida delle emozioni più selvagge, esterna a qualsiasi schematismo o legge umana, assetata di fama e di gloria, a tratti perfino onnipotente...
Ma per ogni lato esagitato e distruttore c'è un rovescio della medaglia: Kurtz subisce un abbattimento morale causato dal suo stesso nichilismo, un estraniamento temporale (basti pensare alla sua figura assunta a divinità dagli indigeni senza cultura) e un evidente isolamento mentale che lo porteranno alla propria distruzione.
"Sganciate le bombe. Sterminateli tutti.". Non è un invito, un ordine, un'idea, ma soltanto una constatazione, l'estrema presa di posizione. Oltre c'è il nulla.

Tu vai con Coppola,io ti servo un Conrad...

Si ha la netta impressione,marcioiando nella giungla africana(= primitivo)assieme a Marlowe,dopo aver incontrato una kafkiana serie di personaggi e luoghi di stampo poeano,che la forza della Natura,lì conservatasi pura e incontaminata,sia soverchiante e annichilente tutto il resto.E il mercante Kurtz ne diventa la testimonianza:un uomo malato,prossimo alla morte,che sussurra "L'orrore,l'orrore"consapevole non di averlo sopra-dominato,ma al contrario rendendosi conto di esserne stato inghiottito,a causa del desiderio,non di fama o gloria,ma di denaro
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 08-01-2004 20:07  
Attento seanma...
La descrizione di Kurtz che ti ho dato è applicabile sia a Cuore di Tenebra che ad Apocalypse Now. Era proprio questo il punto.
L'unico elemento appartenente soltanto al film sono le parole che Willard trova appuntate nel manoscritto del colonnello.
Ma la frase in questione ha lo stesso identico impatto dello "sterminate tutti i bruti!" di Conrad.
Una vale l'altra.
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Rubare in Sardegna è il Male.

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 08-01-2004 20:20  
Sì certo,a ben pensarci,le due figure sono perfettamente sovrapponibili,ma io volevo soltanto sottolineare le pecurialità della versione conradiana..il Kurtz di Coppola è un uomo amorale,fiero,davvero onnipotente.Il mercante di avorio è infinitamente,pur seguendo una traiettoria simile,più sconfitto dalla vita e da se stesso,dalla sua ideologia di conquista e di guadagno(non dimentichiamoci che Conrad ha sempre scritto storie d'avventura,legate a un certo ambiente marinaresco e commerciale,indi per cui il fattore economico non va trascurato)

Cmq su Kurtz va sicuro,perchè è il mio personaggio preferito della letteratura....
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sono un bugiardo e un ipocrita

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