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Parla Mario Maldesi-Kubrick,le edizioni italiane dei suoi film e l'arte del doppiaggio |
seanma
Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 06-11-2003 15:33 |
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D:Come è iniziata la sua collaborazione con Kubrick?
R:Kubrick chiese a Fellini a chi poteva affidare la traduzione italiana di Arancia Meccanica e gli fu fatto il mio nome. Fellini mi fece poi sapere che mi avrebbe telefonato Kubrick. La cosa non mi agitò più di tanto perché io già lavoravo con i più grandi registi del mondo, con tutti i migliori registi italiani, e Kubrick era sì molto famoso, ma prima di Arancia Meccanica non aveva lo status di divinità. Inizialmente rifiutai la proposta perché mi si chiedeva di non effettuare direttamente il missaggio ma di consegnare i nastri grezzi. Il mio lavoro invece finisce alla fine del missaggio e quindi non potevo non occuparmi di questo aspetto. Kubrick scrisse una lettera alla Warner Italia per farmi cambiare idea, lettera che mi è stata consegnata: era scritta a macchina e non a mano come tutte le altre che ho ricevuto dopo la fine del lavoro per ciascun film. Kubrick diceva che capiva completamente le mie motivazioni e che era lieto di sentire quanto a cuore avessi il mio lavoro; tuttavia lui era abituato ad occuparsi personalmente del missaggio, non era una questione personale nei miei confronti e anzi disse scherzosamente che non avrebbe rovinato il mio lavoro. Così, ho sempre spedito a Londra i nastri italiani che poi venivano missati da Kubrick.
D:La collaborazione è andata avanti fino alla morte di Kubrick.
Sì, anche se per Eyes Wide Shut ci sono stati dei problemi. Mi hanno chiesto ugualmente di spedire i nastri a Londra ma a me non andava bene, perché senza Kubrick era una procedura che non aveva più senso. Comunque spedii il mio materiale ma poi volli controllare il missaggio che avevano fatto. Era tutto sbagliato, avevano modificato tutto per renderlo uguale all'inglese e non suonava più come italiano. Sembrava italiano pronunciato da un inglese. Poichè non volevano cambiarlo fui costretto a chiamare il mio avvocato per bloccare l'uscita del film in Italia: nel contratto infatti era prevista la mia approvazione del missaggio e io non potevo mettere il mio nome a quelle condizioni.
D:Alla fine il film in italiano è uscito come voleva lei?
R:Sì, hanno ripristinato i miei nastri originali senza le modifiche fatte dal loro tecnico e io ho approvato il missaggio anche se fatto a Londra.
D:In alcuni casi la traduzione e il doppiaggio della versione italiana sono diversi dall'edizione originale inglese. In Eyes Wide Shut ad esempio alcune battute non vengono tradotte letteralmente e soprattutto in un caso portano un senso diverso: alla fine del film Alice dice "I do love you" mentre in italiano è stato reso con "io ti voglio molto bene" che è meno potente. E nel dialogo con Ziegler, quando Sidney Pollack spiega a Tom Cruise come è stato smascherato, in italiano dice "la ricevuta dell'affittacostumi, intestata chissà a chi", mentre in inglese è "intestata tu sai a chi" che è ben diverso.
R:Il doppiaggio non è una traduzione letterale del dialogo originale, è una ricreazione in un'altra lingua degli stessi concetti. Comunque il problema non va posto in questi termini, secondo me non è esatto stare attenti a questi dettagli. Il doppiaggio è sempre un momento creativo, come se si girasse di nuovo il film. Kubrick ad esempio ci chiedeva spesso di fare delle piccole correzioni nella versione italiana, correzioni nell'interpretazione degli attori soprattutto. Mi ricordo di una richiesta che ci fece riguardo a Ryan O'Neal che non era riuscito a restituire perfettamente un'intenzione che Kubrick voleva. La scena non era stata rigirata, vuoi per una ripresa perfettamente riuscita fotograficamente, vuoi forse per l'attore che non era in grado di appropriarsi di sottili sfumature interpretative. Kubrick mi aveva chiesto, dal momento che a nostra disposizione c'era Giancarlo Giannini, un attore di gran lunga più bravo di Ryan O'Neal, di recuperare l'intenzione non ottenuta in inglese. Kubrick era entusiasta della versione doppiata, la montava personalmente e quando era finita aveva un misto di stupore e soddisfazione, come quando si guardano due bambini gemelli, bellissimi, uguali eppure differenti, e si vede che ognuno cammina con le proprie gambe, ha una sua esistenza propria, anche se simile a quella dell'altro gemello.
D:Anche in Full Metal Jacket, nelle scene finali, esistono differenze nella traduzione: la battuta "fottuta dedizione al dovere, la dedizione dei duri", non trova una corrispondenza nel dialogo inglese. Come mai ci fu questo cambiamento nella versione italiana?
R:E' passato molto tempo, tuttavia è un tipo di osservazione a cui non posso dare una risposta logica, perché devo sentire in quel momento cosa mi comunica la scena, la situazione. Se io sto a guardare la traduzione letterale vuol dire allora che il film non vale niente, non mi sta comunicando nulla. Non sto segnando con la matita rossa un compito, io sto vedendo un film che mi deve comunicare la violenza della guerra, l'assurdità, la follia dell'uomo; se quello che mi comunica è giusto, io non bado più a queste cose.
D:Nella versione originale inglese ci sono due battute: prima della voce di Animal Mother che dice "hardcore man", un altro marine, Rafterman, dice "we'll have to put you up for the Congressional Medal of... ugly!" ossia all'incirca "adesso ti iscriviamo alla medaglia dei bruti".
R:Tu avresti mai detto "adesso ti iscriviamo alla medaglia dei bruti"? Il pubblico italiano non avrebbe capito, sono espressioni non nostre, va trovata una frase che ne restituisca il senso e che suoni naturale per l'orecchio italiano. Il lavoro di doppiaggio è pieno di queste cose, per via delle frasi idiomatiche, per i doppi sensi che non corrispondono affatto all'italiano. Ad esempio, in Shining Jack scrive "All work and no play makes jack a dull boy": la relativa traduzione italiana non vuol dire nulla, allora Riccardo suggerì di mettere la frase "Il mattino ha l'oro in bocca". Analogamente in francese hanno detto un'altra cosa, nessuno ha tradotto quella frase letteralmente, perché letteralmente non vuol dire nulla. Si deve trovare quello che si chiama "l'effetto equivalente". Nel caso appena detto di Shining, si doveva restituire la confusione mentale del personaggio, perché quella è la sostanza, non è la parola in sé che va preservata. Nella traduzione di un film, dalla lingua e la cultura di partenza alla lingua e cultura di arrivo, io spesso mi trovo di fronte al problema di cosa privilegiare, se un'aderenza alla lingua e la cultura di origine attuando un trasferimento speculare, oppure se tenere più in considerazione la lingua e la cultura di arrivo, che è quella che dovrà fruire del mio lavoro. Per evitare fraintendimenti e confusioni, io scelgo di privilegiare quasi sempre la lingua e la cultura di arrivo.
In generale, comunque, non sono questioni da porsi. Capisco che il DVD dia sollecitazioni in questo senso, ma non è un'osservazione corretta. La traduzione dei film di Kubrick sono stupende, perfette nella sostanza, perché sono fatte da un grande, da Riccardo Aragno, che oltre essere di madre lingua inglese è un uomo coltissimo e uno scrittore raffinatissimo. Non è casuale la sua scelta, il lavoro che ha fatto su Arancia Meccanica è geniale: quello smembrare le parole, usare i russismi, mescolare le desinenze, è una cosa difficilissima, anche perché si deve andare a sync con la bocca e con la gestualità del personaggio. In generale puoi fare un'osservazione per vedere se la sostanza di un dialogo è stata rispettata, ma non si dovrebbe trattare di un'analisi a posteriori: il momento di approvazione o di disapprovazione è lì, quando si sta vedendo il film al cinema, nel momento in cui si fruisce l'opera; è lì che il film tradotto ha successo o non ha successo. E' chiaro che ti devi prendere delle libertà perché prima di tutto va tradotta la sostanza. La forma va rispettata nei limiti del possibile: non si traducono le parole, devo tradurre il pensiero, cosa c'è sotto alle parole e magari anche la duplicità di questo pensiero, la sua ambiguità.
D:Tornando ad Eyes Wide Shut, all'inizio della promozione, poco prima che il film debuttasse in America, circolava una versione della scena dello smascheramento di Cruise senza commento musicale, solo con i dialoghi. In relazione alle polemiche sul mancato imprimatur kubrickiano sul missaggio, lei si ricorda se quando ha ricevuto la copia del film per il doppiaggio quella scena conteneva il brano di Ligeti?
R:Io sono stato invitato a casa di Kubrick, subito dopo la sua morte, per vedere il film e cominciare a pensare agli attori per le voci italiane. In quel momento il film non era missato, non c'era né musica né effetti aggiunti, e l'audio era in presa diretta. Kubrick certamente aveva preparato tutto, inclusa la colonna musicale, e Leon Vitali non si è certo inventato la musica del film, assolutamente. Kubrick semplicemente l'aveva pensata, preparata, ma non l'aveva montata. Probabilmente lì a casa sua, quando mi hanno fatto vedere il film, non c'era la possibilità tecnica di passare scena e colonna musicale insieme.
D:Però la sequenza dello smascheramento era stata mostrata all'inizio della promozione, prima che il film uscisse, senza musica, eppure con le voci e i rumori già equalizzati correttamente.
R:Per quello che riguarda la promozione, Kubrick era molto contrario a far uscire questi frammenti, per una sorta di riservatezza; penso che lui si sentisse piuttosto violentato nel tirare fuori questi pezzi del film. Tutta la promozione di Eyes Wide Shut tra l'altro è esemplare a questo proposito: la Warner ha creato una comunicazione mirata a far passare il film come molto erotico, quasi hard, con l'orgia e il rapporto tra lui e lei, una strategia che secondo me è stata un errore perché ha suscitato aspettative che in un certo senso sono state disattese. Credo che Kubrick fosse contrario a questo, però la Warner voleva far vedere qualcosa, voleva iniziare a parlare del film, voleva pubblicizzarlo e creare attesa. Resta vero che i trailer sono stati tirati fuori quando Kubrick era ancora in vita, quindi sicuramente lui aveva approvato questa linea. Comunque tutte le aspettative per un'opera di un genio sono sbagliate, perché il tentativo di ingabbiare e inscatolare un'opera è contrario al genio stesso, che per sua natura non può essere ingabbiato. Riguardo alla domanda, può darsi che Kubrick all'inizio fosse restio a mettere musica o altro... non so, potrebbe rispondere Leon a questo, essendo sempre stato a fianco di Kubrick. Credo comunque che Kubrick fosse restio a tirare fuori questo film, non solo a pubblicizzarlo ma anche a concluderlo...
D:Si riferisce al fatto che si tratta di un film sulla coppia, molto intimo, e accarezzato da Kubrick per tanti anni?
R:Non era un argomento abituale per lui, questa esplorazione dei sentimenti. Trovo strana anche la scelta dei protagonisti, difficilmente senza una proposta esplicita dalla Warner Kubrick avrebbe scelto Tom Cruise.
D:Non crede che potrebbe essere una scelta consapevole? A me pare un'idea completamente kubrickiana: avere una coppia sposata anche nella vita reale, per parlare nel modo più onesto possibile di matrimonio.
R:Ma certamente, è una scelta di Kubrick che ha senso. Mentre lui girava, ci chiedevamo tutti perché avesse preso questi attori e una risposta plausibile era l'idea di una coppia vera, per poter ricreare un'atmosfera reale con una vera coppia...
D:Penso alle scene iniziali in bagno, molto intime e banalizzanti, se vogliamo, per una coppia, in modo da mostrare la routine.
R:Certamente, ma si tratta sempre di un effetto che al cinema è possibile ricreare: non si prende tutte le volte una vera coppia per interpretare due amanti, no? Magari gli attori si odiano anche, eppure il film funziona. Tutte le grandi scene d'amore con Cary Grant allora? Lui era omosessuale eppure quelle scene restano bellissime.
D:Probabilmente, guardando il film si pensa necessariamente al fatto che i coniugi Harford sono una coppia reale anche fuori dalla finzione del film e si crea una maggiore verità, come un corto circuito tra realtà e finzione...
R:Certamente questa coppia gli è stata proposta e Kubrick forse ha pensato di riuscire a far diventare bravo anche Tom Cruise, avrà pensato di fare quello che aveva fatto in un certo modo con Ryan O'Neal. Tuttavia Ryan era in un film corale, non concentrato su di un protagonista come invece è Eyes Wide Shut: questo è un film che mette in scena l'inconscio, un tema che Kubrick ha analizzato per la prima volta. Si tratta di un problema molto particolare, che avrebbe avuto bisogno di un attore di grande bravura, di grande sottigliezza, come ce ne sono tanti nel mondo del cinema, anche angloamericano; penso a Jeremy Irons, a Dirk Bogard, insomma grandi e raffinati attori. Tom Cruise invece sta lì con la sua faccia impassibile, col fisico da Baywatch... non è adatto per questo dramma enorme. Dopo la proiezione a Londra io feci presente che la recitazione di Tom Cruise aveva bisogno di un sostegno, il suo personaggio andava un po' aiutato, perché era il centro della storia eppure restava così statico.
D:Direi che è anche il personaggio stesso a non essere forte, il personaggio dominante è la donna.
R:Sì, indubbiamente, comunque Bill Harford andava un po' sostenuto. Così dissi a Leon che secondo me il film aveva bisogno di una voce aggiunta, una voce fuori campo, un artificio che tra l'altro è presente in tutti i film di Kubrick, per avere un pensiero che accompagni certi momenti del film, e Leon era d'accordo.
D:Una prima stesura della sceneggiatura, reperibile in rete e datata 1996, prevedeva in effetti una voice over...
R:Non ne ero al corrente. Leon ha confermato che Kubrick la pensava allo stesso modo. Ne abbiamo parlato anche con Riccardo Aragno, ad esempio nelle scene con Tom Cruise in automobile, con la sua faccina inespressiva, lì ci vorrebbe un pensiero che aiutasse a capire il tormento del personaggio. Leon ha detto che Kubrick lo aveva previsto ma la Warner, dopo la sua morte, non voleva aggiungere niente. In un certo senso è corretto perché doveva essere opera di Kubrick, non una cosa posticcia.
D:La sceneggiatura prevedeva una voce esterna in terza persona, un narratore...
Sì certo, sarebbe stata meglio la voce di un narratore, piuttosto che un monologo del personaggio. Leon disse che effettivamente Kubrick ci stava pensando: un narratore avrebbe aiutato, perché ci sono tutti questi pensieri profondi da far capire, mentre la recitazione di Cruise non restituisce tutta questa complessità. Leon disse che la Warner non voleva aggiungere nulla, anche perché non c'era nulla realmente stabilito da Kubrick, era solo un'intenzione, una cosa pensata ma senza alcun seguito.
D:Parliamo dei DVD della nuova Stanley Kubrick Collection. Lei è stato contattato per il restauro delle tracce audio italiane?
R:No, hanno fatto tutto con i master che ho spedito a Londra dal 1971 al '99. Non hanno chiamato né me né Riccardo Aragno.
D:Le colonne sonore italiane dei DVD presentano alcune differenze rispetto alle vecchie versioni in VHS che derivavano dalle copie in pellicola per le sale. In Full Metal Jacket la traccia italiana presenta ad una traduzione più letterale delle battute inglesi e nel finale la canzone del Mickey Mouse Club non è più in italiano. Come mai? Di chi è questa voce italiana che pronuncia le nuove battute? La riconosce?
R:No, assolutamente. Mi sembra una voce qualunque, una voce che hanno rifatto adesso. Non so quando hanno fatto il lavoro sui DVD, però mi chiedo perché abbiano cambiato così il film, senza la canzone del Club di Topolino in italiano: se Kubrick mi aveva chiesto di tradurre la canzone di Topolino, non vedo perché adesso devono tenerla in inglese. E' un'operazione orrenda e riprovevole, un fatto unico, pazzesco direi. C'è un signore che si è permesso di correggere l'opera approvata da Kubrick in sua assenza. Non si tratta di stabilire se la frase attuale è migliore o peggiore di quella vecchia, è un'altra cosa ed è un'operazione assurda e scorretta.
D:Un'altra differenza della versione in DVD nei film è che sono stati eliminati i credit del doppiaggio che erano presenti nei titoli di coda dei film. Probabilmente la causa sta nell'aver fatto un'unica versione video per il mercato europeo, corredata da varie colonne audio.
R:In Francia sono sicuro che i credit del doppiaggio ci sono anche nel DVD. Si tratta di una cosa che accade solo in Italia, non si sa per quale ragione, forse per ignoranza. E' come sopprimere la memoria storica di un fatto: secondo questa tendenza non si deve sapere tra 50 anni chi ha fatto cosa. La soppressione della memoria non ha giustificazioni, tanto più in un DVD dove lo spazio per le informazioni è tantissimo: se anche non è stato possibile mettere i credit di doppiaggio in coda al video come avviene al cinema, era fattibilissimo mettere queste informazioni a parte, anche come testo. Sarebbe normale: si hanno informazioni su chi è l'aiuto del cameriere, su chi accende le luci e simili e non si sa chi ha curato le versioni straniere. E' una grave mancanza, anche perché si tratta di grandi attori e attrici. Personalmente proprio non capisco perché non si deve sapere, e non dico oggi ma tra 20 anni o 50, perché non si deve sapere che Giannini ha doppiato Ryan O'Neal in Barry Lyndon. Comunque è una tendenza generalizzata, non capita solo con i DVD, anche col VHS tentano di fare questa soppressione della memoria, mettendo i credit in un'edizione e nelle successive no. Non c'è una ragione plausibile se non quella della volontà di non far sapere. E ripeto, accade solo in Italia.
D:Veniamo ad una questione che è spesso citata nei libri italiani dedicati a Kubrick. In Shining, nella versione originale inglese, durante il colloquio tra Jack e il direttore dell'hotel Ullman, si parla di un certo Charles Grady, custode nell'inverno del '70, mentre nella versione italiana si parla sempre di Delbert Grady, il cameriere del 1921. E' stata una svista di Kubrick corretta nell'edizione italiana o una svista italiana sfuggita a Kubrick?
R:Bisognerebbe vedere la sceneggiatura originale che ci è arrivata da Londra, perché noi non modificavamo mai nulla deliberatamente. Può darsi che questa duplicità fosse voluta da Kubrick e noi abbiamo stupidamente appiattito il senso rendendo logica la scena.
D:Comunque è anche strano che a Kubrick sia sfuggito il fatto che nella versione italiana si usasse un nome diverso, anche e a maggior ragione per il fatto che in francese i nomi sono diversi come nell'originale.
R:Io non so chi missava la versione francese, so però con certezza che l'audio italiano era missato personalmente da Kubrick. Noi spedivamo le tracce audio italiane a Londra e lui le missava; è molto strano che gli sia sfuggita questa differenza. Gli abbiamo anche mandato le tracce audio per la versione integrale del film, quella americana che dura 20 minuti in più. Quando abbiamo fatto il nostro lavoro, il film che abbiamo visionato era nella versione americana.
D:Esiste quindi una colonna audio italiana per il montaggio esteso del film?
Certo, l'idea di accorciare il film deve essere stata presa successivamente al lavoro di assegnazione delle voci per le versioni straniere.
Altrimenti non avrebbe senso sobbarcarsi del lavoro di scelta per i doppiatori degli altri personaggi, come la dottoressa che visita Danny, oppure Durkin al distributore di benzina, ecc.
R:Esattamente. Noi abbiamo fatto il lavoro di traduzione e doppiaggio per tutte le scene del film. Poi alcune di queste sono state tolte da Kubrick per il mercato europeo.
D:Un'ultima domanda: lei e Riccardo Aragno siete stati contattati dalla Warner per il doppiaggio di A.I. Artificial Intelligence?
R:No, assolutamente, non abbiamo ricevuto nessun contatto.
su gentile concessione di ArchivioKubrick
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