HistoryX
 Reg.: 26 Set 2005 Messaggi: 4234 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 13-12-2006 20:25 |
|
Il concerto di Haneke.
Io odio sto regista, ed è un complimento.
Mi ha lasciato turbato e un pò disgustato a tratti, le mani di Erika sono capaci di sublimi melodie quanto di perverse masturbazioni, non trovo parole...immagino la musica come un percorso mentre qui è invece una condanna.
Haneke traspone su un pentagramma una vita, con tutta la rigidità di tempi e situazioni propri della classica musicalità, essenziale e freddo nel mostrare la sua opera, ancora più ermetico in eventuali messaggi di valore morale.
Si è parlato di catarsi, io non credo alla sua salvezza, Erika è morta solo che non lo sa, la sua interiorità è compromessa in maniera irreversibile, il suo "tempo perso" non verrà più recuperato, non potrà ripercorrere la sua infanzia, "la bambina pulita" e innocente non esiste.
Il bisogno di vita e vitalità la porta a cercare nell'autolesionismo e nelle perversioni più buie quell'illusione di calore di cui ha bisogno, la carenza d'affetto e la prigionia delle aspettative materne hanno generato un mostro, la musica che inizialmente era l'unica via di salvezza ora è una seconda madre a cui Erika deve obbedire.
Non ha mai vissuto, non ha mai amato, e quello che sembra amore e ricerca è solo un riflesso del suo corpo incapace di provare emozioni.
Incredibile prova di Isabelle Huppert, Erika è il personaggio più approfondito sotto il profilo psicologico che abbia mai osservato, nemmeno Cronemberg è mai arrivato a tanto.
Applausi.
_________________ [ Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe) ] |
|