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Autore Il Giappone urla: il cinema é vivo!
Superzebe

Reg.: 25 Mag 2002
Messaggi: 3172
Da: Genova (GE)
Inviato: 26-11-2003 23:37  
Ho visto Battle Royale. Dal punto di vista cinematograficon non è granchè, sembra un videogioco, forse il motivo per cui è stato censurato è la carica di violenza in divisa scolastica, esattamante il contrario del rispetto e della educazione (e sottomissione) a cui vengono educati (condizionati) gli alunni giapponesi.
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Trix180

Reg.: 06 Dic 2002
Messaggi: 202
Da: Fornovo (PR)
Inviato: 27-11-2003 00:08  
quote:
In data 2003-11-26 23:37, Superzebe scrive:
Ho visto Battle Royale. Dal punto di vista cinematograficon non è granchè, sembra un videogioco, forse il motivo per cui è stato censurato è la carica di violenza in divisa scolastica, esattamante il contrario del rispetto e della educazione (e sottomissione) a cui vengono educati (condizionati) gli alunni giapponesi.




Beh no , non dirmi che sembra un videogioco , Resident evil sembra un videogioco questo no...
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Bowman

Reg.: 07 Nov 2003
Messaggi: 1584
Da: Trento (TN)
Inviato: 27-11-2003 11:58  
Forse perché R. Evil é tratto da un videogioco!!
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Visto il volto nell'orgasmo ne hai visto l'anima (Christian Troy)

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Superzebe

Reg.: 25 Mag 2002
Messaggi: 3172
Da: Genova (GE)
Inviato: 27-11-2003 12:36  
quote:
In data 2003-11-27 00:08, Trix180 scrive:
quote:
In data 2003-11-26 23:37, Superzebe scrive:
Ho visto Battle Royale. Dal punto di vista cinematograficon non è granchè, sembra un videogioco, forse il motivo per cui è stato censurato è la carica di violenza in divisa scolastica, esattamante il contrario del rispetto e della educazione (e sottomissione) a cui vengono educati (condizionati) gli alunni giapponesi.




Beh no , non dirmi che sembra un videogioco , Resident evil sembra un videogioco questo no...




scusa, la trama dopo 10 minuti di film è nulla, è solo una gara a chi ammazza prima e nel modo più spettacolare. assomiglia si ad un videogioco.
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Trix180

Reg.: 06 Dic 2002
Messaggi: 202
Da: Fornovo (PR)
Inviato: 27-11-2003 13:14  
oh beh ok , se la metti in quel senso perchè assomiglia ad un picchiaduro allora è un videogioco , per lo stesso concetto Rambo dovrebbe assomigliare a che ne so ... commandos ...
mi riferivo piu' che altro all tipo di utilizzo della grafica , inquadrature e scelte registiche varie
Tutto in R.E (si lo so che è tratto da un videogioco...) mantiene i connotati tipici del film d'azione moderno ,con scene sovraccaricate dalgi effesti speciali. rispetto a questo B.R rimane piu' originale , poi sono pareri (quasi) personali ... conosco altra gente che non lo stima molto ...

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Bowman

Reg.: 07 Nov 2003
Messaggi: 1584
Da: Trento (TN)
Inviato: 27-11-2003 13:24  
quote:
In data 2003-11-27 12:36, Superzebe scrive:
quote:
In data 2003-11-27 00:08, Trix180 scrive:
quote:
In data 2003-11-26 23:37, Superzebe scrive:
Ho visto Battle Royale. Dal punto di vista cinematograficon non è granchè, sembra un videogioco, forse il motivo per cui è stato censurato è la carica di violenza in divisa scolastica, esattamante il contrario del rispetto e della educazione (e sottomissione) a cui vengono educati (condizionati) gli alunni giapponesi.




Beh no , non dirmi che sembra un videogioco , Resident evil sembra un videogioco questo no...




scusa, la trama dopo 10 minuti di film è nulla, è solo una gara a chi ammazza prima e nel modo più spettacolare. assomiglia si ad un videogioco.





Concordo pienamente e nel fumetto é propri questa la pecca, non c'é storia e ci sono soo innumerevoli flashback sulla vita dei personaggi. Se anche il film é cosí siamo messi bene...
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DemonSeth
ex "Phibes"

Reg.: 27 Feb 2002
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Da: Catania (CT)
Inviato: 27-11-2003 15:12  
Azz...lo devo recuperare al più presto, sto film...
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Bowman

Reg.: 07 Nov 2003
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Da: Trento (TN)
Inviato: 27-11-2003 16:35  

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Bowman

Reg.: 07 Nov 2003
Messaggi: 1584
Da: Trento (TN)
Inviato: 27-11-2003 16:35  
NO NON DEVI!!!!!!
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Trix180

Reg.: 06 Dic 2002
Messaggi: 202
Da: Fornovo (PR)
Inviato: 27-11-2003 18:08  
devi devi
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DemonSeth
ex "Phibes"

Reg.: 27 Feb 2002
Messaggi: 2048
Da: Catania (CT)
Inviato: 28-11-2003 15:06  
Ci sono film che "a naso" mi ispirano, altri che evito con cura...questo mi attira...e raramente mi sbaglio.
Vi saprò dire...spero presto.
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DemonSeth
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Reg.: 27 Feb 2002
Messaggi: 2048
Da: Catania (CT)
Inviato: 19-12-2003 16:23  
Biozombie (Hong Kong 1998) di Wilson Yip

Anche se questo spazio nasce in origine come contenitore atto a raccogliere esclusivamente pellicole del sol levante…mi permetto di fare una piccola digressione per un film degno di nota e, comunque, di ubicazione geografica limitrofa (Hong Kong).
Wilson Yip, dopo alcune prove (quattro per l’esattezza) salutate da timidi consensi e limitate esclusivamente al circuito di distribuzione cinese, risveglia l’attenzione degli spettatori locali (ed in seguito internazionali) confezionando un delizioso ed apparentemente “frivolo” crogiuolo di idee, che segnerà la svolta della sua carriera.
“Sang dut sau shu” (questo è il titolo originale di “Biozombie”), ha la struttura narrativa ed estetica di un perfetto B-movie (moderno), ma nasconde (più o meno velatamente) aspetti di ben altro interesse.
La storia in due righe.
Gli scienziati iracheni hanno creato una micidiale arma (biochimica) di distruzione di massa (forse quella di cui è ancora alla ricerca Bush), il governo cinese acquista un campione di tale prodigioso liquido, custodito in una bottiglietta, che normalmente ospiterebbe un aperitivo analcolico. Per una sfortunata serie di coincidenze, questo preziosissimo campione cade nelle mani di due bulletti di periferia che lavorano in un centro commerciale… inizia il contagio…
Il budget di questo film è davvero irrisorio, tanto che il make-up degli zombi, può essere additato (senza dubbi) come il peggiore che si sia mai visto su grande schermo. L’umorismo è (per buona parte del film) il vero protagonista della storia, che tra l’altro non brilla certo per innovazione.
Ma allora, vi starete chiedendo, perché questo film sarebbe degno di nota?
Iniziamo dalle cose più evidenti.
Girato per buona parte in interni, con uno stile sobrio ma elastico, è supportato ed arricchito da brillanti intuizioni visive che ne adombrano le carenze scenografiche. La forza di un perfetto commento musicale ed il sostegno di una recitazione convincente, mai incerta, riescono a sopperire i limiti economici imposti dalla produzione.
Yip deve molto a Romero, tanto che il suo film, risulta una vera e propria citazione dell’intera trilogia del regista newyorkese, ma attenzione, non siamo di fronte ad un “furto” di idee, bensì ad una rielaborazione ed un riadattamento socio-politico delle tematiche romeriane…e proprio questo rappresenta l’aspetto più interessante di “Biozombie”.
Il gruppo di protagonisti ha una connotazione sociale ben identificata, le loro vite si districano tra i corridoi di un centro commerciale, in cui essi lavorano, mangiano, comprano, vendono, gestiscono le relazioni sociali, espletano le proprie funzioni fisiologiche, centro commerciale che diventerà la loro prigione dopo l’esplosione dell’epidemia e dopo che le porte d’ingresso verranno chiuse, proprio come in “Dawn of the dead”.
Per difendersi dagli attacchi degli zombi si rifugiano all’interno di uno shop, dove due uomini si scontreranno sulla possibilità di rimanere barricati ed attendere gli aiuti o di uscire fuori e rischiare invece che attendere una morte certa, proprio come in “Night of the living dead”.
L’incapacità e l’ottusità delle forze dell’ordine sottolineano l’antimilitarismo (rimarcato anche dal fatto che uno degli “acquirenti” del terribile siero, sia un militare), e la presenza di uno zombi “raziocinante” che cerca di difendere la persona che ama…ricordano inevitabilmente “Day of the dead”.
Il clima del film, fino ad un certo punto, è del tutto spensierato, strafottente, incurante delle conseguenze, prepotente ed in apparenza insensibile…come presumibilmente lo è il carattere del giovane medio di Hong Kong, ma Yip a differenza delle sceneggiature di questo genere di pellicole (mi viene in mente Junk), cerca di curare quanto più è possibile la storia. Infatti in biozombie non ci sono lacune narrative, tutto ciò che accade ha un perché, nulla viene lasciato al caso. Il profilo psicologico dei protagonisti si costruisce con lo scorrere della pellicola, mattone su mattone, tanto che possiamo avere una visione totale della personalità dei protagonisti, solo dopo che la parola fine sia apparsa sullo schermo. Credo che raramente, Romero escluso, un film incentrato sul tema dei ritornanti antropofagi, dia una tale importanza alla profondità dei personaggi, analizzando i vari aspetti della vita sociale: come si appare agli occhi degli altri, come si vorrebbe essere, ma soprattutto come si è realmente. Il film è per lunga parte divertente, con tratti di assoluta comicità e questo aspetto entra in violento contrasto con la drammaticità che si sviluppa intorno al finale. Tuttavia tale dicotomia non crea affatto un netto contrasto o un’incongruenza, il tutto viene sfumato da una sorta di dissolvenza emozionale, capace di spostare i toni della vicenda dal comico al drammatico senza creare scompensi o bruschi sobbalzi narrativi. Yip riporta nel suo film anche il nichilismo e la vena pessimistica di Romero, dandone una sua personale interpretazione e risultando, per certi versi, ancora più cupo del suo collega d’oltreoceano. Tra le tante invenzioni visive, ne segnalo due in particolare:
- la soggettiva in negativo monocromatico, e grandangolare, degli zombi.
- l’introduzione in alcune sequenze di elementi “fisici” (beep, indicazioni scritte, simboli) tipici dei videogames.

Una volta tanto gli zombi non sono solo un pretesto per mostrare sangue e interiora (cosa per nulla deprecabile, anzi), ma un modo per puntare un riflettore su una delle tante forme in cui la società che ci circonda può manifestarsi.
Purtroppo di difficile reperibilità in Italia, io sono riuscito a vederlo doppiato (dunque penalizzato) in inglese…

D.

PS A proposito di ritornanti…ho tra le grinfie una copia di Beyond Re-Animator, ovvero Re-Animator 3 di Brian Yuzna…lo sguardo del Dr. Herbert West basta da solo a fornire un buon motivo per guardare questo film, ma credo che l’evoluzione degli esperimenti di West in tutti questi anni di ricerca, siano la cosa più interessante. Il solo pensiero di rivedere Her West all’opera mi mette i brividi…di piacere!

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malebolgia

Reg.: 15 Gen 2003
Messaggi: 2665
Da: matelica (MC)
Inviato: 01-03-2004 01:34  
è qui che si parla di musi gialli?

"a snake of june" (rokugatsu no hebi) - shinya tsukamoto

imbevuta costantemente da una incessante pioggia, nella fredda cornice di una città spettatrice alienante al di sopra delle parti, la gelida vita di coppia di rinko, operatrice telefonica in un centro di soccorso per anime in difficoltà, e di suo marito shigehiko, uomo d'affari più interessato alla pulizia della casa che alla sua compagna, procede giorno per giorno con distacco e indifferenza fino ad una svolta improvvisa e inaspettata: rinko viene ricattata con alcune sue foto compromettenti da un interlocutore salvato dal suicidio durante un loro colloquio al telefono.

shinya tsukamoto: regista, direttore della fotografia, sceneggiatore, scenografo, attore, voyeur, magistrale comunicatore.
nel suo ultimo lavoro, in una fotografia (splendida) in tonalità blu accostate al tradizionale bianco e nero, egli inscena emozioni autentiche, "vere".
quelle di rinko, apparentemente destinata ad una vita all'insegna della felicità:
una felicità da trasmettere, al lavoro, agli sventurati che le si rivolgono cercando una parola di conforto; da mostrare, a casa, di fronte il suo congiunto, interpretando il ruolo di moglie devota e innamorata.
quelle di shigehiko, uomo freddo quanto la sua misera ricchezza, che ama strofinare con piacere fisico una vasca da bagno e non osa sfiorare la sua compagna che considera ormai inviolabile tabù.
quelle del maniaco, interpretato da tsukamoto, devastato fisicamente dalla malattia, ossessionato dal corpo della sua "salvatrice", che non può toccare se non con le instantanee che ne ritraggono la bellezza. così la macchina fotografica, che in alcune splendide sequenze si sostituisce alla
mdp, diventa, stretta gelosamente nelle sue mani, lo strumento per un sesso che egli mai potrà avere.
i tre si scoprono assoluti protagonisti della vicenda, rivelatrice della loro vera natura, tanto morbosa e perversa quanto passionale e protettiva, nella paludosa metropoli straziata dalle acque che, sotto l'acciaio e il cemento, respira, osserva, pensa, parla e vive in simbiosi con i suoi figli, gli uomini e le donne che la abitano.
uno stretto legame dunque associa fortemente le persone agli oggetti, un connubio esasperante tra umani e hi-tech caratterizza questo film (ma anche altri del regista) raccontatoci con chirurgica precisione.
immagini intensissime, montate tra loro con un ritmo frenetico, compongono questi settantasette minuti dove ogni inquadratura di tsukamoto non è lasciata al caso. egli, ora con lunghe pause dei primissimi piani dai colori sgranati, ora con sequenze sincopate, ci propina un esempio di cinema essenziale che raramente mi è capitato di vedere.
troppe volte ci si è trovati di fronte ad un abuso dell'estetica del necessario, con stili privi di qualsiasi originalità destinati a scadere nel vituosismo più scialbo; ma in "a snake of june" l'autore è tutt'altro che un pallido manierista privo di idee, è l'occhio ossessionato di un obiettivo di una macchina fotografica che cattura l'oggetto del suo desiderio, il quale, in mezzo ad una strada, si strugge in un'estasi sessuale, mentre la pioggia, lavando tutto e tutti, muta la sua natura purificatrice, lordandosi col liquido orgasmico di rinko.
è la sublimazione dell'io, che da sopito si mostra prepotentemente senza pudore e con straordinaria eleganza.
siate voi stessi, ci comunica tsukamoto, sempre. e il suo invito, è il mio.

_________________
l'oligofrenia dovrebbe essere un diritto di tutti

[ Questo messaggio è stato modificato da: malebolgia il 01-03-2004 alle 01:40 ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: malebolgia il 01-03-2004 alle 01:46 ]

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liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 02-03-2004 16:44  
non ho trovato nessun topic specifico sul film, quindi posto qui. forse non è proprio il topic adatto, visto che si tratta di una produzione nippo-anglo-francese, ma credo che nella forma e nella sostanza possa ritenersi appieno un film giapponese.
si tratta di Taboo - Gohatto di Nagisa Oshima.
la buona notizia è che è facilmente reperibile in Italia (altrimenti figuriamoci sei io sarei riuscita a vederlo...)
premetto che non possiedo la capacità di analisi e di sintesi di Demon, nè quella di Malebolgia... ma ci voglio provare lo stesso!

Siamo nel 1865, in Giappone, quando entrano a far parte della scuola di Shinsen-Gumi due giovani allievi, Kamo e Tashiro. nonostante abbiano superato entrambi la stessa selezione, la differenza tra loro è evidente e balza subito agli occhi: Tashiro ha origini umili, è diretto, passionale, leale. Kano è nobile, altezzoso e bello, e come schermidore assai più bravo ed elegante di Tashiro. la sua presenza nella scuola non passa inosservata, e dopo le prime schermaglie amorose con Tashiro ne diviene l'amante. nonostante le voci sul loro conto si facciano nella scuola sempre più indiscrete, nessuno sembra voler prendere provvedimenti, come se la bellezza di Kano rendesse inevitabile l'attrazione tra i due. e dopo Tashiro inevitabilmente altri restano attratti da Kano, sotto lo sguardo preoccupato e iperscrutatore del tenente Hijata (interpretato dal mitico "Beat" Takeshi).
a poco a poco la trama si infittisce, ciò che prima sembrava trasparente diventa opaco, gli interessi che girano intorno a Kano assumono forme diverse, ma sempre, inevitabilmente in contrasto con quella che dovrebbe essere il Gohatto - la via del samurai.
fino a quando il vaso non è colmo, e tutto viene bruscamente troncato dalla lama della katana.
Kano, mandorlo in fiore vestito di bianco, simbolo della bellezza che illumina, attrae a sè e freddamente distrugge, si ciba della vita degli altri senza farsi scrupolo di perderla. e Okita, il samurai sempre sorridente, di quel sorriso gelido delle statue etrusche, nella sua apparente solarità nasconde un segreto che solo la notte riuscirà a svelare.
un film elegante, composto, in cui anche uno squarcio insanguinato ha la sua simmetria e la sua bellezza. un film in cui ogni combattimento, con la katana o con il bastone, sembra comunque una danza della morte. in cui pare che la bellezza possa vincere sulla forza e sul coraggio, ma nulla possa contro la dura roccaforte del potere.
_________________
...You could be the next.

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AngelsCry

Reg.: 12 Apr 2004
Messaggi: 276
Da: Limbiate (MI)
Inviato: 14-05-2004 14:35  
Arrivato poco tempo fa su questo forum, c'ho messo diverso tempo e finalmente ho trovato un Topic che mi interessa veramente. Premetto non sono un espertone di cinema, ma un semplice appassionato, che dopo essersi abbeverato al televisore con tutte le serie animate possibili; dopo essermi riversato ad una certa età, in ogni negozio che importasse film d'animazione OAV e tutt'altro dal Jap (ad una certa età perché quando ho cominciato a lavorare mi sono potuto permettere di spendere in ciò che più mi piaceva ); dopo essermi innamorato del cinema Jap grazie a Toshiro Mifune e Akira Kurosawa, finalmente qualcuno riesce a darmi delle dritte fantastiche su questo tipo di produzioni.
Ringrazio Demon che con le sue recensioni mi ha dato spunti notevoli per ricercare qualcosa di bello e piacevole da guardare.

P.S.: Non fate morire questo Topic vi prego
_________________
Lo sai cosa dice Jack Burton in situazioni come questa?
Chi?!
Jack Burton, il qui presente. Il vecchio Jack dice sempre…basta adesso.
[Jack Burton]
Il mio blog

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