FilmUP.com > Forum > Tutto Cinema - MATCH POINT
  Indice Forum | Registrazione | Modifica profilo e preferenze | Messaggi privati | FAQ | Regolamento | Cerca     |  Entra 

FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > MATCH POINT   
Vai alla pagina ( Pagina precedente 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 Pagina successiva )
Autore MATCH POINT
Kieslowski

Reg.: 09 Mag 2005
Messaggi: 1754
Da: Reykjavik (es)
Inviato: 17-01-2006 22:35  
quote:
In data 2006-01-17 22:28, badlands scrive:
SPOILER!
SPOILER!
SPOILER!

chi è d'accordo sul fatto che forse nola non è incinta e usa la cosa per mettere alle strette il ragazzo?ne discutevamo su un altro forum,giusto per capire se ero l'unico con questa idea.
ciao!



Questo c'entra solo superficialmente per come la vedo io: il parto è infatti uno dei tanti simbolismi che Allen usa per ribadire il concetto di esistenza scandita da eventi casuali, non per niente il protagonista esclama "ma come, l'unica volta che non abbiamo preso precauzioni!" frase in cui è esplicito il messaggio che regge il film.
_________________

  Visualizza il profilo di Kieslowski  Invia un messaggio privato a Kieslowski    Rispondi riportando il messaggio originario
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 17-01-2006 22:37  
La stessa sensazione che ho avvertito, ma che oltre alla tenera Charlotte si può estendere allo stereotipo della donna di alta società, così ricca di materialismi da accorgersi dell'adulterio del partner scegliendo di far finta di non sapere, di non voler sapere. Stereotipo ormai usato da tutti, prevedibile.
(kieslowski)

e' questo su cui si basa tutto,il fatto di non perdere quello che si possiede, anche se gretto e conquistato solo per eredita' paterna.il film verte su questo e questo stereotipo e' inevitabile.
i personaggi si muovono benissimo perche' pulsano di sensazioni proprie e questo si esprime nella bella scena dell'amore nel grano, veramente intensa,e il loro vulcano di emozioni porta al resto, non il resto a loro.

[ Questo messaggio è stato modificato da: kubrickfan il 17-01-2006 alle 22:38 ]

  Visualizza il profilo di kubrickfan  Invia un messaggio privato a kubrickfan    Rispondi riportando il messaggio originario
Kieslowski

Reg.: 09 Mag 2005
Messaggi: 1754
Da: Reykjavik (es)
Inviato: 17-01-2006 22:46  
quote:
In data 2006-01-17 22:37, kubrickfan scrive:
e' questo su cui si basa tutto,il fatto di non perdere quello che si possiede, anche se gretto e conquistato solo per eredita' paterna.il film verte su questo e questo stereotipo e' inevitabile.
i personaggi si muovono benissimo perche' pulsano di sensazioni proprie e questo si esprime nella bella scena dell'amore nel grano, veramente intensa,e il loro vulcano di emozioni porta al resto, non il resto a loro.

[ Questo messaggio è stato modificato da: kubrickfan il 17-01-2006 alle 22:38 ]



Citi la scena del grano, sicuramente la più bella del film. Quello che non capisco però è come tu possa dire che i personaggi siano illuminati di luce propria, quando vediamo Chris leggere delitto e castigo di Dostoyevsky, quasi a dirci che l'azione seguente, un omicidio (senza castigo però!), potrebbe essere una situazione estrapolata da un romanzo e riadattata alla realtà con l'aiuto del fato, che sembra smussare tutti gli angoli spigolosi che il regista non riesce a limare.
_________________

  Visualizza il profilo di Kieslowski  Invia un messaggio privato a Kieslowski    Rispondi riportando il messaggio originario
badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 17-01-2006 22:52  
beh il modo stesso in cui lui si apparta mentre tutta la famiglia festeggia suo figlio,nel finale,da una discreta idea di che tipo di castigo interiore ha subito,mi pare evidente.
ciao!

  Visualizza il profilo di badlands  Invia un messaggio privato a badlands    Rispondi riportando il messaggio originario
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 17-01-2006 23:20  
e anche in altri punti che non possiamo dire per rispetto di chi non ha visto il film ( anche se ormai penso che sia necessario lasciar stare ogni topic per non rovinarsi il film e poi entrare delel discussioni)parliamo delle apparizioni...direi che di spoiler ne abbiamo dati anche troppi.( kies ne hai dato uno mostruoso...)
sempre riferito a kies non capisco perche' la lettura di delitto e castigo potrebbe essere un difetto della luce dei personaggi,ogni grande personaggio di ogni grande film trae ispirazione per i suoi passi dall'arte ( qualcuno ha detto alex?)e non credo che il fatto della lettura di un libro definisca che il personaggio e' incasellato e non consapevole.non vedo il nesso e non capisco il senso.sono personaggi vitali e pieni di pulsione, attivi in ogni loro cosa,e non si fermano di fronte a nulla per i loro obbiettivi.questa e' vita e movimento in un contesto, non contesto che burattina il movimento.l'humus da cui estraggono i loro gesti e lel loro parole e' inevitabile, e' quel che ci forma che ci muove.

[ Questo messaggio è stato modificato da: kubrickfan il 17-01-2006 alle 23:22 ]

  Visualizza il profilo di kubrickfan  Invia un messaggio privato a kubrickfan    Rispondi riportando il messaggio originario
olibart

Reg.: 17 Gen 2006
Messaggi: 118
Da: Milano (MI)
Inviato: 17-01-2006 23:54  
Salve a tutti, sono un nuovo utente del forum.
Dissento completamente dai vostri entusiasmi per "Match Point".
A mio modestissimo avviso, quest'ultimo filmetto alleniano tutto è, tranne che un capolavoro.
Sopravvalutato, pretenzioso, superficiale, è forse il più dimenticabile di tutta la carriera di Allen.

  Visualizza il profilo di olibart  Invia un messaggio privato a olibart    Rispondi riportando il messaggio originario
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 17-01-2006 23:57  
benvenuto! dovresti argomentare meglio giudizi tanto radicali per renderli plausibili.

  Visualizza il profilo di kubrickfan  Invia un messaggio privato a kubrickfan    Rispondi riportando il messaggio originario
olibart

Reg.: 17 Gen 2006
Messaggi: 118
Da: Milano (MI)
Inviato: 18-01-2006 00:05  
Il protagonista è lo Scamarcio della Gran Bretagna (e non è un complimento!... ); la Johansson ha indubbiamente un bel musetto.

Ma la storia è sciapa e banale, raccontata in modo sciapo e banale.
(Povero Dostoevskij: si starà rivoltando nella tomba, se ha letto certi paragoni...).

La parola "capolavoro" non va sprecata per robette pretenziose come questo "Match Point".
Il grande cinema dell'Estremo Oriente ci ha regalato parecchi (veri) capolavori negli ultimi anni.
Il respiro epico dei grandi film di Park Chan-Wook e Zhang Yimou fa grande un film.
Non certo la sontuosa superficialità di Allen...

  Visualizza il profilo di olibart  Invia un messaggio privato a olibart    Rispondi riportando il messaggio originario
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 18-01-2006 00:09  
da qui: http://www.positifcinema.com/matchpoint.htm



«Il mio successo deriva dalla fortuna». Parola di Woody Allen, che in oltre 50 anni di carriera artistica non ha mai tralasciato di evidenziare come l’uomo sia in ben poca misura artefice del suo destino, e come invece quest’ultimo sia indissolubilmente legato al caso. Quando la pallina da tennis sbatte sul nastro, la bravura dell’atleta può non bastare a farla cadere dalla parte dell’avversario, come spiega l’incipit di un film che da subito propone come sottotesto principale la contrapposizione tra fortuna e talento. Dalla competizione sportiva alla vita, il passo è breve: trovarsi nel posto giusto al momento giusto è molto più redditizio del talento in sé e per sé.
Se, nel 1988, un viaggio nelle principali città d’Europa aveva fornito ad Allen, come racconta Eric Lax nell’introduzione della mono-biografia Woody Allen (New York, 1991), l’ambiente e l’ispirazione giusti per buttare giù la prima stesura di Crimini e misfatti – il film in cui veniva maggiormente alla luce il pessimismo cosmico del regista newyorchese – ecco che è di nuovo nel tanto agognato Vecchio Continente che Allen riesce a tirare fuori il meglio di sé e di quel cinismo esistenziale da cui prende vitalità e vigore non solo la sua ironia, ma tutta la sua visione della vita. Ed ecco perché Match point è un film perfettamente alleniano, pur senza quelle battute che sono citate in qualsiasi raccolta di aforismi, pur senza lo yiddish, senza la psicanalisi, senza New York: perché nasce dallo stesso pessimismo cosmico da cui scaturisce l’ironia che ha fatto la fortuna (è quanto mai il caso di utilizzare questo termine) dell’artista. I veri temi centrali del discorso che Allen porta avanti da sempre si ritrovano tutti nella sua ultima opera, primo fra tutti l’incomunicabilità, che dava vita a spietate gag nei suoi primi film comici (come quella del messaggio in banca, scritto male e incomprensibile, di Prendi i soldi e scappa), e che qui viene esasperata fino ad intersecare tutte le linee di relazione tracciabili tra i protagonisti della vicenda: Chris non riesce a mollare una tra Nola e Chloe, Nola non riesce a comunicare la passione che ha dentro ai provini, l’anziana vicina di casa di Nola è isolata nel suo appartamento, la signora Hewett quando beve diventa inopportuna, persino l’ispettore Dowd ha delle difficoltà a comunicare con i suoi uomini, con la scientifica e con la stampa, sul luogo dell’omicidio.
Chi invece non ha nessuna difficoltà a comunicare è proprio Woody Allen, che si mantiene fedele al proprio stile, essenziale ma – come lui – silenziosamente rigoroso e preciso: ricerca sempre la traduzione visiva diretta di quello che pensa/vuole dire, nell’incipit come nelle altre scene; riprende per primi piani le conversazioni-chiave, così come in primo piano erano ripresi i due protagonisti nel finale di Crimini e misfatti, ma anche di Manhattan; scala i piani e i campi in modo da seguire sempre il ritmo del montaggio, dell’azione e del pathos; soprattutto, gioca puntualmente con i tempi delle inquadrature (uno dei pochi effetti comici della pellicola è ottenuto “allungando” l’inquadratura di Chloe con il termometro in bocca; Allen, da bravo cineasta comico e seguendo le lezioni dei suoi predecessori, da Buster Keaton ai fratelli Marx, ha sempre dato grande importanza alla dimensione ritmica e temporale degli elementi filmici) e con le entrate e le uscite dei personaggi e degli oggetti dal campo. Inoltre, Allen fa tesoro di oltre 35 anni di carriera cinematografica a fianco di ottimi collaboratori, per riprendere l’Europa in una maniera non (enfaticamente) grandiosa (alla Visconti, per intenderci), ma elegante e raffinata, quasi a volerla portare indietro nel tempo di una sessantina d’anni, proprio come aveva fatto con la Manhattan del 1979.
L’omaggio all’Europa, che ama e a cui è legato “genealogicamente”, si snoda attraverso una folta serie di citazioni, da Sofocle a Dostoevskij, da Dalì ai grandi operisti italiani e non solo, ma è addirittura impressionante la mole di citazioni e riferimenti cinematografici sparsi su tutta la pellicola: da Ejzenštein (il montaggio delle attrazioni, si pensi al parallelo tra la pallina e l’anello) a Welles (il decoupage del piano sequenza, l’utilizzo della controluce, e inoltre una – non so quanto voluta – citazione esplicita nell’immagine di un bicchiere di vetro in primo piano mentre l’azione si sviluppa nella profondità di campo, nell’ufficio di Chris), dal pessimismo di Bergman al Renoir de La regola del gioco (tutte le scene nella tenuta di campagna e con i fucili da caccia – che saranno poi arma del delitto – oltre ad alcune tematiche; del resto proprio Renoir e Bergman sono da sempre i cineasti preferiti da Woody). Per non parlare di come Allen ribalta tutte le teorie di Hitchcock sulla suspense, mostrandoci un indizio che ci porta a subire tensione per un finale che riteniamo inevitabile (solo lo spettatore ha visto che l’anello non ha passato la ringhiera; in questo modo, Chris è convinto di essersi sbarazzato di tutte le prove, mentre il pubblico sa che quell’anello prima o poi sarà raccolto da qualcuno), e che invece sarà evitato proprio grazie ad un evento casuale: il delitto perfetto può esistere, se si ha fortuna, e non c’è giuria che possa avere abbastanza talento da porre rimedio alle macchinazioni del destino.
“Che mondo!” esclama il detective che si occupava del caso, ormai chiuso, e in due parole c’è tutta la filosofia alleniana. Se è vero che l’opera va amata non per, ma attraverso, il suo autore, allora non si può non amare alla follia Match point, perché in Match point c’è tutto quello che Allen ha sempre fatto, e tutto quello che avrebbe sempre voluto fare.

_________________
Non vorrei mai appartenere ad un forum che accettasse tra i suoi moderatori uno come me.

[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 18-01-2006 alle 00:11 ]

  Visualizza il profilo di sandrix81  Invia un messaggio privato a sandrix81  Vai al sito web di sandrix81    Rispondi riportando il messaggio originario
olibart

Reg.: 17 Gen 2006
Messaggi: 118
Da: Milano (MI)
Inviato: 18-01-2006 00:14  

Tutto il primo tempo corre (o meglio: si trascina) fra oziosi, noiosi dialoghi fra ricchi annoiati.

Anche gli altri film di Allen vivono di dialoghi, certo, ma brillanti e vivaci, ricchi di battute più o meno memorabili.

Nel secondo tempo Allen diventa ancora più pretenzioso, mettendo insieme con lo sputo la trama gialla più prevedibile dai tempi dei fratelli Lumière.

Filosofeggiare su operette come questa (seppure alla moda) mi pare ozioso.
Non per insistere, ma se proprio si vuole filosofeggiare, su "Hero" o su "Oldboy" si potrebbero scrivere interi volumi (fra filosofia morale e letteratura)...


[ Questo messaggio è stato modificato da: olibart il 18-01-2006 alle 04:43 ]

  Visualizza il profilo di olibart  Invia un messaggio privato a olibart    Rispondi riportando il messaggio originario
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 18-01-2006 00:20  
in primo luogo, Match point non è affatto un giallo, nè un thriller. al limite ha delle sfumature di noir, ma null'altro (in quel verso).

in secondo luogo, se il pezzo che ho postato qui sopra fa schifo, è per il fatto che ci sono troppe cose da dire su un film come Match point. molte cose le ho dovute condensare, molte altre trascurare del tutto.
dei tre film che hai citato, se dovessi scrivere un libro mi butterei immediatamente su Match point.
su Oldboy una storia a fumetti.
su Hero, al limite una cartolina.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

  Visualizza il profilo di sandrix81  Invia un messaggio privato a sandrix81  Vai al sito web di sandrix81    Rispondi riportando il messaggio originario
olibart

Reg.: 17 Gen 2006
Messaggi: 118
Da: Milano (MI)
Inviato: 18-01-2006 00:26  

Caro sandrix, con tutto il rispetto: ma che sta a dì??
La raffinata complessità, il respiro epico di "Oldboy" o di "Hero" volano molto, molto più alto di questa operetta patinata di Woody Allen.

Capisco che le mode sono invincibili, e pare proprio che questo Match point sia la moda del momento.

Ma l'Arte è un'altra cosa: non bastano due ore di musica lirica e qualche vago riferimento bergmaniano.

Ci vuole quel talento assoluto che (lui stesso lo ammette) Allen non ha.


[ Questo messaggio è stato modificato da: olibart il 18-01-2006 alle 04:44 ]

  Visualizza il profilo di olibart  Invia un messaggio privato a olibart    Rispondi riportando il messaggio originario
philipcat

Reg.: 08 Feb 2004
Messaggi: 1372
Da: Roma (RM)
Inviato: 18-01-2006 00:28  
quote:
In data 2006-01-18 00:09, sandrix81 scrive:
da qui: http://www.positifcinema.com/matchpoint.htm




. Se è vero che l’opera va amata non per, ma attraverso, il suo autore, allora non si può non amare alla follia Match point, perché in Match point c’è tutto quello che Allen ha sempre fatto, e tutto quello che avrebbe sempre voluto fare.

_________________
Non vorrei mai appartenere ad un forum che accettasse tra i suoi moderatori uno come me.

[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 18-01-2006 alle 00:11 ]



Gran bell'analisi Sandrix.
Aggiungo che quest'opera della maturità, terza età mi è sempre sembrata una definizione ipocrita e riduttiva, ci compensa delle ultime operine frettolose e a mio avviso incompiute. Fra i suoi referenti aggiungerei Antonioni, il discorso sull'impossibile comunicazione fra gli esseri umani, essendo essa solo parallela e mai convergente.
_________________
Don't dream it, be it.

  Visualizza il profilo di philipcat  Invia un messaggio privato a philipcat     Rispondi riportando il messaggio originario
olibart

Reg.: 17 Gen 2006
Messaggi: 118
Da: Milano (MI)
Inviato: 18-01-2006 00:32  

Questo Match Point ha tutto per fare cassetta:
un'eleganza superficiale e (molto) patinata, protagonisti belli e cinici, una storia banale ma in apparenza profonda.

Il tutto con la foglia di fico Allen: la sua firma fa di un filmetto pretenzioso un film "intellettuale".

E infatti il botteghino ride: ah, la forza invincibile delle mode...


[ Questo messaggio è stato modificato da: olibart il 18-01-2006 alle 04:45 ]

  Visualizza il profilo di olibart  Invia un messaggio privato a olibart    Rispondi riportando il messaggio originario
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 18-01-2006 00:33  
quote:
In data 2006-01-18 00:26, olibart scrive:
Capisco che le mode sono invincibili, e pare proprio che questo Match point sia la moda del momento.


a me sembra invece che se c'è un autore che non è mai andato di moda, quello sia Allen. "ma chi, quello sfigato basso con gli occhiali?" mi sono sentito dire un paio d'anni fa quando parlavo dei miei autori preferiti con degli amici.


mentre se al momento c'è una moda, questa è di certo l'esaltazione sistematica per le pellicole orientali.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

  Visualizza il profilo di sandrix81  Invia un messaggio privato a sandrix81  Vai al sito web di sandrix81    Rispondi riportando il messaggio originario
Vai alla pagina ( Pagina precedente 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 Pagina successiva )
  
0.014313 seconds.






© 2025 Film Is Now group. Tutti i diritti riservati
Film Is Now group non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Fin Network ltd