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Autore COLLATERAL
Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 04-11-2004 14:38  
quote:
In data 2004-11-04 12:17, Petrus scrive:
... a dispetto di un tassista che, al contrario, sogna hawaii e limousine, sono ...


maldive
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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 04-11-2004 14:40  
quote:
In data 2004-11-04 11:37, philipcat scrive:
quote:
In data 2004-10-31 07:39, Petrus scrive:

Unica pecca, forse, la sceneggiatura, che alcune volte si scorda che, come dice qualcun'altro, "parlare non è l'unico modo di comunicare".





Un bel film che ho visto molto volentieri, per i motivi che sia tu che Liliangish avete detto così bene.

Un action movie, ma non solo, di classe dove protagonizza la megalopoli "sconnessa" per eccellenza: chilometri e chilometri di spazio urbano, ma non urbanizzato, percorribile solo in un intrico di autostrade che se ti sbagli a uscire sei finito.

Splendida fotografia, colonna sonora, Tom Cruise che, dai e dai, ha quasi imparato a recitare e l'eccellente Jamie Foxx di cui attendiamo l'ottimo (si dice) Ray Charles.

L'incontro fra due uomini, apparentemente lontanissimi fra loro, che in realtà mette in forse una classificazione manichea della loro diversità e fa una riflessione esistenzialista sull'uomo contemporaneo.
Qualunque rivendicazione di verosimiglianza la trovo ininfluente e oziosa.

Ma voglio riferirmi al tuo appunto sulla sceneggiatura: ti pare un dettaglio da poco?

Io avrei gradito qualche ellissi rispettosa della mia capacità di lettura o fiduciosa nella capacità di comunicare del regista.

Insistito e didascalico è lo sguardo turbato di Cruise nel vedere il coyote (simbolone!),
al pari dei dialoghi fra i due all'interno del taxi, a corredo di un racconto filmico che non ne aveva bisogno.

Quando poi ti accorgi che lo sceneggiatore è in grado di intaccare gli stereotipi con stilettate più leggere e efficaci. Vedi ad esempio quando nel locale del jazz, tempio egemone della cultura nera, il tassista di colore dice, en passant, al passeggero bianco: "Non ho mai capito il jazz."
E' vero che al cinema abbiamo riso in pochi, ma i troppi puntini sulle i li vivo come segni di maleducazione.

Detto questo, ce ne fossero di film così.



concordo in pieno
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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 12-11-2004 20:36  
Dietro Collateral non c’è solo un ottimo thriller, questo potevamo anche aspettarcelo dal “vecchio” Micheal Mann, ma qualcosa di ben più gradito.
Quel “qualcosa” che nasce in sala e una volta uscito ti rimane lì, galleggia per un po’ tranquillo, nella tua testa, ti fa ri-pensare al film anche se tu vorresti solo riprendere regolarmente la tua vita, e con discrezione ti suggerisce che è stato lanciato velatamente (per i più distratti) o chiaramente (per chi conosce Mann) un messaggio importante. Una ciliegina sulla torta che va al di là della pur ottima architettura narrativa, ed è sostenuta sapientemente da quel connubio armonico tra musica e immagini costante e vivo per tutta la durata del film.
Questo messaggio è insito nel personaggio chiave del film, quel Vincent che ruba la scena al pur bravissimo Jamiee Fox. Non è infatti questione di recitazione e bravura degli attori (pochi negheranno,tuttavia, che Tom Cruise ci offre qui la miglior performance della sua carriera) ma proprio di consistenza dei personaggi!
Il grigio killer che siede sicuro nel sedile posteriore del taxi del nostro “buono” nasconde in sé una fredda e agghiacciante metafora dell’uomo moderno.
Ora, per arrivare a questa sentenza non sono completamente impazzito.
Pensate a che cosa la mano del regista tende a sottolineare prima di tutto e su tutto. Non è forse quella caotica e allo stesso tempo armoniosa Los Angeles abitata da 17 milioni di persone (il numero ce lo ricorda proprio Vincent)?
Noi iniziamo il nostro viaggio accanto al nostro rassicurante tassista che conosce tempi e luoghi dell’immensa metropoli meglio di chiunque altro. E che cavoli, noi siamo seduti comodamente nel taxi più ordinato di tutta Los Angeles!
Ma cosa succede? Un uomo distinto, in vestito grigio e camicia bianca, un uomo apparentemente qualunque ci chiede un passaggio. Il nostro tassista lo osserva e capisce che l’uomo non deve essere del posto. L’uomo brizzolato sembra sicuro di sé espone la sua insofferenza nei confronti della città ”ogni volta che vengo qui non vedo l’ora di andarmene…sembra tutto disconnesso” e aggiunge “17 milioni di abitanti, quinta potenza economica del mondo, eppure qui nessuno si conosce”. Racconta una strana e agghiacciante storiella di un cadavere in metropolitana. Parla senza esitazioni, limpido. Ora inizia a fare domande personali e il nostro buon tassista sembra non voler rispondere…anzi lo dice chiaramente e l’uomo in grigio lo rassicura: “Nessun problema, lei è uno che fa, invece che parlare, è grande”..
In questa sequenza, in questi 3 minuti, accompagnati da una rilassante musica di pianoforte, abbiamo già tutti gli elementi per delineare un personaggio, quello di Vincent, tanto complesso quanto affascinante.
Certo, abbiamo iniziato e continueremo la nostra notte accanto ad un individuo che sentiamo “buono”, un tassista nero che ha saldi principi, una madre in ospedale e grandi progetti per il futuro. Vicino a noi diremo.
Ci renderemo conto,invece, di quanto sia falsa questa rappresentazione.
Vincent è un “cattivo” che non sentiamo antipatico, uno che il suo lavoro lo sa fare; poco importa se è impiegato o killer tanto l’indifferenza di quella città disconnessa che lo inghiotte saprà pulire la sua coscienza.
E’ questa allora la polaroid dell’uomo moderno dell’america capitalista? Un uomo freddo e senza scrupoli nel suo impiego ma che sa essere riflessivo e profondo quando non lavora?
Uomo stordito in mezzo ad una massa di persone, milioni, che non si conoscono eppure siedono una accanto all’altra in una metropolitana, attraversano insieme la strada, si sfiorano mentre, di fretta, incrociano gli sguardi in un marciapiede affollato? Forse si e forse no.
Si sente fuori da questo caos e invece ne è parte integrante…
“Hey Max…un uomo sale sulla metropolitana qui a Los Angeles e muore. Pensi che se ne accorgerà qualcuno?”


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perchè l'italiano è sempre quello che va piano quando vede la macchina della polizia e appena passata corre oltre il limite.

[anthares]

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gongolante

Reg.: 06 Feb 2002
Messaggi: 3054
Da: Cesena (FO)
Inviato: 24-11-2004 12:34  
quote:
In data 2004-10-18 19:21, misaki84 scrive:
E’ la dura legge del più forte che regola la vita nelle strade di Los Angeles, ma non sempre il più forte è chi ti saresti aspettato. È questo il messaggio che rimane dopo la visione del nuovo film di Michael Mann



Assolutamente no!!!
Che messaggio è? Quella è la trama del film, non è il messaggio che vuole trasmettere.

Il film, a mio modestissimo avviso, parla dell'America. Vincent è il prototipo dello yuppie, il cui unico fine è massimizzare il profitto: è cinico, ha una visione del mondo superiore a quella di Max, è convinto che il mondo non cambierà in rapporto alle sue personali azioni ed allora trae il mssimo profitto per se stesso.
Max è un illuso: chiama temporaneo un lavoro che svolge da 12 anni e lo considera una base di partenza per le sue reali aspirazioni, illudendosi di avere la sua opportunità, adagiandosi ad una vita sicura senza il coraggio necessario a viverla davvero, forse senza nemmeno l'opportunità!

Sono le due anime dell'America, più che buono/cattivo, il ricco e povero, il fortunato e lo sfortunato, l'ignorante e il colto. Se proprio vuoi leggere un messaggio è che la massa di Max americana si deve svegliare!
Ho detto.
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Cinematik - il fantacinema!
In fase di lettura: LE ETICHETTA DELLE CAMICIE di Tiziano Sclavi
Ultimo film: UN BACIO APPASSIONATO di Ken Loach

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 24-11-2004 12:45  
Io per questo film, come per molti altri, non ne farei una questione di "messaggio". O meglio. E' lasciato alla capacità e alla sensibilità interpretativa del singolo la scoperta di una, o molteplici, chiavi di lettura.
Tutto sommato, ritrovo nel film sia quello che sostiene misa, che l'analisi di gongolante.
Direi di non cadere nell'errore di dover per forza aggiungere in postilla un'esopica morale della favola.
Visualizziamo, scansioniamo e sezioniamo il film.
Tutto quello che c'è da dire sta lì.
O subito dietro.

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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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gongolante

Reg.: 06 Feb 2002
Messaggi: 3054
Da: Cesena (FO)
Inviato: 24-11-2004 12:49  
quote:
In data 2004-11-12 20:36, Hawke84 scrive:
Vincent è un “cattivo” che non sentiamo antipatico, uno che il suo lavoro lo sa fare; poco importa se è impiegato o killer tanto l’indifferenza di quella città disconnessa che lo inghiotte saprà pulire la sua coscienza.
E’ questa allora la polaroid dell’uomo moderno dell’america capitalista? Un uomo freddo e senza scrupoli nel suo impiego ma che sa essere riflessivo e profondo quando non lavora?



Qualcuno che l'ha letto più o meno come me, meno male!
Vincent è l'ideale a cui forse anche Max aspira.
Sono comunque a mio avviso le due facce dell'America, sempre più divisa tra ricchi e poveri!
Ho detto.
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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 24-11-2004 12:55  
quote:
In data 2004-11-24 12:34, gongolante scrive:
Vincent è il prototipo dello yuppie, il cui unico fine è massimizzare il profitto:


ho visto il film senza rendermi conto che Vincent è uno yuppie (esistono ancora ?)che vuole massimizzare il profitto (cosa significhi poi ?)
ma che film ho visto ?
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GionUein

Reg.: 20 Mag 2003
Messaggi: 4779
Da: taranto (TA)
Inviato: 24-11-2004 13:00  
Un film sopravvalutato.
E poi è inutile sforzarsi di cercare il messaggio a tutti i costi.
Dove sta scritto che ogni film deve avere un "messaggio" più o meno subliminale ?

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 24-11-2004 13:04  
quote:
In data 2004-11-24 13:00, GionUein scrive:
E poi è inutile sforzarsi di cercare il messaggio a tutti i costi.
Dove sta scritto che ogni film deve avere un "messaggio" più o meno subliminale ?




quoto
quello che dicevo io qualche post sopra
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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 24-11-2004 13:16  
siamo più precisi:
la questione dei messaggi è una grande stronzata
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gongolante

Reg.: 06 Feb 2002
Messaggi: 3054
Da: Cesena (FO)
Inviato: 24-11-2004 16:15  
quote:
In data 2004-11-24 12:45, Petrus scrive:
Io per questo film, come per molti altri, non ne farei una questione di "messaggio". O meglio.
<cut>Direi di non cadere nell'errore di dover per forza aggiungere in postilla un'esopica morale della favola.



Io volevo solo contestare la frase che ho quotato sopra, ovvero che quello riportato fosse il messaggio del film.
Poi sotto ho messo quello che io ci ho visto/letto e una conseguente interpretazione del finale (anche forzata volendo). Concordo con il fatto di non volere trovare per forza la morale in un film...
Ho detto.
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gongolante

Reg.: 06 Feb 2002
Messaggi: 3054
Da: Cesena (FO)
Inviato: 24-11-2004 16:18  
quote:
In data 2004-11-24 12:55, Tenenbaum scrive:
ho visto il film senza rendermi conto che Vincent è uno yuppie (esistono ancora ?)che vuole massimizzare il profitto (cosa significhi poi ?)



Forse ho usato i termini inadatti per rendere l'idea, comunque per me Vincent è uno che bada a guadagnare il più possibile (massimizzare il profitto) senza curarsi delle conseguenze (ritenendo anche ipocrita chi pensa di farlo, volendo).
Poi uno nel film ci vede quello che vuole, quando le cose non vengono dette esplicitamente...
Ho detto.
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babette

Reg.: 12 Mag 2004
Messaggi: 18
Da: milano (MI)
Inviato: 25-11-2004 09:18  
Leggendo questo interessantissimo forum mi accorgo che le opinioni contrastanti coincidono con l'impressione che ho avuto del film. La trama è veramente così coinvolgente? Alcune gag o battutine sono secondo me contrastanti con il tono del film e mi ricordano "Arma letale".

In definitiva non lo giudico un FILMONE...

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 25-11-2004 11:03  
quote:
In data 2004-11-25 09:18, babette scrive:
Leggendo questo interessantissimo forum mi accorgo che le opinioni contrastanti coincidono con l'impressione che ho avuto del film. La trama è veramente così coinvolgente? Alcune gag o battutine sono secondo me contrastanti con il tono del film e mi ricordano "Arma letale".

In definitiva non lo giudico un FILMONE...




liberissimo di giudicarlo come vuoi.
Ma cosa c'entrano le battutine?
L'armonia di uno script è data da alti e bassi, da tensione e rilassamento, da cattiveria e ironia.
Dunque dov'è la stonatura.
E se anche fosse, da cosa parti per giudicarla fuori luogo?
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emanuele88

Reg.: 21 Giu 2004
Messaggi: 309
Da: Jesi (AN)
Inviato: 25-11-2004 13:53  
Ribadisco che sia il migliore di Mann,anche meglio di Heat-la sfida secondo me
....

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