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tesis e the addiction |
coriander
Reg.: 23 Ott 2003 Messaggi: 98 Da: napoli (NA)
| Inviato: 07-01-2004 16:51 |
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tesis (amenabar 1996) e the addiction (ferrara 1995) sono horror (concedendo ampio significato al termine) con in comune il contesto universitario, visto come terreno adatto a legittimare e rendere forti ed incisive particolari perversioni o prese di coscienza. è questo il punto in comune, di certo il film di ferrara ha altra forza visiva ed altre ambizioni.
l’università di tesis è scienze della comunicazione, il tema del film il voyeurismo più morboso.
gli snuff movie sono realtà, sono violenza provocata per proporne la visione, sono perversione. ma è possibile fare netta distinzione fra vero e falso quando un’immagine ci è presentata su supporto filmico? il corto “snuff 2000” di borja crespo (tratto da un fumetto di miguel angel martin) è più agghiacciante, più realistico, uno snuff movie finto ma verosimile, come saprebbe realizzarlo un aguzzino con una buona conoscenza dell’arte cinematografica. è finzione ed è arte, ma probabilmente sarebbe arte anche se finzione non fosse.
e non è certo nuova nell’arte la manipolazione del corpo, la differenza è nell’usare come materia da modellare il corpo altrui, si va incontro quindi a delle limitazioni puramente giuridiche.
per il resto l’altrui sofferenza sembra essere ormai la forma di pornografia più sdoganata, richiesta e meno censurata: programmi come real tv propongono video che hanno peculiarità da snuff movie ed aggirano le limitazioni legali cavalcando la non intenzionalità (da parte del filmaker) della violenza riportata.
quella di “the addiction” è invece un’università di filosofia. mentre il punto di forza di tesis (come indicato dal titolo) è la linearità e coerenza nel portare avanti un tema determinato, il film di ferrara è frammentario ed ellittico, la forza è nelle immagini, nel bianco e nero contrastato che regala ombre nette e fiumi di sangue nero.
l’università permette qualche esplicito discorso filosofico che non commenterò per mie mancanze, ed anche qui radicalizza e legittima la presa di posizione del regista. la differenza fra il vampiro e chi non lo è è la sola presa di coscienza, l’accettazione e perpetrazione del male come natura profonda dell’uomo, droga irrinunciabile, violenza tanto più contagiosa se perpetrata senza più ipocrisie.
la conclusione della protagonista è “non cogito ergo sum, ma dedito ergo sum, pecco ergo sum”. la dipendenza dal sangue altrui, quindi dalla violenza, è direttamente associata alla dipendenza da droga.
i morti ammassati nei campi di sterminio ed i vampiri a straziare corpi pasteggiando come sciacalli in un’orgia di sangue restituiscono immagini dirette e ineluttabili in una rappresentazione della violenza invariabile e senza tempo.
ma non manca l’aspetto catto-moralista tipico di ferrara: christopher walken insegna l’astinenza e (spoiler) lili taylor dopo l’ultimo banchetto può addirittura convertirsi, lasciarsi morire e dopo aver digerito litri di sangue imporsi una nuova vita.
[ Questo messaggio è stato modificato da: coriander il 07-01-2004 alle 16:54 ] |
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ilaria78
Reg.: 09 Dic 2002 Messaggi: 5055 Da: latina (LT)
| Inviato: 07-01-2004 18:47 |
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la violenza è un tratto fondamentale della nostra vita purtroppo e perciò anche dei film.
una violenza realistica fa più effetto sullo spettatore che ne rimane choccato, disgustato, impaurito come accade alla protagonista di tesis ma in fondo anche a lily taylor appena vampirizzata. la volenza "finta" o tremendamente esagerata non fa lo stesso effetto,la violenza di tarantino per esempio non turba come quelle presentate in questi film, ma quasi diverte proprio perchè sembra inverosimile...
il film di ferrara col suo bianco e nero dà l'idea quasi di un documentario,"scene di vita vissuta da giovane vampira..." il film di amenabar invece è chiaramente più rassicurante (si fa per dire) nel suo involucro di costruzione filmica.
mentre il film di ferrara ne attua una critica sottile, tesis porta facilmente alla riflessione, almeno per me è stato così, cos'è che affascina nella violenza vista in tv o nei film?(mi riferisco alla violenza televisiva di cui abbiamo esperienza tutti noi,gli snuff sono evidentemente pane per psicologi,psichiatri e via dicendo) siamo tutti dei voyeur? siamo curiosi di conoscere gli abomini(ma non solo) degli uomini basta che rimangano al di la dello schermo?
i reality show sono solo l'inizio di una strada pericolosa? perchè in fondo si sa, quando si comincia una cosa si procede piano piano, allargando sempre più i confini, abbassando la guardia, prima si guardava morbosamente tizi chiusi in una casa sperando che facciano sesso o litighino pesantemente poi li abbiamo mandati a morire di fame su un'isola, per attirare l'attenzione sulle prossime serie chissà che cosa si potra inventare...
ma poi infondo non siamo tutti curiosi di vedere?
_________________ ...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere... |
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coriander
Reg.: 23 Ott 2003 Messaggi: 98 Da: napoli (NA)
| Inviato: 08-01-2004 13:02 |
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quote: In data 2004-01-07 18:47, ilaria78 scrive:
la violenza è un tratto fondamentale della nostra vita purtroppo e perciò anche dei film.
una violenza realistica fa più effetto sullo spettatore che ne rimane choccato, disgustato, impaurito come accade alla protagonista di tesis ma in fondo anche a lily taylor appena vampirizzata. la volenza "finta" o tremendamente esagerata non fa lo stesso effetto,la violenza di tarantino per esempio non turba come quelle presentate in questi film, ma quasi diverte proprio perchè sembra inverosimile...
il film di ferrara col suo bianco e nero dà l'idea quasi di un documentario,"scene di vita vissuta da giovane vampira..." il film di amenabar invece è chiaramente più rassicurante (si fa per dire) nel suo involucro di costruzione filmica.
mentre il film di ferrara ne attua una critica sottile, tesis porta facilmente alla riflessione, almeno per me è stato così, cos'è che affascina nella violenza vista in tv o nei film?(mi riferisco alla violenza televisiva di cui abbiamo esperienza tutti noi,gli snuff sono evidentemente pane per psicologi,psichiatri e via dicendo) siamo tutti dei voyeur? siamo curiosi di conoscere gli abomini(ma non solo) degli uomini basta che rimangano al di la dello schermo?
i reality show sono solo l'inizio di una strada pericolosa? perchè in fondo si sa, quando si comincia una cosa si procede piano piano, allargando sempre più i confini, abbassando la guardia, prima si guardava morbosamente tizi chiusi in una casa sperando che facciano sesso o litighino pesantemente poi li abbiamo mandati a morire di fame su un'isola, per attirare l'attenzione sulle prossime serie chissà che cosa si potra inventare...
ma poi infondo non siamo tutti curiosi di vedere?
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giustamente tu fai differenza fra violenza verosimile e violenza grottescamente trafigurata. chiedersi se siamo tutti dei voyeur è ormai retorico, il guardare senza essere visti e guardare il proibito è connnaturato all'uomo, è sempre stato parte delle sue esperienze e delle sue fantasie, è oggi elemento essenziale nell'esistenza del cinema, della televisione, dell'ipertrofica importanza delle immagini. ma proprio dalle caratteristiche della nuova narrazione nascono nuove problematiche, direttamente collegate agli antichi istinti: accertato il valore dell'immagine e la verosimiglianza della violenza che il cinema sa estendere a (quasi) tutti i nostri sensi, come operare una distinzione netta fra vero e falso? è una sola distinzione morale? quale è il filo di questa morale?
l'esistenza di dozzinali show che trasmettono piccole sofferenze provocate consapevolmente o grandi sofferenze filmate "per caso" escludono una differenza estetica: la violenza sullo schermo non trova certo la sua giustificazione nella plasticità delle figure o nella ricercatezza dei colori o cose simili.
insomma una volta accettata la violenza come arte e l'arte come totalmente distaccata dall'idea di bellezza, è difficile trovare una linea che distingua il vero dal verosimile, e gli snuff non sono solo fenomeno da psicologi e psichiatri, ma l'estremizzazione (volendo anche teorica) di una tendenza già avanzata e dai confini difficilmente delineabili.
_________________ SlowFilm
...i'll tell you all my secrets but i lie about my past... |
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DemonSeth ex "Phibes"
Reg.: 27 Feb 2002 Messaggi: 2048 Da: Catania (CT)
| Inviato: 08-01-2004 17:33 |
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mmm...Coriander mi piaci.
E non appena si parla di vampiri e/o violenza, appare dalle tenebre anche la testolina curiosa di Ilaria...io l'ho sempre detto che questa ragazza mi inquieta.
I temi proposti da Coriander sono articolati, richiedono un'adeguata analisi.
Adesso non ho tempo, ma arrivo...(non) temete...arrivo
_________________ "Capable du meilleur comme du pire, mais pour le pire je suis le meilleur" |
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ilaria78
Reg.: 09 Dic 2002 Messaggi: 5055 Da: latina (LT)
| Inviato: 08-01-2004 19:41 |
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quote: In data 2004-01-08 17:33, DemonSeth scrive:
io l'ho sempre detto che questa ragazza mi inquieta.
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mmmmmmmmmmmmmmmmmm |
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ilaria78
Reg.: 09 Dic 2002 Messaggi: 5055 Da: latina (LT)
| Inviato: 08-01-2004 20:19 |
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coriander, tu hai ragione quando dici che il voyeurismo dell'uomo è cosa ormai assodata, ma lo è forse fino ad un certo livello, qui entra in gioco la tua riflessione fra la differenza tra il vero e il verosimile. Si potrebbe evincere che finchè si guarda due fare l'amore in un film (dico una scena d'amore normale non un porno...), non si è malati, ma se si guardano le coppiette appartate da qualche parte lo si è...
quindi vedere un film in cui si ammazzano di botte non è perverso, ma guardare uno snuff dovrebbe esserlo....
mah... si potrebbe anche dire che guardare l'atto di violenza o altro alla fin fine, vero verosimile o falso, sarebbe comunque una cosa non dico malata ma sicuramente che va al di la della normalità, sopratutto se lo si fa con una certa soddisfazione, forse il grado di normalità delle persone dipende dalle reazione a queste scene? oppure l'occhio sempre più abituato a tali scene non prova più nulla nel subirle...e forse questo è il nostro destino...
questo è evidentemente un quesito che si lega alla moralità, ma secondo me non è tanto la diversità tra vero o verosimile o falso ad essere fondamentale, quanto il fatto che la violenza ci sconvolga sempre meno, e che la morbosità dell'assistere a determinati spettacoli aumenta, spettacoli non solo violenti, ma che invadono l'interiorità, la privacy delle persone...come un c'è posta per te, un al posto suo o grande fratello, si dice che molti di questi show televisivi siano preparati, ma in effetti sono verosimili....noi assistiamo quindi anche in questo caso ad un film? o alla vera vita dei tizi in televisione? e cosa cambia sapere che sono storie vere o montate per l'occasione? nei film non si cerca di ottenere una parvenza di verosimiglianza con la vita vera?
ma la violenza degli snuff colpisce di più se si pensa che sia vera? la violenza in alcuni film non colpisce anche se sappiamo che è tutta finzione?
il confine è labile,o forse nullo?
penso di essermi incartata e di aver perso un po' il filo...
comunque in conclusione tornando alla questione morale di cui si parlava, la violenza "dovrebbe" toccarci, farci riflettere, quindi non "dovrebbe" essere gratuita e renderci assuefatti ad essa, non
"dovrebbe" essere usata in maniera indiscriminata, come negli snuff....questo perchè la massa,che assiste ai film, agli show e via dicendo, non sempre si sofferma a riflettere sul significato di quel che vede, o su cosa si può imparare o emulare o evitare...
d'altro canto nascerebbe un nuovo problema: la censura.....
_________________ ...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere... |
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DemonSeth ex "Phibes"
Reg.: 27 Feb 2002 Messaggi: 2048 Da: Catania (CT)
| Inviato: 09-01-2004 16:00 |
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Il concetto di violenza usata come mezzo espressivo, a prescindere che esso sia più o meno gratuito e che non necessariamente debba "far riflettere", benchè risulti legato indiscibilmente all'idea di arte, non credo sia passibile di giudizi morali.
Io trovo molta più perversione nel guardare soddisfatti il ricongiungimento di due persone che non si vedono da anni, che nell'assistere ad una decapitazione.
Ilaria, tu fai un discorso che in linea di massima è giusto, ma sbagli quando parli di "normalità", la definizione stessa di normalità è un controsenso, normale diventa ciò che viene fatto dalla maggior parte delle persone. La violenza spesso è meno prepotente e prevaricante di altre forme di espressione emotiva. Per quanto riguarda gli snuff, beh il discorso è diverso...nel senso che il mercato clandestino e la mercificazione di un prodotto "vietato" è da condannare, ma l'idea stessa di far vedere qualcosa che accade realmente (mi riferisco ad atti di violenza) non è di per sè condannabile...esistono diversi artisti che si presentano su un palco, davanti ad un pubblico per farsi dissanguare, perforarsi la carne, subire torture...tutte reali, niente trucchi, performances di artisti anche famosi...allora chi assiste a questi spettacoli è da considerarsi malato?
E' malato chi si esibisce?
L'arte è arte, indipendente dalla morale, dalla censura, e da ogni altra forma che ne possa limitare lo sviluppo.
In "fando y Lis" (il paese incantato) jodorowsky infila davvero una siringa nel braccio dell'attrice, ne preleva del sangue, che viene versato in un bicchiere e bevuto (realmente) da un altro attore...tralascio di segnalare le cose che Waters fece fare a Divine...per i deboli di stomaco.
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ilaria78
Reg.: 09 Dic 2002 Messaggi: 5055 Da: latina (LT)
| Inviato: 09-01-2004 21:56 |
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dunque...so già che mi impiccerò nei pensieri... comunque ci provo...
volevo dire due parole sul concetto di normalità che secondo me non è ciò che fa la maggior parte delle persone, perchè tutti possono avere dei "tic", delle abitudini insolite ( insolite perchè non sono di tutti ..qui ci siamo..),non per questo sono anormali... io intendevo anormale in senso più lato, ovvero malato, pericoloso per se e gli altri, o comunque morboso nel fare tali cose insolite.
da qui nasce anche la riflessione sul concetto d'arte,
l'arte è una forma d'espressione e di comunicazione dell'uomo, dipende dai periodi storici, ha avuto sfumature ed accezioni differenti.
tu dici che la moralità deve essere disgiunta dall'arte, sarei anche d'accordo perchè ciò che è fatto con un intento "artistico" ha sempre una sua valenza e una sua rispettabilità,anche nei casi estremi che hai citato tu(anche se non è un 'arte che tutti possano apprezzare o capire, io per prima forse...).
comunque(sento che mi sto perdendo....) dicevo: l'arte è quindi amorale, ma sicuramente portatrice di significato,( perchè secondo me l'arte ha sempre un contenuto,volenti o meno sia l'artista che i "fruitori") che può essere interpretato, cercato, compreso, travisato, inventato, ignorato e via dicendo; forse la moralità dell'arte sta nel suo messaggio, ovvero nel fatto che comunica, questo messaggio chiaramente non deve essere "morale" , quindi a questo punto,anche la violenza, in questo quadro ci sta tranquillamente e qui si ritorna agli snuff.
concordo con te quando condanni il mercato clandestino, perchè questo produce ciò che sarebbe condannabile in tutto questo discorso, ovvero gli abusi su persone non consenzienti che vengono torturate per questi film. Quindi probabilmente non è lo spettacolo della violenza in se che turba, ma l’intenzione….ma a questo punto ritorno al mio discorso di prima, se si guardasse uno snuff facendo finta che non è vero? Oppure si guardasse un film immedesimandosi al punto da prendere per vero ciò che si guarda?Il confine è sempre labile.
E i dubbi e le domande aumentano….ci devo riflettere ancora….
_________________ ...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere... |
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DemonSeth ex "Phibes"
Reg.: 27 Feb 2002 Messaggi: 2048 Da: Catania (CT)
| Inviato: 12-01-2004 14:09 |
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La mia morale: tutto ciò che viene effettuato su (con) persone adulte consenzienti è lecito, dunque "normale".
Frustare qualcuno che "vuole" essere frustato, per me è normale.
_________________ "Capable du meilleur comme du pire, mais pour le pire je suis le meilleur" |
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coriander
Reg.: 23 Ott 2003 Messaggi: 98 Da: napoli (NA)
| Inviato: 13-01-2004 13:19 |
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aldilà dell'aspetto morale e dell'accettazione o meno di alcune "perversioni", accettazione che discende da giudizi soggettivi e personali, credo sia interessante l'oggettiva ambiguità dell'immagine. da sempre la rappresentazione filmica mostra per forza di cose almeno una porzione di realtà, cioè tutto quel che non è direttamente manipolabile o prevedibile dal regista (o meglio dalla troupe), e da sempre l'immagine in movimento, anche quando immortalante pura realtà, possiede in parte la fascinazione della finzione cinematografica.
discende da questa enorme importanza dell'immagine e del movimento come veicolo assolutamente privilegiato dell'arte e dell'informazione la confusione fra vero e falso, da questa confusione l'ispessimento generale della sopportazione alla vista della violenza e l'indebolimento della censura, soprattutto dove il rapporto col visivo, col cinema, sia aperto e maturo.
da un certo punto di vista si potrebbe credere al ricorso dell'immagine interamente digitale come una tensione a ciò che è esplicitamente falso e totalmente governabile: un mezzo modernissimo paradossalmente rivolto a recuperare delle certezze antiche perdute ormai da un secolo.
quindi, tornando al cinema "non binario", non una ricerca di una soluzione o di uno schieramento, ma la consapevolezza di una ambiguità ed incertezza affascinante, senza precedenti e destinata a crescere. |
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DemonSeth ex "Phibes"
Reg.: 27 Feb 2002 Messaggi: 2048 Da: Catania (CT)
| Inviato: 13-01-2004 13:40 |
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Parole sante...o meglio dannate.
La natura ambigua del cinema, credo sia il "vero" motore emozionale, motore che solo questo mezzo di comunicazione possiede. La vista di qualcosa che si conosce come "finzione" non dovrebbe, in teoria, provocare orrore, disgusto e dunque non dovrebbe per questo essere condannato e/o censurato...ma ciò non accade, forse perchè ancora l'essere umano si porta dietro degli atavici e primordiali tabù oltremodo esasperati dalla morale (o dal costume) della società. Ci sono delle regole non scritte, che vietano di "mostrare" determinate azioni (soprattutto nel cinema occidentale), e quando qualche autore "osa" più del dovuto...nascono spontanei oceani di parole di sdegno, di accusa, di scandalo...
Tutto ciò non ha senso, se diamo uno sguardo alla realtà che ci circonda. |
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13Abyss
Reg.: 20 Lug 2003 Messaggi: 7565 Da: Magliano in T. (GR)
| Inviato: 13-01-2004 15:41 |
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quote: In data 2004-01-13 13:19, coriander scrive:
[...]credo sia interessante l'oggettiva ambiguità dell'immagine[...]
non una ricerca di una soluzione o di uno schieramento, ma la consapevolezza di una ambiguità ed incertezza affascinante, senza precedenti e destinata a crescere.
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Scusate se mi intrometto, ma queste parole chiariscono perfettamente il ruolo dell'immagine filmica e del suo legame con la realtà: una simbiosi ambigua, in cui elementi di una delle due parti si fondono e confondono con quelli dell'altra.
Chi non riesce a mantenere un distacco oggettivo tra le due forme, non riesce a considerare il cinema come "espressione" e la realtà come "azione veritiera", cadendo proprio nel tranello dell'ambiguità, e prevede censura e condanna come uniche soluzioni. |
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ilaria78
Reg.: 09 Dic 2002 Messaggi: 5055 Da: latina (LT)
| Inviato: 13-01-2004 16:02 |
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le vostre riflessioni me ne fanno venire in mente altre.
il cinema si definisce come riproduzione del reale? il cinema è pura finzione? le nostre reazioni sono davvero in base alla consapevolezza di tale finzione?
mmmmmmmmmmmmm cavoli sono anche di fretta!!!!
il cinema,sopratutto quello occidentale nasce col la velleità di imitare ben benino la realtà, o quanto meno di farti credere vero quello che stai vedendo;ci si immerge nel film, non chiedendosi se è vero o meno, semplicemente dimenticandosi di pensare, perchè le immagini ci accompagnano e sopiscono la nostra mente, allora il cinema ci seduce e ci rende passivi.
il cinema che tende a ricreare una realtà stipula come un tacito patto con lo spettatore, io so che è finto,non ci sono le solite 4 pareti in questa casa, ma lo prendo per tale lo stesso. come per i film dell'orrore,si dice ai bambini "non devi avere paura,è tutto finto.."
in effetti nel film si crea un mondo a se stante, nella diegesi intendo, non sul set dove la finzione appare lampante....
dunque la finzione è insita nel cinema, anche in un documentario che riprende in presa diretta la vita di uno scarafaggio, comunque la si vedi c'è la perpetuazione dell'immagine, un fissare nel tempo, quindi già in questo, la finzione è palese, rimane la riflessione che facevo all'inizio,ma anche negli altri post, il sapere che ciò che si vede è finto altera la nostra percezione dell'evento?
ma anche riprendendo una cosa dal vivo, il tramite della pellicoa non la renderebbe finta lo stesso indipendentemente da ciò che mostra?
il fatto che ci sia finzione altera il nostro modo di percepire ed emozionarci?
io credo che non cambi nulla, che tutto sta alla propria sensibilità e alla propria cultura, sia che si parli di violenza, sesso o altro mostrato in video.
mi sembra scontato,anche se un p' triste, dire che l'opinione pubblica sarà sempre bigotta e ben pensante, legata ad una morale fittizia e dell'apparenza, il che è anche peggio in fin dei conti.
azzzz devo scappare... continuo stasera
_________________ ...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere... |
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DemonSeth ex "Phibes"
Reg.: 27 Feb 2002 Messaggi: 2048 Da: Catania (CT)
| Inviato: 13-01-2004 18:32 |
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Continuo imperterrito...questa ragazza mi inquieta...
Hai detto cose interessanti, aspetto il tuo prossimo post... |
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Petrus
Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 07-11-2004 13:31 |
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