spider86
 Reg.: 30 Lug 2003 Messaggi: 347 Da: torino (TO)
| Inviato: 03-11-2003 19:26 |
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La presa del potere di Luigi XIV, una coproduzione tra la Rai e la televisione francese, fu il capostipite di una serie di film per la televisione realizzati con intenti didattici per far conoscere al pubblico personaggi storici ritenuti importanti nella storia dell’umanità. Purtroppo il film diretto da Rossellini nel 1966 non è ancora amato dal grande pubblico abituato a ricostruzioni storiche ricche di sfarzi visivi e abbellimenti scenografici. Infatti, questo ritratto del “Re Sole” usa un approccio direttamente opposto rispetto alle convenzioni del dramma storico.
La storia ripercorre l’inizio del regno di Luigi XIV partendo dalla morte del Cardinale Mazzarino fino ad arrivare alla centralizzazione del potere nel palazzo di Versailles.
Piuttosto che immaginare le vicende della corte francese nel 17° secolo in un contesto scenografico lussuoso tipico del cinema spettacolare, il regista dirige in stile realistico con richiami al suo neorealismo, utilizzando per lo più attori non professionisti e alternando stupendi costumi a scarni interni per farci sembrare la storia più piccola e più umana di quanto non sia nella nostra immaginazione.
Il lunghissimo incipit del film è incentrato sull’imminente morte del Primo Ministro e sulle successive minacce di rivolta. Inoltrandoci nella visione del film notiamo che Luigi XIV assume un maggior ruolo centrale proprio come un re cerca di assicurarsi la propria centrale importanza strategica.
Questo parallelo tra stile cinematografico e contenuto storico si allontana quando il re inizia ad indossare costumi elaborati e ad istituire complessi riti e convenzioni nella corte. Alla fine del film, la nostra attenzione è focalizzata quasi esclusivamente su questi rituali, nella lunga sequenza dove il re banchetta con numerose portate davanti a tutta la corte, tutti i movimenti nella stanza sono dettati da precise regole. Grazie all’imposizione della sua gerarchia, Luigi XIV acquista il totale controllo su tutti loro. In questo modo, il film è partito da una raffigurazione del potere politico in tutta la sua sporca realtà fino ad arrivare ad una rappresentazione del potere simbolico nelle mani di un solo uomo.
Questo fu probabilmente il più acuto e ironico film politico di Rossellini, non volle generare una vera e propria narrazione ma un’ illustrazione, infatti, si limitò a visualizzare l’ambiente in cui visse il personaggio utilizzando sequenze mostrate in tempo reale ambientate in scenografie pertinenti all’interno di una struttura volutamente documentaristica.
Un po’ particolare ma da vedere.
Voto 8/10
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