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Autore yi yi
coriander

Reg.: 23 Ott 2003
Messaggi: 98
Da: napoli (NA)
Inviato: 05-01-2004 13:08  
nei primi minuti yi yi potrebbe ricordare america oggi. film di taiwan del ’99, l’opera di edward yang non condivide le prese di posizione radicali e fondamentaliste di ming liang o hsiao hsien, fondamentalismo che apprezzo e rende l’opera poesia, ma isolata, ideologica: in film come “che ora è laggiù?” i personaggi sono svuotati, condizione essenziale per portare avanti un’idea, appunto, non una storia. è una cosa che adoro, ma, senza dare preferenze, questo è un film che riesce ad essere assolutamente universale ed accattivante in quel che racconta e splendidamente orientale nel modo di farlo.

come america oggi propone uno sguardo su più vicende di vita reale, lo sa fare con naturalezza, senza sbavature. ma dopo un po’ ti accorgi che manca il cinismo del (magnifico) film di altman, il distacco ironico e superiore di chi osserva il quotidiano di un insetto.
anche qui i protagonisti sono distanti, in campo medio, mai in primo piano, poco visibili; è spesso solo l’ambiente, in assenza degli attori, ad essere il loro corpo: la città che si esprime attraverso le loro voci; la scena non è mai piatta e sempre è presente un qualche elemento mobile, dinamico, il campo è profondo anche negli interni, i personaggi si intravedono in squarci minimi fra linee orizzontali. a volte la scena è ripresa dall’esterno, attraverso una finestra lontana. spesso riflessi nei vetri sono grattacieli, automobili, panoramiche notturne che testimoniano migliaia di altre vite simili.

eppure non c’è cinismo, piuttosto pudore, volontà nel non volere infastidire intromettendosi in sentimenti forti quanto comuni. la normalità della storia non impedisce di affezionarsi alla stessa, dal momento in cui viene prescelto e curato, il banale diventa bello. con la stessa logica è curata l’estetica, la ricerca dell’affascinante e dell’espressivo avviene nella studiata considerazione e valorizzazione di spazi domestici di per loro non particolari.

p.s.: potete trovare il dvd di questo film in edicola a 7 euro.

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SlowFilm

...i'll tell you all my secrets but i lie about my past...

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malebolgia

Reg.: 15 Gen 2003
Messaggi: 2665
Da: matelica (MC)
Inviato: 05-01-2004 13:17  
ottimo....
mo vo a sgobbare, ma quando torno dico la mia sul film di yang.

e uno, e due....
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... e per un istante ritorna la voglia di vivere a un'altra velocità

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malebolgia

Reg.: 15 Gen 2003
Messaggi: 2665
Da: matelica (MC)
Inviato: 07-01-2004 00:24  
ma che cazzo, già in seconda pagina?
e vabè....

come dice l'autore del post è una regia squisitamente orientale a guidarci in un viaggio di quasi tre ore.
centosettanta minuti trascorsi in compagnia di una famiglia come tante che "semplicemente" vive, di fronte ai nostri occhi.
il tocco di yang, con lunghi silenzi, una predilizione per l'uso delle riprese con campi medio, medio-lunghi e una regia schietta e senza fronzoli (ma nello stesso tempo estremamente poetica e elaborata), a scapito di un esibizionismo talvolta troppo palesato da molti altri cineasti privi di idee, ci prende per mano e ci induce a svelare i sentimenti e le emozioni (i veri protagonisti del film) dei personaggi, catturando con particolari e piani sequenza il nostro sguardo, facendo così a volte dimenticare le storie che ci scorrono davanti.
come un bambino che fotografa le nuche e le spalle delle persone in modo da mostrar loro ciò che non possono vedere, così l'autore si comporta con noi.
attraverso la sua pellicola, credo voglia mostrarci "l'invisibile" (il quotidiano) che trascorre con estrema delicatezza all'interno delle sue straordinarie inquadrature, mai troppo invadenti, mai troppo disinteressate alle vicende degli uomini, delle donne, degli
adolescenti, dei bambini che affrontano le proprie deolezze, le proprie sofferenze e insicurezze senza renderci spettatori di inutili e monotoni sentimentalismi propri del melodramma.
e edward yang scandisce il ritmo:
uno, due, uno, due...con una musicalità resa ancor più affascinante da un impercettibile sapore di improvvisazione con cui ci fa gustare questa pellicola, egli condivide insieme a noi questo piccolo gioiello.
dunque facciamo l'unica cosa che ci rimane da fare.
ringraziamolo e osserviamo rapiti la sua opera senza giudicare, visto che stiamo assistendo attoniti all'imprescindibile parabola della (nostra) vita.

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l'oligofrenia dovrebbe essere un diritto di tutti


[ Questo messaggio è stato modificato da: malebolgia il 07-01-2004 alle 00:33 ]

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