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Lanterne Rosse di Zhang Yimou |
NancyKid ex "CarbonKid"
Reg.: 04 Feb 2003 Messaggi: 6860 Da: PR (PR)
| Inviato: 08-05-2003 15:33 |
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Un breve commentario su questo film che ho visto ieri...
Il miglior film di Zhang Yimou (ma aspetto di vedere HERO), Lanterne rosse è un film raffinato curato fino ai minimi particolari (sopratutto la fotografia, di una nitidezza che raggiunge la perfezione)
L'aria è pesante per tutta la durata della pellicola, che va di una lentezza quasi impossibile (e poi il film è ambientato sempre nello stesso luogo) ma ha il pregio di non essere mai noioso.
Zhang è un regista ribelle e ciò traspare sullo schermo (certi suoi film sono pure stati banditi dalla Cina) in scene di una crudezza interna che stringe il cuore agli spettatori.
Gong Li è di una bravura allucinante: pochi attori sanno recitare con una tale naturalezza (tra i pochi Billy Bob Thornton).
Uno dei migliori film del 1991, imperdibile.
Voto: 10
_________________ eh? |
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Travis83
Reg.: 16 Mag 2003 Messaggi: 101 Da: Afragola (NA)
| Inviato: 28-07-2003 15:44 |
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Cina, anni ’20. Songlian, diciannovenne appartenente alla classe povera, abbandona l’università per mancanza di mezzi e viene costretta dalla madre a diventare la quarta moglie di un ricco signorotto, Chen. Il matrimonio viene celebrato, Songlian va a vivere in una delle tante case di cui si compone la faraonica abitazione del padrone.
I nuclei tematici dichiarati sono due: la condizione femminile e la denuncia di certe tradizioni, che nella fattispecie riguardano la Cina di inizio secolo, ma che in realtà costituiscono il pesante retaggio di secoli, se non millenni di storia. Sono temi che sfociano l’uno nell’altro, si sovrappongono, si alimentano reciprocamente. Eppure si ha l’impressione, almeno nella prima parte, che il primo prevalga sul secondo, o meglio che il secondo non sia che un pretesto per esporre il primo. Si utilizza una situazione-limite (il concubinato: uno status che va contro la natura della donna, incline di per sé alla monogamia, o comunque al possesso totale di uno o più uomini, mai alla condivisione dello stesso uomo) per illustrare la complessità dell’universo femminile, e la narrazione predilige le interazioni tra donna e donna, moglie e moglie, più che tra donna e uomo, moglie e padrone. Non è un caso che Chen non venga mai inquadrato in primo piano: la sua presenza è mediata, mai incombente: lo stesso personaggio non ha la statura di un tiranno o di un despota, anzi è spesso condiscendente ai capricci delle sue quattro mogli, molte volte assente, e certo privo di un totale controllo sulle sue donne, alle quali, invece, è lasciato un ampio margine di libertà. È qui che nasce la feconda ambiguità del film: le donne non sono schiave, impossibilitate a qualunque azione, anzi sono prima di tutto signore, rivali, concorrenti. Sono consapevoli dell’opportunità di avere maggiore potere sulle altre, sanno come poterlo ottenere e non indugiano ad ingraziarsi il signore per goderne. I loro rapporti sono governati da contrasti e gelosie, le loro relazioni sono una fitta trama di complotti, alleanze, ostracismi. Non c’è, inizialmente, rifiuto del sistema, al contrario una radicata partecipazione: la stessa Songlian, la nuova arrivata, non esita a comportarsi da signora, ne esige i privilegi, si adatta senza indugio alle regole, talora osa sfidarle – riuscendovi – , talatra pretende che siano rispettate. E tuttavia il suo agire si rivela a poco a poco non autentico: esso è al contrario l’esito di un complesso campo di forze, il risultato di una impercettibile ma significativa influenza esercitata dalla situazione, dal contesto, dall’ambiente, il quale partecipa alla vicenda – prima che come teatro dell’azione – come personaggio a sua volta , e come tale è descritto attraverso il massiccio ricorso ai piani lunghi, che rendono imprescindibile l’intima appartenenza dei personaggi agli oggetti, al decòr, alla complessa struttura architettonica che funge da scenografia “attiva” alla storia. Quando questa influenza diventa evidente, la prospettiva cambia, e la denuncia prevale sull’introspezione psicologica: la lotta, da orizzontale (concucina contro concubina) pretende di farsi verticale (contro il padrone, contro il potere, contro le tradizioni ed in ultima analisi contro la Storia), ed a tal proposito si ricerca un’impossibile solidarietà, invano. Songlian, involontaria colpevole dell’impiccagione di un’altra concubina, causa una relazione extra-matrimoniale, giunge all’estrema disperazione, ed impazzisce. Un’altra fanciulla prenderà il suo posto, diventando la Quinta Signora. La storia non si interrompe, e la sua fissità, che è in definitiva l’oggetto della denuncia, è ben resa attraverso una regia che ai movimenti di macchina preferisce inquadrature lunghe e fisse, simmetriche, dominate dal rosso (Yimou è stato fotografo, e si vede), nelle quali risiede, in effetti, buona parte del fascino di quest’opera che, al di là degli aspetti contenutistici, comunque notevoli, è superiore ad altre del genere per l’altissima qualità formale.
_________________ You Talkin' To Me? |
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liliangish
Reg.: 23 Giu 2002 Messaggi: 10879 Da: Matera (MT)
| Inviato: 28-07-2003 17:02 |
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un film straziante, perchè inserisce in un contesto di piatta tranquillità una storia che vira sempre più verso la tragedia. e la follia finale della protagonista ci lascia addosso un angosciante senso di impotenza.
grazie per avermi riportato alla memoria questo film! uno dei più intensi che abbia mai visto.
_________________ ...You could be the next. |
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Cinefila
Reg.: 07 Mar 2003 Messaggi: 1087 Da: PESCARA (PE)
| Inviato: 28-07-2003 17:13 |
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Già...un film tranquillo, ke nella sua tranquillità lascia senza fiato, ed arriva addirittura a farsi odiare per l'angoscia ke appiccica addosso...
_________________ Noi siamo gli stranieri
Del mondo intero
Dovunque noi siamo
Noi siamo fuori
O Notre Dame
E noi ti domandiamo
Asilo Asilo |
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OneDas
Reg.: 24 Ott 2001 Messaggi: 4394 Da: Roma (RM)
| Inviato: 29-07-2003 00:08 |
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dlen dlen ! Le lanterne alla prima casa !!
_________________ tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore ? |
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