NancyKid ex "CarbonKid"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 10-11-2003 15:06 |
|
Il trailer di Cantando dietro i paraventi potrebbe suggerire un film d'avventura in stile Capitan Uncino, o persino un wuxia-pian (film come La tigre e il dragone tanto per intenderci).
Ma il film è tutt'altro.
L'ultima fatica di Ermanno Olmi è una fiaba piratesca e narra della vedova Ching, temibile piratessa che sfidò il potere dell'imperatore attaccando le navi di sua protezione.
"E' la storia di una donna che compie una scelta durissima, di guerra, ma lei e le sue compagne sanno sempre ritagliarsi uno spazio per cantare dietro il paravento; perchè così possono esprimere se stesse, e anche la gioia della vita" spiega il regista.
Olmi, mai così poetico, racconta tutto da un teatro in cui si respira aria di magia (il ragazzo finito lì per sbaglio suggerisce addirittura qualcosa di Spielberghiano).
Dal teatro ci ritroviamo in mezzo all'azione, nei tre mari della Cina... ed eccola, la vedova Ching, protagonista carismatica e sensuale, tra le navi da combattimento e il fascino dell'oriente.
Si nota subito il grande lavoro di scenografia di Luigi Marchione, definitissimi fino ai minimi dettagli, una art direction da Oscar.
E lo score di Han Yong non lascia indifferenti, ma ci immerge meglio nelle atmosfere e nei profumi di quel lontano mondo.
Lasciare la violenza esplicita fuori campo rievoca Kenji Mizoguchi; usare la guerra e le battaglie d'onore non per rendere epico la pellicola (come invece faceva un altro grande del cinema giapponese, Akira Kurosawa) ma il contrario.
Cantando dietro i paraventi è infatti un'opera di pace, un'opera di pace spiegata con il suo contrario, ovvero la guerra.
Ed è questo la morale della fiaba.
La tenerezza ci tocca quando vediamo l'equipaggio della vedova sbarcati su un'isola, mentre si godono un giorno di pace senza preoccupazioni; i bambini si divertono nell'acqua e le donne fanno il bucato sovvrappensiero.
Ed è così che le cose dovrebbero sempre andare.
"Perchè combattere?" si chiede uno dei personaggi nelle sequenze finali del film.
Già, perchè?
Questa è una domanda più attuale che mai, perchè il passato si traduce irrimediabilmente in presente, e quest'ultimo , in futuro.
Allora, come mai non si riesce a tramutare questo sogno in realtà?
Forse, perchè, come diceva una canzone italiana recente: La vita non è un film.
Ma un film potrebbe servire da esempio, questo si.
A Olmi anche il merito di aver recuperato una vecchia conoscenza come Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer, che qui troviamo in un ruolo importante.
Grande spirito, grande messaggio, peccato pero che il film non riesca mai ad appassionare completamente per il suo doppio filo, che gli spettatori potrebbero trovare persino noioso.
_________________ eh? |
|