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Autore Don Camillo
RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13089
Da: genova (GE)
Inviato: 28-08-2003 17:52  
Chissà per quale ragioni il romatico poeta realista Julien Duvivier, autore di quella perla consacratrice di un cinema disinvolto caro ai francesi - un noir antelitteram inevitabilmente, poi, intrecciato con l’evoluzione cinematografica americana – che è Il bandito di Casbah, si sia deciso, dopo anni di fedele servizio verso una “certa filosofia artistica” così attenta, specie nel dopoguerra, ad una pessimistica visione della società francese quale “oppressa” e “costretta” da una dilagante forma di ipocrisia politica (di stirpe anche clericale) a cimentarsi nella realizzazione di un’opera che certa parte di critica italiana volentieri definirebbe come un “inno al clericalismo”.
Non mi piace pensare che la filmografia di un autore così importante possa cadere in basso nella sua fase crepuscolare, dopo aver ingenuamente ceduto ad allettanti ed altresì fuorvianti proposte commerciali. Infatti, secondo me, Don Camillo non è niente di tutto ciò.
Al contrario, si tratta della riconferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, della grandezza ed originalità di stile di un cineasta francese che – come tutti gli addetti al settore di un cero livello – prima o poi vogliono cambiare e provare qualcosa di nuovo.
Non che la trasposizione cinematografica dell’impegnato (politicamente) scritto di Guareschi sia distante da un certo realismo, ma indubbiamente abbandona quel pessimismo duvivieriano per farsi cullare, invece, da un’atmosfera calda, forse non idilliaca, ma mai squallida.
Nel paesino di Brescello (Emilia) - poche centinaia di anime che si dividono fra il duro lavoro dei campi e la messa della domenica - la quiete rurale è rotta dall’ “ascesa al potere” dei comunisti, capeggiati dal sindaco Peppone – interpretato da Gino Cervi, già magistralmente ritratto nel libro di Guareschi, ma eccezionalmente rappresentato dall’attore emiliano, che lo pone - nel suo rapporto conflittuale con il parroco del paese, Don Camillo – in costante (dis)equilibrio fra il ridicolo (e a volte patetico, ma mai irritante) dispotismo e benevoli fluidi sentimentali interiori che lo pervadono, per venir fuori, rompendo la scorza dura, nei momenti più importanti.
Don Camillo è invece interpretato da Fernandel, ed è impressionante notare come, anche grazie all’ottima prova di doppiaggio di Carletto Romano (la celebre e sanguigna voce di Jerry Lewis), un Francese sia stato capace di calarsi così bene nella parte.
Fra episodi divertenti e momenti anche toccanti, Don Camillo porta avanti la sua storia di vite vissute sempre condendo ogni portata con nostalgico romanticismo (ancora più palpabile nei sequel, che assisteranno impassibili ad un cambiamento del set cinematografico: dal paese rurale dei primi anni Cinquanta alla provincia della metà dei Sessanta), senza cadere mai nel superfluo o nella dietrologia eccessiva.
Oltre all’ottima sceneggiatura (scritta dallo stesso Duvivier con una carica di ironia pari a pochi altri films), questa pellicola è tributaria del soggetto già di per sé azzeccato di Guareschi. Ma per questo non è mai stato immune da critica negativa, specie per quanto riguarda la presunta tendenza dell’opera a degenerare nel format di manifesto politico di propaganda.
In realtà il fatto che questo film abbia stabilito il record di incassi per la stagione 1951/1952 fa riflettere su come l’Italia ed il popolino abbiano applaudito la traduzione del libro di Guareschi sul grande schermo, nonostante il Bel Paese ne venisse dai duri anni delle guerre e fosse ancora leggermente scosso dall’esperienza fascista. Forse, allora, non si tratta di un’analisi obiettiva, ma di un punto di vista fazioso e falsamente condizionato, quello che induce a credere che Don Camillo sia un film politicamente impegnato e scorretto.
A sostegno di questa mia opinione sta anche una semplice constatazione: Don Camillo e Peppone, il gatto e la volpe (furbescamente e divertentemente ripresi, poi, su questa falsa riga, nei quattro sequel che seguono, due dei quali ad opera dello stesso Duvivier e L. Comencini – si tratta rispettivamente del secondo episodio, Il ritorno di Don Camillo e dell’ultimo della saga, Il Compagno Don Camillo), sebbene perennemente in lotta, “l’un contro l’altro armati” (spesso senza risparmiare colpetti bassi), in fondo non si vogliono male. Non si tratta di un voluto trionfo del buonismo, ma di un clima che Guareschi ha saputo dipingere bene sulle sue pagine, e che Duvivier (così come anche i registi che in seguito si sono impegnati a realizzare i quattro sequels) ha trasposto ottimamente sul grande schermo. Nemici/amici, rivali ma con rispetto reciproco. Quindi non c’è una schiacciante vittoria dell’uno sull’altro, perché la duplice mano del Duvivier guareschiano ci presenta, in fondo, niente altro che due esseri umani. Due auomini, nei loro pregi, ma soprattutto nei loro difetti, nelle loro debolezze (messe a nudo, per Peppone, dalla propria coscienza, per Don Camillo, da Gesù, che con divertenti battute, spesso lo rimprovera di comportamenti che non si addicono proprio ad un ministro di Dio).
Ma nelle situazioni difficili, in fondo in fondo, c’è sempre ancora spazio per i buoni sentimenti, quelli del “buon tempo antico”, che né M. Camerini, nel suo ultimo sequel del 1972, Don Camillo e i giovani d’oggi (unanimemente ed informalmente considerato separato dalla mitica saga del prete e del sindaco emiliani) né Terence Hill, nel suo infelice remake del 1983, Don Camillo (da lui firmato sia per la regia che per l’interpretazione del protagonista in tonaca) sapranno rievocare.
Forse sarà per il fascino del bianco e nero, forse per quell’insano (ma non so nemmeno quanto) gusto per il passato di un’Italia che si scopre sempre più nostalgica e diffidente dal progresso, ma le vicende di quei “minuscoli personaggi” che si accavallano l’una sull’altra in quel pezzo di terra della bassa, fra il Po ed i campi, dove il sole d’estate picchia come in pochi altri posti al Mondo, bastano da sole, anche rinunciando alle interpretazioni di Cervi e Fernandel, a fare di Don Camillo un pezzo di storia del Cinema nostrano.
Ma forse è proprio per quel tocco di umanità che gli interpreti hanno saputo dare, dal primo all’ultimo film, che fa apprezzare, ancora oggi, quest'opera, anche a chi non ha vissuto gli anni che Don Camillo ci racconta.
E allora oggi più di ieri, per chi piacevolmente vuole immergersi in un sogno ad occhi aperti (forse noi giovani che non abbiamo vissuto la sua epoca) o per chi vuole viaggiare nei meandri dei ricordi, Don Camillo sa farci ridere e piangere, divertire e riflettere, come nella dura vita di tutti i giorni. Dove c’è spazio per i litigi, le risse o le divergenze (anche politiche); ma dove, in fondo, ci si accorge poi di essere tutti accomunati da un unico destino, e allora ci si scorda tutto davanti ad un buon bicchiere di Lambrusco.

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gongolante

Reg.: 06 Feb 2002
Messaggi: 3054
Da: Cesena (FO)
Inviato: 28-08-2003 19:03  
quote:
In data 2003-08-28 17:52, RICHMOND scrive:
Un film ke rispekkia perfettamente quella ke poteva essere la vita in un paesino romagnolo dell'immediato dopoguerra,



Brescello è in Emilia e non in romagna per la precisione!


quote:
[i]Un film sulle rvalità politike e ideologistike.


Soprattutto ci riporta a tempi in cui ancora le ideologie esistevano e sostenute sempre rispettando l'altra parte!
Ho detto.
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In fase di lettura: LE ETICHETTA DELLE CAMICIE di Tiziano Sclavi
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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13089
Da: genova (GE)
Inviato: 28-08-2003 19:20  
quote:
In data 2003-08-28 19:03, gongolante scrive:
quote:
In data 2003-08-28 17:52, RICHMOND scrive:
Un film ke rispekkia perfettamente quella ke poteva essere la vita in un paesino romagnolo dell'immediato dopoguerra,



Brescello è in Emilia e non in romagna per la precisione!


quote:
[i]Un film sulle rvalità politike e ideologistike.


Soprattutto ci riporta a tempi in cui ancora le ideologie esistevano e sostenute sempre rispettando l'altra parte!
Ho detto.




kiedo scusa...in emilia provvederò a correggere!
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L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

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pibedeoro

Reg.: 26 Giu 2003
Messaggi: 1866
Da: Carrara (MS)
Inviato: 29-08-2003 11:38  
Sono film che nanno fatto storia, uno più bello dell'atro... Credo che questi due attori insieme siano stati qualcosadi irripetibile, tipo Stanlio e Olio, era bello vedersi insieme mentre o l'uno o l'altro perdevano qualcosa...
_________________
Non può piovere per sempre

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13089
Da: genova (GE)
Inviato: 07-04-2005 12:56  
che ne pensate?
_________________
L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

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TesPatton

Reg.: 09 Giu 2004
Messaggi: 7745
Da: Pn (PN)
Inviato: 07-04-2005 13:52  
Belli i libri di Guareschi e belli i film. Non potevano trovare due interpreti migliori di Fernandel e Gino Cervi. Spunti comici, situazioni drammatiche e d'attualità, in questi film c'è di tutto e di più. Sono indimenticabili e li consiglierei a chi per qualche motivo non li avesse ancora visti.

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donnie84

Reg.: 27 Ago 2004
Messaggi: 781
Da: Marsala (TP)
Inviato: 07-04-2005 13:55  
Il cofanetto dvd tedesco è meraviglioso...

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paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
Messaggi: 778
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 07-04-2005 15:29  
Saga satirica reazionaria e stereotipata. Bravi i due comici. Il miglior episodio è forse quello girato da Comencini.
_________________
L'ozio è il padre delle virtù.
Tinto Brass

http://arteonline.blog.excite.it/

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Lucilla

Reg.: 24 Feb 2005
Messaggi: 46
Da: Bologna (BO)
Inviato: 10-04-2005 14:32  
Sono tra i film della mia infanzia.
Un bellissimo ritratto dell'Italia del dopoguerra, con tanti aneddoti divertenti e due personaggi inimitabili...se vi capita, andate a visitare Brescello, sembra di tornare indietro nel tempo e di immergersi in uno dei film di Don Camillo e Peppone ^_^ io ci vado tutte le volte che riguardo questi film, c'è anche un piccolo museo con foto e parecchi oggetti di scena! Vi consiglio anche di leggere i libri di Guareschi sono altrettanto divertenti!
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Lucilla

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13089
Da: genova (GE)
Inviato: 10-07-2007 13:22  
Mi sono sentito in dovere di fare una recensione un po' più decente per questo film, che a mio avviso è uno dei migliori del nostri cinema.
Ho salvato, comunque,qua sotto, per ricordo, il post originario di apertura di questo topic.


quote:
In data 2003-08-28 17:52, RICHMOND scrive:

Secondo me uno dei migliori film in assoluto...e io lo metto nella clasifica dei miei prefriti...insieme a film come titanic, c'era una volta in america, buon compleanno mr grape e via dicendo.
Secondo me è davvero bello. Comico, esilarante ed assurdo a tratti, commovente e realistico in altri momenti.
Un film ke rispekkia perfettamente quella ke poteva essere la vita in un paesino dell'emilia nell'immediato dopoguerra, del quale i comunisti avevano fatto la loro roccaforte. Un caricaturato sindaco comunista ke cade a volte nel dispotismo (pur essendo fermamente contro la dittatura fascista d cui era reduce), ma dal cuore tenero e, alla fine, dai nobili sentimenti.
Un parroco battagliero e nn intenzionato a sentire le ragioni del sindaco....in piena difesa della kiesa, ma ank'egli sempre dinobili intenzioni (seppur ricorrendo a metodi a volte poco "ortodossi")
Peppone e Don Camillo, dunque, i due personaggi ke hanno contribuito a fare la storia del cinema italiano.
I loro volti c sono ormi noti: Gino Cervi e Fernandel.
Per me due ottimi interpreti.
Gino Cervi nella prte di peppone (il sindaco) e Fernandel nella prte di Don Camillo.
Un film (da cui poi deriva una serie....tutti uno più bello dell'altro secondo me....ma il migliore resta sempre il primo) senza esclusione di "colpi bassi" reciproci da parte dei due protagonisti.
Un film sulle rvalità politike e ideologistike.
Un film sulla comicità (mai volgare) e ke carcaturizza due prototipi di persone.
Un flm sui buoni sentimenti, sull'amicizia, sulla vita e sull'amore.

Voto finale: 9

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Descrivere Endora è un po' come ballare senza musica.... (Johnny Depp)





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E la Terra sentii nell'Universo.
Sentii, fremendo, ch'è del cielo anch'ella.
E mi vidi quaggiù piccolo e sperso
errare, tra le stelle, in una stella.

[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 10-07-2007 alle 13:34 ]

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Goose76

Reg.: 16 Ago 2003
Messaggi: 224
Da: treviglio (BG)
Inviato: 20-07-2007 10:06  
Non posso che confermare quanto già detto. I film di Don Camillo coprono almeno 3 generazioni e grazie al continuo passaggio televisivo fanno ormai parte della cultura "di massa" del nostro paese. Consigliateli a chi ancora non li ha visti (i giovanissimi suppongo). Io (come molti altri bambini che oggi sono trentenni) li guardavo d'estate con i miei nonni. Ricordi d'infanzia , cosa c'è di meglio ?

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Marcos

Reg.: 10 Lug 2003
Messaggi: 3463
Da: Tarquinia (VT)
Inviato: 20-07-2007 12:27  
Gli anni'50/60 sono stati favolosi per Giovanni Guareschi e la cinematografia italo-francese, grazie alle performance di Gino Cervi e Fernandel, ma dagli anni'70 in poi...solo picche, che ci fosse Gastone Moschin o Terence Hill dentro la tonaca di Don Camillo!

Marcos
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Salve, sono Marcos.

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