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Autore Ho visto La fabbrica di cioccolato!!!
valy1967

Reg.: 09 Giu 2005
Messaggi: 1002
Da: Roma (RM)
Inviato: 30-09-2005 18:22  
quote:
In data 2005-09-29 22:29, Zenzero scrive:
io non capisco la domanda "il film è fedele al libro?". Cosa cambia?
Anzi un film che è completamente coerente al libro non ha senso di esserci (a parte rari casi), il regista deve riuscire a inserire una propria speciale lettura, e per farlo deve trasformare, a mio parere, la rilettura in forme più o meno coerenti con lo scritto.




Molto giusto.
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" Piantata tra i cedri e le querce,sperduta tra il nulla e l'addio"

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-10-2005 09:49  
quote:
In data 2005-09-29 16:41, valy1967 scrive:
quote:
In data 2005-09-27 12:56, AlZayd scrive:
La nona porta E'un bel film, con un Deep intensissimo! Su ben altri livelli...



Ma che .....stai dicendo??????????????




Che la nona porta è un bel film. Non perfetto, e chi se ne frega!
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-10-2005 09:51  
La mia opinione sul film

Non si può negare che la tavolozza dei colori che s’innesta alla sfavillante, calcolata spettacolarità della messinscena di La Fabbrica di cioccolato, abbiano raggiunto livelli di splendori visivi tali da fare invidia ai grandi direttori di circhi e luna-park, oppure al geniale “architetto” di fuochi d’artificio. E non lo negheremo. Ma non siamo altrettanto sicuri che la confezione filmica piena di ironie ed umorismi da vuoto a perdere, di carinerie “cioccolatose” e di finte “crudeltà”, non sia invero tr(i)onf(i)a(l)mente propagandistica, pro-consumistica, a fronte di un messaggio non solo “politicamente corretto”, ma anche vischiosamente (im)morale. Resta il forte dubbio che il fondale burtoniano, permeato da un buonismo edificante, non coincida esattamente con qualcosa che non sia diseducativo per il tenero fruitore. “Avere e non essere”, alla base di un messaggio non troppo recondito e subliminale, in una favola evidentemente destinata ad un pubblico infantile. E lo spettatore adulto pianga pure la sua lacrimuccia nel finale, quando, solo e senza amore, il “povero” capitalista viene accolto nella stamberga “gotica” e coccolato dalla simpatica famigliola proletaria, ma ricca in “ispirito”, per la sua (interessata) magnanimità, dopo essersi fatta scippare la “fabula” vera, il sogno libero, la possibilità di vivere in semplice e felice povertà. Ma l’agognata fabbrica di cioccolato andrà soltanto al fortunato Charlie, col suo saccente buonsenso che lo rende non meno antipatico degli altri bambini capricciosi e “fenomenal-freak”, secondo una rappresentazione sadica, esageratamente grossolana, manichea, vetusta. I conti sembrano tornare: “LA fabbrica di cioccolato” è un film sul successo a cui possono ambire anche le classi sottomesse, purchè rispondenti alle regole e ai capricci del potere. Ipotesi che invece imbarca acqua, visto che quei pargoli “drogati” di consumismo e di sfrenate ambizioni – con alle spalle genitrici “barbiesche” e padri inetti, secondo un’idea invero topica e risaputa -, proprio in ragione di ciò, troveranno esemplare punizione. In ultima analisi vale l’ambiguo ed insidioso messaggio di un capitalismo “vampiresco” che cerca nell’ideale semplice, puro e schietto dei “sognatori” che credono nelle favole, il modo di rigenerarsi, di rinascere a se stesso.
Non importa stabilire quanto Tim Burton sia rimasto fedele alla fiaba di Roal Dahl, “Charlie and the chocolate factory”, molto popolare negli USA (non da noi, fino ad ora…). Com’è giusto che sia, le ragioni della letteratura, gli aspetti ideologici, etici e morali, sociali e politici - che potremmo definire accessori, nonostante rappresentino i punti fondanti (anche se non esplicitamente dichiarati) del progetto burtoniano, e che pertanto non possono essere ignorati -, incideranno nella giusta misura nell’analisi filmica complessiva, secondo “coscienza”. Il vero problema è nella pura rappresentazione cinematografica, nella messinscena che, a fronte di alcune sequenze ed invenzioni innegabilmente affascinanti, fantasiose e belle da vedersi, di un inizio veloce e promettente, finisce per ripiegarsi su se stessa, mostrando ben presto i segni di un’ipertrofia visiva e tramica dovuta ad un incedere per accumulo, anziché procedere per sottrazione come il già di per sé complesso canovaccio narrativo avrebbe richiesto. C’è una sorta di compiaciuta ed ostentata esagerazione nel vortice d’immagini che montano a dismisura, nella monotonia dei tracciati narrativi, nelle verbosità, nei dialoghi spesso raffazzonati, nelle battute ironiche, che, lungi dal ricordare il ben più denso e caustico sarcasmo di Mars Attacks! – in cui si dileggiano i valori del mito americano che qui si vogliono invece riaffermare -, diventa siparietto d’innocuo e svagato umorismo. Non bastano a riscattare la piana prevedibilità di una pellicola senza picchi, dove lo spirito vivo della favola soccombe al messaggio prosaico, le giocose ma innocue parodie cinefile fini a se stesse di Psycho e di 2001 OnS, allorché un’enorme lingotto di cioccolato si sostituisce in una scenetta al “monolite” kubrickiano. Tra tante risapute amenità, la noia fa spesso capolino. Perfino le musiche del fedele e sempre eccellente Danny Elfman ci sono sembrate sottotono, se non a tratti decisamente scadenti (il pessimo doppiaggio, [la traduzione dei testi delle canzoni]avrà la sue responsabilità), quasi da show televisivo. Nulla a che vedere con le fulgide composizioni di Nightmare before Christmas e del delizioso Corpse Bride presentato a Venezia e in attesa di essere distribuito nelle sale. Johnny Deep da parte sua porta bene la maschera grottesca che gli hanno fatto indossare, e non rinuncia all’autoironia; ma la gamma espressiva è davvero modesta in un ruolo eccessivamente caricaturale e gigionesco che tirato troppo per le lunghe finisce per stancare.


http://www.cinemaplus.it/leggi-recensione.asp?id=187

... seguiterò a scrivere in eterno Deep...

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 01-10-2005 alle 09:56 ]

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liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 01-10-2005 10:04  
quanto la aspettavo questa recensione... che dire, tanto di cappello (a cilindro, of course). sopratutto per l'analisi del film dal punto di vista "sociologico" per così dire.
vale la pena di riflettere sul perché di questa virata a stelle e strisce di Burton che, come fai giustamente notare, incensa quello stesso modus vivendi americano che aveva sbeffeggiato nel largamente migliore Mars Attacks!

_________________
Perché realizzare un'opera
quando è così bello sognarla soltanto?


[ Questo messaggio è stato modificato da: liliangish il 01-10-2005 alle 10:09 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-10-2005 10:09  
Infatti.., non ci sono, ma ho spesso avuto l'impressione di scorgere le stelle e le strisce sul cilindro di Wonka.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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filippo

Reg.: 26 Gen 2004
Messaggi: 66
Da: Bologna (BO)
Inviato: 01-10-2005 10:32  
molto carino ed educativo!

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valy1967

Reg.: 09 Giu 2005
Messaggi: 1002
Da: Roma (RM)
Inviato: 01-10-2005 10:35  
quote:
In data 2005-10-01 09:49, AlZayd scrive:
quote:
In data 2005-09-29 16:41, valy1967 scrive:
quote:
In data 2005-09-27 12:56, AlZayd scrive:
La nona porta E'un bel film, con un Deep intensissimo! Su ben altri livelli...



Ma che .....stai dicendo??????????????




Che la nona porta è un bel film. Non perfetto, e chi se ne frega!



E'un film imbarazzante altro che perfetto...te ne prego....cmq contento te.
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" Piantata tra i cedri e le querce,sperduta tra il nulla e l'addio"

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valy1967

Reg.: 09 Giu 2005
Messaggi: 1002
Da: Roma (RM)
Inviato: 01-10-2005 10:47  
quote:
In data 2005-10-01 10:09, AlZayd scrive:
Infatti.., non ci sono, ma ho spesso avuto l'impressione di scorgere le stelle e le strisce sul cilindro di Wonka.



Belle e giustissime idee...rivedrei lo stile un pò pomposetto....
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-10-2005 11:18  
quote:
In data 2005-10-01 10:35, valy1967 scrive:
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In data 2005-10-01 09:49, AlZayd scrive:
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In data 2005-09-29 16:41, valy1967 scrive:
quote:
In data 2005-09-27 12:56, AlZayd scrive:
La nona porta E'un bel film, con un Deep intensissimo! Su ben altri livelli...



Ma che .....stai dicendo??????????????




Che la nona porta è un bel film. Non perfetto, e chi se ne frega!



E'un film imbarazzante altro che perfetto...te ne prego....cmq contento te.




Ho, se è per questo lo rivedo sempre felicemente!

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-10-2005 11:19  
quote:
In data 2005-10-01 10:47, valy1967 scrive:
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In data 2005-10-01 10:09, AlZayd scrive:
Infatti.., non ci sono, ma ho spesso avuto l'impressione di scorgere le stelle e le strisce sul cilindro di Wonka.



Belle e giustissime idee...rivedrei lo stile un pò pomposetto....




Grazie, vorrà dire che alla prossima ti mando la bozza...
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valy1967

Reg.: 09 Giu 2005
Messaggi: 1002
Da: Roma (RM)
Inviato: 01-10-2005 12:01  
quote:
In data 2005-10-01 11:18, AlZayd scrive:
quote:
In data 2005-10-01 10:35, valy1967 scrive:
quote:
In data 2005-10-01 09:49, AlZayd scrive:
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In data 2005-09-29 16:41, valy1967 scrive:
quote:
In data 2005-09-27 12:56, AlZayd scrive:
La nona porta E'un bel film, con un Deep intensissimo! Su ben altri livelli...



Ma che .....stai dicendo??????????????




Che la nona porta è un bel film. Non perfetto, e chi se ne frega!



E'un film imbarazzante altro che perfetto...te ne prego....cmq contento te.




Ho, se è per questo lo rivedo sempre felicemente!





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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-10-2005 12:37  
quote:
In data 2005-10-01 12:01, valy1967 scrive:
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In data 2005-10-01 11:18, AlZayd scrive:
quote:
In data 2005-10-01 10:35, valy1967 scrive:
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In data 2005-10-01 09:49, AlZayd scrive:
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In data 2005-09-29 16:41, valy1967 scrive:
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In data 2005-09-27 12:56, AlZayd scrive:
La nona porta E'un bel film, con un Deep intensissimo! Su ben altri livelli...



Ma che .....stai dicendo??????????????




Che la nona porta è un bel film. Non perfetto, e chi se ne frega!



E'un film imbarazzante altro che perfetto...te ne prego....cmq contento te.




Ho, se è per questo lo rivedo sempre felicemente!









(sperando che tu appartenga al gentil sesso... )
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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 02-10-2005 17:11  
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In data 2005-10-01 11:19, AlZayd scrive:
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In data 2005-10-01 10:47, valy1967 scrive:
quote:
In data 2005-10-01 10:09, AlZayd scrive:
Infatti.., non ci sono, ma ho spesso avuto l'impressione di scorgere le stelle e le strisce sul cilindro di Wonka.



Belle e giustissime idee...rivedrei lo stile un pò pomposetto....




Grazie, vorrà dire che alla prossima ti mando la bozza...




oh signore!
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L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 03-10-2005 03:03  
quello che colpisce (in negativo) maggiormente è l'interpretazione che Burton mette in scena della favola di Dhal e del personaggio di Willy Wonka, copmletamente agli antipodi rispetto a quello che ci si sarebbe aspettati da Tim Burton.
Mel Stuart già disegnava intorno al malinconico sorriso di Gene Wilder una storia dai toni cupi, dark nonostante un'ambientazione scenografica allegra ed essenziale. Quella di Stuart era una fiaba che non aveva bisogno di spiegare i retroscena biografici di tutti i personaggi per andare avanti, poiché viaggiava sui binari dell'atmosfera. Ecco cosa manca, sostanzialmente, alla pellicola di Burton: l'atmosfera. Paradossale, se si considera che stiamo parlando di un cineasta unico nella proposta di storie sempre intrise di quel "nonsochè" che invece sappiamo tutti bene cos'è, solo che nessuno vuole raccontarlo a parole poiché, nonostante la funzione cognitiva del linguaggio, ci sono cose che si spiegano bene solo tra sè e sè, senza pensarle ma immaginandole. E le atmosfere che ormai di diritto si possono definire "burtoniane" fanno parte di questa ristretta sfera di concetti concretamente astratti.
Wonka-Depp non è più il sognatore stravagante che era Wonka-Wilder. Il personaggio scolpito da Burton sul poliedrico corpo di Depp è un mentecatto misantropo, reso tale dalle violenze subite dal (unico?, la madre non si vede mai) genitore (se vogliamo, poi, Dracula che fa la parte del dentista è un po' pacchiana come cosa... ), e che alla fine si convertirà pateticamente ai valori della società, non andrà in cerca di una società a sua misura, come accade di solito ai freak protagonisti dei film di Burton (e non solo).

Quello che di buono traspare dalla pellicola si concentra in una prima parte in cui la matrice espressionista (e wieniana in particolar modo) è marcata come non mai dall'autore californiano (si pensi, a puro titolo esemplificativo, alle deformazioni della casa dei Bucket ed in particolare alla porta obliqua) ed in cui i richiami alla pellicola di Stuart sono ancora confortevoli e confortanti (quando viene inquadrato per la prima volta il letto con i quattro nonni si gonfia il cuore di ogni aficionado del classico del '71).
Per il resto, non esiterei a definire la pellicola, soprattutto nella sua parte centrale (la visita alla fabbrica), tendenzialmente noiosa. Un susseguirsi di inquadrature spesso stanche e svogliate che si accostano con il solo intento di mostrare come i prodigi della tecnica possano rinverdire l'immaginario visivo legato al romando di Dhal rispetto alle antiquatezze della prima storica versione cinematografica.

Una lettura probabilmente interessante si può ritrovare in tutta una serie interminabile di sottotesti critici, verso la società, verso il capitalismo, verso la borghesia, di denunce contro le violenze (sia fisiche che psicologiche, intelligentemente fuse nell'immagine della mostruosa mascherina odontoiatrica che Wilbur Wonka impone a suo figlio Willy) sui figli e sugli animali, di richiami al marxismo e alla sua concezione materialistica della storia e della società, di attacchi al credo americano del self-made man e al tempo stesso di elogi verso un certo tipo di atteggiamenti "tipicamente americani".
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 03-10-2005 05:18  
comunque questa valy ne spara di stronzate.
...sperando non sia l'ennesima utente che la prenda sul personale...
ma definire La Nona Porta imbarazzante... mah...
capisco chi afferma che il film non gli sia piaciuto, capisco perfino i miei amici che ingenuamente mi rimembrano "cazzo, ma il finale fa cagare", semplici vittime della trama.
ma mai nessuno aveva usato l'aggettivo "imbarazzante" per un film (qualsiasi) di Polanski.
valy, tutto questo mi riporta al semplice contesto dello svago.
lo svago.
ma c'è svago e svago.
percezione e percezione.
percepisco che una miriade di casalinghe, studentesse, impiegate, femministe, gay, ciellini, papa-boyz-'n'-the-hood rimangano ammaliati dal poliedrico Depp degli ultimi tempi. quello del faccione di Wonka, dello squinternato pirata, o ancora il bel bamboccione di Nightmare, per non far distinzione cronologica.
l'attore è bravo nei bei filmetti moralisti, iperglicemici, fanciulleschi, semplici, pronti e spediti.
però pochi di voi hanno visto Dead Man, per fare un esempio. e lì Depp è più bravo che mai, pur perdendo il suo lato gigionesco. sputate sulla Nona Porta a causa della storia e vi galvanizzate perchè in Fear and Loathing, cazzo, c'ha troppo il tiraggio del fattone!
decontestualizzate e tristemente siete vittime della decontestualizzazione.
purtroppo, aggiungerei.

comunque lo stile "pomposetto" di Alzayd è la causa di molto del fascino della sua scrittura.
gabba gabba hey!

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